Ma figurati, quando parte il wall post tagliare quello dell'altro è il minimo per evitare di appesantire troppo la pagina.

Comunque sono d'accordo con quello che scrivi perché su questa materia non c'è un solo motivo, ma tanti motivi concatenati tra di loro, e torniamo all'approccio olistico ai problemi.
In Italia sicuramente il problema è più serio rispetto ad altri paesi perché ci sono delle problematiche più profonde (non ultima, aver snaturato la nostra filosofia di calcio, che tanti successi ci aveva portato, non si sa bene per quale motivo). Anche perché è assurda la difficoltà che ha un paese come il nostro nel tirare fuori un certo tipo di giocatori. Ieri ho letto le dichiarazioni di Pinamonti sugli attaccanti italiani e mi veniva voglia di prenderlo a schiaffi. Chiamare i Retegui non è la soluzione, e io sono d'accordo nonostante l'esaltazione generale figlia del momento (che, ricordiamolo, ci fu anche intorno a Gnonto), ma dire che in Italia ci sono attaccanti giovani e forti significa negare la realtà. Per prendere uno di cui ancora si parla relativamente poco della Francia, anche solo un Kolo Muani dove lo trovi in Italia? E non dico i Mbappé, Rashford, Haaland e compagnia che lì andiamo proprio in un mondo che non ci compete.
Il tuo discorso quindi è condivisibile, come il mio e come tanti altri che ho letto. Tra l'aver snaturato un'idea di calcio per inseguire non si sa bene cosa, una carenza di talento figlia di scelte scellerate già delle categorie minori con allenatori che non sono in grado di valorizzare il talento. Poi diciamolo, per me un allenatore della prima squadra va valutato per i risultati. Ma un allenatore dei ragazzi non lo valuti se vince i tornei, ma se valorizza il materiale che ha. Se riesce a migliorare i giocatori che gli portano senza snaturarne le caratteristiche. Se riesce magari a capire che un ragazzo è sprecato in un certo ruolo e gli permette di sfruttare meglio alcune caratteristiche che ha. In Italia invece pare che tutti vogliano, anzi debbano, fare i Guardiola.
Di strada da fare ne abbiamo davvero tanta, perché mi sembra che molti non abbiano ancora capito la gravità della crisi che stiamo attraversando. Per quello che stiamo tirando fuori dai settori giovanili, non solo siamo una squadra che merita di non andare ai Mondiali da due edizioni, ma probabilmente continueremo a non andarci anche in futuro. Altro che 4 volte campioni, di questo passo il nostro livello sarà quello di fare le sfilate in strada se ci qualifichiamo, e questa è la più triste, ma anche la più cruda, verità sul livello attuale del nostro movimento.