Letto adesso.Brotzmann ha scritto:DJ CARUSO - "xXx: IL RITORNO DI XANDOR CAGE":
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<<Radicale. Squisitamente antifascista. Interista. Perfetto. >>
Premessa: appena arrivato al multiplex, mi fermo ad osservare il tabellone con i posti disponibili per vedere. Con mio sommo dispiacere costato il fatto che il popolino ha deciso di seguire l’onda mediatica che ogni film con Morlandi. Addirittura, la gentaccia piccola piccola, ha preferito preso d’assalto la sala per il film dei comici della satira di regime. Ma, alla fin fine, al catechismo mi hanno insegnato una cosa, overe vedere il bicchiere sempre mezzo pieno che mezzo vuoto: solo due persone si sono recate a vedere Scorsese (che sono comunque troppe).
E cosa dobbiamo dire di un film di DJ Caruso? Che è un gran film, probabilmente.
Iniziare il film con Samuel L. Jackson e Neymar Jr. mi ha fatto capire già il cuore di questo film: l’antifascismo. Ragioniamoci un po’ su:
1) Jackson è sempre stato un meme. La cosa triste – che in realtà ci riempie il cuore – è che DJ Caruso lo ha capito, mentre ancora Tarantino, nell’orribile TH8, ce lo ha imposto pure come personaggio chiave. Jackson è uno di quei attori come Ben Kingsley: ha sempre fatto quello ed altro non può fare, ovvero il meme. Ho amato particolarmente come il suo personaggio sia praticamente quello che interpreta nella saga Merdvel. Solo che qui, ovviamente, è completamente rivelato ed asciugato della retorica seriosa e ottocentesca costruitagli attorno dai criminali di guerra della Disney: dice quattro cazzate, esulta per il gol di Neymar e muore risorgendo.
2) Neymar Jr. non si è buttato per terra nemmeno una volta. Cosa abbiamo capito di questo Neymar Jr. in questa pellicola? Praticamente niente. Solo la probabile ragione per cui Messi a Settembre vestirà neroazzurro.
E buttiamoci ora all’analisi del film vero e proprio. Ecco, in realtà non c’è tanto da dire. Possiamo pensarlo, utilizzando paragoni meme, ad una sorta di “Inferno” argentiano del cinema di Vin Diesel. A Caruso non importa praticamente un cazzo di costruire un intreccio cervellotico stile FaSherlock che piace tanto ai nerd. Caruso/Diesel compiono uno dei gesti più temerari – e necessari – del cinema contemporaneo: rivelano. E qui riesce fuori tutta la straordinaria forza del cattolicesimo di base, rivalutato pure nell’ultima fatica di Wu Ming 1. Conferma come il cattolicesimo di base sia, per contingenza, lontano dalle esasperazioni simboliche dei Mel Gibson e dalle criminogene manipolazioni dei lemmi della fede degli Scorsese. E’ un’educazione, quella di Dom Toretto/Xandor Cage/Caruso, che porta nella religiosità lo svuotamento di ogni possibile dittatura, in particolar modo quella della narrazione dell’intreccio novecentesca post-moderna (quella tanto amata dai terroni del Centro Italia). E lì, signori, si apre l’immanenza del Dio assente (-), assenza che si riempie con quella voglia di riconquistare il dire politico-ideologico dell’anti-fascismo che non risolve nel comunismo o nel socialismo, ma nell’anarchia plebiscitaria. Ed è per questo che questo film si propone come radicale e stravolgente, costruendo così il percorso per l’Aprile di fuoco con Fast 8 (ma mi riservo il mio pensiero per Aprile, appunto).
