Jeff Hardy 18 ha scritto:Il dibattito politico ultimamente verte attorno alla Ius Soli.
Che dite?
Inutile come una mazza da baseball al poligono di tiro.
Al momento attuale è possibile, senza avere alcun parente italiano o facilitazioni di sorta, ottenere la cittadinanza dopo 10 anni di residenza legale. Questo vuol dire che per lo straniero nato in Italia è comunque possibile ricevere la cittadinanza italiana e i conseguenti diritti politici al compimento del diciottesimo anno d'età, quindi l'utilità di questo fantomatico "ius soli" è piuttosto limitata.
La questione credo verta sul fatto che con la legge attuale al diciottesimo anno d'età devi scegliere, nel senso che se vuoi la cittadinanza italiana devi rinunciare a quella d'origine. E' una misura che giudico effettivamente onesta: è impossibile determinare con criteri giuridici una cosa personalissima come il senso d'appartenenza, quindi si lascia scegliere al diretto interessato una volta che sia diventato maggiorenne con una scelta mutualmente esclusiva, in modo che la scelta sia veramente sentita e non un "massì, mi prendo la seconda cittadinanza perché fa figo". Ho un amico brasiliano che ha rinunciato alla cittadinanza perché si sente brasiliano al 100% nonostante viva in Italia da quando aveva otto anni, mentre sua cugina che in Italia ci è nata ha preferito rinunciare alla cittadinanza brasiliana perché si sente italiana.
Inoltre paradossalmente lo ius soli potrebbe finire per inasprire le leggi sull'immigrazione, danneggiando gli immigrati stessi. In Francia ad esempio hanno lo ius soli ma hanno anche una legislazione ferrea sull'immigrazione, proprio per impedire tratte di donne incinte con l'unico scopo di partorire un figlio francese.
Inoltre consideriamo che la cittadinanza italiana dà automaticamente diritto alla cittadinanza europea, quindi a tutta quella serie di diritti garantiti dal trattato di Schengen e simili. Ciò significa molto banalmente che con lo ius soli si catapulterebbero qui non solo tutte le donne incinte che desiderano un figlio italiano, ma anche gente il cui obiettivo è abitare in qualsiasi altro posto d'Europa, che garantendo la cittadinanza italiana al figlio gli consente automaticamente di spostarsi in qualsiasi altro angolo d'Europa a suo piacimento. Potremmo dunque avere gente che nasce in Italia solo per prendere la cittadinanza europea e poi spostarsi per esempio in Francia, senza mai più far ritorno da noi: tutta questa gente avrebbe diritto di voto garantito.
Chiaro, il mio esempio è un po' grossolano (ci sarebbero millemila variabili di cui tener conto) e lo ius soli si può mitigare con tutta una serie di condizioni per renderlo più "accettabile", proprio come il nostro attuale ius sanguinis che non è certamente uno ius sanguinis puro. I paesi come Francia, Regno Unito e Irlanda a loro volta non hanno certo uno ius soli puro, ma anche quello è mitigato da diverse condizioni: sempre facendo riferimento al caso francese, ora l'acquisizione non è più automatica ma servono cinque anni di residenza.
Il punto è che anche nel migliore dei casi introdurre lo ius soli sarebbe semplicemente inutile, perché la legge attuale già tutela coloro che nascono sul nostro territorio e si sentono italiani, che possono accedere ai diritti politici al diciottesimo anno d'età proprio come gli italiani nati in Italia da genitori italiani. Mi sembra un compromesso più che buono, e con tutte le cose che non funzionano in Italia in questo momento fossilizzarsi proprio su questo indica una certa...ottusità? Incapacità di scegliere le priorità?