Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

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Backbone Crusher
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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Backbone Crusher »

Geno ha scritto: 21/01/2022, 12:50 La Attitude fa cacare per la maggior parte eh
Ed è stato uno dei periodi più floridi in termini di creazione di superstar e momenti da ricordare.
Questo fa capire quanto non te ne fai niente di un roster di fenomeni, se poi il prodotto in generale stagna.
Michael Myers ha scritto: 21/01/2022, 11:56 Servirebbe semplicemente un ritorno di Vince Russo.
Oddio, non direi. Io ad oggi non affiderei mai i miei show ad un Russo, per svariati motivi.
Casomai, serve uno che, come lui ai tempi, sappia cosa può piacere al pubblico odierno e una programmazione più sul medio-lungo termine.



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Misterraza
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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Misterraza »

deadman3:16 ha scritto: 21/01/2022, 9:18 A proposito di segmenti di apertura efficaci.

Se non sbaglio, la puntata di Raw con il rating più alto (8.1) fu quella del 10 maggio 1999, che all'inizio, subito dopo un brevissimo match di antipasto tra Kane e Billy Gunn, vide un lungo segmento con il Corporate Ministry sullo stage ad annunciare i match della puntata e The Union con Vince (poco prima della rivelazione del Greater Power) sul ring.

A una certa compare il Commissioner Shawn Michaels in remoto a cambiare tutti i match per poi farsi pure vedere sul ring.
Quel segmento iniziale portò a far registrare numeri allucinanti nello show, con un match tra Patterson & Briscoe vs Mean Street Posse che fece 8.61 e il Main Event (The Undertaker, Triple H, Shane McMahon vs Stone Cold, The Rock, Vince McMahon) a fare 9.17.

Perché?
Beh, banalmente perché ogni match di quella puntata aveva uno scopo, addirittura un Paul Bearer vs Big Show, un motivo evidentemente in grado di coinvolgere gli spettatori per essere lì.
E quel segmento iniziale riuscì a vendere clamorosamente la puntata.
Anche perché non ci fu letteralmente nessun match da salvare, eppure la gente stette lì con i picchi elencati sopra e soprattutto per il Main Event.

Non so se tutto sto pippotto a qualche attinenza con quanto scritto da Misterazza, spero di sì.
Io non facevo riferimento a un promo specifico di Austin, era un modo di dire :EHEH

Comunque c'entra, c'entra. Perché quegli show avevano agganci interni, rimandi, sono inskippabili perché mentre entra il lowcarder di cui non ti frega nulla può scattare il segmento nel backstage col ME che invece è il centro dello show.

Sono click-baiting televisivo, ma funzionano. McMahon in una gabbia con Shamrock? Poi magari dura 30 secondi per interferenza. Austin vs The Rock? Dura 10 minuti e poi scatta il rissone. Sable le esce? Sì, ma al PPV.

Ma il punto è che sono show pensati per non farti cambiare canale e skippare. E qui mi ricollego al post di Dario, che mi sembra si muova in due direzioni.
  • Sono sbagliati i formati, sono vecchi, antiquati, troppo di tutto. Se ne facciamo un discorso di lunghezza e saturazione sono anche d'accordo, i TV show di 3 ore sono la morte e c'è troppo wrestling in giro.
  • E' sbagliato il concetto di show ripetuti nel tempo che non mirano all'eccellenza, perché ormai vogliamo solo il "meglio" e skippiamo il resto.
Sulla seconda, non penso che chi produca possa issare bandiera bianca semplicemente. La sfida è capire come rendere il tuo contenuto più appetibile e far skippare meno possibile il tuo show, mica ragionare già come se la barca è già in fondo al mare.

Che poi, ribadisco, tutto ciò può essere vero per il fan di wrestling, fuori da quella cerchia non lo sappiamo. Chiedetelo a chi si guarda NCIS da 20 anni se si è rotto il cazzo dello show di wrestling televisivo a fine giornata.
Ultima modifica di Misterraza il 20/02/2022, 11:28, modificato 2 volte in totale.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Misterraza »

L'Attitude non può piacere a tutti, ed è giusto così. La pretesa che una roba sia oggettivamente e criticamente eccellente per tutti è una cagata pazzesca.

