TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Per chi vuole dibattere e chiacchierare sulle serie TV, sui cartoni animati, su programmi televisivi o su film cinematografici... e ovviamente anche sui protagonisti dello schermo.
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Hohesc
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Hohesc »

Inklings ha scritto: 04/09/2022, 18:30 Personalmente penso che il mio preferito di Kubrick sia Il dottor Stranamore, Barry Lindon e Arancia Meccanica dovrei riguardameli perché mi piacquero parecchio ma in entrambi ho un bias sulla situazione in cui li ho visti (rispettivamente cineforum al liceo e serata roncia).

2001 d’altra parte non è un film che io trovi così sensazionale (beh, sul comparto tecnico sì), però ha due aspetti che ho adorato.
La prima è la transizione dall’osso lanciato in aria al satellite che ho sempre trovato meravigliosa, un modo efficacissimo per descrivere l’impennata evolutiva umana dalla comparsa del primo strumento ma mostrando comunque come la storia umana sia fugace rispetto al tempo cosmico.
L’altra è il contrasto costruito nella terza parte tra gli astronauti e il calcolatore. I primi sono dipinti come lavoratori meccanici, divenuti insensibili rispetto ai propri affetti e votati alla razionalità fredda dei compiti da svolgere e della divisione del tempo (nel romanzo sta cosa è abbastanza marcata, tra l’altro, anche nello stile di scrittura). Di contro Hal9000, culmine di una tecnologia pensata per superare le limitazioni e gli errori umani, finisce invece per manifestare emozioni, contraddizioni e un istinto di sopravvivenza che risultano l’aspetto più umano di tutto il film.

Più che altro io non ho mai apprezzato le grandi narrazioni che cercano di parlare del destino dell’uomo, della storia cosmica, etc. ( o quelle in cui storia individuale e storia universale si intrecciano stile Interstellar), però riconosco il merito del tentativo e di averci tirato fuori un film comunque molto godibile.

Ma invece su Vertigo che mi dite? Io lo adoro, ma ammetto che non capisco bene la sua rivalutazione e mi piacerebbe sapere la vostra (anche rapida) sulla sua posizione in lista e anche rispetto agli altri film di Hitchcock.
Fun fact: il match cut osso-satellite ha un precedente!

Qui verso 3:26

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A livello di significato, Vertigo é effettivamente la summa del cinema di Hitchcock: l'ossessione dell'innocente perseguitato (The 39 Steps, Young and Innocent, The Lodger, Spellbound), la claustrofobia e la ridicola mania del controllo di micromondi (Rebecca, Dial M for Murder, Rear Window, The Trouble with Harry, Rope, Lifeboat), l'improvvisa messa in discussione del proprio ruolo (The Man Who Knew Too Much, I Confess, Sabotage), fino ai film dove i personaggi sono sballotati in situazioni a trattti surreali, senza nemmeno piú la speranza di un controllo (The Lady Vanishes, North by Northwest, The Birds); tutte queste cose si riassumono nel rapporto tra Scottie e Madeleine.

Scottie é un detective vittima di sé stesso (le vertigini, che non puó controllare e lo condizionano nei momenti cruciali, e l'amore morboso), si ritrova in una situazione surreale (la donna che visse due volte), che mina la sua comprensione di realtà, e quindi il controllo sulle proprie idee e sicurezze; da detective che cerca di scoprire la verità decide che preferisce crearsi la propria verità, cioé una persona (micromondo per eccellenza) su cui esercitare il controllo assoluto, estetico e mentale (ricrea Madeleine in Judy), e diventa cosí un aguzzino dell'innocente Judy (innocente relativamente a quanto puó saperne Scottie, ovviamente).

Cosí, tutte le nevrosi del controllo tipiche di Hitchcock sommate, portano l'eroe (oramai innocente esistenziale, vittima di inganni e sensualità) a diventare il persecutore del prossimo innocente perseguitato. É ancora piú straordinario il finale.

Scottie alla fine capisce tutto, torna detective, fa prevalere la ragione sul sentimento, sconfigge le vertigini, e Judy/Madeleine muore per un inganno visivo. Scottie ha recuperato tutto sé stesso, ma é comunque svuotato perché non ha potuto controllare la soggettività altrui.

