Ma è ovvio che ci siano dialoghi lunghissimi (e non necessariamente serrati) e riflessioni, è un manga che parla di gente che, per vivere, scrive fumetti! Cosa dovevamo aspettarci, disegnatori che duellano tra loro con i tratto pen? L'idea geniale che sta alla base di Bakuman (e sotto certi aspetti Death Note prima di lui) consiste nell'aver realizzato un manga shonen basato su un soggetto seinen. Gli autori non rinunciano a rappresentare i combattimenti che sono caratteristici del genere (basti pensare ai grandi successi di Jump, Dragonball, One Piece, Bleach...), ma dal piano fisico si spostano su quello mentale e optano per dei combattimenti "psicologici", sul piano intellettuale e professionale: ma è proprio grazie ai lunghi dialoghi (che talvolta diventano veri e propri monologhi) che riescono a rendere dinamici questi "combattimenti", che porcata assurda sarebbe se si limitassero a "fare" le cose di cui parlano senza spiegarle al lettore? Immagina Takagi che deve spiegare Reversi a Mashiro, se liquidasse la faccenda troppo velocemente senza approfondire troppo il discorso sarebbe impossibile cogliere degli aspetti fondamentali nel proseguimento della narrazione.Two-headed Boy ha scritto:
Occhio che però non è quello che ho scritto, quello di Urasawa era solo un esempio.
Concretamente, è come leggere un romanzo (indipendentemente dal genere) trovandovi continue allegorie, arzigogoli, incisi e non poter negare che l'autore pecchi in scelte stilistiche tali da minare la scorrevolezza della lettura. Non so come si possa dire che, confrontando anche solo a colpo d'occhio due tavole contigue di Bakuman e due tavole contigue di una qualsiasi altra opera che faccia al caso, Bakuman non presenti numerose situazioni di dialoghi poco serrati, punti di stasi e momenti riflessivi che compromettono il ritmo. Citando Urasawa era proprio per fare un nome che non è che brilli in dinamicità ma che, nonostante tutto, riesce ad imprimere quella marcia in più che non ti pianti sulle stesse tavole per minuti. Si tratta proprio di come si scrive qualcosa e di come il lettore ne fruirà.
Non si tratta in questo caso di ostacolare il ritmo della narrazione, ma di darle un senso: alla fine, se ci si pensa, che cosa succede in Bakuman? Niente in pratica, due ragazzi disegnano un manga e aspettano i risultati dei sondaggi. Ecco che quindi tutti quegli elementi che tu dici essere d'ostacolo si rivelano funzionali e non più scelte stilistiche, ma vere e proprie esigenze.
Ripeto, personalmente trovo ingiusto accusare Bakuman di scarso dinamismo (che sia chiaro, non vuol dire botta e risposta e tanta azione): al massimo si può parlare di un manga dinamico a livello prettamente verbale e, di conseguenza, considerarlo eccessivamente prolisso, ma a questo punto il discorso diventa meramente soggettivo, e varia a seconda dei gusti personali del lettore.
Detto questo, se Bakuman e Death Note non ti sono piaciuti per i motivi sopracitati, ti sconsiglio vivamente Liar Game.