Divanari del cinema
- Saimas
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Divanari del cinema
La butto lì. Nel Main è prevalente, grazie allo show live di SmackDown, una discussione che fortunatamente non è ancora tossica (forse anche grazie agli ignore) ma che è decisamente legittima ovvero chi segue live gli eventi, sul posto, e chi rimane sul divano di casa (non necessariamente sua).
Tralasciando le serie TV che di base sono da divanari, si può traslare il tutto anche per il Cinema?
Ovvero è differente l'opinione da Divanari o da chi va al Cinema a vedersi il film?
Io personalmente ormai mi perdo a vedere un film, tra cellulare, la piccola che si sveglia e io che mi addormento. Al cinema chiaramente la visione è positivamente influenzata dal fatto che stia lì e punto.
Quindi: la valutazione del film è anche essa soggetta dall'essere o meno divanari?
Tralasciando le serie TV che di base sono da divanari, si può traslare il tutto anche per il Cinema?
Ovvero è differente l'opinione da Divanari o da chi va al Cinema a vedersi il film?
Io personalmente ormai mi perdo a vedere un film, tra cellulare, la piccola che si sveglia e io che mi addormento. Al cinema chiaramente la visione è positivamente influenzata dal fatto che stia lì e punto.
Quindi: la valutazione del film è anche essa soggetta dall'essere o meno divanari?
- The Prizefighter
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Re: Divanari del cinema
Sì e no, penso dipenda dalla pellicola. Ad esempio, una roba molto estremizzata e forse stupida, però un'esperienza del genere l'ho avuta con Avengers Endgame.Saimas ha scritto: ↑13/05/2025, 14:22 La butto lì. Nel Main è prevalente, grazie allo show live di SmackDown, una discussione che fortunatamente non è ancora tossica (forse anche grazie agli ignore) ma che è decisamente legittima ovvero chi segue live gli eventi, sul posto, e chi rimane sul divano di casa (non necessariamente sua).
Tralasciando le serie TV che di base sono da divanari, si può traslare il tutto anche per il Cinema?
Ovvero è differente l'opinione da Divanari o da chi va al Cinema a vedersi il film?
Io personalmente ormai mi perdo a vedere un film, tra cellulare, la piccola che si sveglia e io che mi addormento. Al cinema chiaramente la visione è positivamente influenzata dal fatto che stia lì e punto.
Quindi: la valutazione del film è anche essa soggetta dall'essere o meno divanari?
La sala era una vera e propria bolgia, pop su pop, esultanza per i supereroi che tornavano, esultanza per Cap che prende il Mjolnir, esultanza che manco un gol dell'Italia quando Thanos viene ridotto in polvere.
Atmosfera elettrica è dire poco, ed è una roba molto "estremizzata" perchè penso siano pochine le pellicole che ne guadagnano da una sala che fa casino. Però è stata una vera e propria esperienza, mai provata prima di quel film, mai rivissuta dopo. Sembrava di stare allo stadio a tifare tutti per la stessa squadra e ancora oggi ho i brividi a ripensarci.
Io personalmente sono la persona più lontana dall'essere un cinefilo, ho la soglia dell'attenzione di un pesce rosso quindi a casa film non ne guardo, al cinema invece nessun problema. Però fossi appassionato probabilmente preferirei guardare tutto a casa perchè sono estremamente "fastidioso", e a parte quei pochi film che forse sono proprio pensati per avere un'interazione del genere (come appunto Endgame) detesto profondamente la gente che in sala si mette a usare il cellulare, o continua a parlare dei fatti propri con i vicini di posto o la gente che porta i figli a guardare film che non dovrebbero guardare e che si mettono a fare casino. Ad esempio la visione di Oppenheimer è stata negativamente influenzata dalla miriade di genitori che forse non consci del film che dovevano guardare si sono portati i figli appresso che hanno fatto caciara, soprattutto nelle scene di nudo.
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Re: Divanari del cinema
Evoco Kanye che penso sia il più importante filosofo sull’argomento, soprattutto a riguardo del cinema.Saimas ha scritto: ↑13/05/2025, 14:22 La butto lì. Nel Main è prevalente, grazie allo show live di SmackDown, una discussione che fortunatamente non è ancora tossica (forse anche grazie agli ignore) ma che è decisamente legittima ovvero chi segue live gli eventi, sul posto, e chi rimane sul divano di casa (non necessariamente sua).
