BOXE - (topic continuativo)
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BOXE - (topic continuativo)
Ho pensato di aprire un topic apposito sperando di beccare qualche appassionato nel forum. Non sono un esperto, ma abbastanza appassionato, e ho iniziato a seguire la scena contemporanea e sto riprendendo con calma un po' della storia e dei match del passato, in modo abbastanza randomico.
Il topic è pensato tanto per i match (soprattutto nella scena mondiale) attuali, ma si può postare quello che si vuole, match del passato, approfondimenti su questo o quel pugile, esperienze personali, etc. Insomma, ogni cosa che possa essere legato a questa magnifica disciplina.
Vediamo come va, buon divertimento.
Il topic è pensato tanto per i match (soprattutto nella scena mondiale) attuali, ma si può postare quello che si vuole, match del passato, approfondimenti su questo o quel pugile, esperienze personali, etc. Insomma, ogni cosa che possa essere legato a questa magnifica disciplina.
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Re: BOXE - (topic continuativo)
Ho aperto il topic per una serie di motivi, tra cui la passione personale ma anche l'impressione che nella scena attuale si stia rinnovando un certo interesse verso questo sport, i cui ultimi picchi di popolarità si erano avuti con Tyson negli Heavyweight (il dominio di Klitschko non è stato entusiasmante) e con Mayweather e i suoi big matches. Oggi, nonostante l'immenso problema delle mille mila cinture e federazioni con regolamentazioni assurde che permettono anche ad alcuni paracarri di accaparrarsi titoli, ci sono contendenti di altissimo livello in praticamente ogni categoria, e in alcune di queste, come gli HW, abbiamo visto alcuni sconvolgimenti in questi ultimi anni.
La perdita del titolo (WBA-WBO-IBF) e successiva riconquista dal precedentemente imbattuto Anthony Joshua contro il messicano Andy Ruiz.
Il ritorno dell'imbattuto Tyson Fury e la sua vittoria del titolo (WBC) contro Deontay Wilder.
L'arrivo di Usyk, fresco di dominio nella categoria cruiser e desideroso di conquistare anche il titolo dei massimi.
Vabbè, parliamo dell'immediato: ieri sera ci sono stati tre match molto interessanti.
1) Usyk vs Chisora
2)Naoya Inoue vs Jason Moloney
3) Gervonta Davis vs Leo Santa Cruz
Per questo mese, potrebbe interessare qualche fan nostalgico il match del 28 Novembre tra Mike Tyson e Roy Jones. Si tratta al 90% di una pagliacciat... un'esibizione, ma con Mike in mezzo non si può mai sapere cosa può uscirne fuori.
Stay tuned per prossimi aggiornamenti
La perdita del titolo (WBA-WBO-IBF) e successiva riconquista dal precedentemente imbattuto Anthony Joshua contro il messicano Andy Ruiz.
Il ritorno dell'imbattuto Tyson Fury e la sua vittoria del titolo (WBC) contro Deontay Wilder.
L'arrivo di Usyk, fresco di dominio nella categoria cruiser e desideroso di conquistare anche il titolo dei massimi.
Vabbè, parliamo dell'immediato: ieri sera ci sono stati tre match molto interessanti.
1) Usyk vs Chisora
Spoiler:
2)Naoya Inoue vs Jason Moloney
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Re: BOXE - (topic continuativo)
Ci sta come idea. La boxe la seguo da tipo sempre, ma non essendo un assiduo tifoso, non ho mai voluto aprire topic specifici. Perciò se prosegui a parlarne, partecipo volentieri.
