A una seconda visione dico che la storyline originale di Ryota, oltre ad essere fondamentale per poter avere un film che funziona anche da stand-alone senza aver necessariamente letto/visto il resto della trama (grazie alla scelta dell'eroe Miyagi che compie il proprio viaggio), eleva lo storytelling a nuove vette culminando nel momento in cui Miyagi rompe finalmente il pressing a zona del Sannoh passando in mezzo ai due fenomeni, in un momento che resterà negli annali dello spokon di tutti i tempi:
Ryota si libera non soltanto del blocco del Sannoh che l'ha ingabbiato per tutta la partita, ma simbolicamente anche del dramma del suo passato, risignificando il rapporto con il fratello deceduto superandolo proprio nell'arma (il palleggio) che lui gli aveva insegnato nel palcoscenico in cui lui avrebbe dovuto giocare, il tutto sotto l'occhio e il supporto delle due donne fondamentali della sua vita, la madre e Ayako.
Absolute cinema.
Per il resto, la mia valutazione del resto dei grandi momenti di questo film, che è una delle migliori cose animate che ho visto in non so quanti anni:
