Chiudiamo ufficialmente il topic con gli Awards di fine anno.
Skippiamo 2012 e 2013, con pochissimi eventi e saltiamo direttamente al 2014.
Se avete altri suggerimenti, ditemi pure.
2014
Wrestler Of The Year: Jimmy Havoc. C’è bisogno di spiegarlo? Il suo regno accende fortissimi i riflettori sulla compagnia, i match sono sempre positivi, con delle caratteristiche che li rendono unici. A questo, aggiungiamo il fatto che sia un personaggione iconico.
Tag Team Of The Year: London Riots. Altro simbolo della federazione, un tag che ha fatto benissimo ed è stato super rilevante, andandosi ad inserire nel regno del terrore di Havoc. Team che riempie benissimo ogni parte della card (si veda il mini feud con i Bhangra Knights), sempre ottimi nelle performance.
Match Of The Year: 28/09/2014 PROGRESS Chapter 15: Just Because You’re Paranoid, Doesn’t Mean They Aren’t Out To Get You; Will Ospreay, Noam Dar & FSU (Mark Andrews & Eddie Dennis) vs Jimmy Havoc, Paul Robinson & London Riot (James Davis & Rob Lynch).
High stakes, importantissimo per le storyline in ballo, azione splendida e una narrazione interna sorprendente, che lancia nella stratosfera Will Ospreay e consolida ulteriormente lo status di Havoc.
Feud Of The Year: Havoc vs PROGRESS. Un feud tra Havoc e il resto del mondo, con Smallman che cerca di mettere il campione in difficoltà e Havoc che sembra avere mille vite. Verso la fine dell’anno vira sulla figura di Ospreay come rappresentante della federazione, ma tutta la parte con Dar e gli FSU non si può ignorare.
Face Of The Year: FSU. Amatissimi, sempre importanti, i primi campioni della categoria.
Heel Of The Year: Jimmy Havoc. Vedi sopra.
Newcomer Of The Year: Prince Devitt. Ovviamente si intende newcomer in federazione e per questo 2014 non ce ne sono tanti, perchè il grosso del roster è quello che ci portiamo dietro dal 2012 e 2013. Quindi segnalo la stella di Devitt che brilla per poco, ma lo fa con due match memorabili (Sabre e Havoc), resi iconici dai costumi dell’irlandese. Menzione d’onore per Webster, che nel NPS farà intravedere cose incoraggianti per il futuro.
Most Improved Wrestler Of The Year: Will Ospreay. Senza neanche pensarci. Passa dall’essere un bel wrestler di coppia, con un futuro brillante e delle mosse impressionanti a wrestler su cui si può puntare forte. Facile dirlo ora, col senno del poi, ma ricordiamoci che qua aveva ancora 21 anni.
Chapter Of The Year: Chapter 16: Very Very Very Breaky Breaky Breaky Bishi Bishiiii. Anche se ci sono stati capitoli importanti (nel 12 il debutto al Ballroom, nel 13 Devitt e Havoc vs Andrews), vado con l’ultimo show del 2014. Anche se il main event non è tra i migliori, abbiamo tanta carne al fuoco qua. Ospreay vs Robinson è quel pay off che aspettavamo da maggio e che lancia ulteriormente il primo nella stratosfera; Singh vs Stixx è forse la sorpresa dell’anno e Scurll vs Dar è un match clamoroso.
Comeback Of The Year: N.A. Non mi viene in mente nulla.
Moment Of The Year: Ospreay esegue il moonsault dalla balconata. Beh, momento iconico di un match iconico. Seguono a ruota stretta il debutto di Samoa Joe e il finale del suddetto match of the year.
Shocking Moment Of The Year: Paul Robinson turna su Will Ospreay. Abbastanza inatteso, anche se il 2014 non ci regalerà momenti shockanti come altre annate.
Un match al giorno 2024 x PROGRESS - Sipario
Re: Un match al giorno 2024 x PROGRESS - 2015 Awards
2015
Wrestler Of The Year: Will Ospreay. A mani bassissime. Se il 2014 è l’anno del lancio, il 2015 è la consacrazione. La sua rincorsa al titolo è costruita alla perfezione: le sconfitte, le riprese, la vittoria del SSS16 e finalmente la vittoria titolata. E poi un regno scoppiettante a confermare lo status ormai da superstar del campione. Comunque da segnalare una metà annata di Havoc paurosa, forse la sua migliore dal punto di vista qualitativo (non a caso, visti i tanti incroci con Ospreay).