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Re: BOXE - (topic continuativo)
Vediamo se riesco, è un periodo un po' complicato ma per guardarmi qualche match e fare qualche review il tempo lo dovrei trovare
Incontri dei prossimi mesi che mi interessano/penso siano interessanti, quasi tutti titolati:
1) Devin Haney(C) Vs Gamboa, WBC lightweight (la scena dei leggeri è da tener d'occhio e mi intriga assai), 7 Novembre
2) Terrence Crawford(C) vs Kelly Brook, WBO welter (idem come sopra), 14 Novembre
3) Joshua Franco(C) vs Andrew Moloney (gemello di quello che ha sfidato Inoue), WBA superfy (mai visto nessuno dei due ma gli dò una chance), 14 Novembre
4) Alexsandr Potevkin(C) vs Dillian Whyte, Interim WBC heavyweight (non capisco il senso del rematch, Potevkin ha mandato sedere per terra Whyte giusto un mese fa, ma il rematch può regalare emozione e sancirà lo sfidante per Fury, quindi bella lì. Ovviamente tifo per il 41enne russo e per la sua seconda giovinezza), 21 Novembre (il match è in UK, quindi anche facilmente guardabile in diretta)
5) Errol Spence Jr.(C) vs Danny Garcia, WBC-IBF welter, 5 Dicembre
6) Ryan Garcia vs Luke Campbell, Interim WBC lightweight (per vedere se l'enfant prodige messicano, che personalmente apprezzo molto ma trovo leggermente pompato rispetto al suo effettivo valore, riuscirà a fare il salto ed entrare nel "giro che conta" dei leggeri e sfidare Haney in futuro), 5 Dicembre
7) Nordine Oubaali(C) vs Nonito Donaire, WBC bantam (si tifa Donaire e si spera in un rematch contro Inoue champion vs champion in futuro
), 12 Dicembre
8) Anthony Joshua(C) vs Kubrat Pulev, WBA "super"-IBF-WBO-IBO heavyweight (mismatch pesante, ma AJ è sempre bello da vedere e il match è in UK, quindi facilmente accessibile come orario), 12 Dicembre. Nello stesso evento c'è pure un titolato dei cruiser, non seguo quella categoria ma a questo punto mi guardo pure quello.

Incontri dei prossimi mesi che mi interessano/penso siano interessanti, quasi tutti titolati:
1) Devin Haney(C) Vs Gamboa, WBC lightweight (la scena dei leggeri è da tener d'occhio e mi intriga assai), 7 Novembre
2) Terrence Crawford(C) vs Kelly Brook, WBO welter (idem come sopra), 14 Novembre
3) Joshua Franco(C) vs Andrew Moloney (gemello di quello che ha sfidato Inoue), WBA superfy (mai visto nessuno dei due ma gli dò una chance), 14 Novembre
4) Alexsandr Potevkin(C) vs Dillian Whyte, Interim WBC heavyweight (non capisco il senso del rematch, Potevkin ha mandato sedere per terra Whyte giusto un mese fa, ma il rematch può regalare emozione e sancirà lo sfidante per Fury, quindi bella lì. Ovviamente tifo per il 41enne russo e per la sua seconda giovinezza), 21 Novembre (il match è in UK, quindi anche facilmente guardabile in diretta)
5) Errol Spence Jr.(C) vs Danny Garcia, WBC-IBF welter, 5 Dicembre
6) Ryan Garcia vs Luke Campbell, Interim WBC lightweight (per vedere se l'enfant prodige messicano, che personalmente apprezzo molto ma trovo leggermente pompato rispetto al suo effettivo valore, riuscirà a fare il salto ed entrare nel "giro che conta" dei leggeri e sfidare Haney in futuro), 5 Dicembre
7) Nordine Oubaali(C) vs Nonito Donaire, WBC bantam (si tifa Donaire e si spera in un rematch contro Inoue champion vs champion in futuro

8) Anthony Joshua(C) vs Kubrat Pulev, WBA "super"-IBF-WBO-IBO heavyweight (mismatch pesante, ma AJ è sempre bello da vedere e il match è in UK, quindi facilmente accessibile come orario), 12 Dicembre. Nello stesso evento c'è pure un titolato dei cruiser, non seguo quella categoria ma a questo punto mi guardo pure quello.
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Re: BOXE - (topic continuativo)
Mi ha sempre affascinato, tanto da dargli una chance un paio d'anni fa, mi sono fatto 6 mesi di allenamento. Complicato mantenere il ritmo fisico che ti impone la disciplina però, sicuramente un'esperienza provante ma altrettanto piacevole. Il primo pugno dato e ricevuto durante lo sparring, non si scorda.
A parte i nomi dei big, conosco pochissimo la scena, se qualcuno tenesse aggiornato con qualche scheda, info, magari un'occhiata prossimamente la darò (ecco, per esempio del match di Tyson ne sono a conoscenza, d'altronde con tutta la pubblicità che gli stanno facendo, non so se lo guarderò ma è indubbio che abbia creato hype).