Poi sarebbe da parlare come tecnicamente Hitchcock fa tutto questo, ma non lo rivedo da anni, per questo passo.

É vero che si puó vedere un'ulteriore evoluzione in Psycho, con Norman che invece é totalmente in controllo della propria condizione mentale e del proprio microcosmo, e anche qui l' intervento esterno a smontare l'illusione di controllo autogenerata, anche se comunque inefficace a cambiare la soggettività della persona, totalmente inespugnabile.

Peró l'ho sempre trovato meno persuasivo esteticamente (i colori di Burks in Vertigo sono accecanti nel loro inebetire la soggettiva di Scottie, sensorialmente confuso) e comunque una specifica del controllo interiore, in ogni caso già compreso in Vertigo.


Essendo che, in una classifica giocosa come "I 100 Film Migliori di Sempre" l'unico elemento in comune puó essere il metacinema, su cui é tanto bello tirarsi delle gran pippe, il discorso sulla visione e sulla manipolazione del visto e della sua ricostruzione estetica simulacrale, col solito intervento fisico (il visivo ricostruito si spiaccica) a squarciare la comoda passività della visione, mi sembra un discorso abbastanza completo e consono per una prima posizione. Ma io ho visto molti pochi film

P.S.: leggo che la rivalutazione è iniziata dopo l'edizione del 1972, quindi credo sia in concomitanza col libro intervista di Truffaut uscito nel '66, che porta a ritenere Hitchcock un autore a tutti gli effetti oltre che un semplice regista di genere (comunque rivoluzionario), ma è un'ipotesi mia ora così.

P.P.S.: anche il mio Kubrick preferito è Stranamore :love: :beer: :love:

Però adoro 2001 perché sono riuscito a beccarlo in sala per i cinquant'anni nel 2018, e come ho notato con altri capolavori, è davvero una cosa completamente diversa. In casa mi annoio anch'io a momenti, in sala ero quasi preso dalla sindrome di Stendhal; film come quello evidentemente sono pensati per l'audio sorround della sala, il buio costrittivo e lo schermo gigante, anche se non saprei spiegare meglio la differenza coi film che funzionano più o meno uguali in sala e su una TV un po' grandina.



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MacheteKowalski
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da MacheteKowalski »

Ho voluto farmi del male guardando Moonfall, l'ultima "fatica" di Roland Emmerich.
Diciamo che di fatica non si più propriamente parlare visto che è praticamente The day after tomorrow del 2004 con spruzzate qua e la di Independece day del 1996.
Patrick Wilson conferma ancora una volta che la sua presenza è quasi sempre sinonimo di qualità ( :almostlaughing: ), per non parlare della magistrale Halle Berry che in questo film ha penso 2 espressioni in tutto.

Non pretendo certo una storia verosimile dal buon Roland, ma magari un minimo di impegno in più nello script sarebbe auspicabile, cavolo 20 anni che fa sempre lo stesso film.
Spoiler:
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Arancia Meccanica
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Doppia Pelle
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Don't look up
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The Square
The Northman
The Butler, un maggiordomo alla Casa Bianca
Gone girl
The Last Duel
Dredd - il giudice dell'apocalisse
Mission: Impossible
Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Killer Joe
Freaks Out
What we do in the shadows
Personal shopper
The house Jack built
Bone Tomahawk
Il sapore del successo
Mission: Impossible - Rogue Nation
Shazam!
The Nice Guys
Cloud Atlas
I segreti di Wind River
Mission: Impossible 3
Cape Fear
Paura e Delirio a Las Vegas
Sir Gawain e il cavaliere verde
Spiderman: No way home
Mortal Kombat
The Matrix resurrection
Contagion
Thor: Love & Thunder
American Animals
Tenet
The Irishman
Man on fire
The Negotiator
Mission: Impossible 2
Game Night
Breach - l'infiltrato
Moonfall
Omicidio all'italiana
Wrath of a man
Mongol
Automata
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PaulSacz
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da PaulSacz »

Ho recentemente visto cinque film, ossia L'immensità della Notte, Men, Fino all'ultimo indizio, Bullet Train e Nope. Il primo è (quasi letteralmente) un episodio di Ai confini delle realtà, un bel film mistery fantascientifico con parecchi momenti di suspence resi magistralmente grazie ai continui pianisequenza. Deludente e affrettato il finale.

