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Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 06/12/2025, 9:15
da Tigermask
RollinThundr ha scritto: ↑05/12/2025, 23:51
Davvero gran bella serie.
Apprezzo tanto anche i finali di puntata, davvero difficile non buttare su subito l'episodio successivo. E questa cosa, me la sono gustata molto di più quando li vedevo live, due di fila e poi dovevi aspettare..figata.
Lem, davvero una morte peso, sia per come, sia perchè alla fine era evitabile, si sarebbe fatto la galera senza tradire nessuno.. scritta molto bene. "Sono venuto a salutare i miei amici" porca troia..mi ricordo ancora sta battuta..P E S O
Che poi bisogna sempre ricordare la grande intelligenza di Vic, se noti come riesce, tranne nel finale (dove viene fregato, ma in parte), a cavarsela in ogni situazione, ti rendi conto che non era uno che gli diceva "culo" per certe suo scelte, no, in poco tempo sapeva realizzare qualcosa per tirar fuori lui e altri dai guai.
Quando poi c'è il casino con Shane (per colpa della futura moglie), quest'ultimo ci prova a fare come Vic ma non ci riesce.
Che poi la ciliegina sulla torta rimane Ronnie, personaggio quasi secondario agli inizi (non ho idea della sceneggiatura che c'è dietro, ma se ci hai fatto caso nelle prime puntate sembra quasi un pesce fuor d'acqua, prima che gli creano l'occasione, di renderlo interessante quando gli fanno crescere la barba), verso la fine sembra destinato a diventare un Vic 2, ma è l'unico sbattuto in prigione.
Quando l'ho rivisto mi è sembrato assurdo che erano pochissimi episodi, me ne sembravano di più, seppur lunghi.
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 06/12/2025, 15:48
da SNM UOTC
Che monnezza Pluribus , arrivato alla sesta puntata.
se breaking bad era lentissimo all'inizio , sta serie è proprio ferma impalata e senza sbocchi.
Invece che farci una serie Vince poteva farci un episodio one shot alla Confini della realtà
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 06/12/2025, 16:45
da Inklings
Devo ancora guardare il sesto, per ora non mi sta dispiacendo, anche se non la trovo eccezionale.
Lo storytelling lento era ovvio che ci sarebbe stato fin dall’inizio e non é un problema se non per uno che si aspetta qualcosa di diverso da Gilligan.
Il mio problema principale è che
1) il concetto della mente-alveare è sfruttato troppo poco nelle sue possibilità, soprattutto dalla protagonista (che però è scritta come molto chiusa mentalmente e oppositiva, quindi la riluttanza a sfruttare al meglio quella situazione é comprensibile). Tipo, fammi vedere che ne è stato dell’intrattenimento, della produzione artistica mondiale, della scuola e del’istruzione, etc., qua per ora abbiamo visto davvero troppo poco rispetto a quanto si poteva dire.
2) alcuni comportamenti adottati da “Noi” sono davvero incomprensibili e completamente irrazionali (la liberazione degli animali in giro, la roba delle armi, l’assecondare praticamente qualsiasi dei 13), va bene che ci siano dei bias pure avendo tutte quelle menti collegate (anzi, ottimo che ci siano), ma non azioni così evidentemente imbecilli
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 06/12/2025, 17:21
da Corilo1
Ho visto con grande sorpresa che sta uscendo, in sordina, Spartacus: House of Ashur.
Per chi ha visto la serie originale con annesso spin off, parla di una realtà parallela in cui Ashur non è stato ucciso ma anzi, è riuscito a prendere il possesso del Ludus.
Non ho ancora visto nulla ma il primo episodio è disponibile gratuitamente su Prime Video.
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 07/12/2025, 13:00
da PaulSacz
Sto guardando Pluribus e... mi sento solo, proprio come Carol. Perché se il mondo intero urla al capolavoro, forse io e altri 12 siamo "immuni" a questo entusiasmo. Dopo il primo episodio bomba e il secondo di assestamento, la serie ha avuto un arresto cardiaco e, a tre puntante dal termine, praticamente non è successo NULLA.
