POLITICA ESTERA

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Impreza
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da Impreza »

KaiserSp ha scritto: 07/11/2025, 10:00


diciamo però per correttezza che l'UE più di una volta ha invalidato le elezioni, chiedendo la ripetizione (se non proprio l'esclusione del candidato sgradito) quando a vincere non era la persona gradita a bruxelles

sono sempre ingerenze non da poco, eh
L'EU non ha il potere per invalidare elezioni a livello nazionale, di che stai blaterando.



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IlBiondo
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da IlBiondo »

Smoker ha scritto: 07/11/2025, 9:43 A me sembra che in Europa ci siano ben 3 governi filorussi ovvero: Slovacchia, Ungheria e Serbia. Non mi sembra che li abbiamo invasi, così come non mi sembra che i vari asset filorussi tipo Salvini vengano arrestati come traditori della patria.

Da parte di questi popoli però non ho mai visto manifestazioni di piazza per uscire dall'influenza della Nato ed entrare in alleanza con la Russia, evidentemente ci sarà un motivo. Probabilmente perché si ricordano come si viveva sotto di loro.
La NATO in Yugoslavia non ha fatto niente. Certo. La rappresentazione più recente del "Dividi et impera" in Europa prima della guerra in Ucraina, è tutto dimenticato. Mai successo.

Chissà come mai Serbia e Croazia non sopportano la sottomissione all'Europa. Eh, sì! Proprio non si capisce.

Anticipo già il contro commento "Milosevic era un criminale" mentre invece ovviamente Franjo Tuđman era un santo. Un po' come Zelenskyy eroe, Putin male del mondo.

Popi Popi 🤡

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KaiserSp
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da KaiserSp »

era sufficiente fare pressioni sul paese di turno per far invalidare le elezioni/escludere il tizio sgradito (vedi in romania): a bruxelles non l'hanno mai nascosto, eh

d'altra parte, come dissi già a suo tempo, le politiche nazionali ormai non esistono più in determinati paesi, ci sono solo zone di influenza palesi: tizio prende soldi dall'UE, caio prende soldi dalla russia poi lo "sponsor" della parte sconfitta disconosce o mette ai margini il vincitore (e se ci riesce, fa pure invalidare le elezioni)

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Impreza
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da Impreza »

IlBiondo ha scritto: 07/11/2025, 10:16 La NATO in Yugoslavia non ha fatto niente. Certo. La rappresentazione più recente del "Dividi et impera" in Europa prima della guerra in Ucraina, è tutto dimenticato. Mai successo.

Chissà come mai Serbia e Croazia non sopportano la sottomissione all'Europa. Eh, sì! Proprio non si capisce.

Anticipo già il contro commento "Milosevic era un criminale" mentre invece ovviamente Franjo Tuđman era un santo. Un po' come Zelenskyy eroe, Putin male del mondo.

Popi Popi 🤡
La stessa Serbia che ha riversato nella capitale milioni e milioni di persone in una protesta che sta andando avanti da ormai oltre un anno? Quella che sta cercando di aderire all'UE da ormai quindici anni? Come mai Orban non si leva dal cazzo se l'UE è così antipatica e oppressiva?

Dai su, con tutto il rispetto, sei uno di quelli che direbbe che il Sole gira attorno alla Terra solo per poter andare contro la massa.

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Impreza
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da Impreza »

KaiserSp ha scritto: 07/11/2025, 10:20 era sufficiente fare pressioni sul paese di turno per far invalidare le elezioni/escludere il tizio sgradito (vedi in romania): a bruxelles non l'hanno mai nascosto, eh

d'altra parte, come dissi già a suo tempo, le politiche nazionali ormai non esistono più in determinati paesi, ci sono solo zone di influenza palesi: tizio prende soldi dall'UE, caio prende soldi dalla russia poi lo "sponsor" della parte sconfitta disconosce o mette ai margini il vincitore (e se ci riesce, fa pure invalidare le elezioni)
L'elezione in Romania è stata annullata per evidenti e comprovate interferenze esterne

https://www.lemonde.fr/en/pixels/articl ... 78_13.html

E questo è stato tutto il ruolo avuto dall'Unione Europea sulla questione

https://www.ilpost.it/2024/12/05/unione ... nze-russe/

Moxicity
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da Moxicity »

KaiserSp ha scritto: 07/11/2025, 10:00 infatti li ho letti e non mi pare che da quell'articolo risulti che gli ucraini siano al 100% per lottare fino all'ultimo uomo e fino all'ultimo metro quadrato di terra

Tuttavia i sondaggi danno un’idea del trend dell’opinione pubblica ucraina e indicano un’evoluzione costante: dal 2022, quando il 70-80% degli intervistati sosteneva la “resistenza fino alla vittoria” (inclusa la liberazione della Crimea e del Donbass), mentre nel 2025 prevale il desiderio di negoziati.