Men, terzo film del regista di Ex Machina, è un Horror psicologico sul trauma di una donna dopo la relazione tossica con un uomo. Tale trauma si proietta su tutti gli uomini che incontra, e il film riesce a concretizzare il concetto del "gli uomini sono tutti uguali" in maniera metaforica e letterale. Non sono riuscito a guardare un minuto della scena body horror finale :ammiccante: Bravissimi gli attori coinvolti, soprattutto Rory Kinnear nei panni di Geoffrey.

Poi abbiamo Fino all'ultimo indizio, film crime investigativo con Denzel Washington, Rami Malek e Jared Leto. Mi piacciono un sacco le storie investigative, uno dei miei film preferiti è Seven, ma raramente trovo qualcosa che sia a quel livello. Qui siamo alla mediocrità fatta film, con Denzel Washington che ci prova ma non ci crede nemmeno lui, Rami Malek che dopo l'Oscar non ci ha nemmeno più provato e Jared Leto che fa Jared Leto. Conclusione del film che non porta a nulla e ti porta a pensare di aver solo sprecato tempo.

Bullet Train è una cazzatona divertentissima, mi aspettavo una trashata e invece ha un suo perché, a parte quando la CGI prende il sopravvento. La prima parte è nettamente migliore della seconda, dove smarmella volutamente, ma nel complesso si lascia guardare. Non mi ha dato l'impressione di essere un semplice blockbuster come sembrava dai trailer.

Nope è un netto passo in avanti rispetto al (secondo me) deludente Us. Messa da parte la tematica sul razzismo, Peele esplora Hollywood, le maestranze del settore e lo sfruttamento degli animali sul set. Non tutti gli argomenti sono trattati al meglio ma i messaggi sono chiari. Tecnicamente è incredibile e registicamente ci sono delle trovate niente male. Parte come un horror e finisce come un film action alla Tremors, e la cosa potrebbe far storcere il naso ai più.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da KanyeWest »

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Se ne va quello che personalmente considero il mio GOAT, che giorno tristissimo

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da FantOs »

Ci lascia un altro gigante del cinema, dispiace un sacco.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Inklings »

Ho iniziato ad approcciarlo ed apprezzarlo da poco, tempo di iniziare a guardare più seriamente i suoi film :cia:

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MacheteKowalski
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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da MacheteKowalski »

PaulSacz ha scritto: 09/09/2022, 18:18 Ho recentemente visto cinque film, ossia L'immensità della Notte, Men, Fino all'ultimo indizio, Bullet Train e Nope. Il primo è (quasi letteralmente) un episodio di Ai confini delle realtà, un bel film mistery fantascientifico con parecchi momenti di suspence resi magistralmente grazie ai continui pianisequenza. Deludente e affrettato il finale.
L'immensità della notte mi è piaciuto un sacco e concordo in toto, gran film con un finale un po' meh.
La prova che non servono budget faraonici se sai scrivere e dirigere bene una storia (vero Russo bros?).

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Hohesc »

Bellino bellino Maigret di Leconte!

Se cercate un giallo vero e proprio evitate, perché il caso viene reso ovvio per lo spettatore nei primi minuti; il focus è sulla sensibilità del buon Depardieu (bellissimo e vecchissimo), che si ritrova, dopo una vita ad indagare misfatti, di fronte all'ennesimo crudele delitto, all'ennesima evidenza che il suo lavoro serve a poco. Come viene anche esplicitato nel film, Maigret a 'sto giro insegue più la vita privata della vittima che una scia che possa condurlo all'assassino: si perde in chiacchiere con i suoi conoscenti, si interessa alle persone che semplicemente assomigliano alla vittima, si sofferma ad esplorare la sua stanza, senza nemmeno più la pretesa di trovare un indizio. Il caso è evidente anche per lui molto presto, ma preferisce ritardarlo che ritrovarsi di fronte alla solita motivazione sconfortante, a degli assassini comuni, che disperano molto di più di criminali professionisti.

