La cultura del *****

Il forum principale di Tuttowrestling: il posto giusto per discutere di wrestling (WWE, TNA e quant’altro) insieme agli altri appassionati.
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Misterraza
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La cultura del *****

Messaggio da Misterraza »

Mi piace il wrestling. No, non quello attuale che non guardo e di cui addirittura non so nulla. Ma mi piace il wrestling, soprattutto quello WWE.

L’ho capito dopo diverso tempo, forse anni, in cui il mio interesse era scemato perfino nei progetti di recupero che porto avanti. La colpa in gran parte era mia che avevo iniziato, consapevole del pericolo eppure incapace di eluderlo, ad approcciare tali progetti col piglio di chi cerca l’ago nel pagliaio.

Questo purtroppo deriva da tutta quella “cultura del *****” di cui è permeato il wrestling web e che alla fine, se ci sei dentro un minimo, un po' ti rimane addosso.

C’è qualcosa di profondamente sbagliato nelle liste dei migliori match, nella celebrazione a posteriore dei soli feud sopra la media e nell’elencazione condivisa di wrestler meritevoli da seguire/recuperare. C’è qualcosa di profondamente sbagliato nella certezza che si possa riassumere un prodotto in un best of tagliando ciò che si ritiene superfluo.

L’idea che il fine di uno show di wrestling sia il *****, intesa come eccellenza di messa in scena e racconto, è talmente forte da aver dato un frame di interpretazione a tutti i fan di wrestling avvicinatisi negli anni 2000: la cornice per giudicare il presente e il passato.

Il problema di questa cornice sta però nel suo limite: è applicabile solo laddove si incontrino prodotti che possano essere ridotti al ******. Ammesso ve ne siano.

Tutto il mainstream americano mira(va) a uno spettacolo che valga i soldi spesi e stimoli a spenderne altri. Il bello di recuperare l’Attitude, di seguire la WWE o anche una ECW fino al 1999, sta in un ecosistema di character che interagiscono tra loro. Ogni settimana e poi si arriva al PPV, portando avanti una serialità televisiva non dissimile da quella della network television americana.

Prima il chi, poi il cosa.


Uno degli esempi massimi di prima il chi, poi il cosa. E c’è gente che ancora non capisce perché altra gente lo vede come un serio candidato a miglior match di sempre.


La cultura del ***** lavora all’inverso, scomponendo a pezzi e perdendo il senso dell’unità nella ricerca del cosa migliore.

Senza andare agli americani, basta prendere questo forum: attorno al 2005/2006 ci si scambiava match su Megaupload, ci si consigliava incontri che tanto puoi apprezzare anche senza aver visto nulla, il topic delle GIF era uno dei più popolari del forum, manco match interi, highlights veri e propri. Questo andazzo è ovviamente proseguito nel tempo con i tornei, momento divulgativo dove però si divulgava a casaccio (meglio di niente, d'accordo) e con le varie liste.

Mi colpì molto l’utente Casper (assieme a gigetto per me la maggiore istituzione sul mondo jappo qui dentro, roba che se tutti fossero come loro si starebbe molto meglio) nel commentare l’AJPW dei Misawa e Co. Disse, in mezzo alle usuali magnificazioni di quella fed, una roba tipo “Sì, ma non avete mai visto gli show interi”. Che è rivoluzione copernicana, qualcuno che addirittura osava contestualizzare uno dei feticci per eccellenza della cultura del *****!

Fateci caso che nessuno qui dentro, e forse non solo, si è mai cagato i ME della NJPW e tutta la deriva giapponese dell’angle del nWo con Chono e Mutoh.
Immagine
John Belushi si mette in posa in una pausa di Animal House. Non so se il record tiene ancora, ma l'Observer che sto leggendo aggiornato al 2000 mi dice che è stato 7 volte headliner in show con oltre 60.000 persone e 10 volte in show con oltre 50.000, allora record assoluto. La cultura del ***** taglia un pò come capita


Se siete dei seguaci della scuola di Toronto, allora pensate che a darci il frame per incorniciare il mondo sia il modo in cui funzionano i media e non il loro contenuto. È quindi stata la rivoluzione informatica a portarci al *****. Prima le videocassette, con la possibilità di rivedere gli show, poi il web, Youtube, i match a pezzi e i link che giravano. In un colpo solo abbiamo potuto rivedere, binge-watchare, editare il wrestling, vedere il wrestling in una maniera che non c’azzeccava nulla con come quel wrestling era stato ideato e pensato per essere fruito.