La serie gira intorno sempre agli stessi concetti, reitera sempre le stesse gag (mamma mia, la gag della segreteria telefonica non era divertente già la seconda volta, alla quarta volevo piangere) e ne sappiamo tanto quanto ne sapevamo nelle prime due puntate. Ogni volta che sembra ci sia per esserci una svolta, la serie fa dietrfront e si ritorna al punto di partenza. Carol scopre una cosa terrificante? La puntata dopo ti dicono che è tutto ok e che lo sanno già tutti. Uno degli "altri" sta per confessare una cosa importantissima? No niente, la puntata finisce che l'intero piano di Carol non è servito a niente.
Ci sono almeno tre episodi nei quali reiterano sempre gli stessi concetti sulla natura degli "altri", che sono sinceri, che sono servizievoli, che non possono ferire né fisicamente né emotivamente. Era chiaro già nel secondo episodio, eppure ce lo ripetono per tre episodi che girano attorno al niente. Tutto sembrava propedeutico per la scoperta che fa Carol alla fine della quinta puntata, ma come detto in precedenza in realtà questa scoperta era una cosa risaputa e accettata dagli altri immuni come lei.
Poi ripenso a coloro che criticavano la prima stagione di Breaking Bad per la sua lentezza quando, in ordine sparso, in sette puntate Walter uccide due persone, sciogliendone una nell'acido, confessa alla famiglia del suo cancro, rifiuta i soldi dei suoi ex amici, passa dalla meth classica a quella blu, si scontra con Tuco per poi collaborare con lui. E sto solo parlando del protagonista, perché Breaking Bad è una serie corale e il paragone con Pluribus sarebbe ingiusto mettendo in mezzo altri personaggi, dato che in questa nuova serie targata Gilligan c'è un solo vero protagonista.
Poi per carità, Rhea Seehorn è bravissima (anche se a un certo punto le faccette stile Boris di lei perennemente infastidita dal comportamento degli altri diventano ridondanti) e a livello tecnico credo sia una delle migliori serie TV degli ultimi anni. Però, tecnica a parte, per adesso la vedo una serie vuota, con il ritmo talmente soporifero che mi sento come se stessi perdendo tempo. Fosse una serie di 25 episodi lo capirei pure, ma qua siamo quasi alla fine della serie (3 episodi alla fine per un totale di 9) e ancora non è successo niente se non nel primo episodio.
Ridatemi Lost e le serie da 20 episodi.
PS Spoiler:
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 07/12/2025, 14:48
da Adieu
Sulla piega presa ben presto da Pluribus ho delle grosse perplessità anche io, ma la montagna di gente che ha definito "lenta" la prima stagione di Breaking Bad (tipicamente gli stessi che skippano con ostentata fierezza l'episodio preziosissimo della mosca) s'andasse a rivedere in loop uno qualsiasi dei film videogame di Nolan o si desse direttamente ai videogame, che non si meritano né BB né BCS
Tornando a Pluribus, troppe falle di scrittura già dall'inizio fanno immaginare che non sarà il terzo capolavoro di Gilligan.
Tuttavia l'idea di partenza è talmente intrigante che è capace pure che quantomeno si risollevi. Magari no, magari sì.
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 07/12/2025, 17:09
da Inklings
John Cena
Rivelazione meh, nel senso che potenzialmente era tanta roba, ma viene gestita male e continua a confermare che sti Altri in fondo sono dei cazzo di babbei (dando fin troppo ragione a Carol a sto giro).
Il tizio della Mauritania che voleva farsi insegnare la sunset flip powerbomb (da Cena

) e riproduce le classiche partite di poker coi cattivi nei film, si conferma il migliore di tutti per distacco
Notevole la scena tra il tizio del Paraguay e la madre.
Nota negativa il fatto che continuino a mostrare pochissimo alcuni aspetti del nuovo mondo (dai cazzo, la fine che fanno arte e letteratura nelle “distopie” é una delle basi) e che le idiosincrasie degli Altri sono sempre più assurde.
