TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Per chi vuole dibattere e chiacchierare sulle serie TV, sui cartoni animati, su programmi televisivi o su film cinematografici... e ovviamente anche sui protagonisti dello schermo.
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Inklings
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Inklings »

Ho iniziato ad approcciarlo ed apprezzarlo da poco, tempo di iniziare a guardare più seriamente i suoi film :cia:



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MacheteKowalski
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da MacheteKowalski »

PaulSacz ha scritto: 09/09/2022, 18:18 Ho recentemente visto cinque film, ossia L'immensità della Notte, Men, Fino all'ultimo indizio, Bullet Train e Nope. Il primo è (quasi letteralmente) un episodio di Ai confini delle realtà, un bel film mistery fantascientifico con parecchi momenti di suspence resi magistralmente grazie ai continui pianisequenza. Deludente e affrettato il finale.
L'immensità della notte mi è piaciuto un sacco e concordo in toto, gran film con un finale un po' meh.
La prova che non servono budget faraonici se sai scrivere e dirigere bene una storia (vero Russo bros?).

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Hohesc
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Hohesc »

Bellino bellino Maigret di Leconte!

Se cercate un giallo vero e proprio evitate, perché il caso viene reso ovvio per lo spettatore nei primi minuti; il focus è sulla sensibilità del buon Depardieu (bellissimo e vecchissimo), che si ritrova, dopo una vita ad indagare misfatti, di fronte all'ennesimo crudele delitto, all'ennesima evidenza che il suo lavoro serve a poco. Come viene anche esplicitato nel film, Maigret a 'sto giro insegue più la vita privata della vittima che una scia che possa condurlo all'assassino: si perde in chiacchiere con i suoi conoscenti, si interessa alle persone che semplicemente assomigliano alla vittima, si sofferma ad esplorare la sua stanza, senza nemmeno più la pretesa di trovare un indizio. Il caso è evidente anche per lui molto presto, ma preferisce ritardarlo che ritrovarsi di fronte alla solita motivazione sconfortante, a degli assassini comuni, che disperano molto di più di criminali professionisti.

Troppo vecchio per giudicare e troppo stanco per capire, Maigret è sospeso tra l'ossessione di ricostruire l'innocenza (Vertigo docet) e la consapevolezza che l'unica cosa utile è proteggerla svolgendo il proprio compito, per quanto a lungo andare possa sembrare insignificante e vuoto.
Insomma, un bel film sulla riconsiderazione del proprio ruolo e sulla ricostruzione del proprio percorso, reso ancora più pressante dall'età avanzata di Maigret; tra l'urgenza di contestualizzarsi e la seduzione di abbandonarsi all'inerzia.

Se vi attrae il mood crepuscolare, forse il finale vi strapperà un piantino sobrio.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Corilo1 »

:disgustato2:


Ho visto Malignant di James Wan.

Non si può fare una roba del genere. O almeno, il regista dei primi due Insidious e Conjuring non può cadere cosi in basso. Tutte le atmosfere, la bellezza nelle riprese, la recitazione sempre curata, tutto quello che di buono aveva fatto, magari senza originalità nella trama ma con tutti gli altri pregi, distrutta da questa roba.

Mi sembrava di vedere uno degli ultimi Resident Evil. Il mostriciattolo nella schiena della tipa è una roba inguardabile, se il film comincia in maniera dignitosa a poco a poco diventa imbarazzante. Ecco, devo dire che in certe scene mi ha fatto ridere, e tutta la parte nella stazione di polizia, violentissima, mi ha intrattenuto, ma io ho approcciato questo film aspettandomi ben altro.

Male male, tra un Aquaman e l'altro ce lo siamo perso, anche le riprese della città dall'alto, le velocizzazioni, lo slow motion, sembrava un film di supereroi. Se ad un certo punto fosse comparso Batman ad aiutare la polizia con tutta la Justice League non mi sarei sorpreso, se avete il coraggio di guardarlo capirete cosa intendo, una merda.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Backbone Crusher »

Corilo1 ha scritto: 24/09/2022, 22:35 :disgustato2:


Ho visto Malignant di James Wan.

Non si può fare una roba del genere. O almeno, il regista dei primi due Insidious e Conjuring non può cadere cosi in basso. Tutte le atmosfere, la bellezza nelle riprese, la recitazione sempre curata, tutto quello che di buono aveva fatto, magari senza originalità nella trama ma con tutti gli altri pregi, distrutta da questa roba.