Tutto questo cappello composto di analisi mi serve solo per dire una cosa: il film neanche ha voluto sforzarsi nel costruire l’intreccio o il colpo di scena del seriale (linguaggio seriale = capitalismo degli dati Auditel), sapevamo che i cinesi non potevano essere cattivi perché il film lo hanno praticamente prodotto loro. E, sì, i cattivi senza scrupoli sono quegli americani che sono andati a votare sia per Trump sia per la Clinton. Gente senza orgoglio che, parafrasando Jean Michelet nella descrizioni dei sadici seguaci di quell’Hebertismo corrotto, “quando girano per strada ed incontro la gentilezza d’animo, questi si buttano il sale dietro alle spalle”.
Arriviamo, ora, a parlare di Xandor Cage. xXx si presenta subito come un eroe della romanità. Chiaro, non mi riferisco a quella schifosa intellettuale (Rauco), quella fascista (Pokeshi) o semplicemente deforme (Ciavoni). La figura di Cage è quella di una sorta di Tiberio Gracco, Tribuno della Plebe ed uno dei pochi personaggi che hanno costruito il sub-strato romano su cui poi il cattolicesimo di base si costruirà. Esso è un anarchico, nel senso che non riconosce la legge dello Stato. Ma, se Tiberio Gracco sapeva contro chi combattere (il senato degli ex-magistrati), Xandor Cage apre alla guerra totale al conformismo anti-populista diventando sì, quel compiutamente Anarchico del XXI secolo (che non ha più bisogno dei Run The Jewels e della marce di Seattle). Sì, Cage non è una macchietta che si fa prendere per il culo dai leoni di tastiera che hanno votato Sì al Referendum. No, Cage ha la Lotta per&contro la vita come arma per sbaragliare i fascismi di chi, complice dell’egemonico stile di vita sedentario, ha deciso la tristezza dell’ “opinionismo” e dei “razionalismi”. Questo è quello che ci racconta sostanzialmente la scena di lui, con un gesto folle (sciare tra la foresta e fare skate applaudito dai bambini delle favelas e dai vecchietti al volante) ci sta raccontando. Ed in cosa si risolve il gesto? Nella condivisione di una possibilità: vedere quel Brasile/Germania con, ok Neymar Jr. , ma specialmente con Gabigol/Gabriel Barbosa per tutti coloro che non vogliono pagare la Pay-TV (gran critica contro i magnati che vivono nelle roccaforti spearliane del mondo (in) civilizzato) e non hanno quella dannata connessione tv (la povertà come stile, il rifiuto al lavoro 24/7, la periferizzazione dell’impero eccetera eccetera). Il giusto premio per Cage sarà poi una giusta scopata con una comparsa figa (naturalmente tagliata, perché non siamo nazi-froci come Lars Von Trier, qui). Ed il nostro Xador, cittadino di un mondo anti-illuminista, andrà pure contro al cattolicesimo istituzionali e massacratore delle signorie e dei vassalli e dei vescovi dell’epoca di Carlo il Calvo (vedi la scena del finto giuramento in chiesa contro la mamma del Pokeshi). E poi, ancora il film ci riconferma la buona intuizione di Blackhat che, anche se è piaciute alla merda di Roma, ha in sé una grande intuizione: la smitizzazione dell’immagine del nerd dei computer. Qua, a smanettare, sono tipe in bikini che vivono sui tetti di Londra incuranti delle temperatura e che aiutano il nostro Anarchico Ribelle a scovare chi, poi, se non i suoi compagni (ovvero i cinesi finti villans?). Io amo quando gli hacker sono delle fighe da paura che propongono orge a gratis a gente che veste le pellicce (non fu un caso che mio nonno, prima di crepà, mi diede come eredità il suo “castorino” da 1500 Euro). Quindi sì, apriremo pure la possibilità di pensare a Salvatore Arzulla come un manipolo di fiche e non come un Sabaku No Maiku o come un victorlazlo88 o come un SYNERGO.
E niente, potremmo benissimo smetterla qua. Anche perché il film proseguirà su questi binari riassumibili però come piccoli tasselli del di-svelamento del cinema e dell’olocausto compiuto dall’anti-fascismo. Andiamo per punti, per fare prima:
1) L’idea di riprendere la favola dell’isola che non c’è, che altro non è che un mini-rave in stile idroscalo, conferma il romanticismo anti-storico ed anti-idealista dell’anarchico/anti-fa contemporaneo.