Secondo un sondaggio di Rating condotto nell’agosto 2025, rileva che il 59% degli intervistati è a favore del compromesso, ma solo il 13% accettava di fermarsi ai confini del 2022, implicando la rinuncia alla Crimea e a parte del Donbass. Nel 2023 l’84% era a favore della resistenza, nel gennaio 2024, dal 24% al 33% era a favore della pace.

I sondaggi dell’americana Gallup condotti nel luglio 2025, dipingono un quadro di stanchezza dell’opinione pubblica: il 69% degli intervistati è favorevole ai negoziati con la Russia “il prima possibile”, con un aumento notevole rispetto al 22% del 2022.


militarmente la guerra è persa e non c'è modo di riconquistare i territori occupati: in una situazione simile, una leadership saggia dovrebbe impegnarsi nel limitare le perdite, anche scendendo a patti con il nemico, anzichè continuare ad inseguire obiettivi irraggiungibili, perdendo quotidianamente uomini e territori

gli unici a non averlo ancora capito sono zelensky e noi europei

nominiamo un incaricato speciale per l'ucraina
apriamo un canale diplomatico ufficiale con la russia per trovare un accordo
e, dopo aver perso la guerra, cerchiamo di non perdere (ulteriormente) la faccia



diciamo però per correttezza che l'UE più di una volta ha invalidato le elezioni, chiedendo la ripetizione (se non proprio l'esclusione del candidato sgradito) quando a vincere non era la persona gradita a bruxelles

sono sempre ingerenze non da poco, eh
Ancora sulla guerra persa, onestamente non mi sembra, boh, sei proprio ossessionato. E ripeto la domanda che ti hanno fatto: secondo dovremmo trattare la Russia come uno Stato che sta vincendo?

E dimmi in quali occasioni l’UE ha invalidato le elezioni.

Inoltre mi spiace andare sugli insulti, ma sei veramente ridicolo nel modo in cui ti contraddici in due righe, con il fatto che dobbiamo nominare un commissario per obbligare l’Ucraina (Stato non nell’UE) alla pace e ti lamenti poi delle ingerenze dell’Unione Europea.

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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da Moxicity »

IlBiondo ha scritto: 07/11/2025, 10:16 La NATO in Yugoslavia non ha fatto niente. Certo. La rappresentazione più recente del "Dividi et impera" in Europa prima della guerra in Ucraina, è tutto dimenticato. Mai successo.
Anche la Serbia in Jugoslavia non stava facendo niente. Certo.

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Inklings
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da Inklings »

Moxicity ha scritto: 07/11/2025, 10:34
E dimmi in quali occasioni l’UE ha invalidato le elezioni.
Mi pare EVIDENTE che la Corte Costituzionale della Romania in realtà abbia agito su mandato dei capoccioni dell'UE, che l'hanno costretta a calarsi le braghe invalidando un'elezione democratica sulla base di quisquilie e pinzillacchere :boh1:

Fonti? Beh, sicuramente qualche articolo congetturale del Fatto Quotidiano, unica voce della Verità che non ha paura di dire le cose come stanno .:disgusto:.

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Hard Is Ono
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da Hard Is Ono »

Mi pare importante dire qualcosa sulle elezioni di NYC, che ci lasciano molte lezioni preziose.

L'elezione di Mamdani è una delle più clamorose vittorie di un candidato socialista nella storia americana, letteralmente nella culla dell'imperialismo, più di un milione di cittadini newyorkesi ha votato per un autodefinito “democratic socialist” in quella che è finalmente una versione di sinistra di un voto anti-establishment, establishment a questo giro incarnato perfettamente da quella fogna di Cuomo.

Si tratta di un vero terremoto politico che fa fare un passo in avanti a tutta la situazione. Dal 2015 in poi, dalla candidatura di Sanders, sull'onda delle mobilitazioni post-2008, parlare di socialismo negli USA era diventato enormemente più facile. Oggi il tema sta finalmente diventando mainstream. Si tratta di uno dei cambiamenti di coscienza a livello di massa più importanti degli ultimi 20 anni.

Mamdani è passato da signor nessuno con l'1% nei sondaggi alla vittoria. Questo è stato possibile sostanzialmente con rivendicazioni di classe: congelamento degli affitti, autobus gratuiti, assistenza per l'infanzia e opposizione alla guerra di Israele contro i palestinesi. E' arcinoto che Mamdani abbia detto che in caso di elezione e di viaggio di Netanyahu nella grande mela, avrebbe dato seguito al mandato di cattura internazionale. Con questa campagna Mamdani ha vinto la simpatia di molti lavoratori impiegatizi a basso reddito, ma anche dei quartieri poveri. Mamdani infatti fa il pieno di voti nel Bronx. Senza nessuna sorpresa inoltre, Mamdani raccoglie quasi l'80% dei voti tra i 18 e i 29. Ennesimo schiaffo a tutti i millennials che si lamentano dei giovanissimi e della loro presunta apatia o disinteresse.