Siccome il mercato e il progresso dettano la strada, la stessa WWE sul suo network offre migliaia di show frammentati segmento per segmento. Se cerchi un pezzo, lo ottieni. Ed è una comodità incredibile e allo stesso tempo, ironicamente, il modo peggiore di guardare uno show della WWE.

Uno degli elementi più odiosi della cultura del ***** è proprio l’assenza di coordinate. Conta il cosa, poco il chi, quasi nulla il dove, e stia alla larga il quando.

Meltzer, fonte fenomenale ed indubbiamente il simbolo della cultura del *****, in molti casi commentava nelle sue newsletter: Grande match, peccato che il pubblico non abbia seguito gli atleti.

Che è un concetto devastante che detta un intero modo di guardare il wrestling, perché separa quello che avviene sul quadrato da chi guarda e dalla loro impressione. Un concetto simile presuppone il wrestling come forma d’arte che esiste in sé e a sé da chi guarda.

Il limite di questo pensiero è che allora potremmo evitare di fare questo spettacolo davanti a un pubblico e trasmettere/vendere i filmati dei wrestler che fanno i matchoni tra loro in arene vuote.

Invece, se siete dalla corrente opposta, la reazione di chi guarda impatta sull’incontro perché determina l’azione del performer. Anzi, saper gestire il pubblico diviene skill primaria molto più importante di qualsiasi capacità di saper fare un suplex o anche di condurre un incontro.

Nel DVD Viva La Raza dedicato a Eddie Guerrero, Jericho introduce un incontro tra i due e si lamenta di come sia un ottima match e non se lo sia filato nessuno nell’arena. Ma lo è? Lo è davvero se fallisce nel catturare l’attenzione di chi guarda?
I motivi per cui la gente si caga un incontro sono tanti. Tra cui il chi, il come, il quando e il perché. Il cosa, come si vede, non è sempre centrale.

Mi piace il wrestling, soprattutto quello WWE. Ma non quello attuale, perché non mi interessavano i chi e trovavo inguardabile il cosa. L’ho già detto in passato, per me un match come John Cena vs AJ Styles è la morte di tutto ciò che cerco in uno spettacolo. Ma la gente è contenta, partono i This Is Awesome e quindi hanno ragione. Dieci anni prima, un fan WWE avrebbe intonato i cori Bullshit alla seconda trademark move di fila.

La cultura del ***** è perpetrata agli stessi wrestler che magari prima erano fan. Ci sta, uno che è cresciuto facendo fare i moonsault tripli alle action figure non dovrebbe pensare che un match figo si fa così? Se sa che la sua legacy passa dal numero di MOTY in una lista sul forum, non si sbatterà forse per fare match che soddisfino quei criteri. Se sa che i fan che supportano e pagano sono gli stessi che fanno quelle liste di MOTY, non si sbatterà per soddisfarli? La funzionalità a un racconto, a uno show, a un ecosistema non serve più.

In definitiva, mi piace il wrestling e mi piace pure parlarne. Ma non so di cosa stiamo parlando.
Ultima modifica di Misterraza il 16/10/2019, 10:23, modificato 1 volta in totale.



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Emperador Horace
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Re: La cultura del *****

Messaggio da Emperador Horace »

Troppa carne al fuoco.
Sul valore del coinvolgimento del pubblico sono sostanzialmente d'accordo (seguendo il wrestling dell'America Latina), ma se giustamente bocci/metti in dubbio quel match perché il pubblico non se lo fila, puoi allo stesso tempo attaccare Cena/Styles se invece l'empatia col pubblico la ottengono a discapito di altri parametri, e gli danno ciò che vuole? Cioè, il pubblico di Jericho/Eddie è genuino e quello degli smarkoni di oggi è manipolato sostanzialmente da se stesso (o da Meltzer se vogliamo incolossirci)?