Ma se ti piace una certa visione del wrestling, è un periodo bellissimo da rewatchare anche integralmente.

PS. La mia proposta non è il completismo, tutt'altro, ognuno si guarda ciò in cui ha interesse. Ma non penso che abbia senso cercare l'eccellenza del singolo episodio e il "meglio assoluto" in show che si ripetono ogni settimana e che semmai sono godibili per altri motivi.

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Misterraza
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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Misterraza »

Backbone Crusher ha scritto: 21/01/2022, 9:08 Per quanto la dichiarazione abbia un che di paraculo, se Punk avesse ragione, la domanda è: i casual non esistono più perché si sono naturalmente estinti o perché non lo sanno nemmeno loro cosa sia oggi un casual?
Cioè, a me fa quantomeno sorridere che la WWE, per attirare la gente su quello che dovrebbe essere il proprio futuro (NXT), ricorra a gimmick di 30 anni fa: l'italoamericano mafioso, le donne afroamericane ghetto style, l'universitario jobber "io so io e voi non siete un cazzo", tag giapponesi colorati supersimpa rincoglioniti e comedy.
Questo io intendo anche, quando parlo di prodotto vecchio. Al momento, l'unica gimmick veramente interessante è quella di Joe Gacy sull'inclusività, perché è attualissima ed ho pure trovato sensato proporla da heel. Un'eccezione che conferma la (loro) regola (e ho parlato di WWE, ma pure la AEW non è esente dal "vecchiume" di certe dinamiche).
Siamo davvero chiusi in un immodificabile loop, creato 30 anni fa, dal quale non è più possibile uscire e chi si ripeterà all'infinito? O sono loro che preferiscono dire che il casual è estinto, invece di ammettere che la fuori c'è un mondo di opportunità che loro stessi, in primis, non sanno sfruttare?
Punk e l'AEW hanno tutto l'interesse a dire che i casual non esistono, ma ce l'ha in generale chiunque si dovrebbe sforzare di cercare di catturare sta gente e sa che è difficilissimo.

Che poi, non è manco detto sia profittevole per alcuni. Prendi una WWE che va in tutto il mondo, forse ha costruito così tante nicchie, una in ogni paese, che può sopravvivere con una strategia di coda lunga attraverso contratti televisivi e il Network.

Io la domanda la rigirerei: i fan di oggi sono diventati tutti fan appena hanno sintonizzato il canale, così, de botto e senza senso?

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

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Poi lo spiegate voi alla wwe che è meglio guadagnare meno soldi ma proporre uno show che piace a voi

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Darth_Dario »

Misterraza ha scritto: 21/01/2022, 14:06 Io non facevo riferimento a un promo specifico di Austin, era un modo di dire :EHEH

Comunque centra, centra. Perché quegli show avevano agganci interni, rimandi, sono inskippabili perché mentre entra il lowcarder di cui non ti frega nulla può scattare il segmento nel backstage col ME che invece è il centro dello show.

Sono click-baiting televisivo, ma funzionano. McMahon in una gabbia con Shamrock? Poi magari dura 30 secondi per interferenza. Austin vs The Rock? Dura 10 minuti e poi scatta il rissone. Sable le esce? Sì, ma al PPV.

Ma il punto è che sono show pensati per non farti cambiare canale e skippare. E qui mi ricollego al post di Dario, che mi sembra si muova in due direzioni.
  • Sono sbagliati i formati, sono vecchi, antiquati, troppo di tutto. Se ne facciamo un discorso di lunghezza e saturazione sono anche d'accordo, i TV show di 3 ore sono la morte e c'è troppo wrestling in giro.
  • E' sbagliato il concetto di show ripetuti nel tempo che non mirano all'eccellenza, perché ormai vogliamo solo il "meglio" e skippiamo il resto.
Sulla seconda, non penso che chi produca possa issare bandiera bianca semplicemente. La sfida è capire come rendere il tuo contenuto più appetibile e far skippare meno possibile il tuo show, mica ragionare già come se la barca è già in fondo al mare.