Nota positiva il fatto che tra questo contrasto tra Carol e gli altri sopravvissuti, la posizione ambigua di quello della Mauritania e l’eremita del Paraguay forse stanno iniziando a dare un po’ più di coralità a sta serie.
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 07/12/2025, 20:19
da Adieu
Inklings ha scritto: ↑07/12/2025, 17:09
Nota negativa il fatto che continuino a mostrare pochissimo alcuni aspetti del nuovo mondo (dai cazzo, la fine che fanno arte e letteratura nelle “distopie” é una delle basi)
Sì che mancano alcuni pezzi all'appello riguardo a come funziona il mondo (a parte che vorrei capire se il virus alieno è finalizzato a sterminare, visto che si parla di morti ma ancora non si parla di procreazione, ma per questo c'è tempo), mentre giusto arti e letterature in questo specifico contesto di Pluribus sono piuttosto irrilevanti, non è la classica distopia alla Farehneit dove bruciano i libri o Orwell dove l'intera informazione è controllata e distorta e queste cose sono fondamentali ai fini della narrazione. Piuttosto sembra quasi, almeno per ora, una controversa e inquietante (per Carol e il tipo del Paraguay) pseudo-utopia che non ha (avuto) certo bisogno di inquinare quell'area di cui parli per imporsi.
I "Noi" inoltre sono efficienti a prescindere dalla produzione culturale che credo proprio non gli interessi: una mente unica, felice di default, che produce nuova cultura per sé stessa? Una volta che hanno gli strumenti tecnici per portare avanti il loro "progetto", che qualunque esso sia sembra molto pragmatico, non dovrebbero avere bisogno di altro.
Né d'altra parte esistono veti, per esempio potrebbero farlo, anzi farebbero cultura giusto per fare felici i 12 qualora loro lo richiedessero, visto che hanno integrati dentro di sé milioni di artisti vari, ma questo ancora una volta non è molto rilevante nel contesto.
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 07/12/2025, 20:55
da Inklings
Adieu ha scritto: ↑07/12/2025, 20:19
Sì che mancano molti pezzi all'appello riguardo a come funziona la mente alveare (a parte che vorrei capire se il virus alieno è finalizzato a sterminare, visto che si parla di morti ma ancora non si parla di procreazione, ma per questo c'è tempo), mentre giusto arti e letterature in questo specifico contesto di Pluribus sono piuttosto irrilevanti, non è la classica distopia alla Farehneit dove bruciano i libri o Orwell dove l'intera informazione è controllata e distorta ed è fondamentale saperlo. Piuttosto sembra quasi, almeno per ora, una controversa e inquietante (per Carol e il tipo del Paraguay) pseudo-utopia.
I "Noi" sono efficienti a prescindere dalla produzione culturale che credo proprio non gli interessi: una mente unica che produce nuova cultura per sé stessa? Forse potrebbero farlo giusto per fare felici i 12, ma questo non è molto rilevante. Una volta che hanno gli strumenti tecnici per portare avanti il loro "progetto", qualunque esso sia, non dovrebbero avere bisogno di altro
Il mondo di Pluribus in realtà ha alcune somiglianze con quello descritto da Huxley in “Mondo Nuovo” o quello di “Ritorno dall’Universo” di Lem, anche se le premesse e i dettagli sono completamente diverse.
La somiglianza è che si tratta di “società ideali”, mondi percepiti come utopici dalle persone che vivono al loro interno perché offrono agli esseri umani esattamente tutto quello che potrebbero volere e virtualmente non hanno alcun contrasto, conflitto o rivolta interna (se non per il protagonista che si trova in una condizione eccezionale di isolamento e rappresenta chiaramente il lettore/fruitore dell’opera, straniato e incapace di integrarsi nel paradiso distorto che gli viene offerto).
Qua Carol è come il selvaggio John di Brave New World, gli viene proposta la sirena di una vita priva di preoccupazioni e mancanze, un posto in una società efficiente e pienamente funzionale dove chiunque ha quello che vuole e non esiste sofferenza o paura della morte, ma lui rimane fermo e dichiara il suo “diritto ad essere infelice”.