Cmq approvo questo ennesimo attacco al joyblackismo, e le citazioni di quei minchioni di Ankie (la discussione con Casper sulla All Japan era tra loro, l'avevamo rievocata sul forum di Ankie ma più che altro per capire se lo avesse scritto l'austero Casper o gigietto), Karl e Lisergic (discussione con Greg sul valore di Rock/Hogan).

Ottimo tentativo di bookare il Forum, ma discussione troppo pregna. #tasselli, Mister, #tasselli.
Infatti il resto me lo tengo per quando la discussione entrerà nel vivo, io rompo giusto il ghiaccio.

Vabbe' dai, 'sticazzi. Ci sarebbe dal ragionare pure sul valore delle *****. Per me che cerco il "sopra le righe", il mask match tra La Parka e Cibernetico è uno dei pochi match a cui le darei. Eppure penso che sarei l'unico. Tempo fa Eric Mutter, che eppure mastica di lucha, non lo ritenne nemmeno degno di entrare tra i migliori 25 match di Triplemania. In una review letta sul web, e scritta da un niubbo, si lamentavano che in tutto l'incontro venivano eseguite 8 mosse :stupito:
Il chi, ovvero lo status se ho interpretato bene, in un mask match è fondamentale.

Cioè, capisco che si percepisca questa omologazione nel giudizio sul wrestling, ma dietro a ogni lista, dietro a ogni ricostruzione storica, dietro a ogni frase che non lascia spazio a repliche, si nasconde una visione diversa di apprezzamento del prodotto.
Spoiler:
che frase banale e fastidiosa che m'è venuta, la cancellerei anche perché neanche racchiude ciò che penso realmente, ma serve per fare discussione
Poi boh, basterebbe qualche precisazione in più nelle ricostruzione storiche. Ma sinceramente pretendere il completismo nel parlare di un'era o di un prodotto mi pare un'utopia (che ne so, se voglio recuperare la FMW mi concentro soprattutto su Hayabusa, Megumi Kudo, magari Onita e la Toyoda, Mike Awesome e Tanaka, sul resto ci passo meno tempo).

Mi ricorda un discorso di Enrico Ruggeri che già anni fa aveva dichiarato che non avrebbe più concepito un album come opera, ma solo come raccolta di singoli.
Anche Jovanotti aveva dichiarato qualcosa del genere.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da best4busine$$ »

Quoto solo che Ankie e' un minchione , per il resto ho solo capito che ***** non significa ***** :trollface:

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Emperador Horace
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Re: La cultura del *****

Messaggio da Emperador Horace »

Provando a sintetizzare e a divagare di meno, liste sì, perché sono un buon metodo per setacciare trovando poi la propria strada nel seguire un prodotto, ma non possono essere il fine nel seguire il wrestling.
Al massimo si può spostare l'attenzione dal match allo show intero, o alla serie di show interi, come fossero stagioni o minicicli.

Mi perplime la tesi secondo cui il pubblico vuole solo questo tipo di wrestling qui. Resto convinto che se si impegnassero a costruire personaggi veramente degni di attenzione, molta gente comincerebbe a fregarsene della bella lotta.
E il 50/50 ammazza l'interesse, va bene un po' di fluidità, ma serve uno status gerarchico.

