dubito fortemente che la cosa sia come dici tu anche perchè, visti i precedenti, non è la prima volta che l'UE interviene per sanare alcune mancanze nel mondo lavorativo del calcio (vedi appunto la sentenza Bosman o anche quella dei giovani dei vivai)Mds32 ha scritto: ↑04/10/2024, 18:13 I calciatori, ma gli sportivi in generale, non sono lavoratori come tutti già per il semplice fatto che per passare da un club i cartellini vengono (lautamente) pagati.
Se tu vuoi cambiare datore di lavoro il nuovo datore paga qualcosa al vecchio datore? non mi risulta.
E allo stesso tempo sono lavoratori a tempo determinato e, ad esempio, in italia i contratti a tempo determinato possono avere una durata massima di 24 mesi prolungabili per massimo quattro volte (praticamente 8 anni) e dopo scatta l'obbligo di assunzione a tempo indeterminato o di cessazione del rapporto di lavoro.
Ti risulta che i contratti dei calciatori abbiano durata massima di due anni o che chi è da più di 8 anni nello stesso club sia stato assunto a tempo indeterminato? non mi risulta.
Non c'è nessun limite alla libera circolazione dei calciatori purchè gli stessi o il futuro club paghi il prezzo del cartellino altrimenti si aspetta la naturale scadenza del contratto e poi si va dove si vuole senza alcun vincolo.
I club fanno degli investimenti milionari e quindi vanno tutelati anche loro altrimenti si rendesse obbligatorio il pagamento solo a rendimento, senza commissioni ad agenti e intermediari e ognuno fa come gli pare. I diritti devono valere per entrambe le controparti, non solo per i calciatori.
Puoi metterla come ti pare ma questa sentenza è una stronzata alle condizioni attuali.
semplicemente alcune cose presenti nell'ambiente lavorativo del calcio non violano le direttive UE, altre sì, e giustamente alla fine la UE è dovuta intervenire per sanare alcune "irregolarità" (anche la precedente sentenza sul monopolio illegale di uefa/fifa è un intervento che tocca non poco il mondo lavorativo del calcio, per dirne un'altra)