Fun fact: il match cut osso-satellite ha un precedente!Inklings ha scritto: ↑04/09/2022, 18:30 Personalmente penso che il mio preferito di Kubrick sia Il dottor Stranamore, Barry Lindon e Arancia Meccanica dovrei riguardameli perché mi piacquero parecchio ma in entrambi ho un bias sulla situazione in cui li ho visti (rispettivamente cineforum al liceo e serata roncia).
2001 d’altra parte non è un film che io trovi così sensazionale (beh, sul comparto tecnico sì), però ha due aspetti che ho adorato.
La prima è la transizione dall’osso lanciato in aria al satellite che ho sempre trovato meravigliosa, un modo efficacissimo per descrivere l’impennata evolutiva umana dalla comparsa del primo strumento ma mostrando comunque come la storia umana sia fugace rispetto al tempo cosmico.
L’altra è il contrasto costruito nella terza parte tra gli astronauti e il calcolatore. I primi sono dipinti come lavoratori meccanici, divenuti insensibili rispetto ai propri affetti e votati alla razionalità fredda dei compiti da svolgere e della divisione del tempo (nel romanzo sta cosa è abbastanza marcata, tra l’altro, anche nello stile di scrittura). Di contro Hal9000, culmine di una tecnologia pensata per superare le limitazioni e gli errori umani, finisce invece per manifestare emozioni, contraddizioni e un istinto di sopravvivenza che risultano l’aspetto più umano di tutto il film.
Più che altro io non ho mai apprezzato le grandi narrazioni che cercano di parlare del destino dell’uomo, della storia cosmica, etc. ( o quelle in cui storia individuale e storia universale si intrecciano stile Interstellar), però riconosco il merito del tentativo e di averci tirato fuori un film comunque molto godibile.
Ma invece su Vertigo che mi dite? Io lo adoro, ma ammetto che non capisco bene la sua rivalutazione e mi piacerebbe sapere la vostra (anche rapida) sulla sua posizione in lista e anche rispetto agli altri film di Hitchcock.
Qui verso 3:26
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A livello di significato, Vertigo é effettivamente la summa del cinema di Hitchcock: l'ossessione dell'innocente perseguitato (The 39 Steps, Young and Innocent, The Lodger, Spellbound), la claustrofobia e la ridicola mania del controllo di micromondi (Rebecca, Dial M for Murder, Rear Window, The Trouble with Harry, Rope, Lifeboat), l'improvvisa messa in discussione del proprio ruolo (The Man Who Knew Too Much, I Confess, Sabotage), fino ai film dove i personaggi sono sballotati in situazioni a trattti surreali, senza nemmeno piú la speranza di un controllo (The Lady Vanishes, North by Northwest, The Birds); tutte queste cose si riassumono nel rapporto tra Scottie e Madeleine.
Scottie é un detective vittima di sé stesso (le vertigini, che non puó controllare e lo condizionano nei momenti cruciali, e l'amore morboso), si ritrova in una situazione surreale (la donna che visse due volte), che mina la sua comprensione di realtà, e quindi il controllo sulle proprie idee e sicurezze; da detective che cerca di scoprire la verità decide che preferisce crearsi la propria verità, cioé una persona (micromondo per eccellenza) su cui esercitare il controllo assoluto, estetico e mentale (ricrea Madeleine in Judy), e diventa cosí un aguzzino dell'innocente Judy (innocente relativamente a quanto puó saperne Scottie, ovviamente).
Cosí, tutte le nevrosi del controllo tipiche di Hitchcock sommate, portano l'eroe (oramai innocente esistenziale, vittima di inganni e sensualità) a diventare il persecutore del prossimo innocente perseguitato. É ancora piú straordinario il finale.
Scottie alla fine capisce tutto, torna detective, fa prevalere la ragione sul sentimento, sconfigge le vertigini, e Judy/Madeleine muore per un inganno visivo. Scottie ha recuperato tutto sé stesso, ma é comunque svuotato perché non ha potuto controllare la soggettività altrui.
Poi sarebbe da parlare come tecnicamente Hitchcock fa tutto questo, ma non lo rivedo da anni, per questo passo.
É vero che si puó vedere un'ulteriore evoluzione in Psycho, con Norman che invece é totalmente in controllo della propria condizione mentale e del proprio microcosmo, e anche qui l' intervento esterno a smontare l'illusione di controllo autogenerata, anche se comunque inefficace a cambiare la soggettività della persona, totalmente inespugnabile.
Peró l'ho sempre trovato meno persuasivo esteticamente (i colori di Burks in Vertigo sono accecanti nel loro inebetire la soggettiva di Scottie, sensorialmente confuso) e comunque una specifica del controllo interiore, in ogni caso già compreso in Vertigo.
Essendo che, in una classifica giocosa come "I 100 Film Migliori di Sempre" l'unico elemento in comune puó essere il metacinema, su cui é tanto bello tirarsi delle gran pippe, il discorso sulla visione e sulla manipolazione del visto e della sua ricostruzione estetica simulacrale, col solito intervento fisico (il visivo ricostruito si spiaccica) a squarciare la comoda passività della visione, mi sembra un discorso abbastanza completo e consono per una prima posizione. Ma io ho visto molti pochi film
P.S.: leggo che la rivalutazione è iniziata dopo l'edizione del 1972, quindi credo sia in concomitanza col libro intervista di Truffaut uscito nel '66, che porta a ritenere Hitchcock un autore a tutti gli effetti oltre che un semplice regista di genere (comunque rivoluzionario), ma è un'ipotesi mia ora così.
P.P.S.: anche il mio Kubrick preferito è Stranamore
Però adoro 2001 perché sono riuscito a beccarlo in sala per i cinquant'anni nel 2018, e come ho notato con altri capolavori, è davvero una cosa completamente diversa. In casa mi annoio anch'io a momenti, in sala ero quasi preso dalla sindrome di Stendhal; film come quello evidentemente sono pensati per l'audio sorround della sala, il buio costrittivo e lo schermo gigante, anche se non saprei spiegare meglio la differenza coi film che funzionano più o meno uguali in sala e su una TV un po' grandina.