Tag Team Of The Year: London Riots. In un’annata in cui i tag non è che spicchino particolarmente, i Riot sono una certezza. I Faceless, poi Origin, in formazione Cruz e Ligero non è che abbiano fatto faville, gli FSU sono andati (con Andrews in TNA), mentre si affaccia un tag interessante in federazione, forse gli unici rivali dei Riots (con cui non a caso ci sarà un feud), gli olandesi della Sumerian Death Squad.
Per quanto mi riguarda, gli inglesi sono ancora sopra: più iconici, più importanti nell’economia degli show e, soprattutto, autori di uno dei capolavori dell’annata, quello splendido incontro con Havoc e Robinson del SSS16.
Match Of The Year: 26/07/2015 PROGRESS Chapter 20: Thunderbastard - Beyond Thunderbastard; Will Ospreay vs Jimmy Havoc. In questo 2015 la scelta è ampia, molto ampia. Il 6-pack di Chapter 18, il già citato London Riots vs Havoc & Robinson, Ospreay vs Sabre, Robinson vs Havoc, Ciampa vs Sabre… Però il cuore va sul trionfo di Ospreay. Un incontro stupendo dal punto di vista della qualità in ring, durissimo, ma soprattutto con un pathos ai limiti dell’irriproducibile. Il simbolo dell’annata di grazia dei due, della PROGRESS e del panorama indy europeo tutto.
Feud Of The Year: Will Ospreay vs Jimmy Havoc. Ho già detto tutto. I due sono stati i wrestler più importanti, che hanno combattuto i match migliori e che hanno reso la PROGRESS una delle federazioni più hot non solo per quanto riguarda l’Europa.
Face Of The Year: Will Ospreay. E ho già detto tutto anche qua.
Heel Of The Year: Jimmy Havoc e Marty Scurll ex aequo. Vado con la doppia scelta perchè se il primo, come già detto ampiamente, ha spaccato per la prima metà dell’anno, il secondo ha catturato tutti (e si è fatto odiare come pochi, come vedremo tra poco) nella seconda metà del 2015.
Newcomer Of The Year: Tommaso Ciampa. Anche se, come già detto, i Sumerian Death Squad hanno fatto molto bene, l’impatto di Ciampa è stato devastante. Matchoni ovunque, con Sabre (2), Haskins, Scurll, personaggio interessante e super over con il pubblico.
Most Improved Wrestler Of The Year: Mark Haskins. A mani bassissime anche qua. Ha seguito un po’ (anche se più in piccolo) il percorso di Ospreay dell’anno precedente. Da wrestler di coppia, a suon di performance pazzesche è cresciuto, è andato over con il pubblico e si è ritagliato spot sempre più importanti, andando a lottare in main event titolati.
Chapter Of The Year: Chapter 19: Super Strong Style 16. Se devo scegliere una serata, vado con la seconda, ma nel complesso sono due eventi da ricordare. Il primo ha una card equilibratissima, con tanti stili diversi, debutti importanti (qualche nome? Strong, Ciampa, Gallagher e Walter), coronata da un main event superbo. Il secondo è un concentrato di matchoni, con Ospreay, Haskins, Ciampa, Scurll e Sabre in una forma invidiabile (e pure il primo match femminile in un Chapter).
Comeback Of The Year: Kris Travis. Sì, il rientro dei Riots è stato esaltante, ma il cuore non può che andare qua. Dopo aver sconfitto (purtroppo temporaneamente) il cancro, torna a combattere Kris Travis, per quello che sarà l’ultimo match della sua vita. Tra l’altro un match molto bello ed estremamente significativo, come vedremo dopo.