Anche accogliendo la tesi che uno show di wrestling vada seguito nella sua interezza, trovo un esercizio quasi onanistico il completismo a distanza di anni.
Lo show intero ha una funzione di intrattenere il pubblico di quel giorno e di creare buzz e hype, ma se lo riguardi oggi che buzz può generare?
Anche l'esaltazione della scrittura di uno show di vent'anni fa mi sembra un esercizio "artistico" un po' fine a se stesso. Cioè, tutto giusto, ma se la strada può essere solo quella allora me ne sbatto e non recupero più un cazzo :occhiolino:

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Misterraza
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Re: La cultura del *****

Messaggio da Misterraza »

Ovvio che è troppa carne al fuoco, però se non buttavo tutto dentro si perdeva il filo di pensieri. A me non piace aprire topic, piace sempre intervenire a discussione iniziata, non potrei aprire un topic su ogni sfumatura del discorso. Ma quando mai qualcuno la inizia una discussione su ciò che mi interessa?

1. Cena vs Styles fa cagare a me, ma va bene perché son tutti contenti quelli che vi hanno investito tempo e soldi nel guardarlo. E in generale, non biasimo nessuno, ognuno segue come vuole. Mi interessa però il cambiamento di dinamiche in un prodotto, nella comunità che lo segue e l'interazione tra queste dimensioni.

2. Il completismo non può esserci in linea assoluta perché non sempre siamo contemporanei a ciò che vediamo: io ve lo dico, ci credo sul serio che il wrestling sia uno spettacolo live da vivere nel momento storico in cui viene prodotto. Ad esempio, per quanto possa apprezzarla e averla vista tutta, la mia visione dell'Attitude non è comparabile a quella di un americano che se l'è vista tutta live.

Posso recuperarmi l'intero pack su XWT del feud Sting vs Hogan e guardarmi tutto in un pomeriggio. Ma è un recupero bibliografico, non rende l'idea dei tempi e dello spazio live. Un match con un buld up di un anno, se ti fai un pack e lo guardi in un pomeriggio, non ha senso. Eppure hai visto tutto, il cosa è tutto lì.

E non solo non diamo peso a queste discrepanze quando giudichiamo, ma abbiamo anche preso a colpevolizzare tutto ciò che non riusciamo ad apprezzare e usufruire fuori dalle coordinate su cui noi ci muoviamo. Un match a ***** è estraibile dal suo contesto e ci riesce perché è un grande incontro, ma vai a capire perché The Sandman è un figo senza almeno contestualizzare.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Misterraza »

Emperador Horace ha scritto: 13/10/2019, 23:41 Provando a sintetizzare e a divagare di meno, liste sì, perché sono un buon metodo per setacciare trovando poi la propria strada nel seguire un prodotto, ma non possono essere il fine nel seguire il wrestling.
Al massimo si può spostare l'attenzione dal match allo show intero, o alla serie di show interi, come fossero stagioni o minicicli.

Mi perplime la tesi secondo cui il pubblico vuole solo questo tipo di wrestling qui. Resto convinto che se si impegnassero a costruire personaggi veramente degni di attenzione, molta gente comincerebbe a fregarsene della bella lotta.
E il 50/50 ammazza l'interesse, va bene un po' di fluidità, ma serve uno status gerarchico.

Anche accogliendo la tesi che uno show di wrestling vada seguito nella sua interezza, trovo un esercizio quasi onanistico il completismo a distanza di anni.
Lo show intero ha una funzione di intrattenere il pubblico di quel giorno e di creare buzz e hype, ma se lo riguardi oggi che buzz può generare?
Anche l'esaltazione della scrittura di uno show di vent'anni fa mi sembra un esercizio "artistico" un po' fine a se stesso. Cioè, tutto giusto, ma se la strada può essere solo quella allora me ne sbatto e non recupero più un cazzo :occhiolino:
Se stiamo solo alla WWE, la lamentela che non sanno costruire character c'era già nel 2005. L'avevamo capito già allora, eppure comunque si è creduto che il rinnovo WWE dovesse passare da un rinnovo dell'azione in ring. Se guardavi la WWE del 2007 e poi guardavi la TNA dall'altro lato, erano mondi a parte. Uno dei selling point della TNA nel web era proprio le mosse che non vedevi mai a Stamford.

Oh, io non so a chi è rivolta la WWE oggi, ma quella che ho mollato già si accontentava di avere a sé i wrestling fan che si segano sull'azione. Costruire character e scrivere storie è impegnativo, eh.

