Riguardalo bro, praticamente spiega tutto Gyllenhaal nelle lezioniMichele d. Luffy ha scritto: ↑03/09/2020, 17:02 Qualcuno che mi spiega enemy di villeneuve?
Non ci ho capito una mazza
TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
- Hohesc
- Messaggi: 385
- Iscritto il: 13/01/2015, 20:09
- Città: Forlì
- Località: Arrivederci
- Has thanked: 101 times
- Been thanked: 34 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
- Corilo1
- Messaggi: 4773
- Iscritto il: 26/12/2010, 20:30
- Città: Milano
- Has thanked: 208 times
- Been thanked: 275 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Ho visto The Invasion , del 2007.
Da quel che ho capito è ispirato ad un romanzo che a sua volta ha portato a due film, che ammetto di non aver visto.
Ho letto che questo è stato un flop, sia di critica che di pubblico. E ho letto che la produzione lo ha cambiato in parte, insoddisfatta dalle poche scene d'azione. E ha fatto la cazzata, le sparatorie e gli inseguimenti sono le parti peggiori del film, non tanto per un problema di regia o montaggio, ma proprio perchè non ci azzeccano nulla con il tono di tutta la storia.
Sarei curioso di rivederlo per come fu girato all'origine, cosi è comunque un film discreto, ma in effetti tutta la parte finale con lei (Nicole Kidman) che passa dall'essere una psichiatra borghese a pilota di formula uno non ha senso.
Domanda, qualcuno ha visto L'invasione degli ultracorpi del 56', e se si mi potete dare un'opinione e dirmi se ne vale la pena?
Da quel che ho capito è ispirato ad un romanzo che a sua volta ha portato a due film, che ammetto di non aver visto.
Ho letto che questo è stato un flop, sia di critica che di pubblico. E ho letto che la produzione lo ha cambiato in parte, insoddisfatta dalle poche scene d'azione. E ha fatto la cazzata, le sparatorie e gli inseguimenti sono le parti peggiori del film, non tanto per un problema di regia o montaggio, ma proprio perchè non ci azzeccano nulla con il tono di tutta la storia.
Sarei curioso di rivederlo per come fu girato all'origine, cosi è comunque un film discreto, ma in effetti tutta la parte finale con lei (Nicole Kidman) che passa dall'essere una psichiatra borghese a pilota di formula uno non ha senso.
Domanda, qualcuno ha visto L'invasione degli ultracorpi del 56', e se si mi potete dare un'opinione e dirmi se ne vale la pena?
- Talebanoontheblocco
- Messaggi: 1055
- Iscritto il: 14/12/2016, 2:28
- Città: Camdem College
- Località: Lorde Stan Account
- Has thanked: 21 times
- Been thanked: 243 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
The Fate Of The Furious >>>>>>> tutti i film di Nolan da Dark Knight Rises in poi, tornasse a fare l'Hitchcock robotico che è capace di fare solo quello, lasciasse la fantascienza a chi non ha microchip nel cervello.
- Backbone Crusher
- Messaggi: 10733
- Iscritto il: 23/12/2010, 8:56
- Città: Bergamo
- Località: El Inframundo
- Has thanked: 98 times
- Been thanked: 653 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Visto Tenet.
Diciamo che mi è piaciuto, però diobono la prima parte è un jet a mach 8. Spara una caterva di informazioni senza darti ne la possibilità di assimilare, ne di capire certe (tante) cose. Le ricostruisci dopo, ma c'è una gran confusione in alcuni punti.
Lo rivedrò? Penso di si, ma ad ora non ne ho minimamente voglia. Personaggi abbastanza meh, Pattinson il meglio.
Diciamo che mi è piaciuto, però diobono la prima parte è un jet a mach 8. Spara una caterva di informazioni senza darti ne la possibilità di assimilare, ne di capire certe (tante) cose. Le ricostruisci dopo, ma c'è una gran confusione in alcuni punti.
Lo rivedrò? Penso di si, ma ad ora non ne ho minimamente voglia. Personaggi abbastanza meh, Pattinson il meglio.
