I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Tutto quello che non riguarda wrestling, sport, calcio, tv/cinema o videogiochi... il forum Mondo è il posto per parlare di politica, musica, gossip, arte o quanto altro vi possa venire in mente!
Rispondi
Avatar utente
Inklings
Messaggi: 5255
Iscritto il: 20/01/2016, 12:54
Città: No ai messaggi privati
Has thanked: 853 times
Been thanked: 1156 times

I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Inklings »

Provo a far partire questo concept in un mio periodo di rinnovato interesse per le letture saggistiche. L’idea è far partire questo progetto a inizio anno e ogni settimana presentare brevemente un saggio che ho avuto modo di leggere in questi anni e che ritengo presenti delle idee significative (anche se in alcuni casi in contrasto con le mie) e meritevoli di lettura. Cercherò di variare le tematiche per quanto possibile (solitamente leggo filosofia, biologia evoluzionistica e scienze cognitive, ma ci infilerò sicuramente qualcos’altro) e di prediligere letture più divulgative. Spero possa essere anche uno spunti per discussione e che altri si sentano liberi di inserire proprie letture saggistiche (ad esempio di storia o letteratura).
Non so quanto può attecchire una roba del genere sul forum di wrestling, ma se non altro è una buona occasione per flexare il proprio intelletto :almostlaughing:

Fine settimana parto col botto :love:

EDIT: Metto sotto spoiler un indice, così uno interessato a qualcosa non deve stare a smattare dietro i wallpost :ooops:
Spoiler:
1) C. Darwin - L'Origine delle Specie (+ J. Coyne - Perchè l'evoluzione è vera) ---> biologia evoluzionistica
2) J. Lovelock - Gaia. Nuove idee sull'ecologia ---> ecologia
3) R. Hazen - Breve storia della Terra ---> geologia e mineralogia
4) O. Sacks - L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello ---> neurologia
5) R. Dawkins - Il gene egoista ---> genetica ed etologia
6) M. O' Connell - Essere un macchina ---> transumanesimo
7) G. H. Mead - Mente, Sè e Società ---> psicologia sociale
8) M. Corballis - Dalla mano alla bocca ---> evoluzione del linguaggio
9) W. Rahula - L'insegnamento del Buddha ---> buddhismo
10) G. Rizzolatti e C. Sinigaglia - So quel che fai ---> neuroni specchio
11) D. Quammen - Spillover ---> zoonosi e pandemie
12) D. Hofstadter - Godel, Escher e Bach: un'Eterna Ghirlanda Brillante ---> matematica e logica
13) P. Godfrey-Smith - Altre Menti. Il polpo, il mare e l'origine della coscienza ---> polpi e filosofia della mente
14) C. Koch - La ricerca della coscienza. Una prospettiva neurobiologica ---> neurobiologia della coscienza
15) S. Mancuso e A. Viola - Verde Brillante. Sensibilità e intelligenza nelle piante ---> botanica e neurobiologia vegetale
16) S. J. Gould - La vita meravigliosa. I fossili di Burgess Shale e la natura della storia ---> paleontologia
17) R. Carson - Primavera silenziosa ---> pesticidi
18) + 19) A. Turing - Intelligenza Meccanica + J. Von Neumann - Computer e Cervello ---> algoritmi, informatica e IA
20) Erwin Schrodinger - Che cos'è la vita ---> fisica
21) E. Mayr - L'unicità della biologia ---> biologia
22) A. Damasio - Il sé viene alla mente ---> neuroscienze
23) M. Sheldrake - L'ordine nascosto ---> micologia
24) M. Csíkszentmihályi - Flow. Psicologia dell'esperienza ottimale ---> psicologia
25) D. Martinelli - Quando la musica è bestiale per davvero ---> zoosemiotica e zoomusicologia
Ultima modifica di Inklings il 15/06/2023, 12:17, modificato 4 volte in totale.



Avatar utente
Inklings
Messaggi: 5255
Iscritto il: 20/01/2016, 12:54
Città: No ai messaggi privati
Has thanked: 853 times
Been thanked: 1156 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Inklings »

Anzi, parto subito che il primo saggio è corposo e il prossimo weekend sarò via e ubriaco :angel;
Perdonate la prolissità, prometto che sarà l'ultima volta :pliz:


1/52

Immagine

Questo testo non avrebbe bisogno di presentazione, ma io gli dedicherò comunque il post (probabilmente) più lungo di questo topic. E il motivo è che lo ritengo uno dei testi più fondamentali della storia umana. Uno dei più importanti filosofi contemporanei, Dan Dennett (di cui presenterò un saggio più avanti) è arrivato a definire la selezione naturale come "la migliore idea di sempre". Non penso sia troppo lontano dal vero.

