Re: TOPIC UFFICIALE - Ultimo film visto o rivisto #2
Inviato: 21/08/2021, 15:43
Marx può aspettare
Ottima investigazione irrisolta-irrisolvibile sulla psiche familiare, apprezzato soprattutto l'inquadramento storico e la prospettiva metacinematografica sul cinema del maestro. Unico difetto l'uso dei competenti (psichiatra e critico-teologo) che ha reso un po' troppo didascalico un discorso che forse aveva più senso tenere nella sfera familiare.
Quattro strade
7 minuti con tutti gli stereotipi del neorealismo italiano. Basta Rohrwacher. Facciamola finita col Cristianesimo.
Roadrunner: A Film About Anthony Bourdain
Il risultato di 30 anni di dissenso contro i manuali del buon documentarista. Solito biopic HBO iper-spettacolarizzato quanto iper-problematico. Qua si usa la voce di Bourdain pre-morte e pre-produzione del film per legittimare il film e il suo discorso, come se Bourdain fosse stato d'accordo col regista quando manco lo conosceva, e giustamente la famiglia di Bourdain se l'è presa. Il ritratto, certo, non è probabilmente così distante nè da quello che ne avrebbe fatto Bourdain o la sua famiglia ma chiaramente come pratica è rischiosa, soprattutto se la si guarda in prospettiva con temi ancora più delicati. Spiace, ma un discorso sulla realtà e una presa di responsabilità riguardo alla realtà rimane necessario nel genere documentaristico. Per il resto, l'idea del personaggio passa anche bene e mi è piaciuto come s'è trattata la parte riguardo al MeToo. Tutt'altro che una ragione pura che arriva al Bene universale, era piuttosto un'ossessione da star milionaria influenzata da una t***a mitomane che poi l'ha portato al suicidio. Giustamente, e ci voleva anche le palle, bashata la t***a assassina che sarebbe dovuta andare in galera per questo e altro, altrochè Weinstein.
Šarlatán
Solita narrazione anti-URSS post-89 da cinema dell'est europa, che sia stato prodotto ha anche senso nonostante sia iper-televisivo, che sia stato distribuito in sala in Italia invece proprio no.
Green Knights
Ecco lo sfidante a Sound of Metal per film più sopravvalutato dell'anno. Si poteva guardare alla tradizione modernista europea nella rappresentazione del medioevo ma no, meglio l'high fantasy da letteratura nerd per ragazzi, meglio l'immersività e il sensazionalismo da videogioco in prima persona, meglio fotografia/soundtrack iper-standardizzati da Games of Thrones, meglio i peggio stereotipi dell'immaginario medioevale (dialoghi/cadenza shakespeariani, profeti con la voce sbiascicata, musica a corde, poveri = ladri). E non si sta parlando di 1918 cioè Hollywood, ma dell'unico grande produttore di cinema indipendente negli States, che dovrebbe cercare di vendersi anche nei circuiti festivalieri europei. E invece ci tocca sta pacchianata irrealistica sull'Ineffabilità, il Dovere, il Destino, il Potere, l'Onore, cioè un cazzo di niente in fondo. Incommentabile proprio il falso flash-forward finale che rimane una delle peggiori tecniche narrative mai inventate e che qua raggiunge un nuovo standard di bruttezza.
Ottima investigazione irrisolta-irrisolvibile sulla psiche familiare, apprezzato soprattutto l'inquadramento storico e la prospettiva metacinematografica sul cinema del maestro. Unico difetto l'uso dei competenti (psichiatra e critico-teologo) che ha reso un po' troppo didascalico un discorso che forse aveva più senso tenere nella sfera familiare.
Quattro strade
7 minuti con tutti gli stereotipi del neorealismo italiano. Basta Rohrwacher. Facciamola finita col Cristianesimo.
Roadrunner: A Film About Anthony Bourdain
Il risultato di 30 anni di dissenso contro i manuali del buon documentarista. Solito biopic HBO iper-spettacolarizzato quanto iper-problematico. Qua si usa la voce di Bourdain pre-morte e pre-produzione del film per legittimare il film e il suo discorso, come se Bourdain fosse stato d'accordo col regista quando manco lo conosceva, e giustamente la famiglia di Bourdain se l'è presa. Il ritratto, certo, non è probabilmente così distante nè da quello che ne avrebbe fatto Bourdain o la sua famiglia ma chiaramente come pratica è rischiosa, soprattutto se la si guarda in prospettiva con temi ancora più delicati. Spiace, ma un discorso sulla realtà e una presa di responsabilità riguardo alla realtà rimane necessario nel genere documentaristico. Per il resto, l'idea del personaggio passa anche bene e mi è piaciuto come s'è trattata la parte riguardo al MeToo. Tutt'altro che una ragione pura che arriva al Bene universale, era piuttosto un'ossessione da star milionaria influenzata da una t***a mitomane che poi l'ha portato al suicidio. Giustamente, e ci voleva anche le palle, bashata la t***a assassina che sarebbe dovuta andare in galera per questo e altro, altrochè Weinstein.
Šarlatán
Solita narrazione anti-URSS post-89 da cinema dell'est europa, che sia stato prodotto ha anche senso nonostante sia iper-televisivo, che sia stato distribuito in sala in Italia invece proprio no.
Green Knights
Ecco lo sfidante a Sound of Metal per film più sopravvalutato dell'anno. Si poteva guardare alla tradizione modernista europea nella rappresentazione del medioevo ma no, meglio l'high fantasy da letteratura nerd per ragazzi, meglio l'immersività e il sensazionalismo da videogioco in prima persona, meglio fotografia/soundtrack iper-standardizzati da Games of Thrones, meglio i peggio stereotipi dell'immaginario medioevale (dialoghi/cadenza shakespeariani, profeti con la voce sbiascicata, musica a corde, poveri = ladri). E non si sta parlando di 1918 cioè Hollywood, ma dell'unico grande produttore di cinema indipendente negli States, che dovrebbe cercare di vendersi anche nei circuiti festivalieri europei. E invece ci tocca sta pacchianata irrealistica sull'Ineffabilità, il Dovere, il Destino, il Potere, l'Onore, cioè un cazzo di niente in fondo. Incommentabile proprio il falso flash-forward finale che rimane una delle peggiori tecniche narrative mai inventate e che qua raggiunge un nuovo standard di bruttezza.