E comunque io non volevo fermarmi solo alla WWE, per quello ho citato quella battuta di Casper. Mi colpiva che qualcuno avesse azzardato contestualizzare i famosi ME dell'AJPW. E allo stesso tempo continua a stupirmi che in 15 anni qui dentro nessuno abbia mai parlato della NJPW se non per i junior. Evidentemente non si riempono abbastanza le liste con i pesi massimi della NJPW.

Sul completismo già ho detto: il problema è più di come ci approcciamo a guardare il passato (tramite gli strumenti del presente), ignorandone le coordinate. Se si fosse almeno consapevoli di questo, sarebbe già un passo avanti.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Emperador Horace »

La lamentela "delle mosse" esiste ancora, la TNA è diventata la New Japan o il prodotto giapponese in generale.

Dopo il 2005 però hai avuto Edge, ed effettivamente è l'ultimo che ricordo di un certo spessore.
Beh no dai, anche Miz, e in un certo senso le Bella Twins (sono molto migliorate).
Ah no, anche fasi di Orton e Cody Rhodes, che infatti quando erano personaggi ti facevano pure dimenticare quanto sono scarso uno e insipido l'altro.

Non contesto che il fan di oggi dà troppo risalto all'azione, ma se non costruiscono più lo status di nessuno che possono fare?
Cioè, il Goldberg del 2017 era...Goldberg. Come puoi esaltarti seriamente se il distruttore dei mondi lo interpreta un cinquantenne affaticato?
Fermo restando che quando hanno costruito Asuka come lui (ma con più azione in ring), qua giravano stronzate come quella per cui una streak ha senso solo per essere una legacy per chi la interrompe, che mi fa pensare che allora hai ragione nel dire che i fans si meritano 'sto prodotto insulso.

Certo è un po' comico che Casper abbia dato questa svolta alla tua visione del wrestling web, in un contesto in cui tentava di demolire l'inesistente gimmick di esperto di puroresu di Ankie. Una grande vittoria per l'An-Ho-Ka.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Saimas »

Emperador Horace ha scritto: 14/10/2019, 0:30
Fermo restando che quando hanno costruito Asuka come lui (ma con più azione in ring), qua giravano stronzate come quella per cui una streak ha senso solo per essere una legacy per chi la interrompe, che mi fa pensare che allora hai ragione nel dire che i fans si meritano 'sto prodotto insulso.
Intervengo solo su questo punto, che è una delle poche cose che ancora mi portano ad intavolare un discorso "serio", per quanto serio possa essere questa baracconata.

La Streak non ha senso solo per essere una legacy per chi la interrompe, ma deve ANCHE avere un senso per essere una legacy per chi la interrompe. Per un Brock Lesnar che ha sfruttato la Streak per essere lanciato nell'Olimpo dei Part-Timers a cui basta solo la presenza per reclamare una title-shot abbiamo un Kevin Nash che della Streak di Goldberg non se n'è fatto proprio nulla. E, anni dopo, una Charlotte che interrompe la Streak di Asuka, la quale è passata di colpo da imbattibile ad una che può essere battuta da chiunque. Dall'altra parte un Samoa Joe che perde l'imbattibilità in TNA contro Kurt Angle al primo match di quest'ultimo. Nel pro-wrestling degli ultimi vent'anni non ricordo "Legacy" reali ma solo Streak concluse per mano di lottatori già affermati, per pura paura o eccesso di conservatorismo o non so sinceramente perchè, ma rimanendo al recente continuo ad essere convinto che un Asuka che perde la Streak al suo ultimo match ad NXT avrebbe fatto bene sia a lei ma anche alla sua rivale (Ember Moon), sfruttando finalmente la Streak con una lottatrice emergente in un "territorio" dove si poteva rischiare. E non lo si è fatto nemmeno quella volta.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Emperador Horace »

Rimanendo nella discussione Casper vs Ankie sull'All Japan, gigietto si esprimeva così:

Non è che mi confondi con casper?
Io ero più dell'opinione che il midcarding, in quanto tale, fosse secondario

Quindi sostanzialmente dà ragione ad Ankie. I due pesi massimi dei jappominkia in disaccordo :sconsolato:

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Emperador Horace »

Se è per questo neanche WM30 e MITB 2011 hanno portato a chissà quali legacy, eppure state ancora a magnificarli.