Troppo vecchio per giudicare e troppo stanco per capire, Maigret è sospeso tra l'ossessione di ricostruire l'innocenza (Vertigo docet) e la consapevolezza che l'unica cosa utile è proteggerla svolgendo il proprio compito, per quanto a lungo andare possa sembrare insignificante e vuoto.
Insomma, un bel film sulla riconsiderazione del proprio ruolo e sulla ricostruzione del proprio percorso, reso ancora più pressante dall'età avanzata di Maigret; tra l'urgenza di contestualizzarsi e la seduzione di abbandonarsi all'inerzia.

Se vi attrae il mood crepuscolare, forse il finale vi strapperà un piantino sobrio.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Corilo1 »

:disgustato2:


Ho visto Malignant di James Wan.

Non si può fare una roba del genere. O almeno, il regista dei primi due Insidious e Conjuring non può cadere cosi in basso. Tutte le atmosfere, la bellezza nelle riprese, la recitazione sempre curata, tutto quello che di buono aveva fatto, magari senza originalità nella trama ma con tutti gli altri pregi, distrutta da questa roba.

Mi sembrava di vedere uno degli ultimi Resident Evil. Il mostriciattolo nella schiena della tipa è una roba inguardabile, se il film comincia in maniera dignitosa a poco a poco diventa imbarazzante. Ecco, devo dire che in certe scene mi ha fatto ridere, e tutta la parte nella stazione di polizia, violentissima, mi ha intrattenuto, ma io ho approcciato questo film aspettandomi ben altro.

Male male, tra un Aquaman e l'altro ce lo siamo perso, anche le riprese della città dall'alto, le velocizzazioni, lo slow motion, sembrava un film di supereroi. Se ad un certo punto fosse comparso Batman ad aiutare la polizia con tutta la Justice League non mi sarei sorpreso, se avete il coraggio di guardarlo capirete cosa intendo, una merda.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Backbone Crusher »

Corilo1 ha scritto: 24/09/2022, 22:35 :disgustato2:


Ho visto Malignant di James Wan.

Non si può fare una roba del genere. O almeno, il regista dei primi due Insidious e Conjuring non può cadere cosi in basso. Tutte le atmosfere, la bellezza nelle riprese, la recitazione sempre curata, tutto quello che di buono aveva fatto, magari senza originalità nella trama ma con tutti gli altri pregi, distrutta da questa roba.

Mi sembrava di vedere uno degli ultimi Resident Evil. Il mostriciattolo nella schiena della tipa è una roba inguardabile, se il film comincia in maniera dignitosa a poco a poco diventa imbarazzante. Ecco, devo dire che in certe scene mi ha fatto ridere, e tutta la parte nella stazione di polizia, violentissima, mi ha intrattenuto, ma io ho approcciato questo film aspettandomi ben altro.

Male male, tra un Aquaman e l'altro ce lo siamo perso, anche le riprese della città dall'alto, le velocizzazioni, lo slow motion, sembrava un film di supereroi. Se ad un certo punto fosse comparso Batman ad aiutare la polizia con tutta la Justice League non mi sarei sorpreso, se avete il coraggio di guardarlo capirete cosa intendo, una merda.
Stessa mia impressione.
L'idea di base mi è anche piaciuta, ma poteva e doveva essere sviluppata in ben altro modo.
La seconda parte del film, in pratica, è un action.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da PaulSacz »

A James Wan Aquaman e Fast & Furious hanno fatto malissimo.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Corilo1 »

Secondo me, più che a livello tecnico, girare quell'immondizia lo ha portato a pensare più ai soldi e meno alla sua idea di cinema. Soldi che non ha comunque fatto, visto che il film ha incassato 26.5 milioni al cinema su un budget di produzione di 40 milioni di dollari.