Moment Of The Year: Havoc perde con Robinson, lascia la PROGRESS e abbraccia Jim Smallman. La chiusura del cerchio perfetta, per una storyline iniziata in quel mitico Chapter 9, ma che in realtà possiamo far risalire al primo incontro di Havoc in federazione. Di bei momenti ce ne sono tanti altri (Ospreay che vince il titolo, il già citato ritorno dei Riots, Andrews che saluta per andare in TNA, il primo match femminile), ma questo è senza dubbio il mio preferito.
Shocking Moment Of The Year: Marty Scurll turna su Kris Travis. La nascita del Villain, con quello che è il turn heel più spregevole della storia della federazione. L’attacco al rientrante Travis lo spara nell’iperuranio dei personaggi più odiati, per la foga e la cattiveria che lo hanno contraddistinto.
Wrestler Of The Year: Will Ospreay. A mani bassissime. Se il 2014 è l’anno del lancio, il 2015 è la consacrazione. La sua rincorsa al titolo è costruita alla perfezione: le sconfitte, le riprese, la vittoria del SSS16 e finalmente la vittoria titolata. E poi un regno scoppiettante a confermare lo status ormai da superstar del campione. Comunque da segnalare una metà annata di Havoc paurosa, forse la sua migliore dal punto di vista qualitativo (non a caso, visti i tanti incroci con Ospreay).
Tag Team Of The Year: London Riots. In un’annata in cui i tag non è che spicchino particolarmente, i Riot sono una certezza. I Faceless, poi Origin, in formazione Cruz e Ligero non è che abbiano fatto faville, gli FSU sono andati (con Andrews in TNA), mentre si affaccia un tag interessante in federazione, forse gli unici rivali dei Riots (con cui non a caso ci sarà un feud), gli olandesi della Sumerian Death Squad.
Per quanto mi riguarda, gli inglesi sono ancora sopra: più iconici, più importanti nell’economia degli show e, soprattutto, autori di uno dei capolavori dell’annata, quello splendido incontro con Havoc e Robinson del SSS16.
Match Of The Year: 26/07/2015 PROGRESS Chapter 20: Thunderbastard - Beyond Thunderbastard; Will Ospreay vs Jimmy Havoc. In questo 2015 la scelta è ampia, molto ampia. Il 6-pack di Chapter 18, il già citato London Riots vs Havoc & Robinson, Ospreay vs Sabre, Robinson vs Havoc, Ciampa vs Sabre… Però il cuore va sul trionfo di Ospreay. Un incontro stupendo dal punto di vista della qualità in ring, durissimo, ma soprattutto con un pathos ai limiti dell’irriproducibile. Il simbolo dell’annata di grazia dei due, della PROGRESS e del panorama indy europeo tutto.
Feud Of The Year: Will Ospreay vs Jimmy Havoc. Ho già detto tutto. I due sono stati i wrestler più importanti, che hanno combattuto i match migliori e che hanno reso la PROGRESS una delle federazioni più hot non solo per quanto riguarda l’Europa.
Face Of The Year: Will Ospreay. E ho già detto tutto anche qua.
Heel Of The Year: Jimmy Havoc e Marty Scurll ex aequo. Vado con la doppia scelta perchè se il primo, come già detto ampiamente, ha spaccato per la prima metà dell’anno, il secondo ha catturato tutti (e si è fatto odiare come pochi, come vedremo tra poco) nella seconda metà del 2015.
Newcomer Of The Year: Tommaso Ciampa. Anche se, come già detto, i Sumerian Death Squad hanno fatto molto bene, l’impatto di Ciampa è stato devastante. Matchoni ovunque, con Sabre (2), Haskins, Scurll, personaggio interessante e super over con il pubblico.
Most Improved Wrestler Of The Year: Mark Haskins. A mani bassissime anche qua. Ha seguito un po’ (anche se più in piccolo) il percorso di Ospreay dell’anno precedente. Da wrestler di coppia, a suon di performance pazzesche è cresciuto, è andato over con il pubblico e si è ritagliato spot sempre più importanti, andando a lottare in main event titolati.
Chapter Of The Year: Chapter 19: Super Strong Style 16. Se devo scegliere una serata, vado con la seconda, ma nel complesso sono due eventi da ricordare. Il primo ha una card equilibratissima, con tanti stili diversi, debutti importanti (qualche nome? Strong, Ciampa, Gallagher e Walter), coronata da un main event superbo. Il secondo è un concentrato di matchoni, con Ospreay, Haskins, Ciampa, Scurll e Sabre in una forma invidiabile (e pure il primo match femminile in un Chapter).