- deadman3:16
- Messaggi: 12409
- Iscritto il: 11/02/2013, 23:05
- Has thanked: 3779 times
- Been thanked: 2290 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Visto anch'io.Backbone Crusher ha scritto: ↑13/09/2020, 18:22 Visto Tenet.
Diciamo che mi è piaciuto, però diobono la prima parte è un jet a mach 8. Spara una caterva di informazioni senza darti ne la possibilità di assimilare, ne di capire certe (tante) cose. Le ricostruisci dopo, ma c'è una gran confusione in alcuni punti.
Lo rivedrò? Penso di si, ma ad ora non ne ho minimamente voglia. Personaggi abbastanza meh, Pattinson il meglio.
L'aver guardato Dark mi ha aiutato tantissimo a comprendere certe dinamiche riguardanti il tempo, me ne sono accorto discutendone con amici che non l'avevano visto dopo il film.
Ad ogni modo durante tutto il film ci sono parecchi spiegoni, per cui non l'ho valutato di difficile comprensione.
Mi interessa giusto la sequenza finale, per capire bene quando avvengono i vari passaggi.
-
- Messaggi: 65
- Iscritto il: 23/05/2020, 12:01
- Has thanked: 2 times
- Been thanked: 10 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Ending Things
Interessante quanto problematico, dividerà i fan di Kaufman, confonderà e irriterà i non-fan di Kaufman. L'idea più importante del film è in realtà una già centrale e ricorrente nel cinema di Kaufman, il rapporto coscienza e identità, declinato qua splendidamente già nella prima scena in cui il pensiero non espresso di una persona sembra disturbare un'altra. In un'era in cui si puniscono le persone per i propri pensieri (magari espressi anni fa), una bella lezione. Il problema che ho io con il film è l'ending twist e cosa il twist comporta. Non solo è un'idea banale, quella che chi disprezza i film intellettualoidi cita sempre, ma non fa riconsiderare tutto quello che era stato visto, come dovrebbero fare i mind-game movies, ma lo rende inutile in quanto rende inutile il rapporto con lo spettatore. Non mi puoi costruire un'identificazione con due personaggi per poi dirmi che sono una fantasia di un altro e che in fondo andrebbero letti così: rendi inutile l'identificazione spettatoriale, ingannandolo e basta; costringi all'identificazione con un personaggio che non si conosce "perchè sì". E per quale motivo dovremmo rispondere senza alcuna costruzione al narratore? Perchè ci eravamo identificati con le sue fantasie depresse? O, molto peggio, proprio in quanto depresso? Kaufman forza una risposta in base all'identità depressa del soggetto, costringe a commuovere lo spettatore convinto che questo abbia già un'idea comune su ciò che sia la vita, come la si dovrebbe vivere, ecc. Non è solo che non costruisce un'identificazione, ma non delinea il discorso del depresso, espone la narrazione solo come narrazione di un depresso senza decostruirla, fa proliferare l'inconscio già come narrazione conscia di un depresso ma mancano elementi al di fuori del proprio linguaggio, buchi della narrazione o altri personaggi che rendano dialettico il discorso. Il film è in fondo solo un racconto dominato dal soggetto a cui bisogna voler bene in quanto depresso. Ora, che lo spettatore abbia i suoi atti mancati e che questi atti possano dirci qualcosa è sacrosanto, ma quando tutta la vita viene pensata da un depresso come un atto mancato, beh, ok, cosa dovremo farci? Una narrazione depressa è interessante se la destrutturi, se ne cogli gli errori, i buchi linguistici, non se ci credi e lo fai credere allo spettatore solo per tirargli fuori una lacrima.
Papicha
La liberazione dal secolarismo arabo attraverso la liberazione del corpo avrebbe pure senso d'esistere non fosse che il film è prodotto dalla Francia per un pubblico europeo e quindi puzzi di propaganda neoliberale, la democrazia europea come unica salvezza, ecc. Abbastanza ironico poi che esca in ste settimane visto che si è ribadito il ruolo delle discoteche come spazio neoliberale per eccellenza. Il confronto con Kechiche sarebbe pure impietoso visto che Kechiche lavora sempre sul rapporto tra sguardo e corpo e in fondo è un apocalittico, conscio cioè della mercificazione e dell'appiattimento immaginifico del corpo. Insomma, solita narrazione libertina sessantottina ma senza la decostruzione dell'ideologia comunista della Nova vlna quindi monnezza neo-imperialista.