Vi ricordavo più imperativi sulla questione streak.

Samoa Joe, Goldberg e Asuka c'hanno guadagnato, in status e visibilità, erano degli esordienti senza un background riconoscibile per il loro nuovo pubblico.sono stati per mesi o anni sotto i riflettori con un'idea semplice semplice.
Io non sono dell'idea che la streak serva a chi la interrompe, deve aiutare chi la compie (o anche a chi la subisce, Jerry Flynn o Mark Starr vengono ricordati più che altro per il numero di sconfitte contro Goldberg :D).
E Cab mi ha pure convinto che poi Joe il payoff lo ha avuto da Angle, e quindi che il cerchio intorno a quella streak si fosse chiuso.

Inoltre la WWE l'aveva pure costruita la storia per la legacy della streak di Taker, è stata il pubblico a non accettarla.
E per me ha fatto pure bene, ma lì dopo diventava difficile intervenire, in in mondo in cui nessuno ha uno status a parte 4-5 vecchiacci denominati Leggende.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da best4busine$$ »

Misterraza ha scritto: 13/10/2019, 23:41 credo sul serio che il wrestling sia uno spettacolo live da vivere nel momento storico in cui viene prodotto.
Su questo sono molto d'accordo . Guardarsi le cose a posteriori ha anche il suo fascino , per carita' , ma non si potra' mai avere la stessa percezione ed e' impossibile calarsi completamente nel contesto , poi succede che vedi giovini in internet sparare minchiate tipo che Dusty Rhodes era un midcarder , oppure dare giudizi insensati ai matches di Trish e Lita , senza capire l'importanza che hanno avuto le varie figure nelle loro epoche.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Misterraza »

Emperador Horace ha scritto: 14/10/2019, 0:30 La lamentela "delle mosse" esiste ancora, la TNA è diventata la New Japan o il prodotto giapponese in generale.

Dopo il 2005 però hai avuto Edge, ed effettivamente è l'ultimo che ricordo di un certo spessore.
Beh no dai, anche Miz, e in un certo senso le Bella Twins (sono molto migliorate).
Ah no, anche fasi di Orton e Cody Rhodes, che infatti quando erano personaggi ti facevano pure dimenticare quanto sono scarso uno e insipido l'altro.

Non contesto che il fan di oggi dà troppo risalto all'azione, ma se non costruiscono più lo status di nessuno che possono fare?
Cioè, il Goldberg del 2017 era...Goldberg. Come puoi esaltarti seriamente se il distruttore dei mondi lo interpreta un cinquantenne affaticato?
Fermo restando che quando hanno costruito Asuka come lui (ma con più azione in ring), qua giravano stronzate come quella per cui una streak ha senso solo per essere una legacy per chi la interrompe, che mi fa pensare che allora hai ragione nel dire che i fans si meritano 'sto prodotto insulso.

Certo è un po' comico che Casper abbia dato questa svolta alla tua visione del wrestling web, in un contesto in cui tentava di demolire l'inesistente gimmick di esperto di puroresu di Ankie. Una grande vittoria per l'An-Ho-Ka.
Ma ha senso che esista ancora tale lamentela? Rollins non fa più Falcon Arrow e 450° in match per il gusto di farle?

Però è facilmente rigirabile. Se il mercato ti chiede più MOTY e qualità nell'azione, perché mai sbattersi a investire nei character? Oh, io qui dentro ma anche sui forum U.S.A. sono anni che leggo sempre di "roster più talentuoso di sempre" ed è una valutazione che è fatta solo in funzione dei ***** che quel roster può garantire.