Mi sembrava di vedere uno degli ultimi Resident Evil. Il mostriciattolo nella schiena della tipa è una roba inguardabile, se il film comincia in maniera dignitosa a poco a poco diventa imbarazzante. Ecco, devo dire che in certe scene mi ha fatto ridere, e tutta la parte nella stazione di polizia, violentissima, mi ha intrattenuto, ma io ho approcciato questo film aspettandomi ben altro.

Male male, tra un Aquaman e l'altro ce lo siamo perso, anche le riprese della città dall'alto, le velocizzazioni, lo slow motion, sembrava un film di supereroi. Se ad un certo punto fosse comparso Batman ad aiutare la polizia con tutta la Justice League non mi sarei sorpreso, se avete il coraggio di guardarlo capirete cosa intendo, una merda.
Stessa mia impressione.
L'idea di base mi è anche piaciuta, ma poteva e doveva essere sviluppata in ben altro modo.
La seconda parte del film, in pratica, è un action.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da PaulSacz »

A James Wan Aquaman e Fast & Furious hanno fatto malissimo.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Corilo1 »

Secondo me, più che a livello tecnico, girare quell'immondizia lo ha portato a pensare più ai soldi e meno alla sua idea di cinema. Soldi che non ha comunque fatto, visto che il film ha incassato 26.5 milioni al cinema su un budget di produzione di 40 milioni di dollari.

Ripeto, tutta la parte nella stazione di polizia, per quanto sia tecnicamente inattaccabile, sembra appiccicata con il nastro adesivo.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Jouissance »

Con Godard non se n'è andato solo uno degli ultimo padri del cinema moderno, un raffinato intellettuale e uno dei massimi teorici del cinema, ma anche uno degli ultimi cinefili della politique des auteurs originale, cinefilo passato poi al ruolo di regista passando una vita a tributare lo stile degli autori della Hollywood classica (perchè questa è la politique des auteurs, elevare ad autore registi precedentemente considerati mestieranti dentro la macchina industriale). Uno dei film più citati nell'opera godardiana ad esempio è Johnny Guitar di Nick Ray, film che neanche un paio di mesi fa Joyce Carol Oates definì artificioso e senza vita stupendosi del fatto che il "realista" e "vitalista" Scorsese potesse apprezzare un film del genere. Ma questa è solo una delle ultime bad takes di una spalatrice di merda seriale, letteralmente una Murgia qualunque il cui lavoro non si sa bene perchè andrebbe rispettato a prescindere.
La critica che difende Blonde puntualmente ci tiene a ricordare che si tratta della Monroe di Oates/Dominik e non della vera Marylin, ma se fosse proprio così che ne è di tutti i riferimenti espliciti dentro e fuori del film? Che ne è delle atroci dichiarazioni nell'intervista di Sight and Sound di Dominik su Gentlemen Prefer Blondes ("a movie about well-dressed whores"), sull'autorialità e l'industria hollywoodiana, perfettamente in linea con le modalità con cui sono state riproposte le scene dei film della Monroe in Blonde? I primi a essere referenzialisti non sono i critici o gli spettatori, ma sono Oates e Dominik. E allora una domanda sorge spontanea: ma la Monroe per chi è veramente una "well-dressed whore", per Howard Hawks o per Andrew Dominik?
Dominik ha precisato che quel che gli interessava di Norma erano le emozioni provate di fronte ai traumi subiti. Gli interessava talmente tanto la sua psiche che per circa il 95% del film è una odierna "daddy issue" passiva travolta dagli eventi. Perchè Norma in realtà sarebbe un intellettuale che legge Dostoevskij e Arthur Miller, una grande attrice drammatica, un soggetto potenzialmente capace di grande coscienza e di grande arte, ma è costretta dal sistema metafisico del patriarcato a inseguire un immaginario padre e da un sistema industriale a svendere la propria immagine e il proprio corpo. Così subisce il terribile destino di imprimere la propria mitologica figura nell'immaginario globale e di lavorare con registi chiaramente patriarcalisti come Hawks, Lang, Huston, Wilder, Hathaway, ecc.
I tempi in cui i personaggi godardiani piangevano in sala guardando un film sono passati, in Blonde lo schermo è solo inganno, lo spettatore è un soggetto passivo quanto l'attrice e il controcampo mai visibile è il grande trauma psicologico represso dell'attrice, la sua vera arte non c'è mai stata, se non grazie al lavoro di redenzione di Dominik. Perchè solo la grande arte che sublima il dolore può essere la verità e solo il grande autore il cui stile vagamente assomiglia a Lynch può giungere al punto di sublimazione. Non importa che come horror psicologico à la Polanski manchi di una multidimensionalità psichica, come horror su un soggetto represso dalla società à la Frankenheimer manchi di una metafisica del potere e come horror sull'immaginario à la Lynch (o il più recente Spencer) manchi di una credibile fascinazione per l'immagine. Basta essere un torture porn à la Aronofsky, rubare qua e là da Lynch, una soundtrack di Cave (anch'essa palesemente ispirata a Badalamenti), per definirsi grande arte. Io lo definirei una "well-dressed whore".
Chi è lo spettatore di Blonde? Di certo non noi membri del #teambionde che ci saremmo aspettati la rivelazione del segreto della grecità della Monroe. Piuttosto quella ignorante cinefilia non abbastanza brillante da andare a cercare lo stile di un autore nel mezzo dell'orchestra filmica ma che necessita del grande momento di sublimazione che gli segni la via, il grande gesto visibile che porti al culmine l'operare dell'artista.
Come Mank, Blonde è l'ennesima dimostrazione del progetto disintermediante dell'autorialità netflixiana. Come Mank, è la pataccata dell'anno.
"Penso che non si possa amare profondamente nessun film se non si amano profondamente quelli di Howard Hawks" (Eric Rohmer)

