Si potrebbe citare il fatto che MJF in AEW ha mandato over mosse fruste e banalissime, semplicemente basandoci sopra una narrazione.
Un buon esempio di come una storia prevalga sempre sul lottato nudo e crudo.
Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Se escludiamo i messaggi del cocco della maestra sono d’accordo
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Sono sicuro che i 4/5 stronzi nelle arene se lo ricordano eccome.
E mi aggancio per dire che le arene non ha iniziato a riempirle solo la WWF con i PPV e le TV nazionali.
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Sempre una mossa rimaneKazarian88 ha scritto: ↑09/05/2024, 18:07 Questo, se mi permetti, è un piccolo autogol. La bodyslam è una mossa normalissima, che viene eseguita praticamente da tutti.... ma ecco che diventa estremamente esaltante con l'avversario adatto e la giusta storyline. Senza questo contorno, quella mossa non avrebbe fatto la differenza.
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Banalizzo la raffinatezza della discussione: ricordiamoci dei gusti personali. Perché ok che il lottato è importante perché e l'extra è importante perché, ma ognuno fruisce del prodotto in modo diverso, proprio perché eterogeneo e sfaccettato. Per inciso: se guardi una partita di calcio per la storia o una serie tv non per la storia, sei probabilmente un malato di mente. Ma col wrestling la definizione è sfumata, tanto da cambiare in base al feud/match e in base allo spettatore.
Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Era implicito, ma dato che mi stuzzichi... Secondo me è il preferito pure della maestr* del sito, altrimenti non si spiega.
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Tanto comunque altri due anni e la WWE dirà che André si è schiantato da soloInklings ha scritto: ↑09/05/2024, 17:29 Se la chiami bodyslam quella
Comunque non ti includo mai nei “noi”, perché in generale hai conoscenze/memorie non sovrapponibili a quelle dell’utente medio
Per il resto pure io quel pischello di Inoki l’ha sollevato, ma sta cosa rimane un enorme “sticazzi” ai miei occhi
EDIT: Anzi, rincaro la dose pure con Colosso visto che ci sono (tanto ormai mi ha condannato ).
Sticazzi pure che sia stato Hogan a sollevarlo, per me Hogan è solo un token necessario a produrre quella situazione, ossia l'ennesima riproposizione della storia più vecchia del mondo: l'eroe che abbatte il mostro.
O in altri termini, quel momento non è importante perché Hogan ne è stato protagonista.
E' Hogan a essere importante perché è stato "protagonista" di quel momento.
E protagonista è volutamentetra parentesi perché in realtà gli elementi veramente importanti per cementificare quel momento nella memoria sono il contesto di WM, le 93000 persone che si alzano in piedi, la storia del match con i fallimenti e la caduta.
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Letto un cazzo, dico solo, concordo.
Vedere dal vivo alcune robe poi, tipo chessò...UNA CANADIAN DESTROYER E UNA SPIRAL TAP è proprio n'altra cosa.
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Ah sicuramente, ma non era il punto del mio discorsoDarth_Dario ha scritto: ↑09/05/2024, 21:36 Sono sicuro che i 4/5 stronzi nelle arene se lo ricordano eccome.
E mi aggancio per dire che le arene non ha iniziato a riempirle solo la WWF con i PPV e le TV nazionali.
Da qui c’è un tltr, avvisati.
Il punto del mio discorso è che la mossa che hai citato non ha lasciato il ricordo che ha e non ha il significato che ha per il gesto in sé, ma per il contesto narrativo in cui quel gesto è inserito.
Che comprende la storia interna del match, la storia di quella rivalità, il contesto magico di WM, l’arena che esulta insieme a Hogan, il commento, e sí, anche la trasmissione in tv che collega simbolicamente quello sforzo individuale ai sentimenti di un pubblico globale.
Senza questo, la bodyslam di Hogan rimane un sollevamento notevole dato dalla coordinazione di due uomini, ma tale e quale ad altri che ce ne sono stati dal ‘72 e sono rimasti nelle frange della memoria collettiva.
Con quello, la mossa più banale del wrestling é diventata racconto, leggenda e simbolo dell’intera disciplina.