Infine ho recuperato la filmografia di Chang-Dong Lee (in realtà mi manca il debutto ma anche sticazzi). Mi aveva folgorato Poetry, ma alla fine quello è stato l'unico che ho amato, sarà che è il più vicino all'idea di film d'autore per noi europeisti (e difatti fu il suo flop commerciale)
Peppermint Candy ★★★½ opening scene tra le più grandi di sempre, ma la gimmick limita più che rafforza
Oasis ★★★
Secret Sunshine ★★½
Poetry ★★★★
Burning ★★★ comprensibile il successo, non semplice per un thriller modernista, ma cerca troppo forzatamente con lo stile di superare l'assenza di momenti rilevanti, è un regista da melo e sto qui è un film con due scene melo, un po' poco. Poi la questione del linguaggio/scrittura è proprio appiccicato con lo sputo.
Interessante quanto problematico, dividerà i fan di Kaufman, confonderà e irriterà i non-fan di Kaufman. L'idea più importante del film è in realtà una già centrale e ricorrente nel cinema di Kaufman, il rapporto coscienza e identità, declinato qua splendidamente già nella prima scena in cui il pensiero non espresso di una persona sembra disturbare un'altra. In un'era in cui si puniscono le persone per i propri pensieri (magari espressi anni fa), una bella lezione. Il problema che ho io con il film è l'ending twist e cosa il twist comporta. Non solo è un'idea banale, quella che chi disprezza i film intellettualoidi cita sempre, ma non fa riconsiderare tutto quello che era stato visto, come dovrebbero fare i mind-game movies, ma lo rende inutile in quanto rende inutile il rapporto con lo spettatore. Non mi puoi costruire un'identificazione con due personaggi per poi dirmi che sono una fantasia di un altro e che in fondo andrebbero letti così: rendi inutile l'identificazione spettatoriale, ingannandolo e basta; costringi all'identificazione con un personaggio che non si conosce "perchè sì". E per quale motivo dovremmo rispondere senza alcuna costruzione al narratore? Perchè ci eravamo identificati con le sue fantasie depresse? O, molto peggio, proprio in quanto depresso? Kaufman forza una risposta in base all'identità depressa del soggetto, costringe a commuovere lo spettatore convinto che questo abbia già un'idea comune su ciò che sia la vita, come la si dovrebbe vivere, ecc. Non è solo che non costruisce un'identificazione, ma non delinea il discorso del depresso, espone la narrazione solo come narrazione di un depresso senza decostruirla, fa proliferare l'inconscio già come narrazione conscia di un depresso ma mancano elementi al di fuori del proprio linguaggio, buchi della narrazione o altri personaggi che rendano dialettico il discorso. Il film è in fondo solo un racconto dominato dal soggetto a cui bisogna voler bene in quanto depresso. Ora, che lo spettatore abbia i suoi atti mancati e che questi atti possano dirci qualcosa è sacrosanto, ma quando tutta la vita viene pensata da un depresso come un atto mancato, beh, ok, cosa dovremo farci? Una narrazione depressa è interessante se la destrutturi, se ne cogli gli errori, i buchi linguistici, non se ci credi e lo fai credere allo spettatore solo per tirargli fuori una lacrima.
Papicha
La liberazione dal secolarismo arabo attraverso la liberazione del corpo avrebbe pure senso d'esistere non fosse che il film è prodotto dalla Francia per un pubblico europeo e quindi puzzi di propaganda neoliberale, la democrazia europea come unica salvezza, ecc. Abbastanza ironico poi che esca in ste settimane visto che si è ribadito il ruolo delle discoteche come spazio neoliberale per eccellenza. Il confronto con Kechiche sarebbe pure impietoso visto che Kechiche lavora sempre sul rapporto tra sguardo e corpo e in fondo è un apocalittico, conscio cioè della mercificazione e dell'appiattimento immaginifico del corpo. Insomma, solita narrazione libertina sessantottina ma senza la decostruzione dell'ideologia comunista della Nova vlna quindi monnezza neo-imperialista.