La cosa interessante era che John fosse un amante di Shakespeare e della poesia, e che il culmine della sua “rivolta” arrivasse proprio dalla consapevolezza che il mondo di BNW è un mondo in cui non c’è più spazio per l’arte e la letteratura, non c’è più tensione alla bellezza perché la fonte di tutto questo risiede nel dolore, nel conflitto, nella diversità di prospettive ed esperienze individuali umane.
La società di Pluribus chiaramente non ha più bisogno di questo e probabilmente non più produrlo, perché l’individualità, la diversità di prospettive e il dolore sono stato eliminati e tutto quello che rimane è la progettualità e l’operatività dell’alveare che punta all’efficienza nel raggiungimento di obiettivi comuni e al funzionamento dell’umanità nel suo complesso.
Io da una come Carol, che ci é stata raccontata come scrittrice frustata e depressa perché costretta a scrivere merda commerciale invece di provare a fare un “vero romanzo”, mi aspetto che questa motivazione venga fuori e risulti uno dei motivi fondamentali di conflitto con il mondo operativo e “perfettamente funzionante”, ma freddo e privo di spirito creativo umano, degli Altri.
Invece in 6 episodi l’abbiamo vista contestare cazzate - nel grande schema delle cose, ovviamente il fastidio e disagio individuale è legittimo - tipo non fare la spesa “come vuole fare lei”, la gestione delle luci in città, etc., cose che se lei fosse una donna comune media (come forse il tipo del Paraguay) capirei di più, ma perla caratterizzazione che le hanno dato mboh, per ora lo vedo poco calzante.
A questo va aggiunto il fatto che più passano gli episodi più la mente collettiva degli Altri sembra piena di buchi e difetti di ragionamento e la loro società ideale tutt’altro che funzionale (con l’ultimo episodio in cui addirittura paiono destinati a estinguersi in 10 anni e vanno aiutati dagli 11 rincoglioniti, ma che é?), cosa che mi rende distrugge l’interesse nella contrapposizione perché a sto punto è come se mi avessi dato subito ragione a Carol delegittimando completamente l’altro punto di vista.
Vedremo come va, solo il tempo confermerà se si tratta di un vicolo cieco, se si raddrizzerà il tutto andando avanti o se ci sarà magari qualche plot twist che ci farà cambiare completamente prospettiva al tutto (es. in realtà è tutto un piano alieno per rendere innocui i terrestri e conquistarli. Cosa che mi farebbe cagare, ma vabbè).
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 07/12/2025, 21:55
da Adieu
Inklings ha scritto: ↑07/12/2025, 20:55
Il mondo di Pluribus in realtà ha alcune somiglianze con quello descritto da Huxley in “Mondo Nuovo” o quello di “Ritorno dall’Universo” di Lem, anche se le premesse e i dettagli sono completamente diverse.
La somiglianza è che si tratta di “società ideali”, mondi percepiti come utopici dalle persone che vivono al loro interno perché offrono agli esseri umani esattamente tutto quello che potrebbero volere e virtualmente non hanno alcun contrasto, conflitto o rivolta interna (se non per il protagonista che si trova in una condizione eccezionale di isolamento e rappresenta chiaramente il lettore/fruitore dell’opera, straniato e incapace di integrarsi nel paradiso distorto che gli viene offerto).
Qua Carol è come il selvaggio John di Brave New World, gli viene proposta la sirena di una vita priva di preoccupazioni e mancanze, un posto in una società efficiente e pienamente funzionale dove chiunque ha quello che vuole e non esiste sofferenza o paura della morte, ma lui rimane fermo e dichiara il suo “diritto ad essere infelice”.
La cosa interessante era che John fosse un amante di Shakespeare e della poesia, e che il culmine della sua “rivolta” arrivasse proprio dalla consapevolezza che il mondo di BNW è un mondo in cui non c’è più spazio per l’arte e la letteratura, non c’è più tensione alla bellezza perché la fonte di tutto questo risiede nel dolore, nel conflitto, nella diversità di prospettive ed esperienze individuali umane.