Comeback Of The Year: Kris Travis. Sì, il rientro dei Riots è stato esaltante, ma il cuore non può che andare qua. Dopo aver sconfitto (purtroppo temporaneamente) il cancro, torna a combattere Kris Travis, per quello che sarà l’ultimo match della sua vita. Tra l’altro un match molto bello ed estremamente significativo, come vedremo dopo.
Moment Of The Year: Havoc perde con Robinson, lascia la PROGRESS e abbraccia Jim Smallman. La chiusura del cerchio perfetta, per una storyline iniziata in quel mitico Chapter 9, ma che in realtà possiamo far risalire al primo incontro di Havoc in federazione. Di bei momenti ce ne sono tanti altri (Ospreay che vince il titolo, il già citato ritorno dei Riots, Andrews che saluta per andare in TNA, il primo match femminile), ma questo è senza dubbio il mio preferito.
Shocking Moment Of The Year: Marty Scurll turna su Kris Travis. La nascita del Villain, con quello che è il turn heel più spregevole della storia della federazione. L’attacco al rientrante Travis lo spara nell’iperuranio dei personaggi più odiati, per la foga e la cattiveria che lo hanno contraddistinto.
Re: Un match al giorno 2024 x PROGRESS - 2016 Awards
2016
Wrestler Of The Year: Marty Scurll. Eh, beh. Vincita shock del titolo immediata, poi una serie di performance ottime (Haskins, Ospreay, il Thunderbastard, Hero, il main event di Brixton). È stato un catalizzatore dell’attenzione incredibile ed è stato nelle zone altissime della card per tutto il 2016, in quello che è stato senza dubbio il suo miglior anno.
Tag Team Of The Year: British Strong Style. Un’annata dalla grande qualità in ring, ma senza dei veri e propri dominatori e allora vado con il team che ha più avuto un impatto. Dalla formazione con il doppio turn, alle performance della madonna (il match con i Riots a Brixton su tutti) con le quali hanno acquisito una credibilità che li ha portati al main event.
Match Of The Year: 27/03/2016 PROGRESS Chapter 27: The Lost Art Of Suffering; Marty Scurll vs Will Ospreay vs Zack Gibson vs Mark Haskins vs Rampage Brown vs Flash Morgan Webster vs Mark Andrews vs Eddie Dennis vs Paul Robinson. Più si va avanti con le annate, più il pool da cui pescare si espande, ma qua sono abbastanza sicuro. Come ho già scritto spesso, è il match che mi ha fatto innamorare di questa federazione, tanto da convincermi ad andare a Londra due mesi dopo per assistere al mio primo SSS16. Un All-star match lunghissimo, con tanti incroci interessanti, un workrate folle e una fase finale tra Ospreay e Scurll incredibile. Ah, c’è anche una star making performance di Gibson, che ritroveremo poi in questi award.
Feud Of The Year: Jinny vs Laura Di Matteo. In un’annata non impressionante per livello di feud (Scurll vs Ospreay e Scurll vs Haskins ottimi in ring, e stop), premio una rivalità che viene dal basso, dagli show minori e che, con un videopackage, ha costruito uno dei match più sorprendenti dell’anno, ovvero il loro scontro a Chapter 32.
Face Of The Year: Mark Haskins. La sua rincorsa al titolo è stata splendida, con ostacoli, anche dettati da eventi d’isola vita reale, ma Haskins si è sempre rialzato e ha conquistato tutti. Il boato di Brixton alla sua vittoria del titolo è stato testimone di questo amore.
Heel Of The Year: Zack Gibson. Not even close. L’heat atomico che riesce a prendersi con i promo pre match è semplicemente inarrivabile. A questo aggiungiamoci un livello in ring sontuoso ed abbiamo una delle gemme della federazione.