Tralasciando le serie TV che di base sono da divanari, si può traslare il tutto anche per il Cinema?
Ovvero è differente l'opinione da Divanari o da chi va al Cinema a vedersi il film?
Io personalmente ormai mi perdo a vedere un film, tra cellulare, la piccola che si sveglia e io che mi addormento. Al cinema chiaramente la visione è positivamente influenzata dal fatto che stia lì e punto.
Quindi: la valutazione del film è anche essa soggetta dall'essere o meno divanari?
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Re: Divanari del cinema
Pensieri in libertà, prendeteli come volete.
In generale direi che l'esperienza al cinema è sempre qualcosa di profondamente diverso e più coinvolgente della visione #divanara (che non è chiaramente da buttare via, ma da contestualizzare).
Mi verrebbe da dire che dipende chiaramente anche dal cinema, nel mio caso l'atmosfera fa tanto, e oserei pure dire che ci sono cinema che matchano di più con certi film.
Arcadia di Melzo per lo Hobbit e i due drammoni Avengers con un contesto di pubblico quasi da stadio sono state esperienze visive e uditive notevoli, al netto dei film visti.
Stesso cinema vidi Dunkirk e non mi addormentai solo per colpa di quel sonoro continuo, Nolan merda.
Forse avessi visto lì la nuova trilogia di Star Wars mi avrebbe fatto leggermente meno cagare, chissà.
Recentemente, ricordo delle bellissime esperienze all'Anteo con Povere Creature, Anatomia di una Caduta e La zona d'interesse, mentre non ho trovato lo stesso "click" con i Barbienheimer (al netto che fossero due film decisamente peggiori).
Al Beltrade ho visto solo Battle Royale e l'inchiesta della Innocenzi, e in entrambi i casi ho pensato che l'atmosfera "da circolino" abbia aiutato molto la visione.
In generale direi che l'esperienza al cinema è sempre qualcosa di profondamente diverso e più coinvolgente della visione #divanara (che non è chiaramente da buttare via, ma da contestualizzare).
Mi verrebbe da dire che dipende chiaramente anche dal cinema, nel mio caso l'atmosfera fa tanto, e oserei pure dire che ci sono cinema che matchano di più con certi film.
Arcadia di Melzo per lo Hobbit e i due drammoni Avengers con un contesto di pubblico quasi da stadio sono state esperienze visive e uditive notevoli, al netto dei film visti.
Stesso cinema vidi Dunkirk e non mi addormentai solo per colpa di quel sonoro continuo, Nolan merda.
Forse avessi visto lì la nuova trilogia di Star Wars mi avrebbe fatto leggermente meno cagare, chissà.
Recentemente, ricordo delle bellissime esperienze all'Anteo con Povere Creature, Anatomia di una Caduta e La zona d'interesse, mentre non ho trovato lo stesso "click" con i Barbienheimer (al netto che fossero due film decisamente peggiori).
Al Beltrade ho visto solo Battle Royale e l'inchiesta della Innocenzi, e in entrambi i casi ho pensato che l'atmosfera "da circolino" abbia aiutato molto la visione.
Re: Divanari del cinema
Direi di sì, l'esperienza è diversa e soprattutto l'attenzione dello spettatore è diversa (in teoria), oltre ad essere fruito attraverso il mezzo per cui è stato creato.
Rimane un discorso comunque diverso dal wrestling, dove la differenza tra DIVANARO e non è ancora più marcata e fa davvero la differenza.
Rimane un discorso comunque diverso dal wrestling, dove la differenza tra DIVANARO e non è ancora più marcata e fa davvero la differenza.
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Re: Divanari del cinema
Mi accodo su Endgame.The Prizefighter ha scritto: ↑13/05/2025, 15:21 Sì e no, penso dipenda dalla pellicola. Ad esempio, una roba molto estremizzata e forse stupida, però un'esperienza del genere l'ho avuta con Avengers Endgame.
La sala era una vera e propria bolgia, pop su pop, esultanza per i supereroi che tornavano, esultanza per Cap che prende il Mjolnir, esultanza che manco un gol dell'Italia quando Thanos viene ridotto in polvere.
Atmosfera elettrica è dire poco, ed è una roba molto "estremizzata" perchè penso siano pochine le pellicole che ne guadagnano da una sala che fa casino. Però è stata una vera e propria esperienza, mai provata prima di quel film, mai rivissuta dopo. Sembrava di stare allo stadio a tifare tutti per la stessa squadra e ancora oggi ho i brividi a ripensarci.