Che poi, ribadisco, tutto ciò può essere vero per il fan di wrestling, fuori da quella cerchia non lo sappiamo. Chiedetelo a chi si guarda NCIS da 20 anni se si è rotto il cazzo dello show di wrestling televisivo a fine giornata.
Logica di venditore vs logica di compratore. A me poco interessa dire alla WWE come fare soldi, da persona che usufruisce del prodotto dico che semplicemente è impossibile mantenere alta la qualità con questo schema.

Non chiedo a nessuno di cambiare, anzi, semplicemente lo so e mi adeguo, e invitavo gli altri a fare ugualmente.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da PuroIndyLove »

Il meglio dell'Attitude si ebbe con Chris Kreski a capo del booking team, ancora oggi considerato uno dei loro migliori writer di sempre.

Anche se pare che non ne fosse proprio lui a capo.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Austin 3_16 »

Darth_Dario ha scritto: 20/01/2022, 16:43 Sull'onda lunga delle recenti/continue discussioni sulle scelte discutibili operate di settimana in settimana da WWE e AEW, porgo una considerazione non richiesta da nessuno.

Un mio cavallo di battaglia da anni è che gli show di Wrestling settimanali sono una cosa vecchia, una maledizione scagliata dal passato che impesta terribilmente le menti di chiunque vuole proporre Wrestling. Tutti inseguono una chimera, quella manciata d'anni (a conti fatti, pochissimi) in cui effettivamente aveva senso guardare settimana per settimana, per tutta una serie di motivi che però trascendono la disciplina in se per se.

Eh si, il Wrestling è in TV da gli anni 50, ok. Ma l'idea che ogni show debba raccontare qualcosa ogni volta è recente, e non ha senso. Per quanto ci piaccia parlarne e farci furiose e soddisfacenti seghe sui perché e i per come di molte storie, il Wrestling è un mezzo narrativo limitatissimo che per forza di cose è costretto a reggersi su pochissimi strumenti che ha a disposizone. Quanti modi ti puoi inventare per mettere contro due persone a fare "a botte" sul ring? Può cambiare la miccia (cintura, rivalità sportive, intrighi affettivi, pulmini scassati, shampoo rubati) ma poi sempre lì si finisce. I segmentoni fatti bene per scarsezza naturale sono pochi, come si può pretendere di rendere ogni show ben fatto o con qualcosa da ricordare? Quale altra forma d'intrattenimento nel mondo pretende di andare avanti tutto l'anno, senza pause, senza stanchezza, avendo sempre qualcosa da dire?

Alcune cose saranno peggio di altre ma, alla fine della fiera, di qualsiasi storia, ci ricorderemo sempre dei momenti, niente è mai "alto" per tutta la sua durata.

I nostri amici della Lucha sul forum c'hanno probabilmente visto lungo da anni: tengono d'occhio tutti gli show ma recuperano a spezzatino, quello che gli interessa, non hanno nessuna pretesa di guardare show "perfetti" per ogni singola cosa.

Sta a noi mollare, capire cosa ci piace e ba, la vita va avanti. Sono tonnellate di ore di prodotto, è un attimo che si fa indigestione e poi si diventa intolleranti a tutto.

Ora possiamo tutti tornare a maledire Punk e a sbuffare per il 20549milionesimo match tra Usos e New Day.
Non sono d'accordo. Nel senso che è il tipo di prodotto che si va a proporre che delinea poi l'epicità degli show. Certo, la settimana in cui andrà in onda l'episodio filler è fisiologica, ma stiamo parlando, almeno per quanto riguarda la WWE, del nulla cosmico e per di più volutamente. Sono anni che mi chiedo se al wrestling potrebbe essere applicato il metodo Stanislavskij nel raccontare i personaggi e le storyline, anche nel mainstream. Non occorre scendere in un campo che a Stamford non vogliono più calcare per ovvi motivi economici, ma si potrebbe lavorare di più su degli aspetti che aiuterebbero alla coerenza delle narrazioni. Le idee per costruire show che non si trascinino stancamente dei bravi scrittori le hanno sempre. La differenza la fa la volontà di ottenere il massimo col minimo sforzo, ma è voluto. Non necessario.