Infine ho recuperato la filmografia di Chang-Dong Lee (in realtà mi manca il debutto ma anche sticazzi). Mi aveva folgorato Poetry, ma alla fine quello è stato l'unico che ho amato, sarà che è il più vicino all'idea di film d'autore per noi europeisti (e difatti fu il suo flop commerciale)
Peppermint Candy ★★★½ opening scene tra le più grandi di sempre, ma la gimmick limita più che rafforza
Oasis ★★★
Secret Sunshine ★★½
Poetry ★★★★
Burning ★★★ comprensibile il successo, non semplice per un thriller modernista, ma cerca troppo forzatamente con lo stile di superare l'assenza di momenti rilevanti, è un regista da melo e sto qui è un film con due scene melo, un po' poco. Poi la questione del linguaggio/scrittura è proprio appiccicato con lo sputo.
- PuroIndyLove
- Messaggi: 1626
- Iscritto il: 05/11/2012, 10:32
- Città: Napoli
- Has thanked: 193 times
- Been thanked: 126 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
E anch'io ho visto l'ultimo Kaufman.
Qualche salame cascherà sull'ascrizione dell'opera al genere horror, riportato da molti siti in aggiunta alla descrizione genericamente da film dell'orrore della trama. Un pò lo stesso fraintendimento creatosi con Eternal Sunshine. Ma Kaufman non è così prevedibile. La prima parte del film, certo, diffonde una tensione riconducibile al genere (coadiuvato da elementi ricorrenti come: cantine misteriose, strane dinamiche familiari, casa in mezzo al nulla, nebbia e via dicendo), ma è ovvio che Kaufman vuole far ruotare la trama in senso diverso, gettando luce sulla dinamica tra i personaggi. Infatti, è la parte migliore del film. Da quella centrale in poi, il film diviene molto più complesso, e citando Rick Dufer (la cui recensione mi trova in gran parte d'accordo), "ci vuole il libretto d'istruzione per comprendere il film", che non lascia abbastanza elementi di comprensione allo spettatore. O forse sono io a non averli afferrati. Mi sembra abbastanza evidente il parallelo bidello/ragazzo, così come che il punto di vista del film sia il suo (o, per meglio dire, che si parla di lui) più che la ragazza, ma davvero questa volta non sono riuscito a penetrare nel labirinto mentale di Kaufman e non riesco a estrapolare in tutta la parte centrale e finale un frammento di analisi, se non parziale. Mi ci vorrà una seconda visione per decretare se questo sia un punto a sfavore o a favore di Kaufman, di cui ho sempre apprezzato le sue elucubrazioni.
Qualche salame cascherà sull'ascrizione dell'opera al genere horror, riportato da molti siti in aggiunta alla descrizione genericamente da film dell'orrore della trama. Un pò lo stesso fraintendimento creatosi con Eternal Sunshine. Ma Kaufman non è così prevedibile. La prima parte del film, certo, diffonde una tensione riconducibile al genere (coadiuvato da elementi ricorrenti come: cantine misteriose, strane dinamiche familiari, casa in mezzo al nulla, nebbia e via dicendo), ma è ovvio che Kaufman vuole far ruotare la trama in senso diverso, gettando luce sulla dinamica tra i personaggi. Infatti, è la parte migliore del film. Da quella centrale in poi, il film diviene molto più complesso, e citando Rick Dufer (la cui recensione mi trova in gran parte d'accordo), "ci vuole il libretto d'istruzione per comprendere il film", che non lascia abbastanza elementi di comprensione allo spettatore. O forse sono io a non averli afferrati. Mi sembra abbastanza evidente il parallelo bidello/ragazzo, così come che il punto di vista del film sia il suo (o, per meglio dire, che si parla di lui) più che la ragazza, ma davvero questa volta non sono riuscito a penetrare nel labirinto mentale di Kaufman e non riesco a estrapolare in tutta la parte centrale e finale un frammento di analisi, se non parziale. Mi ci vorrà una seconda visione per decretare se questo sia un punto a sfavore o a favore di Kaufman, di cui ho sempre apprezzato le sue elucubrazioni.
- Jeff Hardy 18
- Messaggi: 32550
- Iscritto il: 23/12/2010, 9:55
- Città: Milano
- Been thanked: 539 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Ho visto in sala per la prima volta e rivisto in generale The Elephant Man di Lynch.