Concedimi un’opinione personale un po’ più in là rispetto alla discussione.
La verità è che a noi esseri umani piace raccontare storie un po’ perché siamo abituati a raccontarle da quando esiste il linguaggio, un po’ perché fin da piccoli siamo immersi nei racconti e li usiamo per “narrativizzare” la nostra vita e un po’ (soprattutto) perché farlo ci permette di trasformare fatti bruti e stupidi in rimandi a qualcosa di più grande. Certo, molte cose ci piacciono semplicemente “perché sí”, o perché sono inusuali, strane, difficili, stra-ordinarie, etc.; ma costruirci sopra un racconto ci fa sentire che quello che ci colpisce “intuitivamente” sia importante, e se riusciamo a credere che lo sia allora siamo giustificati nel farcelo piacere.
Ecco, un uomo muscoloso in mutande che solleva un altro omaccione enorme in costume facendogli fare un giro prima di sbatterlo a testa in giù, vista senza fronzoli, é una cosa tremendamente idiota.
Intendiamoci, tu hai ragione a dire che il gesto colpisce perché è difficile da eseguire, non si vede tutti i giorni e richiede molto sforzo. Però rimane un gesto stupido e sostanzialmente inutile (escludendo quelli che ci lucrano sopra).
Ma ecco, se quel sollevamento viene inserito in quella trama, se diventa un momento di svolta in una storia più ampia, allora quella cosa lí si è trasformata qualcosa di nuovo e più alto. Ha assunto un significato che non avrebbe senza tutta quella rete complessa di altri eventi.
Io penso che questo sia uno dei motivi per i quali, col tempo, si è passati dalla “lotta vera” alla simulazione e poi alla narrazione più ampia culminante nella simulazione di lotta. Perché dare una storia a quelle sequenze gli dà un fascino che altrimenti non potrebbero avere. Come ho detto, possono comunque intrattenere, essere godibili, colpire anche senza narrazione per x motivi, ma la verità è che per moltissime persone lo storytelling o la ritualizzazione (o entrambi) sono una condizione imprescindibile per poter godere davvero delle cose che guardano.
Per questo ho scritto che non è la mossa, ma quello che rappresenta, a costituire il suo fascino. Certo, “rimane una mossa”, ma se prendiamo la mossa da sola non possiamo capire davvero cosa significa e perché risulta affascinante per così tanti appassionati a 30 anni di distanza.
Cazzo, ho fatto la butlerata
Ultima modifica di Inklings il 10/05/2024, 0:11, modificato 4 volte in totale.
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Eh allora però
Che poi lo volevo citare proprio come esempio quello show: tutti svegli (SIL'HOSCRITTO ) per i nani svolazzoni e una powerbomb a caso, poco per i promo e il resto.
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Tutto vero e condivisibile, allora espanso: la mossa è il perno fondamentale da chi partire per costruire le narrazioni (dai performer e dagli spettatori). Che poi forse è quello che diceva HSMA tre pagine fa.Inklings ha scritto: ↑09/05/2024, 22:26 Ah sicuramente, ma non era il punto del mio discorso
Da qui c’è un tltr, avvisati.
Il punto del mio discorso è che la mossa che hai citato non ha lasciato il ricordo che ha e non ha il significato che ha per il gesto in sé, ma per il contesto narrativo in cui quel gesto è inserito.
Che comprende la storia interna del match, la storia di quella rivalità, il contesto magico di WM, l’arena che esulta insieme a Hogan, il commento, e sí, anche la trasmissione in tv che collega simbolicamente quello sforzo individuale ai sentimenti di un pubblico globale.
Senza questo, la bodyslam di Hogan rimane un sollevamento notevole dato dalla coordinazione di due uomini, ma tale e quale ad altri che ce ne sono stati dal ‘72 e sono rimasti nelle frange della memoria collettiva.
Con quello, la mossa più banale del wrestling é diventata racconto, leggenda e simbolo dell’intera disciplina.