Ripeto, tutta la parte nella stazione di polizia, per quanto sia tecnicamente inattaccabile, sembra appiccicata con il nastro adesivo.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da Jouissance »

Con Godard non se n'è andato solo uno degli ultimo padri del cinema moderno, un raffinato intellettuale e uno dei massimi teorici del cinema, ma anche uno degli ultimi cinefili della politique des auteurs originale, cinefilo passato poi al ruolo di regista passando una vita a tributare lo stile degli autori della Hollywood classica (perchè questa è la politique des auteurs, elevare ad autore registi precedentemente considerati mestieranti dentro la macchina industriale). Uno dei film più citati nell'opera godardiana ad esempio è Johnny Guitar di Nick Ray, film che neanche un paio di mesi fa Joyce Carol Oates definì artificioso e senza vita stupendosi del fatto che il "realista" e "vitalista" Scorsese potesse apprezzare un film del genere. Ma questa è solo una delle ultime bad takes di una spalatrice di merda seriale, letteralmente una Murgia qualunque il cui lavoro non si sa bene perchè andrebbe rispettato a prescindere.
La critica che difende Blonde puntualmente ci tiene a ricordare che si tratta della Monroe di Oates/Dominik e non della vera Marylin, ma se fosse proprio così che ne è di tutti i riferimenti espliciti dentro e fuori del film? Che ne è delle atroci dichiarazioni nell'intervista di Sight and Sound di Dominik su Gentlemen Prefer Blondes ("a movie about well-dressed whores"), sull'autorialità e l'industria hollywoodiana, perfettamente in linea con le modalità con cui sono state riproposte le scene dei film della Monroe in Blonde? I primi a essere referenzialisti non sono i critici o gli spettatori, ma sono Oates e Dominik. E allora una domanda sorge spontanea: ma la Monroe per chi è veramente una "well-dressed whore", per Howard Hawks o per Andrew Dominik?
Dominik ha precisato che quel che gli interessava di Norma erano le emozioni provate di fronte ai traumi subiti. Gli interessava talmente tanto la sua psiche che per circa il 95% del film è una odierna "daddy issue" passiva travolta dagli eventi. Perchè Norma in realtà sarebbe un intellettuale che legge Dostoevskij e Arthur Miller, una grande attrice drammatica, un soggetto potenzialmente capace di grande coscienza e di grande arte, ma è costretta dal sistema metafisico del patriarcato a inseguire un immaginario padre e da un sistema industriale a svendere la propria immagine e il proprio corpo. Così subisce il terribile destino di imprimere la propria mitologica figura nell'immaginario globale e di lavorare con registi chiaramente patriarcalisti come Hawks, Lang, Huston, Wilder, Hathaway, ecc.
I tempi in cui i personaggi godardiani piangevano in sala guardando un film sono passati, in Blonde lo schermo è solo inganno, lo spettatore è un soggetto passivo quanto l'attrice e il controcampo mai visibile è il grande trauma psicologico represso dell'attrice, la sua vera arte non c'è mai stata, se non grazie al lavoro di redenzione di Dominik. Perchè solo la grande arte che sublima il dolore può essere la verità e solo il grande autore il cui stile vagamente assomiglia a Lynch può giungere al punto di sublimazione. Non importa che come horror psicologico à la Polanski manchi di una multidimensionalità psichica, come horror su un soggetto represso dalla società à la Frankenheimer manchi di una metafisica del potere e come horror sull'immaginario à la Lynch (o il più recente Spencer) manchi di una credibile fascinazione per l'immagine. Basta essere un torture porn à la Aronofsky, rubare qua e là da Lynch, una soundtrack di Cave (anch'essa palesemente ispirata a Badalamenti), per definirsi grande arte. Io lo definirei una "well-dressed whore".
Chi è lo spettatore di Blonde? Di certo non noi membri del #teambionde che ci saremmo aspettati la rivelazione del segreto della grecità della Monroe. Piuttosto quella ignorante cinefilia non abbastanza brillante da andare a cercare lo stile di un autore nel mezzo dell'orchestra filmica ma che necessita del grande momento di sublimazione che gli segni la via, il grande gesto visibile che porti al culmine l'operare dell'artista.
Come Mank, Blonde è l'ennesima dimostrazione del progetto disintermediante dell'autorialità netflixiana. Come Mank, è la pataccata dell'anno.
"Penso che non si possa amare profondamente nessun film se non si amano profondamente quelli di Howard Hawks" (Eric Rohmer)

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

Messaggio da christian4ever »

Su Godard, nel mio piccolo sono contento di essere a Parigi in questo periodo, perché ho possibilità di recuperare parte della sua filmografia direttamente in sala ed era una mancanza a cui avevo desiderio di rimediare da tempo.