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Darth_Dario
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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Darth_Dario »

Austin 3_16 ha scritto: 21/01/2022, 16:40 Non sono d'accordo. Nel senso che è il tipo di prodotto che si va a proporre che delinea poi l'epicità degli show. Certo, la settimana in cui andrà in onda l'episodio filler è fisiologica, ma stiamo parlando, almeno per quanto riguarda la WWE, del nulla cosmico e per di più volutamente. Sono anni che mi chiedo se al wrestling potrebbe essere applicato il metodo Stanislavskij nel raccontare i personaggi e le storyline, anche nel mainstream. Non occorre scendere in un campo che a Stamford non vogliono più calcare per ovvi motivi economici, ma si potrebbe lavorare di più su degli aspetti che aiuterebbero alla coerenza delle narrazioni. Le idee per costruire show che non si trascinino stancamente dei bravi scrittori le hanno sempre. La differenza la fa la volontà di ottenere il massimo col minimo sforzo, ma è voluto. Non necessario.
Lungi da me difendere la WWE che non seguo assiduamente da, bho, mai. Però ecco, sono ragionevolmente sicuro che molte delle discussioni che leggo oggi ci sarebbero state pari pari nel 1999.

"Ma lol, Foley vince il titolo così a cazzo di cane, per di più solo perché aiutato da Austin? Merita di meglio. Per non parlare della roba orribile di D'Lo Brown e Terri Runnels!"

Anche il troppo di cose buone da nausea.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Austin 3_16 »

[*]
Darth_Dario ha scritto: 21/01/2022, 19:14 Lungi da me difendere la WWE che non seguo assiduamente da, bho, mai. Però ecco, sono ragionevolmente sicuro che molte delle discussioni che leggo oggi ci sarebbero state pari pari nel 1999.

"Ma lol, Foley vince il titolo così a cazzo di cane, per di più solo perché aiutato da Austin? Merita di meglio. Per non parlare della roba orribile di D'Lo Brown e Terri Runnels!"

Anche il troppo di cose buone da nausea.
Nel 99 la società rompeva meno le palle di oggi in generale. Chi critica poi ci sarà sempre, il punto è che se vuoi proporre qualcosa di più maturo puoi farlo anche se mainstream e senza il bisogno di sfociare nel sangue (c'è chi pensa che sangue = TV14 perciò qualità) o in soli racconti impegnati. La verità è che non vogliono perché con due cazzate riempiono le tasche per ora. Tra qualche anno ne riparleremo.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

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PuroIndyLove ha scritto: 21/01/2022, 16:07 Il meglio dell'Attitude si ebbe con Chris Kreski a capo del booking team, ancora oggi considerato uno dei loro migliori writer di sempre.

Anche se pare che non ne fosse proprio lui a capo.
Fu fortunato a sfruttare il lavoro di Russo che di fatto gli lasciò tutto a grandi linee i personaggi(tanto che poi la storia che russo lasciò i piani fino a primavera 2000 per me era abbastanza veritiera) per sfruttarli.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Daddy Troy »

Geno ha scritto: 21/01/2022, 12:50 La Attitude fa cacare per la maggior parte eh
.:what:.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Darth_Dario »

Daddy Troy ha scritto: 21/01/2022, 19:43 Fu fortunato a sfruttare il lavoro di Russo che di fatto gli lasciò tutto a grandi linee i personaggi(tanto che poi la storia che russo lasciò i piani fino a primavera 2000 per me era abbastanza veritiera) per sfruttarli.
Come ha fatto a lasciare i piani fino al 2000 se ha mollato prima che arrivassero i Radicalz, si rompesse Austin, si rompesse 'Taker e si ritirasse Mick Foley? .:what:.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Daddy Troy »

Darth_Dario ha scritto: 21/01/2022, 19:46 Come ha fatto a lasciare i piani fino al 2000 se ha mollato prima che arrivassero i Radicalz, si rompesse Austin, si rompesse 'Taker e si ritirasse Mick Foley? .:what:.

I piani a grandi linee erano quelli e la sensazione,vedendo la qualità post WM, degli show mi sembra abbastanza coincidere con le dichiarazioni di Russo.

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Re: Don't hate the playa, hate the game (ovvero come ho smesso di preoccuparmi e ho imparato ad amare il Wrestling)

Messaggio da Saimas »

Geno ha scritto: 21/01/2022, 12:50 La Attitude fa cacare per la maggior parte eh
Applausi. Vi sfido a vedere uno show per intero.

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