Tra l'altro avevo iniziato un rewatch dell'opera Lynchiana in ordine cronologico, rivedendomi nel giro di pochi giorni Eraserhead e TEM.
RIvisione nata soprattutto nell'ordine di Twin Peaks 3 come summa e manifesto del pensiero Lynchiano, come ultimo lascito in tutte le sue aree artistiche di riferimento.
Quindi trovo interessante come, in un'opera mainstream, sia riuscito a inserire elementi precedenti. Ho ritrovato nella scena iniziale molti aspetti di Eraserhead per esempio. Così come ho ritrovato nel sound design (film visto rigorosamente in originale) o il tono strampunk, rubo questo termine perchè siamo nell'epoca vittoriana, il concetto di acronos e l'utilizzo massiccio delle macchine, ricollegandolo a opere successive, con sempre in mente TP3 e le scene con Bowie.
Tra l'altro avevo iniziato un rewatch dell'opera Lynchiana in ordine cronologico, rivedendomi nel giro di pochi giorni Eraserhead e TEM.
RIvisione nata soprattutto nell'ordine di Twin Peaks 3 come summa e manifesto del pensiero Lynchiano, come ultimo lascito in tutte le sue aree artistiche di riferimento.
Quindi trovo interessante come, in un'opera mainstream, sia riuscito a inserire elementi precedenti. Ho ritrovato nella scena iniziale molti aspetti di Eraserhead per esempio. Così come ho ritrovato nel sound design (film visto rigorosamente in originale) o il tono strampunk, rubo questo termine perchè siamo nell'epoca vittoriana, il concetto di acronos e l'utilizzo massiccio delle macchine, ricollegandolo a opere successive, con sempre in mente TP3 e le scene con Bowie.
- Jeff Hardy 18
- Messaggi: 32550
- Iscritto il: 23/12/2010, 9:55
- Città: Milano
- Been thanked: 539 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Nom du père ha scritto: ↑14/09/2020, 17:38
Infine ho recuperato la filmografia di Chang-Dong Lee (in realtà mi manca il debutto ma anche sticazzi). Mi aveva folgorato Poetry, ma alla fine quello è stato l'unico che ho amato, sarà che è il più vicino all'idea di film d'autore per noi europeisti (e difatti fu il suo flop commerciale)
Peppermint Candy ★★★½ opening scene tra le più grandi di sempre, ma la gimmick limita più che rafforza
Oasis ★★★
Secret Sunshine ★★½
Poetry ★★★★
Burning ★★★ comprensibile il successo, non semplice per un thriller modernista, ma cerca troppo forzatamente con lo stile di superare l'assenza di momenti rilevanti, è un regista da melo e sto qui è un film con due scene melo, un po' poco. Poi la questione del linguaggio/scrittura è proprio appiccicato con lo sputo.
No dai, non puoi snobbarmi così Oasis però.
Anche perchè divenne un'instant success in giro per il mondo e aprì, in contemporanea a Kim-Ki e prima di Park-Chan il mondo alla fresh-wave Coreana post-dittatura.
Tra l'altro consiglio fortemente l'opera prima da regista di So-Ri Moon. Che spiega benissimo in un discorso meta, Oasis e il suo ruolo internazionale. Ah sì, il film si chiama The Running Actress.
-
- Messaggi: 65
- Iscritto il: 23/05/2020, 12:01
- Has thanked: 2 times
- Been thanked: 10 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Non conosco il cinema coreano e più in generale il cinema asiatico ma mai letto di instant success mondiale per Oasis. In Italia uscì 8 mesi dopo Venezia che è standard per i film in concorso con il minore appeal. Negli States uscì due anni dopo. Che poi di per sè fosse un evento l'uscita in sala per un film asiatico al tempo posso pure concordare, ma successo è un parolone. La crescita internazionale di quei prodotti è dovuto più alla vendita di DVD, alla crescita della cinefilia pro-asian, alla prima pirateria, che a un successo commerciale. Cioè un successo è roba che apre le porte in maniera regolare a certi prodotti, Oldboy uscì con due anni di ritardo... Senza un festival dietro sti film non arrivavano in sala. Poetry e Burning sono successi internazionali, ma puntavano proprio agli arthouse europei. (oltretutto, guardando i numeri di Burning, come diavolo ha fatto a fare mezzo milione di dollari in Australia? Mi son perso qualcosa nei rapporti internazionali tra Australia e SudCorea?)Jeff Hardy 18 ha scritto: ↑28/09/2020, 15:18 No dai, non puoi snobbarmi così Oasis però.