Io personalmente sono la persona più lontana dall'essere un cinefilo, ho la soglia dell'attenzione di un pesce rosso quindi a casa film non ne guardo, al cinema invece nessun problema. Però fossi appassionato probabilmente preferirei guardare tutto a casa perchè sono estremamente "fastidioso", e a parte quei pochi film che forse sono proprio pensati per avere un'interazione del genere (come appunto Endgame) detesto profondamente la gente che in sala si mette a usare il cellulare, o continua a parlare dei fatti propri con i vicini di posto o la gente che porta i figli a guardare film che non dovrebbero guardare e che si mettono a fare casino. Ad esempio la visione di Oppenheimer è stata negativamente influenzata dalla miriade di genitori che forse non consci del film che dovevano guardare si sono portati i figli appresso che hanno fatto caciara, soprattutto nelle scene di nudo.
Una delle esperienze migliori che abbia mai avuto, perché è stato bello vedere la gente così coinvolta, ma soprattutto "caciarona positivamente", nel senso che come dici tu, c'erano i pop per i momenti elettrizzanti, ma nelle fasi tranquille tutti in silenzio, senza gente rompicazzo che disturbava la visione.
Rispondendo a Saimas, comunque, per me l'esperienza in sala in certi casi è nettamente migliore che sul divano, banalmente anche dal punto di vista puramente tecnico del film. E da questo lato, penso che l'ultimo film che mi ha fatto godere al massimo sia stato "Top Gun: Maverick". Vedendolo a casa, pur con un buon impianto, non sarebbe stata la stessa cosa.
Poi c'è anche il rovescio della medaglia, tipo che con certi film tocca sorbirsi i ragazzini coglioni, che non fanno altro che spaccare i maroni con le risatine e i commenti da ebeti, in particolare con gli horror. In tutta la mia vita, penso di non essere arrivato a 5 film horror visti in santa pace al cinema.
Al solito, c'è il pro e il contro. Ma il cinema, per quanto mi riguarda, avrà sempre il suo fascino.
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Re: Divanari del cinema
Credo che l'unico genere che rende di più visto da divanaro sia l'horror, dato che la sala piena per forza di cose ti fa sentire più "al sicuro" e meno teso.
Horror che ovviamente facciano paura, ricordo alcune ciofeche come San Valentino di Sangue e E venne al giorno che visti al cinema mi hanno fatto spanciare dal ridere ed hanno avuto tutt'altro senso.
Il film che più ha fatto la differenza tra cinema e divano per me è stato Mad Max, al cinema mi è mancato il respiro per mezz'ora buona.
Horror che ovviamente facciano paura, ricordo alcune ciofeche come San Valentino di Sangue e E venne al giorno che visti al cinema mi hanno fatto spanciare dal ridere ed hanno avuto tutt'altro senso.
Il film che più ha fatto la differenza tra cinema e divano per me è stato Mad Max, al cinema mi è mancato il respiro per mezz'ora buona.
- Tigermask
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Re: Divanari del cinema
Il cinema da sempre lo considero un'esperienza, per me molti film vanno visti al cinema.
A esser sinceri negli anni mi è capitato di vedere roba a casa e pensare "eh ma al cinema me lo sarei goduto di più", altri prodotti che invece al cinema ho pensato "forse a casa era meglio".
Il problema mio è che moltissimi anni fa vivevo vicino ad un cinema ed era normale andarci spesso, peccato che ho sempre preferito andarci con qualche amico (non so perché ma per il Cinema e altri pochi ambienti, li vedo solo roba da frequentare con amici, altrimenti come direbbe la Cortellesi, è "Triste"), quindi alcuni poi mi trovo cmq a vederli in casa per forze di cose.
Certo, se c'avessi una zona di casa adibita a zona cinema, come mi capitò di vedere da un conoscente anni fa non mi dispiacerebbe, tutt'ora però, nonostante la possibilità di utilizzare un mini-proiettore, non ho una zona "libera" per sfruttarlo.
Altro punto però da sottolineare, è quel punto che può "piacere e non piacere" a seconda dei casi, se vado a vedere un film caciarone cui la reazione del pubblico nei limiti ci sta, non mi dispiace, se invece mi ritrovo con gente che manco allo zoo ospitano mi rode un po', soprattutto se il film in questione è "serio".