2) Il gruppo scelto da Cage per guidare l’impresa contro l’intelligenza del mondo è allo stesso simbolizzante che anti simbolizzante: la tipa che va ai safari a sparare agli americani magna merda che sparano ai leoni che sposa le teorie post-gender senza scadere nei post-colonialismi dei Prismo/Vice, il Mastino del Trono di Spade completamente de-fascistizzato dal ruolo (anzi, impazzito per tale esperienza) e il cinese. Sì, uso la “c” in minuscolo. Perché non è come i Cinesi. E’ un cinese utile, perché nei mixtape che mette su non mette su porcherie in stile Grime anglocinese. Ha, probabilmente la battuta più bella di tutto il film: “Io non sono un soldato, sono un figo”.
3) La presa per il culo al Cacciatore. Esagerandolo. Contorcendolo. O, semplicemente, sfotterlo. Mi riferisco all’ottima scena picaresca delle granate. Godere per la morte di Cimino e per la futura morte di quello spastico di Ghezzi. Sì, noi abbiamo scelto questo.
4) I russi di Putin completamente ridicolizzati e disvelati. Non meritano, giustamente, neanche il nome. Semplicemente sono degli Igor, degli Ivan, dei Leningrado … così giovani, ma così intrisi di quella nostalgia. Altro non sono che anti-stalinisti, ovvero tarantiniani ovvero fascisti.
5) La scena della corsa dallo sfascia carrozze di Villapizzona. Detroid is the old Villapillazona. Nella scena si segnala pure l’inseguimento contromano sulla strada tra il cinese buono e Xandor Cage.
6) Il pazzo, che altro non è un Anonymus forse protestante ed amante dell’apocalisse (ricordiamoci che i protestanti sono pur sempre nazisti) che muore ed è inutile e si rivela coglione perché suda per non farsi vedere agli infrarossi per non farsi sparare.
7) Anti-militarismo di Cage nel buttare giù il militare dalla tazza del cesso in aereo.
8) Ice Cube con il lancia granata.
9) Il cinese con i capelli biondo-platino che da una scossa ai fasci scagnozzi della CIA.
10) Cage che vola dall’aereo ma, da buon cattolico, rifiuta il martirio del corpo e delle idee che tanto puzza di ideologia americana (vero Scorsese-Merda?).
11) Ice Cube con Xandor Cage.
Eccetera, eccetera ed eccetera.
Dunque, conclusione personale: l’anarchia è per pochi. Questo film non è per la massa. Infatti la massa ha scelto Pitt, Silence e Ficarra & Picone. Il popolino altro non è che un Karl Gotch. O una merda come Ankie che pure mette le stelline alle scopate con la tipa. No, l’anarchia è andare a vedere questo film e, grazie ad esso, ricominciare un po’ a ricredere nella possibilità che probabilmente un giorno tutti noi, bellissimi montagnardi (parafraso ancora Michelet), incontreremo per strada il male. E mentre suoneranno i rumori delle vetrine rotte e delle sirene esauste di quella dannata Polizia-Politica noi riprenderemo in mano quello skate con cui siamo cresciuti per inventare nuovi tipi di armi: spaccare le mascelle ai finocchi, agli intellettuali ed ai cinefili (che spesse volte coincidono in un’unica ameba pluricellulare ed aerobica). Perché? Perché noi non siamo soldati né fisicamente né intellettualmente , ma siamo semplicemente dei fighi.
BONUS:
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=fko-YGgmJS4[/youtube]
<<Ho voluto fare il critico per ... volevo solo scrivere un saggio su Godard per impressionare due ragazze >>
Che esistenzialista.
Ti voglio bene e non solo per Breznev sull'avatar