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Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2

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Jouissance ha scritto: 30/09/2022, 20:11 Con Godard non se n'è andato solo uno degli ultimo padri del cinema moderno, un raffinato intellettuale e uno dei massimi teorici del cinema, ma anche uno degli ultimi cinefili della politique des auteurs originale, cinefilo passato poi al ruolo di regista passando una vita a tributare lo stile degli autori della Hollywood classica (perchè questa è la politique des auteurs, elevare ad autore registi precedentemente considerati mestieranti dentro la macchina industriale). Uno dei film più citati nell'opera godardiana ad esempio è Johnny Guitar di Nick Ray, film che neanche un paio di mesi fa Joyce Carol Oates definì artificioso e senza vita stupendosi del fatto che il "realista" e "vitalista" Scorsese potesse apprezzare un film del genere. Ma questa è solo una delle ultime bad takes di una spalatrice di merda seriale, letteralmente una Murgia qualunque il cui lavoro non si sa bene perchè andrebbe rispettato a prescindere.
La critica che difende Blonde puntualmente ci tiene a ricordare che si tratta della Monroe di Oates/Dominik e non della vera Marylin, ma se fosse proprio così che ne è di tutti i riferimenti espliciti dentro e fuori del film? Che ne è delle atroci dichiarazioni nell'intervista di Sight and Sound di Dominik su Gentlemen Prefer Blondes ("a movie about well-dressed whores"), sull'autorialità e l'industria hollywoodiana, perfettamente in linea con le modalità con cui sono state riproposte le scene dei film della Monroe in Blonde? I primi a essere referenzialisti non sono i critici o gli spettatori, ma sono Oates e Dominik. E allora una domanda sorge spontanea: ma la Monroe per chi è veramente una "well-dressed whore", per Howard Hawks o per Andrew Dominik?
Dominik ha precisato che quel che gli interessava di Norma erano le emozioni provate di fronte ai traumi subiti. Gli interessava talmente tanto la sua psiche che per circa il 95% del film è una odierna "daddy issue" passiva travolta dagli eventi. Perchè Norma in realtà sarebbe un intellettuale che legge Dostoevskij e Arthur Miller, una grande attrice drammatica, un soggetto potenzialmente capace di grande coscienza e di grande arte, ma è costretta dal sistema metafisico del patriarcato a inseguire un immaginario padre e da un sistema industriale a svendere la propria immagine e il proprio corpo. Così subisce il terribile destino di imprimere la propria mitologica figura nell'immaginario globale e di lavorare con registi chiaramente patriarcalisti come Hawks, Lang, Huston, Wilder, Hathaway, ecc.
I tempi in cui i personaggi godardiani piangevano in sala guardando un film sono passati, in Blonde lo schermo è solo inganno, lo spettatore è un soggetto passivo quanto l'attrice e il controcampo mai visibile è il grande trauma psicologico represso dell'attrice, la sua vera arte non c'è mai stata, se non grazie al lavoro di redenzione di Dominik. Perchè solo la grande arte che sublima il dolore può essere la verità e solo il grande autore il cui stile vagamente assomiglia a Lynch può giungere al punto di sublimazione. Non importa che come horror psicologico à la Polanski manchi di una multidimensionalità psichica, come horror su un soggetto represso dalla società à la Frankenheimer manchi di una metafisica del potere e come horror sull'immaginario à la Lynch (o il più recente Spencer) manchi di una credibile fascinazione per l'immagine. Basta essere un torture porn à la Aronofsky, rubare qua e là da Lynch, una soundtrack di Cave (anch'essa palesemente ispirata a Badalamenti), per definirsi grande arte. Io lo definirei una "well-dressed whore".
Chi è lo spettatore di Blonde? Di certo non noi membri del #teambionde che ci saremmo aspettati la rivelazione del segreto della grecità della Monroe. Piuttosto quella ignorante cinefilia non abbastanza brillante da andare a cercare lo stile di un autore nel mezzo dell'orchestra filmica ma che necessita del grande momento di sublimazione che gli segni la via, il grande gesto visibile che porti al culmine l'operare dell'artista.
Come Mank, Blonde è l'ennesima dimostrazione del progetto disintermediante dell'autorialità netflixiana. Come Mank, è la pataccata dell'anno.
"Penso che non si possa amare profondamente nessun film se non si amano profondamente quelli di Howard Hawks" (Eric Rohmer)
Sottoscrivo ogni pixel col sangue; potresti spiegare o consigliare qualche lettura sul "progetto disintermediante dell'autorialitá netflixiana"?