Anche perchè divenne un'instant success in giro per il mondo e aprì, in contemporanea a Kim-Ki e prima di Park-Chan il mondo alla fresh-wave Coreana post-dittatura.
Tra l'altro consiglio fortemente l'opera prima da regista di So-Ri Moon. Che spiega benissimo in un discorso meta, Oasis e il suo ruolo internazionale. Ah sì, il film si chiama The Running Actress.
Parlando piuttosto del film, averlo visto dopo Poetry e Peppermint Candy ha influenzato molto la visione, avevo già posizionato in un certo modo lo sguardo di Lee ma questo è un film diverso, seppur riempito di sue ossessioni. Coraggioso ma troppo furbo nel suo rimanere ambiguo rispetto al lato "disturbante" del soggetto, come provocatore più vicino a un Korine che a un Von Trier, lui sì diretto, preciso e disarmante nella critica. Però la scena della tipa che impazzisce in commissariato sul finale è fantastica.
Undine: un amore per sempre
Petzold è il più importante autore tedesco contemporaneo e dichiarato erede della tradizione modernista di Wenders e Fassbinder. Si è creato negli anni un universo con film con sempre lo stesso cast e stessi archetipi ma storie diverse e scollegate tra loro per parlare più o meno sempre degli stessi argomenti: rapporto storia/memoria, riconoscimento, fantasmi del passato, desiderio. Da Transit, ultimo film prima di questo, ha cambiato cast ma non i ruoli archetipici, per cui vedevamo la Paula Beer nel ruolo della Nina Hoss e diventare così il fantasma dell'altra. Se non si è dentro il suo universo e le sue tematiche i film sembrano impenetrabili se non incomprensibili, eppure i suoi film migliori sono di per sè popolari, cinema politico d'autore che cerca di affrontare direttamente la storia, non certo cinema autorialista solo per cinefili. Eppure ha questa tendenza surrealista che pare voglia essere il nuovo Lynch nonostante cerchi di rimanere fedele allo stile modernista da melo freddo di Fassbinder. Con st'ultimo film la storia la mette un po' da parte e prova ancora col surrealismo ma esce solo confuso. Tratto da un archetipo tedesco (Ondina), è una fiaba modernista e quindi meh. O vai in full-surrealism à la Gondry, o vai in full-modernism come i brechtiani, ste vie di mezze escono un pastrocchio. Cerca di destrutturare il genere fiaba tagliando atmosfera e stile ma in pratica finisce per essere solo vittima dei limiti della struttura narrativa, riproponendo senza rivitalizzarli dinamiche già viste. La metafora è talmente spessa da risultare insultante a uno spettatore che cerca sottigliezza e profondità, che è poi quello che riesce di solito a fare Petzold nei suoi film sulla storia. La metafora geografica sulla storia della città di Berlino per esempio è troppo didascalica e sconnessa alla storia principale. In fondo risulta interessante solo in una prospettiva autorialista, rispetto all'universo e ai suoi temi tipici.
Filmografia di Petzold:
Die innere Sicherheit (Ghost trilogy #1) ★★★½
Wolfsburg ★★★
Gespenster (Ghost trilogy #2) ★★★★
Yella (Ghost trilogy #3) ★★★
Jerichow ★★½
Barbara ★★★
Phoenix ★★★★
Transit ★★★½
Undine ★★½
- Jeff Hardy 18
- Messaggi: 32550
- Iscritto il: 23/12/2010, 9:55
- Città: Milano
- Been thanked: 539 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Nom du père ha scritto: ↑28/09/2020, 19:15 Non conosco il cinema coreano e più in generale il cinema asiatico ma mai letto di instant success mondiale per Oasis. In Italia uscì 8 mesi dopo Venezia che è standard per i film in concorso con il minore appeal. Negli States uscì due anni dopo. Che poi di per sè fosse un evento l'uscita in sala per un film asiatico al tempo posso pure concordare, ma successo è un parolone. La crescita internazionale di quei prodotti è dovuto più alla vendita di DVD, alla crescita della cinefilia pro-asian, alla prima pirateria, che a un successo commerciale. Cioè un successo è roba che apre le porte in maniera regolare a certi prodotti, Oldboy uscì con due anni di ritardo... Senza un festival dietro sti film non arrivavano in sala. Poetry e Burning sono successi internazionali, ma puntavano proprio agli arthouse europei. (oltretutto, guardando i numeri di Burning, come diavolo ha fatto a fare mezzo milione di dollari in Australia? Mi son perso qualcosa nei rapporti internazionali tra Australia e SudCorea?)