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da christian4ever »

Su Godard, nel mio piccolo sono contento di essere a Parigi in questo periodo, perché ho possibilità di recuperare parte della sua filmografia direttamente in sala ed era una mancanza a cui avevo desiderio di rimediare da tempo.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Hohesc »

Jouissance ha scritto: 30/09/2022, 20:11 Con Godard non se n'è andato solo uno degli ultimo padri del cinema moderno, un raffinato intellettuale e uno dei massimi teorici del cinema, ma anche uno degli ultimi cinefili della politique des auteurs originale, cinefilo passato poi al ruolo di regista passando una vita a tributare lo stile degli autori della Hollywood classica (perchè questa è la politique des auteurs, elevare ad autore registi precedentemente considerati mestieranti dentro la macchina industriale). Uno dei film più citati nell'opera godardiana ad esempio è Johnny Guitar di Nick Ray, film che neanche un paio di mesi fa Joyce Carol Oates definì artificioso e senza vita stupendosi del fatto che il "realista" e "vitalista" Scorsese potesse apprezzare un film del genere. Ma questa è solo una delle ultime bad takes di una spalatrice di merda seriale, letteralmente una Murgia qualunque il cui lavoro non si sa bene perchè andrebbe rispettato a prescindere.
La critica che difende Blonde puntualmente ci tiene a ricordare che si tratta della Monroe di Oates/Dominik e non della vera Marylin, ma se fosse proprio così che ne è di tutti i riferimenti espliciti dentro e fuori del film? Che ne è delle atroci dichiarazioni nell'intervista di Sight and Sound di Dominik su Gentlemen Prefer Blondes ("a movie about well-dressed whores"), sull'autorialità e l'industria hollywoodiana, perfettamente in linea con le modalità con cui sono state riproposte le scene dei film della Monroe in Blonde? I primi a essere referenzialisti non sono i critici o gli spettatori, ma sono Oates e Dominik. E allora una domanda sorge spontanea: ma la Monroe per chi è veramente una "well-dressed whore", per Howard Hawks o per Andrew Dominik?
Dominik ha precisato che quel che gli interessava di Norma erano le emozioni provate di fronte ai traumi subiti. Gli interessava talmente tanto la sua psiche che per circa il 95% del film è una odierna "daddy issue" passiva travolta dagli eventi. Perchè Norma in realtà sarebbe un intellettuale che legge Dostoevskij e Arthur Miller, una grande attrice drammatica, un soggetto potenzialmente capace di grande coscienza e di grande arte, ma è costretta dal sistema metafisico del patriarcato a inseguire un immaginario padre e da un sistema industriale a svendere la propria immagine e il proprio corpo. Così subisce il terribile destino di imprimere la propria mitologica figura nell'immaginario globale e di lavorare con registi chiaramente patriarcalisti come Hawks, Lang, Huston, Wilder, Hathaway, ecc.
I tempi in cui i personaggi godardiani piangevano in sala guardando un film sono passati, in Blonde lo schermo è solo inganno, lo spettatore è un soggetto passivo quanto l'attrice e il controcampo mai visibile è il grande trauma psicologico represso dell'attrice, la sua vera arte non c'è mai stata, se non grazie al lavoro di redenzione di Dominik. Perchè solo la grande arte che sublima il dolore può essere la verità e solo il grande autore il cui stile vagamente assomiglia a Lynch può giungere al punto di sublimazione. Non importa che come horror psicologico à la Polanski manchi di una multidimensionalità psichica, come horror su un soggetto represso dalla società à la Frankenheimer manchi di una metafisica del potere e come horror sull'immaginario à la Lynch (o il più recente Spencer) manchi di una credibile fascinazione per l'immagine. Basta essere un torture porn à la Aronofsky, rubare qua e là da Lynch, una soundtrack di Cave (anch'essa palesemente ispirata a Badalamenti), per definirsi grande arte. Io lo definirei una "well-dressed whore".
Chi è lo spettatore di Blonde? Di certo non noi membri del #teambionde che ci saremmo aspettati la rivelazione del segreto della grecità della Monroe. Piuttosto quella ignorante cinefilia non abbastanza brillante da andare a cercare lo stile di un autore nel mezzo dell'orchestra filmica ma che necessita del grande momento di sublimazione che gli segni la via, il grande gesto visibile che porti al culmine l'operare dell'artista.
Come Mank, Blonde è l'ennesima dimostrazione del progetto disintermediante dell'autorialità netflixiana. Come Mank, è la pataccata dell'anno.
"Penso che non si possa amare profondamente nessun film se non si amano profondamente quelli di Howard Hawks" (Eric Rohmer)
Sottoscrivo ogni pixel col sangue; potresti spiegare o consigliare qualche lettura sul "progetto disintermediante dell'autorialitá netflixiana"?