Eviterò di parlare in esteso del contesto storico-filosofico in cui si origina l'opera del naturalista britannico, è un tema interessantissimo ma servirebbero interi libri per trattarlo per bene (per chi fosse interessato consiglio i testi di Telmo Pievani, oppure La Mente di Darwin di A. Parravicini). Metto giusto due info storico-concettuali sotto spoiler per chi volesse un approfondimento in più:
Spoiler:
Con la rivoluzione scientifica del Seicento, la visione platonica-aristotelica di un universo strutturato da forme apriori metafisiche e retto da fini andò in frantumi e il movimento dei corpi, da divenire regolato da cause metafisiche e fini preordinati, fu ricondotto all’interazione di leggi e forze cieche e spiegabile in termini di formule matematiche e cause efficienti. Tuttavia, se anche era stata possibile l’esclusione delle cause finali e delle forme metafisiche dalla fisica e dalla meccanica, lo stesso non si poteva dire per gli studi sulla materia organica. La visione della natura vivente, anche dopo la rivoluzione scientifica dell’epoca moderna, rimaneva quella di un cosmo ordinato dalla volontà di un Dio creatore, un progettista buono il quale si affidava per la formazione di ogni singolo organismo ad un numero limitato di forme fisse e immutabili. Gli animali sono così adattati ai loro ambienti e dotati di fini e funzioni derivanti dalle intenzioni della Mente divina, mentre al tempo stesso sono disposti in una gerarchia di complessità crescente, o “catena dell’essere”, il cui vertice era ovviamente rappresentato dall’uomo.

La visione fissista e creazionista della Natura come Disegno o Progetto rimasero predominanti fino all’opera di Charles Darwin, trovando le proprie formalizzazioni più alte da una parte nell’opera del naturalista Linneo, il quale nel suo Systema Naturae (1731) diede origine alle moderne forme di classificazioni delle specie viventi su base morfologica e le organizzò in un’unica gerarchia di gruppi, dall’altra nell’opera Natural Theology (1802) di William Paley (su cui si formerà nei suoi anni di studio anche un giovane Darwin), in cui trovano piena formulazione gli argomenti a favore del disegno. All’interno di questa tradizione non mancavano esempi di pensatori “eretici” che contestarono almeno alcuni o molti degli aspetti di questa immagine, come ad esempio i naturalisti Georges Buffon e Jean-Baptiste Lamarck, il geologo Charles Lyell ed altri, senza i quali lo stesso Darwin non avrebbe mai potuto concepire le idee rivoluzionarie che avrebbero dato origine alla biologia moderna.
Ma al tempo stesso, Darwin costituisce uno spartiacque senza precedenti.

La grandezza di Darwin, il motivo per cui il suo lavoro costituisce una rivoluzione della storia del pensiero, risiede nell’aver spalancato «i cancelli del giardino della vita», per usare un’espressione del filosofo John Dewey, ossia nell’aver esteso la mentalità scientifica seicentesca (il postulato dell’oggettività della Natura) anche al regno dei fenomeni biologici.Con Darwin la vita può iniziare ad essere considerata un oggetto di studio spiegabile facendo riferimento a processi causali e meccanici: anche il fatto sconcertante che gli organismi, a differenza degli oggetti della fisica e della chimica, si rivolgano all’ambiente in comportamenti finalizzati al raggiungimento di certi obbiettivi, poteva essere ora affrontato senza riferirsi alla provvidenza di un progettatore amorevole.
In che cosa consiste dunque la teoria dell’evoluzione di Darwin? Secondo il biologo e filosofo evoluzionista Ernst Mayr (un altro grande intellettuale di cui presenterò un saggio in futuro), la teoria darwiniana sarebbe in realtà il compendio di cinque teorie più semplici.

1) Innanzitutto, Darwin argomentava a favore dell’evoluzione come fatto in sé, ossia l’idea della realtà naturale come un mondo in continua trasformazione e non legato a forme fisse ed eterne. L'osservazione che gli organismi evolvano nel tempo era già stata presentata da molti pensatori nel corso della storia, da Empedocle a Lamarck, anche se in modalità e forme molto diverse, ma Darwin è il primo a fornire un’argomentazione convincente e persuasiva di tale fatto. Gran parte dei capitoli dell'Origine è dedicata a questo "lungo ragionamento", con prove raccolte nel corso di decenni e provenienti da moltissime discipline (biogeografia, embriologia, paleontologia, studi che oggi chiameremmo "etologia", etc.).
2) Questa evoluzione – termine utilizzato soltanto una volta nell’Origine, visto il suo significato letterale di “svolgimento”, che dava adito a considerare tale fenomeno come un progresso deciso da principio – era concepita nei termini di una discendenza da un antenato comune. Evoluzione, per Darwin, significa discendenza con modificazione. Il mondo degli organismi viventi è rappresentato da un grande albero in cui i singoli individui si trovano sulle ramificazioni, o diversi percorsi evolutivi, come discendenti di una forma intermedia, un antenato comune che possedeva alcune delle caratteristiche delle specie dai lui derivate.
3) La moltiplicazione delle specie andava spiegata nei termini dei processi di ramificazione dell’albero della vita: da un antenato comune appartenente ad una specie possono originarsi più rami che, andando incontro a destini diversi – variazioni morfologiche e funzionali particolari che possono essere utili nell’ambiente precedente o in un nuovo – daranno vita a nuovi individui diversi dai precedenti; se questo processo di divergenza continua nel tempo gli organismi si modificano considerevolmente rispetto ai propri antenati, diventando varietà incipienti e nuove specie.
4) La quarta teoria è comunemente detta gradualismo filetico, ossia l’idea per cui i processi evolutivi possano procedere solo a piccoli passi, cioè attraverso una successione ed accumulo di variazioni minime da una generazione alla successiva. La produzione e moltiplicazione delle specie è un lento processo che ha richiesto un enorme quantità di tempo, così come la formazione delle strutture complesse delle specie naturali come gli occhi, le ali e i polmoni.
5) Infine, arriviamo all’ultima, e indiscutibilmente più importante, teoria del corpus darwiniano, ossia il principio della selezione naturale. Questo principio costituisce il fondamento stesso della prospettiva evolutiva darwiniana e dell’intera biologia moderna, perché rappresenta uno dei meccanismi in grado di spiegare l’evoluzione della vita verso forme complesse, strutture altamente ordinate e adattamenti agli ambienti.

