The Ripper ha scritto: ↑13/01/2021, 19:30
E Jeffo se vuoi vincere il premio pure nel 2021 ci devi fare un paio di lezioni sulla cultura giapponese ed il puro.
Noi occidentali certe americanate le arriviamo a cogliere grazie alla loro influenza sulla nostra cultura mentre sul giappone giustamente non riusciamo a capire tante cose.
Il discorso è quello del power-up e delle rivalità. Così rispondo anche a Inquisitor.
Quando hai di fronte un Ace, quello che rappresenta il meglio della federazione, tu devi dare il 200% per poterlo superare. Una sfida in progressione.
Lo schema di Ospreay/Okada segue, per forza di cose questo concetto, pensate a Okada/Tanahashi, o Kobashi/MIsawa o Jumbo/Misawa. Il principio è sempre lo stesso, quello più giovane che vuole dimostrare di essere un ace vero, di essere un vero campione.
In quest'ottica bisogna leggere i match di questo tipo. Come uno sfida e lo scopo e portare l'ace a fare qualcosa extra. Il non usare la Rainmaker, per esempio, serviva a questo, è stata una costruzione dettata da questa necessità. Il non usare alleati, in questo match, rappresenta una sfida sportiva.
Oltre al power-up degli Shonen, dove pensi a Ospreay come il nome che cresce, penso a Zoro in One Piece quando sfida Mihawk, che le prende malamente è questo usa solo una parte delle sue capacità.
Oppure pensare allo Spoken, dove il protagonista (se non è il talento a la Tsubasa) ha avversari forti, da cercare di superare.
Questo si riflette sulla società jappa. La società jappa dà un peso alla figura del Senpai, a quello più anziano che ti insegna e ti porta in giro e tu a un certo punto ti devi staccare per superarlo, dando il 200% per farlo.
Basti pensare che quando entri in un ufficio, vieni affiancato a colleghi assunti assieme a te, con il solo scopo di spronarti a dare il 200% e superarli.