Concordo su un particolare riguardo a casa, le "distrazioni", spesso se devo vedere un film cerco di farlo a tarda sera, dove le distrazioni son poche, spesso togliendomi dalle mani telefono/tablet . Se me li vedo di pomeriggio tendo a distrarmi molto di più.
A esser sinceri negli anni mi è capitato di vedere roba a casa e pensare "eh ma al cinema me lo sarei goduto di più", altri prodotti che invece al cinema ho pensato "forse a casa era meglio".
Il problema mio è che moltissimi anni fa vivevo vicino ad un cinema ed era normale andarci spesso, peccato che ho sempre preferito andarci con qualche amico (non so perché ma per il Cinema e altri pochi ambienti, li vedo solo roba da frequentare con amici, altrimenti come direbbe la Cortellesi, è "Triste"), quindi alcuni poi mi trovo cmq a vederli in casa per forze di cose.
Certo, se c'avessi una zona di casa adibita a zona cinema, come mi capitò di vedere da un conoscente anni fa non mi dispiacerebbe, tutt'ora però, nonostante la possibilità di utilizzare un mini-proiettore, non ho una zona "libera" per sfruttarlo.
Altro punto però da sottolineare, è quel punto che può "piacere e non piacere" a seconda dei casi, se vado a vedere un film caciarone cui la reazione del pubblico nei limiti ci sta, non mi dispiace, se invece mi ritrovo con gente che manco allo zoo ospitano mi rode un po', soprattutto se il film in questione è "serio".
Concordo su un particolare riguardo a casa, le "distrazioni", spesso se devo vedere un film cerco di farlo a tarda sera, dove le distrazioni son poche, spesso togliendomi dalle mani telefono/tablet . Se me li vedo di pomeriggio tendo a distrarmi molto di più.
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Re: Divanari del cinema
Non credo che dopo due mesi il forum abbia realmente capito il senso del termine DIVANARO.
Detto questo, è ovvio che l'esperienza in sala influenzi la percezione di un film. Ci sono vari studi che hanno confermato come la visione in sala porti ad apprezzare maggiormente un film (https://link.springer.com/article/10.10 ... 23-09705-3) o che sia difficile trascendere dal fattore sociale della sala (https://digitalcommons.conncoll.edu/psychhp/97/). Il cinema è nato come esperienza collettiva, in un contesto condiviso e senza distrazioni che compromettono il fondamentale processo di simulazione incarnata nello spettatore: non è un caso che ci siano già diverse testimonianze a favore di questa ipotesi anche tra chi non si dichiara cinefilo.
Mi permetto di fare un passo ulteriore. Per la mia esperienza, credo che il non plus ultra dell'esperienza cinefila sia guardare i film ai grandi festival, specialmente nelle anteprime stampa. Mi è capitato quest'anno di vedere in sala il meraviglioso Drømmer (Orso d'oro alla Berlinale) in tre diverse occasioni: in una storica sala d'essai con poco meno di dieci spettatori, in una di un museo d'arte contemporanea con circa il doppio di spettatori e il regista in sala e, appunto, all'anteprima stampa a Berlino. L'ultima è stata la più gratificante in assoluto: non avevo idea di cosa sarei andato a vedere perché non erano usciti pareri dalla critica internazionale e il divertimento o lo stupore dei critici in sala (molto più vocale rispetto alle visioni seguenti) hanno contribuito a farmi apprezzare di più certi aspetti del film.
Tuttavia, occhio a non cadere in estremizzazioni e a giustificare alcune produzioni solo perché si possono vedere meglio in sala. Pensiamo alle dichiarazioni vergognose di Villeneuve prima di Dune (https://www.thewrap.com/denis-villeneuv ... r-bathtub/): in pratica sta dicendo che l'unico modo per apprezzare il film sia vederlo in sala perché altrimenti verrebbero meno i milioni spesi in tecnicismi. Spero siate tutti d'accordo che, alla luce di questo discorso, non solo le grandi produzioni non possano salvare la visione in sala, ma anzi rischierebbero di creare ancora più elitismo tra chi ha certi mezzi e chi non li ha: c'è molto più cinema a vedere La Passion de Jeanne d'Arc sul telefono al cesso che a vedere Dune sul grande schermo.