Parlando piuttosto del film, averlo visto dopo Poetry e Peppermint Candy ha influenzato molto la visione, avevo già posizionato in un certo modo lo sguardo di Lee ma questo è un film diverso, seppur riempito di sue ossessioni. Coraggioso ma troppo furbo nel suo rimanere ambiguo rispetto al lato "disturbante" del soggetto, come provocatore più vicino a un Korine che a un Von Trier, lui sì diretto, preciso e disarmante nella critica. Però la scena della tipa che impazzisce in commissariato sul finale è fantastica.
Non parlo di successo commerciale però, parlo di apertura del settore al cinema coreano.
Perchè si conosceva Kim Ki-duk, ma di tutto il resto della filmografia nascente del paese non girò praticamente nulla.
Chilsuwa Mansu, il film che ha aperto la Fresh Wave coreana, è del 1988, i primi nomi che arrivano in occidente tipo a Cannes come Bea Yong-kyun nel 1989 con Why has Bodhi-Dharma left for the west?, erano parte del voler aprire le menti, furono presentati, ma non ebbero mai una forte risonanza.
Praticamente fino a Kim con The Isle (che è del 2000), si facevano giusto qualcosina, per dire i film usciti nei festival principali si contano su una mano, a parte qualche apparizione a Berlino, ma nel giro anni '90, difficile considerarlo al livello di Cannes o Venezia.
Oasis aprì le porte, perchè con le sue vittorie a Venezia, girò tutti i festival di un certo piano, in Europa e negli US. Fu uno dei primo a girare così tanto, oltre a Kim Ki-duk, perchè altri, come i già citati, oppure i film di Im Kwon-taek che nel 2002, mentre Oasis stava a Venezia, si portava a casa la palma alla regia a Cannes, ma non si mosse da lì.
Oasis assieme a L'Isola sono i primi film che davvero diventano globali appartenenti alla fresh wave coreana (non so se i film anni '60 tipo Housemaid o gli altri di Kim Ki-young ebbero lo stesso impatto, sicuro girarono i festival, ma non saprei dire se a livello di un Bodhi-Dharma o al livello di un Oasis).
Presumo che l'Australia abbia con la Sud-Corea lo stesso rapporto che ha con il Giappone, un mutuo rispetto e venerazione, che poi figurati a oggi, tra K-Pop, K-Drama, il botto di Parasite, è un attimo trovare gente che ama la Corea e tutto quello che è coreano. Da noi per dire la mania per il cinema coreano, arrivò pure, io ricordo quando fecero la rassegna su Park Chan-wook a Milano nel, penso, 2013, dove c'era questa mega aura attorno ai grandi autori coreani. Che poi, i grani autori in realtà sono belli che andati, e lo erano pure 10 anni fa, nel senso che una volta avuto il boom artistico negli anni '00, quando iniziano a girare i nomi ed emergono, vuoi per i festival, vuoi per il tema o vuoi per la spinta di Tarantino (come Oldboy, che da noi ricordo come Mr. Vengeance uscì dopo che Lady Vengeance passò al cinema), il cinema coreano di oggi è tutto simile a se stesso ormai, e molti lo esaltano perchè sì.
Lee, Bong, Kim e Park sono i vecchi residui della Fresh Wave che possono fare il cazzo che vogliono, soprattutto ora, con la vittoria di Parasite. Poi sempre qui ricordo di aver parlato di come il mainstream coreano sia 10 anni indietro rispetto ai temi che questi hanno portato in auge negli anni '00. Cioè solo ora si parla apertamente della dittatura militare degli anni '80, ma Oldboy parlava di quello, è del 2003.