Altri dati interessanti sono il fatto che votano per Mamdani: il 65% di chi era al suo primo voto per la carica di sindaco, il 59% di chi vota e vive in affitto, il 60% di chi si sente in pericolo economico, il 66% di chi ha risposto che il problema principale a NYC è il costo della vita, il 65% di chi considera che il Partito Democratico e il Partito Repubblicano fanno entrambe schifo.

Tutto ciò ci lascia lezioni importanti: non c'è nessuno “spostamento a destra” del popolo o della classe lavoratrice americana in senso assoluto. La crisi del capitalismo, il tracollo delle condizioni di vita, spingono gli americani a cercare soluzioni “anti-establishment” disposti a cambiare quello che percepiscono uno status quo che li penalizza.

Non c'è nessuna deriva fascista in corso negli Stati Uniti, perché non c'è un consenso di massa a questa opzione reazionaria, ma c'è una enorme altalena politica che oscilla a destra e sinistra e che è il riflesso distorto, anche molto distorto, di una ricerca disperata a una via d'uscita dalla crisi.

Nel suo discorso dopo la vittoria, Mamdani ha richiamato esplicitamente Eugene Debs, uno dei fondatori del socialismo negli USA:
When we enter city hall in 58 days, expectations will be high. We will meet them. A great New Yorker once said that while you campaign in poetry, you govern in prose. If that must be true, let the prose we write still rhyme, and let us build a shining city for all. And we must chart a new path, as bold as the one we have already traveled.
After all, the conventional wisdom would tell you that I am far from the perfect candidate. I am young, despite my best efforts to grow older. I am Muslim. I am a democratic socialist. And most damning of all, I refuse to apologize for any of this.
30 o anche 20 anni fa una cosa del genere sarebbe stata inconcepibile negli USA e rappresenta una delle prove più tangibili del cambiamento della coscienza delle masse.

La vittoria di Mamdani ha creato molto entusiasmo, ma la lotta è appena iniziata e i nemici e i pericoli sono molti. La destra e i padroni, che non fanno altro che piangere da giorni, hanno minacciato una serrata contro la città, Trump ha minacciato il blocco dei finanziamenti federali, la stessa governatrice di NY, democratica e formalmente sostenitrice di Mamdani, ha lasciato capire che bloccherà ogni tassa sui ricchi. La stampa sta facendo del suo meglio per aiutare a radicalizzare la figura di Mamdani, cercando di demonizzarlo.

Il primo nemico, e il primo limite di Mamdani, è lo stesso partito con cui ha vinto. Il Partito Democratico sarà il suo primo avversario. Burocrati municipali, sindaci, governatori, la leadership silenziosa del partito, eserciteranno una pressione enorme su Mamdani perché si limiti a fare il lavoro sporco per loro e cioè ripulire il volto sporco di fango del partito Democratico, detestatissimo, e glielo riconsegni ripulito senza toccare niente del rapporto tra le classi. Dai grandi finanziatori fino a Obama, tutti si stanno avventando sulla città per cercare di mettere alla nuova amministrazione il cappio al collo.

Mamdani dovrebbe rifiutare, e invece ha già iniziato a fare, incontri privati con questa gente. Più si avvicina agli Obama, Hochul, Schumer, Gaspard, Susman e più la sua curva sarà rapidamente discendente. Se vuole incontrarli, che lo faccia in pubblico e li sfidi apertamente come ha fatto con Cuomo.

Candidandosi con il partito democratico, Mamdani si è messo letteralmente nella tana delle tigri e deve dare una svolta alla sua traiettoria.
Oggi la campagna di Mamdani raccoglie più di 100.000 persone nella sola New York, dove i DSA hanno una base militante di qualche migliaio di attivisti. E' il nucleo potenziale di un nuovo partito.

Se Mamdani vuole avere qualche speranza di non doversi vergognare di essere socialista, come ha detto nel suo discorso, dovrebbe fare affidamento a questa base, mettere nella sua amministrazione soltanto gente dei DSA e proveniente dalla sua campagna e rifiutare qualunque compromissione con i falchi vestiti da colombe del partito democratico che da settimane, da quando hanno capito che Cuomo non aveva speranze, stanno tentando di infiltrarsi nella nuova guida di NYC per “normalizzare” l'evento.

La posta in gioco è molto alta. Se Mamdani proseguirà con la collaborazione con i Dem e con l'establishment che questi rappresentano, sarà spazzato via rapidamente. Se farà affidamento sulla sua campagna, sull'entusiasmo che ha generato, la possibilità di rompere per sempre al gabbia del bipolarismo negli USA si sarà finalmente aperta di nuovo.

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The Prizefighter
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Re: POLITICA ESTERA

Messaggio da The Prizefighter »

Trump ciarla di elezioni democratiche (le sue mai state), poi quando gli tornano in culo piange :sorridente:

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