In questo caso però non confonderei i piani. L'Ungheria è stata sanzionata perché ha smesso di essere uno stato democratico nel momento in cui Orban ha deciso di sottomettere il potere giudiziario al potere esecutivo, accentrando di fatto tutti i poteri nella sua persona. Se non si accetta questo, allora tanto vale dire che pure la Russia è una democrazia. Lo stesso, del resto, sta facendo anche la Polonia, ma in quel caso passa più sottotraccia perché la Polonia, in questo momento, si è fatta carico della questione Ucraina molto più di quanto non stiano facendo Italia, Germania e Francia messe insieme in termini di rischio escalation militare all'interno dei propri confini e di accoglienza dei profughi di guerra. Per tali ragioni, almeno mediaticamente, si preferisce chiudere un occhio sulle violazioni dello stato di diritto polacche che sono speculari a quelle ungheresi, anche se finalizzate a interessi contrastanti(mai come oggi Polonia e Ungheria perseguono due strategie profondamente antitetiche, filo-nato, la prima, e filo-russa, la seconda).
Fatta questa, doverosa, premessa, le parole di ieri della Von der Layen sono state di cattivo gusto e inqualificabili. Lei, ovviamente, parlava in relazione alle violazioni dello stato di diritto, ma in Italia lo stato di diritto non è in pericolo perché abbiamo un sistema di pesi e contrappesi più che in grado di prevenire qualsiasi deriva autoritaria, per giunta da parte di una destra che è tutto fuorché unita e granitica, se non per convenienze elettorali. E il fatto che Enrico Letta plauda a certe dichiarazioni, dopo aver stigmatizzato le altrettanto irricevibili ingerenze russe, dà un'idea del benaltrismo stomachevole raggiunto dalla sinistra italiana.
Il 25 settembre gli italiani voteranno chi gli pare, che governerà il paese, se ne avrà i numeri parlamentari, rispettando lo stato di diritto vigente. L'Unione Europea, come tutte le altre volte, avrà rapporti col governo italiano di turno, legittimamente eletto. Questi giochini puerili delle patenti democratiche, oltre che essere stucchevoli, non portano mezzo voto, finendo per rafforzare il destinatario della reprimenda(visto quello che gli italiani pensano dell'UE). Il 26 settembre Enrico Letta dovrà rispondere della peggior campagna elettorale nella storia del PD. Neanche quelle di Veltroni e di Renzi erano state brutte come questa di Letta. Non fatemi pensare a quello che insegnava ai suoi studenti alla Sorbona, probabilmente a come perdere le elezioni. Beh, nel caso, si è esibito in una dimostrazione pratica davvero coi fiocchi.
