Sì, lo ammetto. Il Pasolini giornalista era uno dei migliori "analisti" culturali che erano in circolazione. Ricordo di avere un'antologia scolastica di mia madre con almeno tre o quattro articolo che scrivere per l'Espresso che era ottimi. Come artista prestato al commento giornalistico sì, dava la merda ai vari Moravia.THEREALUNDERTAKER ha scritto:
ma sai, per quello che ha rappresentato Pasolini in Italia è tanta tanta roba, e non parlo solo della sua poetica o del suo modo di pensare, ma proprio il metodo di approccio all'analisi critica ed alla produzione artistica.
Non ne faccio una questione ideologica, ma "storica"
Di Bene sono un estimatore, anche perchè il suo concetto "distruttivo" (o meglio destrutturativo) ha portato progressi sul piano del linguaggio e della interpretazione dei testi teatrali. Anche se in alcuni casi per amore di contrarietà a tutti i costi, le ha sparate anche lui, delle cagate. Verso la fine degli anni 80, si è palesemente divertito a prendere per culo per farsi qualche soldino in più.
Sul p.s te ne ringrazio. Ti metto la lista nel topic in ordine di federazione
Sulla produzione artistica, come ti ho detto, ho sentimento contrastanti. Cinematograficamente, ripeto, per me l'unico suo film onesto rimane il Vangelo secondo Matteo. Aldilà del fatto che i temi cristologici trattati dagli scettici della fede mi piacciono molto (perché possono rivelare dei sotto test abbastanza sorprendenti), trovo che come l'immagine in quel film sia molto pertinente e priva di autoreferenzialità (per intenderci, il finale di Mamma Roma per me rimane l'anti-cinema per eccellenza con l'insopportabile paragone a Caravaggio). Come scrittore boh. Atti Impuri alla fin fine mi è piaciuto, ma ancora non so quanto.
Che Bene sia un personaggio comunque derivativo siamo tutti d'accordo. Spruzziamoci un po' di isterismi artraudiani, un po' di skill di signore Destuche/Celine ed un po' di filosofia deleuziana, ed abbiamo il nostro CB. Rispetto alla merda che faceva l'Italia mainstream dell'epoca, rimaneva comunque un personaggio particolare ed unico perché era intrinsecamente anti post-moderno. Poi, ammetto di amare le sue interpretazione alla "Interviste Impossibili" (quelle scritte da Arbasino e Manganelli): quella del principe Ludwig, quella di De Amicis e quella del Califfo di Baghdad (brividi quanto parte in quest'ultima Korsakov) rimangono nel mio cuore.
Che oggi Pasolini e Bene siano i punti di riferimento dei peggiori roiti prodotti dalla cultura di sinistra italiana (PIERPAOLO CAPOVILLA SUKA) credo sia abbastanza uno stupro alla loro memoria, ma vabbè.