A parte i nomi dei big, conosco pochissimo la scena, se qualcuno tenesse aggiornato con qualche scheda, info, magari un'occhiata prossimamente la darò (ecco, per esempio del match di Tyson ne sono a conoscenza, d'altronde con tutta la pubblicità che gli stanno facendo, non so se lo guarderò ma è indubbio che abbia creato hype).
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Re: BOXE - (topic continuativo)
Visto Haney-Gamboa.
Si sapeva che sarebbe stato un match a senso unico, Haney è su un altro livello rispetto allo sfidante. Quest'ultimo sfrutta le sue doti da veterano, clincha per tutti i 12 round (perdendo pure dei punti nel farlo) e riesce a sopravvivere senza finire ko. Ne risulta un match abbastanza soporifero e a senso unico, penso che Gamboa abbia perso addirittura 120-107. Lato positivo, Haney mostra una tecnica e un footwork migliore rispetto ai suoi match precedenti, così come una difesa più attenta (lo trovavo più scoperto nei match che avevo visto gli scorsi mesi). Come Garcia, un giovanissimo in continua crescita, un match col messicano (se quest'ultimo diventasse campione WBC ad interim il prossimo mese) sarebbe certamente da non perdere.
Si sapeva che sarebbe stato un match a senso unico, Haney è su un altro livello rispetto allo sfidante. Quest'ultimo sfrutta le sue doti da veterano, clincha per tutti i 12 round (perdendo pure dei punti nel farlo) e riesce a sopravvivere senza finire ko. Ne risulta un match abbastanza soporifero e a senso unico, penso che Gamboa abbia perso addirittura 120-107. Lato positivo, Haney mostra una tecnica e un footwork migliore rispetto ai suoi match precedenti, così come una difesa più attenta (lo trovavo più scoperto nei match che avevo visto gli scorsi mesi). Come Garcia, un giovanissimo in continua crescita, un match col messicano (se quest'ultimo diventasse campione WBC ad interim il prossimo mese) sarebbe certamente da non perdere.
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Re: BOXE - (topic continuativo)
Per chi vuole posto i match più importanti del weekend ( almeno, il meglio che ho trovato cercando su YT). Sono entrambi abbastanza brevi, e uno dei due vale abbastanza la pena di essere visto.
Crawford-Brook.
Franco-Moloney
Crawford-Brook.
Spoiler:
Franco-Moloney
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Re: BOXE - (topic continuativo)
Ho visto un documentario su Rai Storia che avevo nei radar da tempo, ma non avevo mai recuperato davvero, quello su Leone Jacovacci e la sua storia da mulatto italo-congolese, campione europeo e italiano, ostracizzato dal fascismo.
Figura che avevo già incontrato e approfondito sul lato wrestling, perchè ovviamente dopo il ritiro finì nel mondo del catch europeo.
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Re: BOXE - (topic continuativo)
La morte di George Foreman è un colpo al cuore per qualsiasi appassionato
Da giovane è stato lo sparring partner di fiducia del fortissimo (e “cattivissimo”) Sonny Liston, scelto appositamente perché uno dei pochi che riusciva a reggere i pesantissimi pugni del “pugile della malavita” (pure Liston meriterebbe un approfondimento a parte).
Diventato campione olimpico in quel di Messico ‘68, l’anno dopo passa ai professionisti e inizia dominare la scena.
Considerato un pugile granitico, un picchiatore dalla tecnica molto limitata (“scarsa” per i suoi detrattori) ma dalla potenza dei colpi inarrestabili, nel giro di 4 anni macina vittorie (tra cui un impressionante TKO contro il “mento migliore di tutti i tempi”, George Chuvalo), e arriva a sfidare il temutissimo e imbattuto campione Smokin’ Joe Frazier, reduce da una recente e convincente vittoria contro Alì.
L’incontro è senza storia: 6 atterramenti in due round costringono Joe al ritiro e cementificano il nuovo campione come uno dei grandi della disciplina.
L’anno successivo, é la volta del match della vita di Foreman, il famosissimo “Rumble in the Jungle” contro Alí, organizzato simbolicamente (con i soliti magheggi e mosse di marketing del sempreverde Don King) a Kinshasa, nello Zaire.
Alí parte nettamente sfavorito, ma nel corso dei mesi mette in atto tutte le sue armi di guerra psicologica, insultando il campione, mettendone in dubbio l’abilità e presentandosi ai suoi allenamenti per metterlo a disagio.