Concedimi un’opinione personale: la verità è che a noi esseri umani piace raccontare storie un po’ perché siamo abituati a raccontarle da quando esiste il linguaggio, un po’ perché fin da piccoli siamo immersi nelle storie e le usiamo per “narrativizzare” la nostra vita e un po’ (soprattutto) perché ci permette di trasformare fatti bruti e stupidi in rimandi a qualcosa di più grande. Certo, molte cose ci piacciono semplicemente per sí, perché è inusuale, strano, difficile, stra-ordinario, etc. ma raccontarci sopra un racconto ci fa sentire che quello che ci colpisce “intuitivamente” sia importante, e se riusciamo a credere che lo sia allora siamo giustificati nel farcelo piacere.
Ecco, un uomo muscoloso in mutande che solleva un omaccione enorme in costume facendogli fare un giro prima di sbatterlo a testa in giù, vista senza fronzoli é una cosa tremendamente idiota. Intendiamoci, tu hai ragione a dire che il gesto colpisce perché è difficile da eseguire, non si vede tutti i giorni e richiede molto sforzo. Però rimane un gesto stupido e sostanzialmente inutile (escludendo quelli che ci lucrano sopra). Ma ecco, se quel sollevamento viene inserito in quella trama, se diventa un momento di svolta in una storia più ampia, allora quella cosa lí si è trasformata qualcosa di nuovo e più alto. Ha assunto un significato che non avrebbe senza tutta quella rete complessa di altri eventi.
Io penso che questo sia uno dei motivi perché col tempo si è passati dalla “lotta vera” alla simulazione e poi alla narrazione più ampia culminante nella simulazione di lotta. Perché dare una storia a quelle sequenze gli da un fascino che altrimenti non potrebbero avere. Come ho detto, possono comunque intrattenere, essere godibili, colpire anche senza narrazione per x motivi, ma la verità è che per moltissime persone lo storytelling o la ritualizzazione (o entrambi) sono una condizione imprescindibile per poter godere davvero delle cose che guardano.
Per questo ho scritto che non è la mossa, ma quello che rappresenta, a costituire il suo fascino. Certo, “rimane una mossa”, ma se prendiamo la mossa da sola non possiamo capire davvero cosa significa e perché risulta affascinante per così tanti appassionati a 30 anni di distanza.
Cazzo, ho fatto la butlerata
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Re: Il fascino del Wrestling è sempre stato nelle mosse.
Ma anche perché cos'è una "mossa" se non un gesto atletico (sia esso acrobatico, di coordinazione, di forza), condiviso tra due atleti, alla quale viene data una valenza simbolica (ovvero, il supposto atto di violenza/sopraffazione di uno sull'altro)? Insomma, non dimentichiamoci che a "narrare la storia" non sono solo le storyline, i segmenti, i promo e i match, ma le mosse stesse... Ogni powerbomb, ogni tuffo dal paletto, ogni sottomissione, anche ogni singolo pugno contengono una storia in sé: fingono di danneggiare l'avversario per portare alla sua sopraffazione. E a questo si possono aggiungere significati alternativi o addizionali: lo schiaffo dato per offendere, il calcio sull'arto infortunato per infierire, la finisher o la trademark rubata per umiliare, il low blow clandestino per sottolineare la propria amoralità... Senza poi considerare quando la singola mossa contiene una narrazione a sua volta legata alla narrazione più ampia (Hogan che fa la bodyslam dimostrando che la forza inarrestabile trionfa sull'oggetto inamovibile, o Reigns che dà una sediata a Rollins anziché a Cody chiudendo un arco narrativo iniziato dieci anni prima).
Insomma, se l'importante fosse "la mossa", quindi il gesto atletico, perché appassionarsi ad una disciplina che intrinsecamente alle "mosse" attribuisce di base un significato, e non dedicarsi all'atletica, alla ginnastica, al ballo acrobatico, alle gare di strongman?
Insomma, se l'importante fosse "la mossa", quindi il gesto atletico, perché appassionarsi ad una disciplina che intrinsecamente alle "mosse" attribuisce di base un significato, e non dedicarsi all'atletica, alla ginnastica, al ballo acrobatico, alle gare di strongman?