Sebbene l’argomentazione di Mayr ponga le cinque sotto-teorie di Darwin come reciprocamente indipendenti e in linea di principio dissociabili, risulta subito evidente leggendo l’Origine come il principio della selezione naturale costituisca tanto lo scheletro in grado di sostenere l’argomentazione delle altre, quanto il fil rouge che le lega assieme in un sistema ordinato e coerente. La selezione naturale è un meccanismo che dà forma ai processi evolutivi, che ne giustifica il lento procedere graduale, che in ultima analisi definisce la storia della vita nella struttura ramificata da cui hanno potuto moltiplicarsi e costituirsi tutte le specie. Non si tratta in verità di un principio eccessivamente complesso ma esso è gravido di conseguenze fondamentali per i sistemi biologici, così come per la nostra concezione della natura e di noi stessi.

Darwin dedusse (sarebbe meglio dire "abdusse" ma sticazzi) tale principio osservando che gli organismi e gli ambienti possedevano una serie di caratteristiche la cui presenza determinava, come propria conseguenza logica, il fatto che solo alcuni individui possano sopravvivere e riprodursi:

a) la lotta per l’esistenza che caratterizza tutti gli ecosistemi,
b) le variazioni individuali all’interno delle popolazioni,
c) la possibilità di ereditarietà delle suddette variazioni per i discendenti (tutti concetti che richiederebbero tot libri ciascuno ma evitiamo).

In sintesi, nella lotta per l’esistenza sono i singoli dettagli a fare la differenza. La grande variazione di cui è pieno il mondo naturale costituisce infatti un elemento di discrimine fondamentale per la sopravvivenza: un muscolo leggermente più forte, un occhio più acuto o un comportamento più flessibile possono fare la differenza in una situazione di vita o morte, facendo pendere l’ago della bilancia verso gli individui con tratti più adatti per le sfide poste da un ambiente e scartando quelli più deboli (cioè con tratti meno compatibili). Questo perchè le variazioni non sono necessariamente destinate a morire con l’individuo, ma attraverso la riproduzione possono essere trasmesse (per leggi che al tempo di Darwin restavano sconosciute, visto che Mendel doveva ancora venire e il DNA sarebbe stato scoperto quasi un secolo dopo) ai nascituri e accumularsi con altre variazioni che compariranno nelle generazioni successive; in un periodo di tempo estremamente lungo – oggi si ritiene che le prime forme di vita unicellulare siano comparse più di 3,5 miliardi di anni fa – l’ammasso di variazioni singole può dare origine a cospicui cambiamenti nelle forme e nelle strutture dei viventi, così come a capacità, tratti e comportamenti estremamente adatti a rispondere alle sfide ambientali e, in definitiva, agli organismi e alle specie che compongono l’attuale biodiversità, così come quelli che hanno abitato tutti i rami e le biforcazioni dell’albero della vita.

Si tratta di un vero e proprio cambio di paradigma! In un mondo fisso, costruito a partire da una serie di forme predefinite, per un naturalista l’importante era capire le essenze alla base dei singoli individui, la catalogazione e classificazione al di là delle differenze (deviazioni) individuali. Ma in un mondo in evoluzione, dove le specie si trasformano poco alla volta attraverso il cambiamento e accumulo di singoli tratti e in costante competizione per ottenere il proprio posto nell’ambiente, la variazione individuale diventa l’aspetto più importante. Il singolo individuo, da prodotto di uno stampo, passa a diventare un potenziale di variazione, una fonte di cambiamento, addirittura un possibile nuovo inizio nella storia evolutiva. Per comprendere il mondo dei viventi è necessario tracciarne l’evoluzione, ma fare questo significa costruire una genealogia ramificata delle singole differenze (variazioni) che hanno permesso la nascita e il costituirsi delle specie viventi: il vero protagonista della storia non è la forma, la categoria o l’essenza, ma il singolo individuo con le sue differenze uniche e portatrici di cambiamento.

Darwin utilizzò il concetto di selezione in analogia all’attività degli allevatori e coltivatori, i quali in ogni generazione scelgono gli elementi più dotati per farli riprodurre e ottenere dei discendenti validi e forti (e nel farlo danno origine “inconsciamente”, dopo molte generazione, a varietà completamente nuove): un procedimento affine doveva avvenire nella natura, spiegando così come mai gli organismi fossero così adattati agli ambienti in cui vivevano, fossero dotati di strutture così complesse e distinti in specie. La differenza fondamentale tra i due processi consiste, ovviamente, nel fatto che non vi siano selezionatori in natura, ma che il vaglio degli organismi e delle specie risulti in un procedimento meccanico e statistico a partire dalle condizioni di partenza che ho esposto.