La società di Pluribus chiaramente non ha più bisogno di questo e probabilmente non più produrlo, perché l’individualità, la diversità di prospettive e il dolore sono stato eliminati e tutto quello che rimane è la progettualità e l’operatività dell’alveare che punta all’efficienza nel raggiungimento di obiettivi comuni e al funzionamento dell’umanità nel suo complesso.
Io da una come Carol, che ci é stata raccontata come scrittrice frustata e depressa perché costretta a scrivere merda commerciale invece di provare a fare un “vero romanzo”, mi aspetto che questa motivazione venga fuori e risulti uno dei motivi fondamentali di conflitto con il mondo operativo e “perfettamente funzionante”, ma freddo e privo di spirito creativo umano, degli Altri.
Invece in 6 episodi l’abbiamo vista contestare cazzate - nel grande schema delle cose, ovviamente il fastidio e disagio individuale è legittimo - tipo non fare la spesa “come vuole fare lei”, la gestione delle luci in città, etc., cose che se lei fosse una donna comune media (come forse il tipo del Paraguay) capirei di più, ma perla caratterizzazione che le hanno dato mboh, per ora lo vedo poco calzante.
A questo va aggiunto il fatto che più passano gli episodi più la mente collettiva degli Altri sembra piena di buchi e difetti di ragionamento e la loro società ideale tutt’altro che funzionale (con l’ultimo episodio in cui addirittura paiono destinati a estinguersi in 10 anni e vanno aiutati dagli 11 rincoglioniti, ma che é?), cosa che mi rende distrugge l’interesse nella contrapposizione perché a sto punto è come se mi avessi dato subito ragione a Carol delegittimando completamente l’altro punto di vista.
Vedremo come va, solo il tempo confermerà se si tratta di un vicolo cieco, se si raddrizzerà il tutto andando avanti o se ci sarà magari qualche plot twist che ci farà cambiare completamente prospettiva al tutto (es. in realtà è tutto un piano alieno per rendere innocui i terrestri e conquistarli. Cosa che mi farebbe cagare, ma vabbè).
No vabbè c'è una sfilza di cose che non vanno su cui non ho niente da obiettare, anzi. Posso solo sperare si risollevi come dicevo prima. Il discorso era riferito solo al "che fine fa la produzione culturale in una distopia è un concetto basico", per i motivi che ho detto giusto in Pluribus mi porrei settecento domande prima di questo. Cioè, ho afferrato quello che dici riguardo al ruolo dell'arte ma in questa specifica narrazione al momento lo vedo molto marginale. Carol vuole il ritorno dell'individualità solo per la sua importanza "in quanto tale", per ora
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 07/12/2025, 23:06
da Inklings
Sí, é chiaro il punto.
Però il fatto è che dopo sei episodi io non ho ancora capito cosa ci sarebbe di così importante da difendere nell’individualità per Carol.
“Individualità in quanto tale” non é una risposta, io per empatizzare davvero con lei ho bisogno di capire cosa conta per l’individuo Carol, ed a oggi per quello che abbiamo visto pare che la sua individualità sia andare a fare la spesa o i lavori di casa come ha sempre fatto. Cioè, esticazzi?
Se vuoi farmi vedere perché la tua libertà individuale è importante allora fammi vedere cosa ci faresti rispetto all’alternativa messa sul piatto dagli Altri e a cosa rinuncio davvero accettando il resto, altrimenti sono chiacchiere vuote.
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 08/12/2025, 4:51
da Adieu
Inklings ha scritto: ↑07/12/2025, 23:06
Però il fatto è che dopo sei episodi io non ho ancora capito cosa ci sarebbe di così importante da difendere nell’individualità per Carol.
Se vuoi farmi vedere perché la tua libertà individuale è importante allora fammi vedere cosa ci faresti
Un’altra strada poteva essere quella di far vedere Carol che prova a contattare qualche caro, amico, parente e far vedere che quella/e persona non esiste più e non si comporta più come quando era un individuo
Ma ti dirò, a me è arrivato abbastanza chiaro cosa è importante, e non trovo necessario "mostrarlo" perché sono concetti piuttosto ovvi che riguardano la nostra quotidianità: la libertà individuale (la scelta), la libertà di essere sé stessi (l'identità) e ancor più banalmente il diritto a esistere, prima ancora di ogni altra cosa o sfumatura, perché l'hive mind con la fusione è come se avesse ammazzato tutti.