Newcomer Of The Year: Chris Hero. Ero indeciso se mettere un newcomer nel senso stretto (ma due dei favoriti, ovvero Pete Dunne e Tyler Bate, non hanno esordito in PROGRESS quest’anno), ma devo dire che l’impatto dei papabili (Jack Sexsmith, TK Cooper e Travis Banks) lo vedremo meglio l’hanno prossimo. Ok, Seven ha spaccato e Joe Coffey ha retto da dio la categoria Atlas, ma l’impatto di Hero è stato assurdo.
Quattro match, quattro bombe a mano, quattro candidati ai match migliori dell’anno.
Most Improved Wrestler Of The Year: Pete Dunne. Dal lowcard al main eventare show contro Sabre in maniera supercredibile. Se non è il most improved lui, non saprei chi potrebbe esserlo.
Chapter Of The Year: Chapter 41: Unboxing Live! Forse la scelta più difficile fino ad ora, perchè di Chapter assurdi il 2016 è pieno. Menzioni d’onore per Chapter 30 (un torneo pazzesco), Chapter 32 (Jinny vs Laura, Gargano vs Haskins e End vs Scurll), Chapter 36 (il big event di Brixton), Chapter 39 (con il mega main event titolato) e Chapter 40 (Sabre vs Dunne, Cole vs Ospreay e FSU vs Origin). Scelgo però la chiusura dell’anno, con lo show completamente a sorpresa. Sorprese ovunque, sia per la qualità in ring (il triple threat per i titoli tag assurdo), sia per le novità (un 3vs3 intergender con una Kay Lee Ray in grande spolvero), sia per degli incroci inaspettati (qualcuno ha detto Ospreay vs Havoc?). Stupendo.
Comeback Of The Year: Jimmy Havoc. Niente da aggiungere.
Moment Of The Year: Haskins vince il titolo a Brixton. Come ho detto sopra.
Shocking Moment Of The Year: Haskins rinuncia al titolo per motivi di salute. Un momento che ha spezzato il cuore dei fan. Dopo una super rincorsa, dopo due difese ottime, Haskins deve lasciare per una diagnosi al collo (che come sappiamo si rivelerà pure errata).
Wrestler Of The Year: Marty Scurll. Eh, beh. Vincita shock del titolo immediata, poi una serie di performance ottime (Haskins, Ospreay, il Thunderbastard, Hero, il main event di Brixton). È stato un catalizzatore dell’attenzione incredibile ed è stato nelle zone altissime della card per tutto il 2016, in quello che è stato senza dubbio il suo miglior anno.
Tag Team Of The Year: British Strong Style. Un’annata dalla grande qualità in ring, ma senza dei veri e propri dominatori e allora vado con il team che ha più avuto un impatto. Dalla formazione con il doppio turn, alle performance della madonna (il match con i Riots a Brixton su tutti) con le quali hanno acquisito una credibilità che li ha portati al main event.
Match Of The Year: 27/03/2016 PROGRESS Chapter 27: The Lost Art Of Suffering; Marty Scurll vs Will Ospreay vs Zack Gibson vs Mark Haskins vs Rampage Brown vs Flash Morgan Webster vs Mark Andrews vs Eddie Dennis vs Paul Robinson. Più si va avanti con le annate, più il pool da cui pescare si espande, ma qua sono abbastanza sicuro. Come ho già scritto spesso, è il match che mi ha fatto innamorare di questa federazione, tanto da convincermi ad andare a Londra due mesi dopo per assistere al mio primo SSS16. Un All-star match lunghissimo, con tanti incroci interessanti, un workrate folle e una fase finale tra Ospreay e Scurll incredibile. Ah, c’è anche una star making performance di Gibson, che ritroveremo poi in questi award.
Feud Of The Year: Jinny vs Laura Di Matteo. In un’annata non impressionante per livello di feud (Scurll vs Ospreay e Scurll vs Haskins ottimi in ring, e stop), premio una rivalità che viene dal basso, dagli show minori e che, con un videopackage, ha costruito uno dei match più sorprendenti dell’anno, ovvero il loro scontro a Chapter 32.
Face Of The Year: Mark Haskins. La sua rincorsa al titolo è stata splendida, con ostacoli, anche dettati da eventi d’isola vita reale, ma Haskins si è sempre rialzato e ha conquistato tutti. Il boato di Brixton alla sua vittoria del titolo è stato testimone di questo amore.