Questo elemento è la vera innovazione del pensiero darwiniano, o come lo ha definito Dennett in un testo fondamentale per la filosofia della biologia, la vera «idea pericolosa di Darwin». La selezione naturale è “pericolosa” per il pensiero teleologico e per tutti coloro che rimangono attaccati ad una visione della natura come progetto, disegno, armonia e svolgimento necessario, e ai fenomeni biologici e tutto ciò che loro concerne – tra cui le menti e le esperienze degli organismi, la cultura, il linguaggio e molto altro – come qualcosa che non possa essere spiegato senza il riferimento ad una supervisione intelligente. Al contrario, Dennett identifica addirittura la selezione naturale come un algoritmo, nel senso di una sequenza di fasi che, dato un insieme di istruzioni e dati iniziali, dà «la garanzia – logica – che, quando lo si fa “girare”, vale a dire funzionare, produce sempre un certo tipo di risultato». Le caratteristiche fondamentali degli algoritmi sono che essi risultano indipendenti dal sostrato che li realizza, non necessitano di una mente che li guidi e che possono essere realizzati – e dar vita ad attività estremamente complesse – attraverso una successione di passi minimi e semplicissimi (come quelle mutazioni genetiche puntiformi che, quando portano un aumento per la fitness, si accumulano nella successione delle generazioni). La particolarità dell’algoritmo evolutivo è che esso non è insignito di uno scopo specifico da realizzare pur essendo tenuto a produrre necessariamente un esito.

Se le variazioni ereditarie e la lotta per l’esistenza non sono coordinate, se i loro rispettivi procedere sono reciprocamente indifferenti, cosicché le variazioni non avvengono per rispondere a problemi specifici dell’ambiente o produrre effetti determinati né gli ambienti cambiano e pongono nuove condizioni di sopravvivenza per far variare ed evolvere gli esseri viventi, vedere i processi evolutivi con la lente del pensiero teleologico – con un fine ultimo che connetta e leghi questi processi indipendenti per realizzare un ordine prestabilito – perde di significato. Non tanto perché si sia dimostrato che non vi sia un fine ultimo e un ordine deciso da principio a guidare l’evoluzione (una tale dimostrazione è impossibile da un punto di vista scientifico perché la scienza si costituisce proprio come un’eliminazione preliminare del concetto di “fine” nella ricerca sulla natura in quanto non esplicativo, un “rinunciare a capire”), ma perché Darwin ha mostrato come essa possa essere compresa nei termini di processi aventi una propria logica, un proprio funzionamento e delle conseguenze verificabili a partire da un insieme di fatti e principi semplici totalmente naturali. Non c’è bisogno di “qualcuno” o “qualcosa” che muova o voglia muovere la natura verso l’evoluzione, poiché date le condizioni di cui abbiamo discusso, essa si muove “da sé” – come un automa – trasformandosi in conseguenza della selezione naturale e di una serie di altri meccanismi naturali. Se le condizioni di cui ho trattato sono vere, questo movimento non ha nulla a che fare con una costruzione a partire da un progetto iniziale e verso una meta specifica, ma è più simile ad un lento incedere cieco per prove ed errori.

La logica che porta al successo di determinate specie o individui può essere vista solo a posteriori, ricostruendo l’insieme delle condizioni intrecciate che ha permesso l’emergere di un determinato esito evolutivo, un risultato spesso imprevedibile date le condizioni iniziali. Al tempo stesso ciò non significa che l’evoluzione sia un processo casuale, o che i prodotti di questi processi meccanici avvengano “a caso”. Al contrario, la selezione naturale è precisamente un filtro che delinea e ordina il caso in direzioni specifiche. Essa è “alimentata dal caso”, nel senso che può solo agire a partire dalle variazioni accidentali che di volta in volta si presentano nelle varie popolazioni, conservando ed accumulando quelle positive poco alla volta, lasciando passare quelle neutrali e scartando quelle svantaggiose. La selezione non può decidere il proprio materiale, né le condizioni in cui tali variazioni si manifesteranno: l’unica certezza è che l’interazione tra queste variabili produrrà degli esiti specifici in termini di sopravvivenza, riproduzione e, nel lungo termine, trasformazione irreversibile delle forme di vita, e che questi esiti – gli organismi e le loro caratteristiche – avranno delle ragioni retroattive, cioè comprensibili ad avvenimento già compiuto e una volta ricostruitene le cause, le condizioni e le interazioni.

Le ragioni e le cause non sono dunque inscritte in un disegno programmato o nel “destino della materia”, ma sono avvenimenti storici influenzati e determinati costantemente dal proprio, contingente, passato e dalle situazioni particolari del presente. L’evoluzione non avviene per produrre organismi complesso, né tantomeno noi umani e le nostre menti. Nondimeno, tutte le forma di vita esistono per via dell’evoluzione, ossia attraverso una serie lunghissima di passi e variazioni impercettibili accumulatosi in miliardi di anni di trasformazione, in cui ogni fase è stato il frutto dell’incontro tra novità accidentali e necessità specifiche. Se qualcuno di questi passi fosse stato diverso, se fossero comparse variazioni diverse in un punto qualsiasi di questo percorso, gli avvenimenti successivi sarebbero stati differenti e noi non saremmo qui. Come afferma il paleontologo Stephen J. Gould (altro autore del futuro di questo topic), se riavvolgessimo il “film della vita” per farlo ripartire daccapo, la storia degli organismi sarebbe completamente diversa. Ma il film in cui recitiamo la nostra parte, unico e irripetibile per via delle innumerevoli contingenze che hanno costellato la sua produzione, non è tuttavia privo di logica; pertanto, per capire la scena in cui ci troviamo è necessario avere una visione e una comprensione della storia che l’ha preceduta, in particolare gli eventi e le transizioni più importanti che hanno contribuito ad indirizzarla sui binari che sta percorrendo.