Carol queste cose mi pare che le abbia dette proprio ad alta voce. Anzi, il suo "proibire" (con grande veemenza) ai Noi di parlare della compagna morta va esattamente in questa direzione, è la parte più esplicita in tal senso. Lei non sopporta, comprensibilmente, il fatto che la persona più cara (forse l'unica) sia stata ridotta a una "cartolina collettiva", un miscuglio di ricordi di dominio pubblico, piuttosto che una creatura con le sue specificità, che dovrebbero riguardare solo lei e Carol stessa. Almeno questo passaggio è poco slogan e molto sentito, secondo me, e rende la protagonista abbastanza tridimensionale.
Ma d'altra parte il suo motore primo è un altro. Riguardo al secondo passaggio che ho quotato... la cosa accade. Solo che anziché tra Carol e un suo caro amico o parente, il "confronto" avviene con gli altri individui rimasti tali, nella scena emblematica in aereo, dove glielo dice chiaramente: guarda che quello non è più tuo figlio, e questo è inaccettabile (eccetera). In sostanza, non sta manifestando rabbia per il suo lutto personale, che ormai si è messa alle spalle (salvo il voler proteggere almeno la "sua" memoria di Helen): sta manifestando piuttosto rabbia per questa trasformazione direi piuttosto autoritaristica di ogni individuo in un mappazzone dove nessuno "è" davvero, quindi è un lutto per gli esseri umani nella loro totalità.
Credo che la morte di Helen, oltre che per il motivo detto sopra, serva per amplificare il senso di solitudine di Carol (la prima sensazione che l'intro di Pluribus dovrebbe dare è proprio isolamento): la morte fisica è irreversibile, laddove se fosse stata ancora viva lei avrebbe potuto sperare di salvarla invertendo la fusione (a proposito, considerando il carattere di Carol, è chiaro che tutto avrebbe fatto tranne accettare Helen come compagna-hive mind, dinamica scelta dai fin troppo deprecabili esseri umani rimasti). Proprio tramite questo espediente si fa capire che Carol, per quanto la scrittura sia a tratti fiacchetta, quantomeno non si sta certo battendo per fini meramente personali.
Inoltre sembra che al di là della compagna deceduta lei sia veramente una persona molto sola, il fatto che non vengano menzionati parenti o amici forse è solo perché non ne ha (il che non è poi così impossibile, ne conosco di gente che va avanti solo a vita di coppia, se ne sbatte del resto, e i genitori, sempre se ancora ci parlano, a una certa muoiono).
Ora abbiamo pure visto il paraguaiano sfanculare la ormai finta-madre (tra l'altro anche secondo me splendida scena, e forse una delle poche di livello finora), ma non mi sembra il primo segnale di questo tipo. Poi in linea generale, tutto poteva essere gestito meglio, non ho dubbi
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 08/12/2025, 9:35
da Tigermask
Io ho sempre sperato che anni dopo sarebbe sbucata una sorta di mini-seguito per vedere che fine ha fatto Vic e molti di quel distretto.
Alla fine in SoA Chiklis ha veramente un piccolissimo cameo per chiudere la serie, per farci pensare che ha cambiato vita.
SoA è un'altra serie che vorrei rivedere a distanza di anni.
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 09/12/2025, 11:48
da Tigermask
Intanto, viste prime 2 puntate di Suits 6
Rimarco una cosa, il periodo della prigione, oltre a considerarlo un punto abbastanza basso, lo trovai anche piuttosto noioso.
Il personaggio di Frank Gallo doveva esser uno stimolo in più per lo spettatore, invece rimane una sorta di antagonista becero e poco incisivo, lontanissimo da tanti visti prima, il Forstman di Eric Roberts era molto più incisivo e carismatico di questo.
