Karl Gotch ha scritto:
Per esempio?
Parlare di sopravvalutazione non mi sembra il caso, non mi pare che abbia mai ricevuto chissà quali premi o fatto tanto incassi, e la maggior parte dei critici non gli era favorevole né in vita né in morte. Ci si può riferire giusto a questa ondata di nuovi amanti di Pasolini, ma che sono comunque la minoranza, basta farsi un giro nei luoghi/siti abituali dei cinefili
Il mio parere è che Pasolini è un nome che è sbagliato divinizzare (io gli preferisco Fellini per dire), ma che non si può ignorare in una top 10 dei migliori registi di sempre. Poi sul commentatore socio-politico, sullo scrittore e sul poeta se ne può discutere, tenendo presente però che lui stesso sapeva che il campo in cui riusciva ad esprimersi meglio era il cinema
In realtà, ma è colpa mia, non si capiva dalla mia frase, mi stavo riferendo soprattutto a Pasolini scrittore, in particolare con le recenti (si parla sempre degli ultimi 20 anni comunque) rivalutazioni di Petrolio e Divina Mimesis.
C'è tutta una retorica del non finito di Pasolini, che nel cinema vale ad esempio per Appunti per una Orestiade africana e che dal punto di vista complessivo è suggellato da Porno-teo-kolossal, che in quanto incompiuto per causa della morte, sarebbe il non finito per eccellenza. Questa retorica la mena con l'idea che Pasolini avesse scoperto la forma "aperta" di opera d'arte e che questa apertura sia strettamente legata all'idea psicologista da morire che l'artista postmoderno debba essere opera d'arte per avere una qualche minima speranza d'essere artista e che per tutto questo PPP sarebbe l'unico o quantomeno il primo artista italiano sopravvissuto alla post-modernità.
Il Pasolini regista mi piace di più, tra l'altro le sue vette sono secondo me superiori a quelle di Fellini.
Anche qui però, Pasolini è intrappolato nei metodi comunicativi e negli argomenti tipici della cosiddetta postmodernità (e dei poststrutturalisti) che rendono secondo me, ad esempio del tutto superflua la triologia della vita.