P.S.: aggiungo una nota sul film.

Aldilà delle critiche morali e di buon gusto (che nella finzione lasciano il tempo che trovano), Blonde é manchevole proprio da un punto di vista formale.

Dal momento che le immagini sono mere didascalie della sceneggiatura (i vari formati utilizzati e l'alternanza tra colore e bianco e nero non privilegiano nessun momento, non creano nessun sistema coerente, non identificano nessuno stato particolare: sono tutti utilizzati in tutte le situazioni, a simulare semplicemente il disorientamento sensuale di Norma, come da sceneggiatura), restano da analizzare i presupposti di quest'ultima.

In primo luogo, se Dominik non voleva parlare di Marylin e trarre un discorso dalla sua bio (come viene fatto meravigliosamente in Bird di Eastwood, per dirne uno), perché fare un film proprio su di lei? Perché scontrarsi inequivocabilmente con l'immaginario reale di Marylin, anziché costruirne una controfigura alla Charles Foster Kane (proiezione immaginaria e del tutto simile a William Randolph Hearst, in Quarto Potere)? Insomma, perché intitolare un libro "Commento a Madame Bovary", se poi parli dei cazzi tuoi? Almeno Tarantino inserisce dei personaggi fittizi al centro delle sue narrazioni, cosí da creare immediatamente una realtà parallela dove i personaggi reali, pur presenti, sono del tutto secondari.

L'unica spiegazione formale (senza supporre quindi una malizia) é che Dominik, che già ci abbiocca con quasi tre ore di mappazzone, abbia voluto approfittare della fama di Marylin per permettersi di tralasciare certi aspetti della trama, perché patrimonio del gossip comune in quanto vita della diva, e cosí potesse concentrarsi sugli aspetti intimi di avvenimenti trascurabili in quanto noti a tutti. Benissimo, peccato che Dominik voglia costruire la sua Marylin, non quella reale.

Di conseguenza, l'intera impalcatura crolla: il personaggio del film é una poveretta disturbata e totalmente incapace di fare qualunque cosa da sola, che peró nel giro di qualche ellisse non spiegara scala il feroce mondo di Hollywood sino ad arrivare nella stanza del presidente degli Stati Uniti. C'é un problema.

Dominik vorrebbe semplificarsi la vita ragionando con una logica simbolista, e quindi svuotando personaggi ed avvenimenti di qualunque profondità (e ci sta), ma invece di sobbarcarsi la sbatta di costruire un immaginario coerente e autonomo come Jodorowsky o Lynch, cerca di semplificarsi la vita due volte mantenendo sempre un legame col reale e le sue logiche, cosí da non dover ricostruire un mondo da capo. Ma questi due aspetti cozzano terribilmente e restano per tutto il tempo irrelati.

Se decidi di operare in un contesto realistico, ossia la Hollywood degli Anni Cinquanta, e di innestare un discorso simbolico, ossia la disgregazione dell'identità di Norma che porta a disgregarla come persona ridotta a bambola vuota, devi fare una cosa delicatissima, cioé applicare la logica reale ai tuoi simboli per rendere credibile il surreale.

Un esempio é in Videodrome di Cronenberg: il nostro protagonista ha modificato il funzionamento del suo corpo a forza di stare a contatto con i segnali della televisione (detta molto male); a una certa uno schermo televisivo prende forma di una mano e gli spara, quindi lo stesso schermo sanguina. Sia la mutazione dello schermo che il suo sanguinamento sono simboli perfettamente logici col presupposto che il corpo umano possa modificarsi a contatto con il televisore e vicecersa: la giustapposizione é immediata.

Dominik semplicemente tiene separati questi due aspetti, e non si capisce come un guscio vuoto quale é la sua Norma possa raggiungere i successi della vera Monroe nel vero contesto in cui tuttavia é ambientata la narrazione.

Anche volendo avvallare il discorso simbolico di Dominik e presupponendo una sua sostanziale buonafede, il film manca completamente delle premesse necessarie a rendere valido qualunque discorso volesse fare.

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