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Misfits
Riviste le prime due puntate e mi fa stranissimo, pensare che era una serie del 2009, anche altre, tra cui quella citata sopra, iniziò in quei periodi, ma non so perché Misfits lo consideravo molto più recente di questi.
Invece ben 16 anni dalla prima messa in onda.
Alcune cose le ricordavo meglio di altre, a distanza di anni soprattutto la puntata stile GTA.
Ma rimane divertente.
Ai tempi un feticismo esagerato , sopratutto per i più piccoli, per il personaggio di Nathan, simpatico sì ma manco troppo.
Alcuni del cast hanno cmq avuto una carriera, il Gilgun che arrivò dopo, che molti hanno bistrattato, a me piaceva, lo abbiamo visto in Preachers poi con altra Misfits (Ruth Negga) ed infine con una serie sua chiamata Brassics, ma ha continuato anche con film e altre serie.
Sheenan (con l'assurda idea di uscire dalla serie) in Umbrella Accademy anni dopo (mai vista ma so che merita)
Iwan Rheon non ne parliamo, forse quello con più risalto tra tutti, in particolare per il "Trono di Spade", o perfino nella parte di Mick Mars nel film dei Motley Crue
Nathan Stewart-Jarrett in particolare lo ricordo per l'altra belle serie, purtroppo cancellata, UTOPIA
antonia thomas vista anche in Good Doctor
Poi altri visti in ruoli più o meno noti, cito solo Nathalie Emmanuel, so anche lei nel Trono di Spade, ma apparsa anche in F&F.
Insomma, molti di questi si son fatti notare anche dopo, quindi il successo della serie, non era solo per la storia cmq originale, da un certo punto di vista, ma anche perché molti degli interpreti erano e sono validi attori.
L'unica cosa che avevo rimosso era l'accento di Lauren Socha, che anche tutt'ora, se non ci fossero i sottotitoli , non capirei mai.
Re: Ultima puntata di serie TV vista o rivista?
Inviato: 09/12/2025, 11:55
da Raionmaru
Tigermask ha scritto: ↑09/12/2025, 11:48
Misfits
Riviste le prime due puntate e mi fa stranissimo, pensare che era una serie del 2009, anche altre, tra cui quella citata sopra, iniziò in quei periodi, ma non so perché Misfits lo consideravo molto più recente di questi.
Invece ben 16 anni dalla prima messa in onda.
Alcune cose le ricordavo meglio di altre, a distanza di anni soprattutto la puntata stile GTA.
Ma rimane divertente.
Ai tempi un feticismo esagerato , sopratutto per i più piccoli, per il personaggio di Nathan, simpatico sì ma manco troppo.
Alcuni del cast hanno cmq avuto una carriera, il Gilgun che arrivò dopo, che molti hanno bistrattato, a me piaceva, lo abbiamo visto in Preachers poi con altra Misfits (Ruth Negga) ed infine con una serie sua chiamata Brassics, ma ha continuato anche con film e altre serie.
Sheenan (con l'assurda idea di uscire dalla serie) in Umbrella Accademy anni dopo (mai vista ma so che merita)
Iwan Rheon non ne parliamo, forse quello con più risalto tra tutti, in particolare per il "Trono di Spade", o perfino nella parte di Mick Mars nel film dei Motley Crue
Nathan Stewart-Jarrett in particolare lo ricordo per l'altra belle serie, purtroppo cancellata, UTOPIA
antonia thomas vista anche in Good Doctor
Poi altri visti in ruoli più o meno noti, cito solo Nathalie Emmanuel, so anche lei nel Trono di Spade, ma apparsa anche in F&F.
Insomma, molti di questi si son fatti notare anche dopo, quindi il successo della serie, non era solo per la storia cmq originale, da un certo punto di vista, ma anche perché molti degli interpreti erano e sono validi attori.
L'unica cosa che avevo rimosso era l'accento di Lauren Socha, che anche tutt'ora, se non ci fossero i sottotitoli , non capirei mai.
Quella che ha avuto più successo è stata
Hannah John-Kamen.. che è apparsa solo in 1 episodio.