Heel Of The Year: Zack Gibson. Not even close. L’heat atomico che riesce a prendersi con i promo pre match è semplicemente inarrivabile. A questo aggiungiamoci un livello in ring sontuoso ed abbiamo una delle gemme della federazione.
Newcomer Of The Year: Chris Hero. Ero indeciso se mettere un newcomer nel senso stretto (ma due dei favoriti, ovvero Pete Dunne e Tyler Bate, non hanno esordito in PROGRESS quest’anno), ma devo dire che l’impatto dei papabili (Jack Sexsmith, TK Cooper e Travis Banks) lo vedremo meglio l’hanno prossimo. Ok, Seven ha spaccato e Joe Coffey ha retto da dio la categoria Atlas, ma l’impatto di Hero è stato assurdo.
Quattro match, quattro bombe a mano, quattro candidati ai match migliori dell’anno.
Most Improved Wrestler Of The Year: Pete Dunne. Dal lowcard al main eventare show contro Sabre in maniera supercredibile. Se non è il most improved lui, non saprei chi potrebbe esserlo.
Chapter Of The Year: Chapter 41: Unboxing Live! Forse la scelta più difficile fino ad ora, perchè di Chapter assurdi il 2016 è pieno. Menzioni d’onore per Chapter 30 (un torneo pazzesco), Chapter 32 (Jinny vs Laura, Gargano vs Haskins e End vs Scurll), Chapter 36 (il big event di Brixton), Chapter 39 (con il mega main event titolato) e Chapter 40 (Sabre vs Dunne, Cole vs Ospreay e FSU vs Origin). Scelgo però la chiusura dell’anno, con lo show completamente a sorpresa. Sorprese ovunque, sia per la qualità in ring (il triple threat per i titoli tag assurdo), sia per le novità (un 3vs3 intergender con una Kay Lee Ray in grande spolvero), sia per degli incroci inaspettati (qualcuno ha detto Ospreay vs Havoc?). Stupendo.
Comeback Of The Year: Jimmy Havoc. Niente da aggiungere.
Moment Of The Year: Haskins vince il titolo a Brixton. Come ho detto sopra.
Shocking Moment Of The Year: Haskins rinuncia al titolo per motivi di salute. Un momento che ha spezzato il cuore dei fan. Dopo una super rincorsa, dopo due difese ottime, Haskins deve lasciare per una diagnosi al collo (che come sappiamo si rivelerà pure errata).
Re: Un match al giorno 2024 x PROGRESS - 2017 Awards
2017
Wrestler Of The Year: Matt Riddle. Questo per me è stato l’anno più difficile in cui assegnare il WOTY. Che poi il ballottaggio era con Banks, che partito dal quasi nulla ha scalato le gerarchie, arrivando ad un meritatissimo titolo, spinto dai fan. Però l’annata di Riddle è stata da fantascienza. Debutta a Chapter 39 (nel 2016) ed entra subito nel cuore del pubblico con una super performance contro Ospreay. Al primo Chapter dell’anno, a sorpresa, sconfigge Brown per il titolo Atlas, che difenderà in giro per il mondo e in una serie di match fuori di testa (vedi sotto). Super over, sempre in alto nelle card, performance eccellenti, momenti iconici (i six seconds con Seven).
Tag Team Of The Year: British Strong Style. Anno fantastico per i team. I SPPT e Ringkampf hanno dato spettacolo ad inizio anno, i CCK e i GYV a fine anno. La costante sono stati Trent Seven e Tyler Bate. Hanno rivoluzionato lo stile tag della federazione, hanno lottato contro tutti e sono stati sempre fantastici, dando vita a una serie di match memorabili (soprattutto con i CCK). E poi Seven è un figo assoluto.
Match Of The Year: 30/07/2017 PROGRESS Chapter 53: Fate Loves The Fearless; James Davis vs Rob Lynch. Come ho detto, questo per me è il match migliore della storia della federazione, quindi è facile sceglierlo. Recuperatelo, anche se senza la storia tra i due London Riot un po’ perde.