Detto questo, è ovvio che l'esperienza in sala influenzi la percezione di un film. Ci sono vari studi che hanno confermato come la visione in sala porti ad apprezzare maggiormente un film (https://link.springer.com/article/10.10 ... 23-09705-3) o che sia difficile trascendere dal fattore sociale della sala (https://digitalcommons.conncoll.edu/psychhp/97/). Il cinema è nato come esperienza collettiva, in un contesto condiviso e senza distrazioni che compromettono il fondamentale processo di simulazione incarnata nello spettatore: non è un caso che ci siano già diverse testimonianze a favore di questa ipotesi anche tra chi non si dichiara cinefilo.
Mi permetto di fare un passo ulteriore. Per la mia esperienza, credo che il non plus ultra dell'esperienza cinefila sia guardare i film ai grandi festival, specialmente nelle anteprime stampa. Mi è capitato quest'anno di vedere in sala il meraviglioso Drømmer (Orso d'oro alla Berlinale) in tre diverse occasioni: in una storica sala d'essai con poco meno di dieci spettatori, in una di un museo d'arte contemporanea con circa il doppio di spettatori e il regista in sala e, appunto, all'anteprima stampa a Berlino. L'ultima è stata la più gratificante in assoluto: non avevo idea di cosa sarei andato a vedere perché non erano usciti pareri dalla critica internazionale e il divertimento o lo stupore dei critici in sala (molto più vocale rispetto alle visioni seguenti) hanno contribuito a farmi apprezzare di più certi aspetti del film.
Tuttavia, occhio a non cadere in estremizzazioni e a giustificare alcune produzioni solo perché si possono vedere meglio in sala. Pensiamo alle dichiarazioni vergognose di Villeneuve prima di Dune (https://www.thewrap.com/denis-villeneuv ... r-bathtub/): in pratica sta dicendo che l'unico modo per apprezzare il film sia vederlo in sala perché altrimenti verrebbero meno i milioni spesi in tecnicismi. Spero siate tutti d'accordo che, alla luce di questo discorso, non solo le grandi produzioni non possano salvare la visione in sala, ma anzi rischierebbero di creare ancora più elitismo tra chi ha certi mezzi e chi non li ha: c'è molto più cinema a vedere La Passion de Jeanne d'Arc sul telefono al cesso che a vedere Dune sul grande schermo.
Bella per te. Anteo ottima sala, ci vidi l'anteprima de Il Buco di Frammartino quattro anni fa. Col Beltrade collabora il magazine, purtroppo non ce l'ho fatta a venire su per gli appuntamenti di Indocili quest'anno e mi sono dovuto vedere Taxibol da divanaro per scriverci un articoloInklings ha scritto: ↑13/05/2025, 16:02 Pensieri in libertà, prendeteli come volete.
In generale direi che l'esperienza al cinema è sempre qualcosa di profondamente diverso e più coinvolgente della visione #divanara (che non è chiaramente da buttare via, ma da contestualizzare).
Mi verrebbe da dire che dipende chiaramente anche dal cinema, nel mio caso l'atmosfera fa tanto, e oserei pure dire che ci sono cinema che matchano di più con certi film.
Arcadia di Melzo per lo Hobbit e i due drammoni Avengers con un contesto di pubblico quasi da stadio sono state esperienze visive e uditive notevoli, al netto dei film visti.
Stesso cinema vidi Dunkirk e non mi addormentai solo per colpa di quel sonoro continuo, Nolan merda.
Forse avessi visto lì la nuova trilogia di Star Wars mi avrebbe fatto leggermente meno cagare, chissà.
Recentemente, ricordo delle bellissime esperienze all'Anteo con Povere Creature, Anatomia di una Caduta e La zona d'interesse, mentre non ho trovato lo stesso "click" con i Barbienheimer (al netto che fossero due film decisamente peggiori).
Al Beltrade ho visto solo Battle Royale e l'inchiesta della Innocenzi, e in entrambi i casi ho pensato che l'atmosfera "da circolino" abbia aiutato molto la visione.
Ultima modifica di KanyeWest il 13/05/2025, 17:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Divanari del cinema
Visto quello (e Ordet) dal mio divano e confermo che un primissimo piano del primo nel silenzio solitario del mio salotto è valso da solo (molto di) più di tutto l'ambaradan tecnico visto dalla sala del secondo, manco l'Anteo è riuscito a impedirmi di addormentarmi mentre lo guardavo

A tutt'oggi non ho idea di cosa sia successo dopo la morte dell'ecologa (ultima cosa che ho ricordo di aver visto della storia) e non penso che lo recupererò mai nemmeno divanando

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Re: Divanari del cinema
A mio personale modo di vedere, l'esperienza in sala ti forza a stare attento e a goderti il film con meno distrazioni: vuoi per lo schermo gigante che catalizza tutta l'attenzione, le luci spente, il fatto che hai pagato benzina, biglietto ed eventuali snack per essere lì (io di solito prendo una coca e basta), il silenzio del pubblico che erutta solo in determinate scene e per determinati generi.