A me pare evidente che la WWE attorno alla fine degli anni 2000 - inizio anni 10 abbia deciso di riprendersi delle nicchie che aveva ignorato o messo in secondo piano per un intero decennio. Forse, ma sarebbe bello avere dei dati, si sono resi conto che è più facile e più redditizio accalappiare la IWC mondiale piuttosto che sbattersi per conquistare i casual di un singolo paese (gli U.S.A.). Guarda caso, ora fanno gli eventi per i casual arabi che basta propinargli le leggende di 20 anni fa e sono contenti.

In realtà non è che Casper (o chi per lui, mi state facendo salire il dubbio) mi abbia folgorato. Non entro nel merito della sua obbiezione, ma mi ha divertito il semplice fatto che sia stata avanzata tale obbiezione. Per la prima volta una visione d'insieme per un prodotto di cui nessuno parla mai come insieme ma solo come segmenti e al più serie di segmenti.

PS. Goldberg, ad esempio, è uno di quei nomi impronunciabili in una community online. Il suo seguito è inspiegabile da highlights e ricostruzioni parziali a posteriori. Ma vale per lui e tanti altri nomi che non si adattano alla cultura del *****.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Jeff Hardy 18 »

Stai facendo un enorme minestrone, partenod da presupposti errati per la maggior parte.
Dai per scontato che la WWE fino a 10 anni fa lavorasse per la "IWC", tieni conto che negli anni '60 la WWE era considerata quella con la TV e i personaggi buffi (cit. Lou Thesz) o che fosse spinta dai magazine ma poi in concreto se tu sei abituato al buon wrestling, tipo Memphis, ritrovi la merda (cit. Jim Cornette).

Dai per scontato che il wrestler debba coinvolgere, quando ci sono Xmila fattori per cui il pubblico può non essere coinvolto, e soprattutto tu wrestler impari che devi "ascoltare" il pubblico.

Dai per scontato che Meltzer parli di capriole sl ring.

Dai per scontato che alla IWC interessino solo le mossette. Cody Rhodes.

Etcetcetc

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Emperador Horace »

Ma dov'è che ha scritto che prima di 10 anni fa la WWE lavorava per la IWC? Ha scritto il contrario.
Negli anni '60 poi la vedo veramente difficile, ma voi citazionisti di Lou Thesz sembrate eludere i contesti dove rovesciare il nozionismo.

Senza contare che fino all'esplosione di ROH e affini, il prodotto IWC era l'ECW, non certo il nirvana del bel wrestling, e molte delle top indies successive si muovevano su quel solco lì(XPW, CZW, 3PW che non era top ma vabbe', ma pure TNA ed epigoni tipo l'NWA Shockwave). Tant'è che io, per intenti, consideto NXT in continuità con ECW on Sci-Fi.

Pure qua in Italia i poser e top indy guy erano tutti orientati sulla CZW di Zandig, o anche sull'IWA-MS.

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Re: La cultura del *****

Messaggio da Backbone Crusher »

Io ad oggi vedo più lamentele verso la mancanza di "spina dorsale" del prodotto WWE in generale, piuttosto che la ricerca forzata delle stellette nei match.
Non mi ricordo chi, poco tempo fa, su questo forum disse che uno dei motivi per cui la WWE non ha più appeal sugli appassionati è perché non sa più mettere in piedi niente di epico, come per l'appunto un Hogan-Rocky.
Ed è una cosa su cui mi trovo tremendamente d'accordo, conseguenza di una sempre più calante capacità di scrittura e una sempre più crescente necessità (da non ho ben capito quale meandro provenga) di fare swerve. Che, a fine giornata, alcuni saranno pure "belli" ma non hanno uno straccio di utilità per nessuno (streak, per l'appunto).

Non so quanto possa calzare nel discorso, ma mi viene in mente Lucha Underground, che da diversi utenti (me compreso) veniva lodata non tanto per i MOTY (che, a dirla tutta, ce ne saranno stati giusto un 4-5 in tutte le stagioni, a star larghi), ma per tutto l'organigramma di storie che c'era dietro.

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