Feud Of The Year: Matt Riddle vs WALTER. Non proprio un feud, più una rivalità di forte stampo sportivo, attorno al titolo Atlas. Una serie di match incredibile, dal Ballroom all’Alexandra Palace, passando per New York. Che cazzo di bomba.
Face Of The Year: Jack Sexsmith. Chi l’avrebbe mai detto, al debutto. Un personaggio macchietta, questo era il giudizio (non a torto, eh). E invece è riuscito a far ricredere tutti, gettando il cuore oltre l’ostacolo, con incontri da underdog totale (la mente va subito al match perfetto con Zack Gibson) in cui il pubblico lo ha letteralmente trascinato alla vittoria. Alla fine era un ballottaggio tra lui e Banks sia per questo award sia per il most improved, uno per uno non fa male a nessuno.
Heel Of The Year: Zack Gibson. Copia e incolla dall’anno precedente, clamorosamente inarrivabile, nonostante una folta concorrenza (il trio dei BSS su tutti, ma pure Dennis sul finale e James Davis non scherzano).
Newcomer Of The Year: CCK. Molto facile anche qua. Il pop che ha scosso il palazzetto al loro debutto era un segnale… Hanno non solo rispettato, ma superato le aspettative, sconvolgendo la categoria tag con le loro abilità, le sick fucking tag moves e una forte identità. La serie contro i BSS è da studiare, ma in realtà tutto il percorso è da incorniciare.
Most Improved Wrestler Of The Year: Travis Banks. Scrivo questo e ripenso al debutto nel 2016 nel silenzio tombale. Quanto cambia il vento in un anno. A suon di grandi match sia con TK Cooper che in singolo turna a furor di popolo, sfodera performance clamorose (per nominarne un paio, contro Devlin, Sexsmith e Bate, ma anche il weekend di Wrestlemania) e arriva al titolo nello show più importante dell’anno. Titolo che poi difende a suon di matchoni (clamoroso quello con Ospreay). A pochissimo dal metterlo come WOTY, a pochissimo dal metterlo come Face Of The Year, è impossibile non dargli un premio.
Chapter Of The Year: Chapter 46: I Like To Chill Out Here And Shoot Some Dinosaurs. Show dell’anniversario clamoroso. Pecca un po’ nel main event, un Dunne vs Andrews dalla grande storia, ma non eccelso in ring, ma il resto è una gemma. Abbiamo quel Sexsmith vs Banks, già nominato, chiave di volta per l’annata di entrambi; un leggiadro Dieter vs Haskins; le mani pesanti di WALTER e Riddle (già nominato) e la resa dei conti finale (?) tra Ospreay e Havoc.
Comeback Of The Year: Mark Haskins e Flash Morgan Webster. Il doppio ritorno di inizio anno è stato un gran colpo, anche perchè se per il gallese il rientro era nell’aria, quello di Haskins è stato un bello shock.
Moment Of The Year: Jack Sexsmith batte Zack Gibson al SSS16. Uno dei miei momenti preferiti, un’euforia che solo il wrestling riesce a regalare ed è un ricordo che mi è particolarmente caro perchè posso dire “io c’ero”.
Shocking Moment Of The Year: James Davis turna su Rob Lynch, dopo che questo aveva annunciato il ritiro. Uno dei momenti più shockanti che abbiamo visto in questo topic. Il Ballroom così ammutolito, frastornato, si è visto raramente.
Wrestler Of The Year: Matt Riddle. Questo per me è stato l’anno più difficile in cui assegnare il WOTY. Che poi il ballottaggio era con Banks, che partito dal quasi nulla ha scalato le gerarchie, arrivando ad un meritatissimo titolo, spinto dai fan. Però l’annata di Riddle è stata da fantascienza. Debutta a Chapter 39 (nel 2016) ed entra subito nel cuore del pubblico con una super performance contro Ospreay. Al primo Chapter dell’anno, a sorpresa, sconfigge Brown per il titolo Atlas, che difenderà in giro per il mondo e in una serie di match fuori di testa (vedi sotto). Super over, sempre in alto nelle card, performance eccellenti, momenti iconici (i six seconds con Seven).