Senza nulla togliere a Jang Hoon e al suo A Taxi Driver che ha praticamente reso nota la situazione nel mondo. Gran regista Jang Hoon, tra i giovani, sicuramente il migliore, questo e The Fron Line film immensi.
- Jeff Hardy 18
- Messaggi: 32550
- Iscritto il: 23/12/2010, 9:55
- Città: Milano
- Been thanked: 539 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Perchè i film tecnicamente innovativi, soprattutto blockbuster, devono avere una trama semplice che porti tutti al cinema.The master of ROH ha scritto: ↑30/08/2020, 19:31 Sprecate no dai, comunque i film di merda sono altri, ma la sensazione di aver visto una bella confezione con nulla all'interno l'ho assolutamente avvertita.
Vedi Avatar o Titanic.
- Jeff Hardy 18
- Messaggi: 32550
- Iscritto il: 23/12/2010, 9:55
- Città: Milano
- Been thanked: 539 times
- KanyeWest
- Messaggi: 10342
- Iscritto il: 09/12/2011, 14:11
- Città: Pistoia
- Località: #fuckthequeen
- Has thanked: 460 times
- Been thanked: 881 times
Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Vista l'ultima fatica del maestro Malick in sala.
Come detto già da Steam mi sento di criticare l'eccessiva durata che rende il film oltremodo prolisso e ridondante specialmente nella parte centrale, avevo già visto in sala i due precedenti (sebbene non in versione originale come ieri sera) e li avevo trovati molto più digeribili, così come To The Wonder.
Ovviamente non riuscirò mai ad essere onesto con Malick per tutto quello che ha rappresentato per me negli anni, ma nonostante gli stenti sopracitati reputo comunque A Hidden Life un film molto bello. Ho apprezzato molto, oltre alle cifre stilistiche del suo cinema che sono ormai le stesse da sempre (uso massiccio della OST e del voiceover che qui risulta a mio avviso più giustificato con le lettere, il montaggio frammentato, movimenti di macchina molto fluidi) la volontà di emanciparsi, almeno in parte, da TOL tramite una narrazione apparentemente più lineare, la critica alla mistificazione nazista e soprattutto la rappresentazione della fede nei momenti di crisi, per me tema centrale del film e reso benissimo dalla simbologia che porta il protagonista ad essere visto e pensato come un martire.
Lacrimoni per Bruno Ganz, quanto ci manca e ci mancherà.
Ho recuperato anche per curiosità Luton, per gimmick sono costretto a dire che sia un film pazzesco anche se mi manca un sacco di roba della weird waive greca (se così si può chiamare) per valutarlo completamente.
Come detto già da Steam mi sento di criticare l'eccessiva durata che rende il film oltremodo prolisso e ridondante specialmente nella parte centrale, avevo già visto in sala i due precedenti (sebbene non in versione originale come ieri sera) e li avevo trovati molto più digeribili, così come To The Wonder.
Ovviamente non riuscirò mai ad essere onesto con Malick per tutto quello che ha rappresentato per me negli anni, ma nonostante gli stenti sopracitati reputo comunque A Hidden Life un film molto bello. Ho apprezzato molto, oltre alle cifre stilistiche del suo cinema che sono ormai le stesse da sempre (uso massiccio della OST e del voiceover che qui risulta a mio avviso più giustificato con le lettere, il montaggio frammentato, movimenti di macchina molto fluidi) la volontà di emanciparsi, almeno in parte, da TOL tramite una narrazione apparentemente più lineare, la critica alla mistificazione nazista e soprattutto la rappresentazione della fede nei momenti di crisi, per me tema centrale del film e reso benissimo dalla simbologia che porta il protagonista ad essere visto e pensato come un martire.
Lacrimoni per Bruno Ganz, quanto ci manca e ci mancherà.
Ho recuperato anche per curiosità Luton, per gimmick sono costretto a dire che sia un film pazzesco anche se mi manca un sacco di roba della weird waive greca (se così si può chiamare) per valutarlo completamente.