Insomma, perché è importante leggere l'Origine delle Specie? Perché Darwin ci ha fornito una cornice e una logica scientifica attraverso cui poter comprendere tutti i fenomeni riguardanti i viventi (comprese le nostre menti) come prodotti contingenti di un insieme di processi storici, trasformazioni organiche e cambiamenti ecologici privati di una dimensione finalistica a priori. E questo è un cambio di prospettiva fondamentale non soltanto per la biologia come disciplina, ma per qualsiasi comprensione di noi stessi tanto come individui quanto come specie.

Si tratta di un'opera monumentale, scritta in un linguaggio comprensibilissimo e con alcuni capitoli (come quello sull'istinto) di straordinaria sagacia e ricchezza descrittiva. Io consiglierei di leggerlo tutto, ma sarebbe sufficiente già solo la lettura dei primi capitoli fino alla descrizione della selezione naturale e l'ultimo, vero capolavoro di sintesi (anche perché molti capitoli trattano dell'accumulo di prove a favore della teoria e risposta alle obiezioni).
Spoiler:
Nota a margine: nonostante il titolo, il testo non tratta propriamente il problema dell'origine delle specie, anche perché Darwin riteneva quest'ultimo un semplice termine raccoglitore, non un categoria reale della natura (!). Una posizione criticata da biologi successivi come il già citato Mayr, che invece sviluppa una teoria molto interessante (e abbastanza condivisa) sulla realtà delle specie e la loro importanza nella sstoria evolutiva.
Scusate il mattone, ma Darwin è una sorta di eroe intellettuale per me e penso non se ne parli mai abbastanza :godimento:
Ci rivediamo il 7 o l'8, ciao.

Avatar utente
Hohesc
Messaggi: 355
Iscritto il: 13/01/2015, 20:09
Città: Forlì
Località: Arrivederci
Has thanked: 89 times
Been thanked: 21 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Hohesc »

Wow Ink, se dovessi mantenere questa passione e questa eloquenza per ogni saggio, seguirò sicuramente! Già mi hai messo una scimmia notevole di leggere questo classico, che purtroppo mi manca :blink:

Purtroppo ho una memoria estremamente più fallata e tendo a ricordare solamente concetti isolati se non prendo appunti, ma vedrò di rinfrescarmela per contribuire di quando in quando :bravo:

Avatar utente
Inklings
Messaggi: 5255
Iscritto il: 20/01/2016, 12:54
Città: No ai messaggi privati
Has thanked: 853 times
Been thanked: 1156 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Inklings »

Passione sicuramente, eloquenza spero un po' di meno altrimenti implodo a metà anno :/
Diciamo che qui c'era l'occasione giusta: testo fondamentale + contesto concettuale ricco + studio personale molto approfondito. Avevo pensato anche di aggiungere bibliografia, ma poi diventava veramente un macello, quindi rimarrà una cosa per chi volesse approfondire, nel caso. In altri casi sarà una cosa molto più "casareccia" e a braccio, contando che molti dei testi che presenterò esulano il mio campo di studi e li ho affrontati da autodidatta (quindi possibile anche che scriva alcune castronate e che venga giustamente corretto).

Se vuoi contribuire ne sarei contento, più siamo meglio è. :)
Ovviamente nelle modalità che preferisci, può essere anche immagine di libro + concetto telegrafico.

Avatar utente
Hard Is Ono
Messaggi: 3064
Iscritto il: 10/01/2018, 20:04
Has thanked: 115 times
Been thanked: 419 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Hard Is Ono »

E questo ha persino avuto il coraggio di sbuffare davanti alle ipotesi di Tolkien e dei dramas. .:smile6:.
Mo' conto i caratteri e per il primo post del topic sui dramas mi sforzerò di esagerare ancora di più.

Un tl:dr avrebbe aiutato, almeno me, perché magari l'idea è pure carina e può rimpiazzare il vuoto lasciato dall'assenza di topic come quello di Ankie che sorteggiava (S-O-R-T-E-G-G-I-A-V-A) annate da commentare, ma così è tremendo.

E la prosa da tesi di laurea in filosofia.

The horror! The horror!

Avatar utente
Inklings
Messaggi: 5255
Iscritto il: 20/01/2016, 12:54
Città: No ai messaggi privati
Has thanked: 853 times
Been thanked: 1156 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Inklings »

Hard Is Ono ha scritto: 27/12/2022, 12:55 E questo ha persino avuto il coraggio di sbuffare davanti alle ipotesi di Tolkien e dei dramas. .:smile6:.
Mo' conto i caratteri e per il primo post del topic sui dramas mi sforzerò di esagerare ancora di più.

Un tl:dr avrebbe aiutato, almeno me, perché magari l'idea è pure carina e può rimpiazzare il vuoto lasciato dall'assenza di topic come quello di Ankie che sorteggiava (S-O-R-T-E-G-G-I-A-V-A) annate da commentare, ma così è tremendo.

E la prosa da tesi di laurea in filosofia.