P.S.: aggiungo una nota sul film.

Aldilà delle critiche morali e di buon gusto (che nella finzione lasciano il tempo che trovano), Blonde é manchevole proprio da un punto di vista formale.

Dal momento che le immagini sono mere didascalie della sceneggiatura (i vari formati utilizzati e l'alternanza tra colore e bianco e nero non privilegiano nessun momento, non creano nessun sistema coerente, non identificano nessuno stato particolare: sono tutti utilizzati in tutte le situazioni, a simulare semplicemente il disorientamento sensuale di Norma, come da sceneggiatura), restano da analizzare i presupposti di quest'ultima.

In primo luogo, se Dominik non voleva parlare di Marylin e trarre un discorso dalla sua bio (come viene fatto meravigliosamente in Bird di Eastwood, per dirne uno), perché fare un film proprio su di lei? Perché scontrarsi inequivocabilmente con l'immaginario reale di Marylin, anziché costruirne una controfigura alla Charles Foster Kane (proiezione immaginaria e del tutto simile a William Randolph Hearst, in Quarto Potere)? Insomma, perché intitolare un libro "Commento a Madame Bovary", se poi parli dei cazzi tuoi? Almeno Tarantino inserisce dei personaggi fittizi al centro delle sue narrazioni, cosí da creare immediatamente una realtà parallela dove i personaggi reali, pur presenti, sono del tutto secondari.

L'unica spiegazione formale (senza supporre quindi una malizia) é che Dominik, che già ci abbiocca con quasi tre ore di mappazzone, abbia voluto approfittare della fama di Marylin per permettersi di tralasciare certi aspetti della trama, perché patrimonio del gossip comune in quanto vita della diva, e cosí potesse concentrarsi sugli aspetti intimi di avvenimenti trascurabili in quanto noti a tutti. Benissimo, peccato che Dominik voglia costruire la sua Marylin, non quella reale.

Di conseguenza, l'intera impalcatura crolla: il personaggio del film é una poveretta disturbata e totalmente incapace di fare qualunque cosa da sola, che peró nel giro di qualche ellisse non spiegara scala il feroce mondo di Hollywood sino ad arrivare nella stanza del presidente degli Stati Uniti. C'é un problema.

Dominik vorrebbe semplificarsi la vita ragionando con una logica simbolista, e quindi svuotando personaggi ed avvenimenti di qualunque profondità (e ci sta), ma invece di sobbarcarsi la sbatta di costruire un immaginario coerente e autonomo come Jodorowsky o Lynch, cerca di semplificarsi la vita due volte mantenendo sempre un legame col reale e le sue logiche, cosí da non dover ricostruire un mondo da capo. Ma questi due aspetti cozzano terribilmente e restano per tutto il tempo irrelati.

