Osteria degli Assonica
Ristorante di fine dining, a Sorisole (BG), guidato dai fratelli Vittorio e Alex Manzoni, una stella Michelin dal 2022. Cucina con una forte base vegetale, impressa in tutti i piatti, con verdure e erbe direttamente dall’orto.
Link del sito per ulteriori dettagli:
Purtroppo niente foto che sono la parte più divertente
Se mai capirò come aggiungerle, le metterò più tardi.
Menu VitAle, il più lungo, quello più sperimentale, per aprire questo 2024.
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Sapori e colori di benvenuto: morbido di zucca, con buccia e semi di zucca (morbidissimo, dolce, un bel bocconcino); takoyaki con crema di funghi (leggerissimo, saporito, uno dei migliori); assoluto di carota: pelle fritta, carota a crudo, salsa di carota bbq (consistenza perfetta, sapore intenso, ottimo); cracker di noci, aringa affumicata, miso e pepe rosa (altra bomba di sapore, con il gusto dell’affumicato e l’interno morbido combinati alla perfezione con il croccante del cracker); millefoglie di patate, crema al pistacchio e milza affumicata (un classico, con l’aggiunta del pistacchio a dare più cremosità, mantenendo la leggerezza delle patate e l’affumicato della milza); musetto di maiale, con salsa al ribes (la migliore, sapore intensissimo ed equilibrato con il bilancino); macaron scalogno e pecorino (odiando il pecorino, non mi è piaciuto granchè, visto il sapore molto intenso); rocher al cioccolato, nocciole, passion fruit & fegatini di pollo (un classicone, rotondo, goloso, con punte di acidità interessanti); estratto di barbabietola fermentata (sapore intensissimo, con una consistenza liscissima, quasi da acqua frizzante); pan brioche alle erbe e burro montato (pane sofficissimo, gustoso, perfetto insieme al burro).
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Cavolfiore, nocciola & acciuga. Un must del ristorante, signature dei fratelli Manzoni per aprire la degustazione. Cavolfiore delicatissimo, croccantino della nocciola, sapido dell’ acciuga e freschezza del timo limone si fondono alla perfezione.
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Midollo, cipolla marinata, caviale di aringa e sambuco. Un antipasto spettacolare. Il midollo si scioglie in bocca, dolcissimo, ma con una leggera nota amara data dal velocissimo passaggio su brace. Gli altri ingredienti vanno a completare il piatto, con note particolari (il mix sambuco/caviale pazzesco).
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Animella, arancia, finferli e cannella. Un piattone questo. Animella alla brace semplicemente perfetta, sapore amaro ripreso dai funghi. A staccare, la freschezza dell’arancia e l’abbinamento classico con la cannella (giusto un filo, presente, ma non invadente).
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Ravioli all’albicocca in conserva, salsa alle armelline e santoreggia. La sorpresa della degustazione, un piatto stranissimo. Nonostante gli ingredienti potessero suggerire un dolce, in realtà spiccano l’acidità e quasi il piccante. La salsa alle armelline dona cremosità, a contrastare con il ripieno liquido e con il bite della pasta.
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Mezzi rigatoni, estratto di carciofo, levistico e bergamotto. Il piatto migliore della giornata, hands down. Pasta cotta alla perfezione, estratto profondo e super saporito, le note fresche di levistico e bergamotto a variare il gusto al palato e poi le tante erbe diverse ad aggiungere ulteriori sfumature.
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Risotto alloro e sorbo degli uccellatori. Un piatto intenso, dalle note amare, in cui i due sapori si alternano. Forse è mancata una terza nota a rendere il tutto vario e memorabile, per un piatto buono, tecnicamente ineccepibile, ma non a livello dei piatti top.
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Anguilla, pompelmo e nocciole. Unico piatto degli otto che avevo già assaggiato. Si confermano i sapori fenomenali, con l’anguilla gustosissima, una laccatura al pompelmo profumata e la nota tostata della nocciola. Qua, purtroppo, c’è stato qualche errorino: una piccola spina è rimasta e in alcuni punti il pesce era un po’ secco. Mi era piaciuto di più la prima volta.
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Agnello, fichi acerbi agri, senape e fondo alla birra. Side di pancia di agnello cotta a bassa temperatura laccata al tamarindo. Questo è un piatto buonissimo, ma per un habituè come me di questo ristorante non memorabile. Colpisce il fatto che questi siano i gusti tipici della cucina degli Assonica, ma proprio perchè lo sono manca la sorpresa. Comunque, agnello saporito e cotto al rosa, fondo leggero, fichi in agrodolce a staccare. Tutto buonissimo, lo rimangerei altre cento volte, ma non è niente da farmi saltare dalla sedia.
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Rinfrescante: crema alla curcuma, gelato al rosmarino e granita all’olivello spinoso. Come da nome, una botta di freschezza. Ti pulisce la bocca da cima a fondo, pronto per il dessert.
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Latte, artemisia e caramello. Dolce di altissimo livello. Il latte, sia in pelle che in cremoso, riporta a sapori dolci, d’infanzia, e il caramello aggiunge cremosità. A staccare, come tipico di questo ristorante, il gelato e l’olio all’artemisia, erba balsamica gustosissima.
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Petit seven: sfoglia di porcino, aglio nero e frutti rossi (un classico dolce non dolce di questo ristorante, perfetto per chiudere il pasto con una nota sapida), panettone con zucca candita, rosmarino e zenzero (morbido e saporito), litchis al naturale (sempre scomodo da mangiare, ma sempre delizioso), uva ghiacciata (una piccola bomba di sapore), tartelletta al cocco e lime nero (frizzantino grazie alla polvere di agrume, con una base tropicale al cocco), canelé classico (favoloso, il migliore del giro), mini krapfen alla crema e mandarino (l’ultimo boccone per chiudere il pranzo in dolcezza).
Servizio perfetto, location splendida anche in una giornata uggiosa, conto adeguato alla lunghezza del menu e alla qualità dei piatti.