The horror! The horror!
Ma infatti l’ho scritto pure io che è un mattone e me ne sono scusato in anticipo :trollface:
Ci sta che non venga letto eh, semplicemente sintetizzare più di così risultava castrante (ed è già parecchio sintetizzato rispetto alla fonte originaria, ci sarebbero molte più cose essenziali da dire).
Poi ci devo pure prendere la mano e i prossimi saranno decisamente più stringati, ho iniziato sperando che la gente si coinvolga in futuro (soprattutto discutendo e portando robe che non conosco). Poi se non ci sarà risposta dell’utenza chiaramente lascerò lì.

Quella su Tolkien era una boutade, quando ero adolescente ero talmente preso da leggere pure i suoi saggi sul medioevo, figurati se non parteciperei con i giusti stimoli :boh:
Sui K-Drama non so un cazzo e quel poco che ho provato a guardare mi ha fatto cagare, ma de gustibus :boh1:

Avatar utente
Hard Is Ono
Messaggi: 3064
Iscritto il: 10/01/2018, 20:04
Has thanked: 115 times
Been thanked: 419 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Hard Is Ono »

Un wall of text come questo per me è inavvicinabile, ma voglio premiare lo sforzo e mi limiterò a fare una top&flop.

Top
1) Da qualche parte mi sembra di aver letto che una delle conseguenze è l'aver portato la dimensione storica nelle scienze naturali. Il che mi sembra condivisibile. Ma potrei aver letto troppo tra le righe.
2) I teaser sui testi successivi sono una buona idea.
3) Citare Gould è ok, ma non è roba da oltre il terzo posto. Questo stava pure sui Simpson.

Flop
1) Inizia il paragrafo dicendo
Eviterò di parlare in esteso del contesto
Segue spoilerone da 3018 battute sul contesto.

2) La prosa filosofica, i periodi che iniziano con sebbene.
3) Citare Dewey è sempre un punto in meno.

Avatar utente
Inklings
Messaggi: 5255
Iscritto il: 20/01/2016, 12:54
Città: No ai messaggi privati
Has thanked: 853 times
Been thanked: 1156 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Inklings »

Innanzitutto ti ringrazio per esserti preso la briga di aver letto il mattone, cosa non scontata.
Poi anche del commento e delle critiche, visto che una delle speranze del topic era instaurare un dialogo, cerco di rispondere un po' ai punti
Hard Is Ono ha scritto: 27/12/2022, 13:39
1) Da qualche parte mi sembra di aver letto che una delle conseguenze è l'aver portato la dimensione storica nelle scienze naturali. Il che mi sembra condivisibile. Ma potrei aver letto troppo tra le righe.
Sì e no.
Nel senso che non è propriamente Darwin a portare la dimensione storica nelle scienze naturali, lui stesso infatti rimane profondamente colpito dall'opera del suo maestro Charles Lyell, I principi di geologia, che porta con sé sul Beagle e lo colpiscono profondamente proprio perché i fenomeni geologici vengono considerati come prodotti di una storia antichissima e profonda. Se vogliamo, qualche decennio prima il buon Kant e poi Laplace avevano anche abbozzato una trattazione dei fenomeni astronomici in senso storico (una sorta di "evoluzione cosmica"). Quindi i tempi per parlare di dimensione storica nella biologia erano maturi, anche se certamente Darwin è stato un apripista notevole.
Più che altro è proprio la sua considerazione della storia ad essere particolarissima rispetto alla tradizione di pensiero a lui precedente. La storia dell'evoluzione non è semplicemente uno svolgimento, ma un processo senza mete prestabilite, in cui un grande spazio è riservato al "potere causale" del singolo evento. Che è qualcosa di rivoluzionario anche considerando gli standard della spiegazione scientifica "normale", in cui viene attribuito un grande valore alla ripetibilità dei fenomeni. Nell'evoluzione sembra invece che si possono individuare tendenze (trend), ma difficilmente passaggi obbligati o leggi alla stregua di quelle presenti in fisica e chimica. Spesso si vede come gli organismi potevano evolvere in un altro modo, ma i percorsi sono comunque comprensibili a posteriori perchè consistono (non sempre, ma spesso) in trasformazioni graduali aventi una propria "logica" interna (quella selettiva).
Quindi non tanto la storicità in sé, ma una storicità contingente, a metà strada tra il caso e la necessità. E comunque una storia priva di finalità, esiti o possibilità definite a priori, prima che gli organismi si sviluppino e interagiscano tra loro e con gli ambienti.
2) I teaser sui testi successivi sono una buona idea.
Non li ancora decisi tutti (giusto una metà credo), anche per lasciarmi aperto a quello che leggerò in questi mesi.
Poi se il topic prende bene e le persone iniziano ad usarlo per le loro robe sicuramente mi farò da parte.
3) Citare Gould è ok, ma non è roba da oltre il terzo posto. Questo stava pure sui Simpson.
Quella parodia mi fa sempre spaccare :party:

1) Inizia il paragrafo dicendo
Segue spoilerone da 3018 battute sul contesto.
Colgo l'ironia e capisco l'obiezione, ma lo spoiler voleva essere appunto un approfondimento per chi fosse interessato. Il resto poteva essere letto senza quello, che è lungo sì, ma relativamente: rispetto a tutto quello che ci sarebbe stato da dire alla fine son giusto due info senza particolari pretese.
2) La prosa filosofica, i periodi che iniziano con sebbene.
Hai perfettamente ragione.
Il fatto è che parte di sto wallpost l'ho ripresa da varie robe scritte negli anni per contesti più filosofici. Un po' l'ho limata cercando di renderla più adatta al contesto, un po' ieri sera mi sono stancato a una certa e l'ho lasciata così. Stamattina rileggendola ho avuto il tuo stesso fastidio ma ormai c'era già un commento, quindi me ne sono fregato e non ho editato. Quindi sì, capisco perfettamente che risulti poco digeribile e la gente non lo legga, ci sta.
Detto questo, io comunque ho sempre apprezzato molto il pluralismo nello scrivere e nell'esprimere le proprie opinioni, quando ho aperto questo topic l'ho fatto sperando che più utenti potessero venire a presentare le proprie robe usando gli stili che più gli aggradano, siano minimalisti, barocchi o che so io, poi ognuno scelga cosa leggere. Probabilmente lo riscriverei in modo diverso il mio post e cercherei di farlo meno "filosofico", ma alla fine va bene pure così, l'importante era partire
3) Citare Dewey è sempre un punto in meno.
Ci sta :trollface:
No, seriamente, penso sia normale che il Dewey politico e pedagogo possa stare sui coglioni (anche a me a dire il vero), ma c'è da dire che il Dewey epistemologo e filosofo della scienza è tra i migliori di sempre. La cit. viene da un breve articolo intitolato The influence of Darwinism on Philosophy, che è una piccola gemma di commento al pensiero darwiniano e introduce alcuni dei temi fondamentali che verranno poi esposti nel suo capolavoro sul naturalismo, Esperienza e Natura.

Avatar utente
Hellcome
Messaggi: 1445
Iscritto il: 03/05/2022, 22:43
Città: Milano
Has thanked: 191 times
Been thanked: 262 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Hellcome »

Da biologo, complimenti per l'idea e la voglia.
Non interverrò, perchè non voglio parlare di "temi lavorativi" fuori dal lavoro, ma still sempre figo spargere il verbo.


P.S.: lavoro letteralmente davanti a dove decidono il premio Nobel per la medicina, due/tre settimane fa c'era Paabo per la solita lezione post-Nobel. Immagino ti sarebbe piaciuto, io l'ho skippata malissimo perchè sono una bestia di Satana.

Avatar utente
Inklings
Messaggi: 5255
Iscritto il: 20/01/2016, 12:54
Città: No ai messaggi privati
Has thanked: 853 times
Been thanked: 1156 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Inklings »

Hellcome ha scritto: 27/12/2022, 19:24 Da biologo, complimenti per l'idea e la voglia.
Non interverrò, perchè non voglio parlare di "temi lavorativi" fuori dal lavoro, ma still sempre figo spargere il verbo.


P.S.: lavoro letteralmente davanti a dove decidono il premio Nobel per la medicina, due/tre settimane fa c'era Paabo per la solita lezione post-Nobel. Immagino ti sarebbe piaciuto, io l'ho skippata malissimo perchè sono una bestia di Satana.
Grazie, ovviamente nel caso probabile dicessi qualche cavolata correggimi. Dovrei sempre più o meno andare sul divulgativo senza andare mai sul troppo tecnico (anche perché non ne sarei mai in grado), ma non si sa mai :ammiccante:

Paabo :love:
Minchia, complimenti per il lavoro :boh:
Di cosa ti occupi, se posso?

P.s.: Dopo essere riuscito a partecipare a un convegno sull’etologia a Cassino recentemente mi ero preso bene e avevo anche una mezza idea di provare ad andare alla “scuola” di paleoantropologia che si terrà a Perugia tra due mesi, ma il lavoro non me lo consentirà, ovviamente :facepalm2:

Avatar utente
Hellcome
Messaggi: 1445
Iscritto il: 03/05/2022, 22:43
Città: Milano
Has thanked: 191 times
Been thanked: 262 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Hellcome »

Inklings ha scritto: 27/12/2022, 19:49 Grazie, ovviamente nel caso probabile dicessi qualche cavolata correggimi. Dovrei sempre più o meno andare sul divulgativo senza andare mai sul troppo tecnico (anche perché non ne sarei mai in grado), ma non si sa mai :ammiccante:

Paabo :love:
Minchia, complimenti per il lavoro :boh:
Di cosa ti occupi, se posso?

P.s.: Dopo essere riuscito a partecipare a un convegno sull’etologia a Cassino recentemente mi ero preso bene e avevo anche una mezza idea di provare ad andare alla “scuola” di paleoantropologia che si terrà a Perugia tra due mesi, ma il lavoro non me lo consentirà, ovviamente :facepalm2:
Troppa sindrome dell'impostore per correggere, spiace :mustache:

Sto per iniziare un dottorato al Karolinska Institutet, mi occupo principalmente di R&D di antibiotici con focus su S. pneumoniae come target principale. Sono uno da microbiologia, neuro e patologia, "purtroppo" roba tipo evoluzionistica e affini mi annoia abbastanza (per quanto sicuramente sia estremamente affascinante).

Avatar utente
Colt877
Messaggi: 2628
Iscritto il: 16/03/2018, 11:29
Has thanked: 349 times
Been thanked: 603 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Colt877 »

Premetto che il campo trattato non è certamente di mia competenza quindi, con buona probabilità, mi servirò di questo topic più che altro come approfondimento di discipline che non conosco a dovere da silenzioso lettore.

