Non so cos'ha capito Chris del discorso di Roy. Menarini si riferiva al discorso pubblico della BFI e dei redattori della rivista per la promozione e pubblicazione del sondaggio, il posizionamento nel discorso pubblico del sondaggio che viene poi legato alla scelta di ampliare la base di votanti per renderlo più inclusivo e meno Western/American/Anglo/Euro/male-centric il canone.
Un errore che fa Roy comunque è di continuare a parlare di "comunità cinefila" allineandosi allo storicismo hegeliano di sto mondo ormai sprofondato nei più beceri riduzionismi identitaristi. Non c'è alcuna "comunità cinefila" che ha messo la Sciamma sopra Fellini, ma 100-200 dementi di cui sarebbe bene prendere nome e cognome e dimenticarsi della loro esistenza al prossimo sondaggio.
Il problema, ormai è chiaro, è stato nella selezione dei votanti per ampliare la base. Inclusione malgrado tutto, malgrado anche la democraticità, a favore di piccole nicchie illuminate. Perchè poi è ovvio che se per ampliare il numero di donne non prendi solo la direttrice di una rivista culturale femminista ma prendi tutte le redattrici certi nomi di riferimento convergono. E se ai professionisti e alle riviste vere e proprie di cinema vuoi essere così inclusivo da prendere blog e riviste culturali poi devi anche essere abbastanza democratico da non prendere solo blog e riviste con una certa connotazione. A gennaio usciranno le liste e i nodi verranno al pettine.
In mezzo a sto disastro comunque la peggiore narrazione di tutte continua a rimanere quella del canone come "dominio culturale", manifestazione padronale Western/American/Anglo/Euro/male-centric. Un vero e proprio attentato all'universalismo dell'arte. Ecco l'ultimo esempio
https://cineuropa.org/en/newsdetail/435786/