Tag Team Of The Year: British Strong Style. Anno fantastico per i team. I SPPT e Ringkampf hanno dato spettacolo ad inizio anno, i CCK e i GYV a fine anno. La costante sono stati Trent Seven e Tyler Bate. Hanno rivoluzionato lo stile tag della federazione, hanno lottato contro tutti e sono stati sempre fantastici, dando vita a una serie di match memorabili (soprattutto con i CCK). E poi Seven è un figo assoluto.
Match Of The Year: 30/07/2017 PROGRESS Chapter 53: Fate Loves The Fearless; James Davis vs Rob Lynch. Come ho detto, questo per me è il match migliore della storia della federazione, quindi è facile sceglierlo. Recuperatelo, anche se senza la storia tra i due London Riot un po’ perde.
Feud Of The Year: Matt Riddle vs WALTER. Non proprio un feud, più una rivalità di forte stampo sportivo, attorno al titolo Atlas. Una serie di match incredibile, dal Ballroom all’Alexandra Palace, passando per New York. Che cazzo di bomba.
Face Of The Year: Jack Sexsmith. Chi l’avrebbe mai detto, al debutto. Un personaggio macchietta, questo era il giudizio (non a torto, eh). E invece è riuscito a far ricredere tutti, gettando il cuore oltre l’ostacolo, con incontri da underdog totale (la mente va subito al match perfetto con Zack Gibson) in cui il pubblico lo ha letteralmente trascinato alla vittoria. Alla fine era un ballottaggio tra lui e Banks sia per questo award sia per il most improved, uno per uno non fa male a nessuno.
Heel Of The Year: Zack Gibson. Copia e incolla dall’anno precedente, clamorosamente inarrivabile, nonostante una folta concorrenza (il trio dei BSS su tutti, ma pure Dennis sul finale e James Davis non scherzano).
Newcomer Of The Year: CCK. Molto facile anche qua. Il pop che ha scosso il palazzetto al loro debutto era un segnale… Hanno non solo rispettato, ma superato le aspettative, sconvolgendo la categoria tag con le loro abilità, le sick fucking tag moves e una forte identità. La serie contro i BSS è da studiare, ma in realtà tutto il percorso è da incorniciare.
Most Improved Wrestler Of The Year: Travis Banks. Scrivo questo e ripenso al debutto nel 2016 nel silenzio tombale. Quanto cambia il vento in un anno. A suon di grandi match sia con TK Cooper che in singolo turna a furor di popolo, sfodera performance clamorose (per nominarne un paio, contro Devlin, Sexsmith e Bate, ma anche il weekend di Wrestlemania) e arriva al titolo nello show più importante dell’anno. Titolo che poi difende a suon di matchoni (clamoroso quello con Ospreay). A pochissimo dal metterlo come WOTY, a pochissimo dal metterlo come Face Of The Year, è impossibile non dargli un premio.
Chapter Of The Year: Chapter 46: I Like To Chill Out Here And Shoot Some Dinosaurs. Show dell’anniversario clamoroso. Pecca un po’ nel main event, un Dunne vs Andrews dalla grande storia, ma non eccelso in ring, ma il resto è una gemma. Abbiamo quel Sexsmith vs Banks, già nominato, chiave di volta per l’annata di entrambi; un leggiadro Dieter vs Haskins; le mani pesanti di WALTER e Riddle (già nominato) e la resa dei conti finale (?) tra Ospreay e Havoc.
Comeback Of The Year: Mark Haskins e Flash Morgan Webster. Il doppio ritorno di inizio anno è stato un gran colpo, anche perchè se per il gallese il rientro era nell’aria, quello di Haskins è stato un bello shock.
Moment Of The Year: Jack Sexsmith batte Zack Gibson al SSS16. Uno dei miei momenti preferiti, un’euforia che solo il wrestling riesce a regalare ed è un ricordo che mi è particolarmente caro perchè posso dire “io c’ero”.
Shocking Moment Of The Year: James Davis turna su Rob Lynch, dopo che questo aveva annunciato il ritiro. Uno dei momenti più shockanti che abbiamo visto in questo topic. Il Ballroom così ammutolito, frastornato, si è visto raramente.