King of Bling Bling ha scritto:
C'è la delicatissima questione del risarcimento: se escludi dal Parlamento un personaggio che poi, in giudicato, si rivelerà innocente, va risarcito pecuniariamente (così come per altri reati). È bello parlare moralmente di ciò che si dovrebbe o non si dovrebbe fare, ma come in tutti gli ambiti della vita, ciò che conta realmente (a torto o a ragione) è la praticità e la concretezza.
Concretamente, Berlusconi è eleggibile fintanto che non verrà interdetto in via definitiva dai pubblici uffici.
So anche questo, eh.
E non dico che non sia così.
Ma, ammetterai, che il tutto è un non-sense.
Anche l'eventualità di un risarcimento, volendo vedere bene, è insensata a volte.
Un giudizio, che io sappia, viene espresso sulla base di un dibattimento. Con prove, testimonianze e quant'altro. In virtù di tutto ciò, un giudice esprime una sentenza.
Una sentenza che si basa sull'analisi di quanto dimostrato in sede dibattimentale.
Ora, se in appello venisse dimostrata l'innocenza dell'accusato, con prove che NON C'ERANO, nel primo processo, si può davvero "accusare" il giudice di mancanza?
E, se non è stata una mancanza del giudice (che, ricordiamolo, ha espresso una sentenza in virtù dei dati in suo possesso), fino a che punto si può parlare di risarcimento da parte dello stato?
Altro discorso, invece, meriterebbe la Cassazione ma... non è questo il luogo.
Per non parlare, poi, della prescrizione: un concetto, per me, assurdo.
L'Italia, a volte, riesce ad essere di un Garantismo davvero fuori luogo.