Per questo primo post però mi sento di fare un po' di commenti di carattere generale:
1) Sposo quanto detto da Hard is Ono sul wall-post. A confronto di questo i miei sono una breve pausa per riprendere fiato. :stupito:
Battute a parte, a me è piaciuto e per non saperne quasi niente l'ho trovato comunque comprensibile, cosa che non guasta. Sullo stile adoperato si può apprezzare o meno, a me piace, però alla fine son gusti e non si potrà mai piacere a tutti.

2) Hard is Ono non criticare lo spoiler di approfondimento; non solo l'ho trovato molto interessante, ma mi ha dato anche l'idea di fare il gioco delle scatole cinesi con i wall-post. Quando si dice unire l'utile al dilettevole. :ammiccante:

Venendo un po' più al serio:

3) Ho apprezzato il flash forward su autori e opere che verranno trattati successivamente. Arricchisce il contesto e, soprattutto, permetterà di organizzare delle vere e proprie serie di letture per chi fosse interessato ad approfondire solo determinate tematiche.

4)Mi è piaciuto l'inserimento nello spoiler dei nomi di altri studiosi che hanno permesso la formazione dell'humus su cui si sono poi sviluppate le teorie rivoluzionarie di Darwin. A tutti i livelli spesso si tende sempre ad esaltare il genio, che resta tale, ci mancherebbe, come se, di punto in bianco, un giorno si fosse svegliato con la sua idea rivoluzionaria. E tanta gente che si è fatta il mazzo non si prende neanche una menzione schifosa. Qui almeno la menzione schifosa non gliel'ha tolta nessuno. :party:

5) Che è la cosa più importante: da qualche parte in libreria dovrei avere l'origine delle specie e mi hai messo la curiosità di colmare una mia lacuna e di leggerlo, quindi io direi missione compiuta.

Avatar utente
Inklings
Messaggi: 5255
Iscritto il: 20/01/2016, 12:54
Città: No ai messaggi privati
Has thanked: 853 times
Been thanked: 1156 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Inklings »

Grazie dei consigli e dell'apprezzamento :beer:

Sto finendo di preparare la bozza per il secondo (che metterò il 6, credo) che sarà
a) più breve (diciamo un "wallpostino" :angel; )
b) un testo più recente e un po' più "pop"
c) con contenuti più vicini a problematiche contemporanee

Tema: ecologia

Se intanto volete mettere roba vostra fate pure eh, è un topic per tutti i bibliofili :love:

Avatar utente
Inklings
Messaggi: 5255
Iscritto il: 20/01/2016, 12:54
Città: No ai messaggi privati
Has thanked: 853 times
Been thanked: 1156 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da Inklings »

Vedendo che il tema ha suscitato un minimo d'interesse, mi permetto di fare un'integrazione che avrei voluto mettere nel wallpostone.

Per chi volesse capire qualcosa di più sull'evoluzione ma preferisse un testo più agile o recente rispetto a quello di Darwin (che potrebbe comprensibilmente scoraggiare qualche lettore odierno), segnalo un bel libro di Jerry Coyne, Perché l'evoluzione è vera.

Coyne è un biologo esperto sul tema della speciazione (i fenomeni che danno origine alle specie biologiche), ma il suo libro si propone come un'esposizione divulgativa della biologia evoluzionistica aggiornata alle scoperte odierne (diciamo fino al 2010), concentrandosi in particolare sull'evidenze raccolte dalla disciplina nei 150 anni dall'opera di Darwin. E' scritto in uno stile leggero e abbastanza vivace, non rinuncia anche ad alcuni tecnicismi ma riesce a spiegarli in modo molto semplice ricorrendo a molti aneddoti ed esempi.

Il secondo proposito dichiarato del libro è ribattere in modo preciso ed esteso alle argomentazioni dell'Intelligent Design, i cui fautori negano la teoria della selezione naturale per proporre un misto aggiornato di creazionismo e teleologia.

Potrebbe far sorridere l'idea che un autore decida di scrivere un libro con l'intento di ribadire l'evidenza di una tale teoria (sottolineo il termine teoria, che ha un preciso significato in ambito scientifico, diverso da ipotesi) rispetto a proposizioni pseudoscientifiche.
C'è da dire che in America la questione è stata abbastanza seria da essere portate in tribunale, relativamente al fatto se l'Intelligent Design potesse essere insegnato nelle scuole pubbliche come ipotesi alternativa all'evoluzione con annessi libri di testo (caso noto come Kitzmiller vs Dover Area School District, 2005).

Come ricorderanno sicuramente gli amanti dei Simpson:


Non l'ho inserito tra i saggi che proporrò in futuro perché alla fine si limita alla "sola" presentazione e semplificazione di idee e scoperte fondamentali proposte nelle varie discipline biologiche, però resta un testo veramente piacevole e un bellissimo esempio di divulgazione scientifica. Ottimo per chi voglia avvicinarsi a questi temi, anche da zero.

Avatar utente
CombatZoneWrestling
Messaggi: 3469
Iscritto il: 22/10/2014, 22:36
Località: Most Improved User 2020
Has thanked: 1132 times
Been thanked: 620 times

Re: I Saggi del Cuore: letture e idee che lasciano un segno

Messaggio da CombatZoneWrestling »

Bellissima idea, soprattutto perché sto studiando talmente tanti saggi ultimamente che potrei citarne a bizzeffe.
Uno dei miei preferiti, classicissimo: “c’è in testo in questa classe?” di Stanley Fish.

Rispondi