Poi però è pur vero che c'è chi si fa la classica scrollata su WhatsApp e Instagram durante la visione (non lo capirò mai), ma di solito sono la minoranza.
E poi ci sono film che per capirne il senso e goderne appieno, vanno visti solo in sala. Mi vengono in mente due titoli su tutti, ovvero Gravity e Dunkirk. In TV non ha quasi senso vederli.
Poi però è pur vero che c'è chi si fa la classica scrollata su WhatsApp e Instagram durante la visione (non lo capirò mai), ma di solito sono la minoranza.
E poi ci sono film che per capirne il senso e goderne appieno, vanno visti solo in sala. Mi vengono in mente due titoli su tutti, ovvero Gravity e Dunkirk. In TV non ha quasi senso vederli.
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Re: Divanari del cinema
Come avete detto, ci sono altre mille varianti che possono influire a vedere un film: personalmente, essendo cresciuto molto più col cinema che con musica o letteratura, che ho veramente iniziato ad approfondire dopo, ho "scoperto" molti aspetti della vita così, e di cosneguenza ho sempre percepito il film più come uno stimolatore d'esperienza che come un'opera in sè; in parte, quello che era la musica prima delle cuffiette.
I film da casa li guardo spesso in piedi in salotto, interrompendo quando mi danno degli spunti e camminando avanti e indietro mentre ci penso; se voglio essere più contemplativo, li vedo al PC (che regge una qualità video superiore alla TV); cerco di correlare i film che vedo con quello che sto leggendo in quel periodo e comparo gli appunti. Sicuramente al cinema apprezzo maggiormente l'esperienza estetica complessiva, ma devo dire che preferisco una sala attiva ad una completamente in silenzio: se vado in sala è anche perché voglio cristallizzare quell'evenienza del film con quelle persone, quelle voci, quei commenti, quelle reazioni spontanee sul momento.
L'incrocio di eventi migliore mi è capitato con Challengers di Guadagnino: lo schermo aveva dei pixel bruciati, per cui nelle scene buie e nelle transizioni a nero, c'erano questi puntini rossi fluttuanti che davano tutto un'altro mood; poi, su una scena muta, si è sentito flebile I Was Made for Loving You dei Kiss provenire da una sala accanto, e miracolosamente quella canzone era perfetta per quel momento del film, ed abbastanza bassa da farci arrivare soltanto la voce.
Tutto questo per dire che parlando di un film si dovrebbe considerare più l'intera esperienza e come questa si è relazionata col film e viceversa, che solo l'opera in sè, che inesorabilmente è screziata e mutata dall'esperienza di fruizione
I film da casa li guardo spesso in piedi in salotto, interrompendo quando mi danno degli spunti e camminando avanti e indietro mentre ci penso; se voglio essere più contemplativo, li vedo al PC (che regge una qualità video superiore alla TV); cerco di correlare i film che vedo con quello che sto leggendo in quel periodo e comparo gli appunti. Sicuramente al cinema apprezzo maggiormente l'esperienza estetica complessiva, ma devo dire che preferisco una sala attiva ad una completamente in silenzio: se vado in sala è anche perché voglio cristallizzare quell'evenienza del film con quelle persone, quelle voci, quei commenti, quelle reazioni spontanee sul momento.
L'incrocio di eventi migliore mi è capitato con Challengers di Guadagnino: lo schermo aveva dei pixel bruciati, per cui nelle scene buie e nelle transizioni a nero, c'erano questi puntini rossi fluttuanti che davano tutto un'altro mood; poi, su una scena muta, si è sentito flebile I Was Made for Loving You dei Kiss provenire da una sala accanto, e miracolosamente quella canzone era perfetta per quel momento del film, ed abbastanza bassa da farci arrivare soltanto la voce.
Tutto questo per dire che parlando di un film si dovrebbe considerare più l'intera esperienza e come questa si è relazionata col film e viceversa, che solo l'opera in sè, che inesorabilmente è screziata e mutata dall'esperienza di fruizione