Se decidi di operare in un contesto realistico, ossia la Hollywood degli Anni Cinquanta, e di innestare un discorso simbolico, ossia la disgregazione dell'identità di Norma che porta a disgregarla come persona ridotta a bambola vuota, devi fare una cosa delicatissima, cioé applicare la logica reale ai tuoi simboli per rendere credibile il surreale.

Un esempio é in Videodrome di Cronenberg: il nostro protagonista ha modificato il funzionamento del suo corpo a forza di stare a contatto con i segnali della televisione (detta molto male); a una certa uno schermo televisivo prende forma di una mano e gli spara, quindi lo stesso schermo sanguina. Sia la mutazione dello schermo che il suo sanguinamento sono simboli perfettamente logici col presupposto che il corpo umano possa modificarsi a contatto con il televisore e vicecersa: la giustapposizione é immediata.

Dominik semplicemente tiene separati questi due aspetti, e non si capisce come un guscio vuoto quale é la sua Norma possa raggiungere i successi della vera Monroe nel vero contesto in cui tuttavia é ambientata la narrazione.

Anche volendo avvallare il discorso simbolico di Dominik e presupponendo una sua sostanziale buonafede, il film manca completamente delle premesse necessarie a rendere valido qualunque discorso volesse fare.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Backbone Crusher »

È morto Robbie Coltrane, l'Hagrid di Harry Potter.
Che giornata di merda.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Ray magini »

Visto il Colibrì. Non mi è piaciuto per niente: a parte la deriva italica secondo la quale che per essere il protagonista di un dramma devi essere sfigato all'ennesima potenza (ma situazioni deliranti, del tipo "vivi solo con un gatto che però ti tradisce con la tua ex moglie morta"), il film è brutto, noioso, scontato in alcune parti e implausibile in altre.
Ci sono passaggi spudoratamente telefonati, altri invece che vengono fuori dal nulla
Spoiler:
Lui che da giovane giocava a poker tra amici, dopo 30 anni dove non lo si vede mai giocare a poker va a vincere 640000€ in una specie di bisca segreta
Oppure
Spoiler:
Così dal nulla viene fuori che vuole fare il suicidio assistito per un cancro inguaribile. Mai un pensiero verso questa cosa, una riflessionem nulla.
Il protagonista fa di tutto per farsi odiare, scivola in una vita di merda (che al 90% lui stesso ha creato), è un palle mosce allucinante.
Minzione d'onore a nanni moretti che riesce a fare la figura del rompicoglioni in 3 minuti

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da PuroIndyLove »

Quando vedo Moretti spero sempre in cuor mio che, da qualche parte, Monicelli e la Wertmuller se la stiano ridendo di gusto.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Elios95 »

Ray magini ha scritto: 17/10/2022, 9:32 Visto il Colibrì. Non mi è piaciuto per niente: a parte la deriva italica secondo la quale che per essere il protagonista di un dramma devi essere sfigato all'ennesima potenza (ma situazioni deliranti, del tipo "vivi solo con un gatto che però ti tradisce con la tua ex moglie morta"), il film è brutto, noioso, scontato in alcune parti e implausibile in altre.
Ci sono passaggi spudoratamente telefonati, altri invece che vengono fuori dal nulla
Spoiler:
Lui che da giovane giocava a poker tra amici, dopo 30 anni dove non lo si vede mai giocare a poker va a vincere 640000€ in una specie di bisca segreta
Oppure
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Così dal nulla viene fuori che vuole fare il suicidio assistito per un cancro inguaribile. Mai un pensiero verso questa cosa, una riflessionem nulla.
Il protagonista fa di tutto per farsi odiare, scivola in una vita di merda (che al 90% lui stesso ha creato), è un palle mosce allucinante.
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Meno male che l'altra sera ho scelto Broker di Kore-eda, film sì con protagonisti sfigati e schifati dalla vita, ma con un cuore e uno spirito incredibili, il film in sé è carino

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da MacheteKowalski »

Guns Akimbo è stato un discreto intermezzo caciarone tra le stagioni di Better Call Saul.
Radcliffe si sta ritagliando una rispettabile carriera nell'interpretare personaggi bizzarri, sperando riesca definitivamente a togliersi di dosso quel cavolo di Harry Potter.
Inaspettatamente buona la CGI, non mi ha entusiasmato Samara Weaving che ho trovato forse troppo basica nella sua caratterizzazione.
Il resto è un caos violentissimo e divertente, con una bella ambientazione e ottime musiche.
Spoiler:
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