Foreman, dal canto suo, ha una personalità abbastanza riservata e non avvezzo a tali scontri psicologici, subendo molto l’atmosfera e la pressione di quei mesi (coadiuvati dalla location del match, visto che a Kinshasa la popolazione locale si schiera quasi totalmente con lo sfidante).
Il giorno del match, di fronte a 60k persone che urlano “Boma Ye” (uccidilo) per Alì e il pubblico televisivo live più grande di sempre, Foreman vive forse la peggiore serata della sua vita. Nonostante attacchi con tutta la sua forza come al solito, Alí riesce a mandare a vuoto la maggior parte dei suoi attaccanti sfruttando l’elasticità delle corde e la propria velocità (é il famoso rope-a-dope), facendolo stancare.
Nell’ottavo round, la controffensiva fulminea e spietata di Alí costringe uno stremato Foreman al tappeto e poi alla resa per la prima volta nella sua carriera, per un risultato inaspettato nel delirio del pubblico.
Se la notte di Kinshasa e la riconquista del titolo contro un avversario appartenente imbattibile contribuiscono al racconto di Alí come GOAT, per Foreman si tratta invece di una ferita che rimarrà aperta per anni e dell’inizio di una spirale negativa.
Poco dopo l’incontro, Big George grida al complotto, paventando di essere stato “avvelenato” e che le corde fossero state eccessivamente allentate per permettere ad Alí di schivare i suoi colpi, non accettando la sconfitta.
Inizia un periodo di depressione segnato anche da gravi eventi personali (la scoperta che i genitori scommisero contro di lui, e di avere un altro padre), che lo portano ad impiegare il 75 senza avere match e rifugiandosi nel sesso e nella bella vita.
L’anno dopo ritorna sul ring conteo Ron Lyle, un picchiatore con uno stile molto simile al suo che lo costringe a uno scontro a viso aperto senza esclusione di colpi.
Ne consegue probabilmente il miglior slugfest della storia della boxe, pieno di atterramenti da entrambi i lati e di tensione al cardiopalma, ma che si conclude con il ko al 5 round per l’ex campione.
Guardatevelo.
Nonostante un’altra vittoria con Frazier, George non é più lo stesso e finisce per essere sconfitto da un poco quotato Jimmy Young per decisione unanime, subendo pure un kockdown.
Alla fine del match, si dice che abbia avuto un colpo di calore nello spogliatoio, da cui racconta di aver avuto una visione di Dio.
Per Foreman, questa è la svolta della sua vita: si ritira dal pugilato e inizia una vita religiosa, dandosi al volontariato e alle opere di bene e rimettendo a posto i cocci della sua vita.
… fino al 1987, quando lo spirito guerriero (e alcun problemi economici) lo spingono a un clamoroso ritorno all’età di 38 anni (!).
Foreman dichiara addirittura di voler tornare campione, ma a tutti pare un’impresa francamente impossibile.
D’altro canto però, Old George appare come un pugile un po’ diverso dal passato. I pugni d’acciaio e il mento granitico sono quelli di un tempo (non verrà mai atterrato nel suo secondo stint), ma ora appare anche più maturo e strategico, capace di analizzare la situazione e difendersi da avversari più giovani e rampanti.
Inizia con avversari di poco conto, ma col tempo inizia ad affrontare anche pugili quotati come Gerry Cooney (il ko di questo match mi fa sbragare):
Con gli anni arrivano le occasioni titolate contro Tommy Morrison e Evander Holyfield, che si concludono con una sconfitta nonostante le ottime prestazioni.
Nel 1994, viene scelto da Michael Moorer per la difesa dei titoli WBA e IBF, probabilmente convinto di poter gestire il vecchio pugile. E in effetti il match viene più dominato da Moorer, ma alla decima ripresa avviene l’incredibile: Foreman penetra la difesa avversaria con un uno-due compatto che manda Moorer al conteggio.
Foreman ridiventa campione del mondo alla soglia dei 46 anni, compiendo un’impresa che rimarrà insuperata per moltissimi anni nella storia della boxe.
Continuerà a combattere fino al 1997, anno della sua sconfitta (dubbia) contro il quotato Shannon Briggs.
Oggi se ne va uno dei più grandi della disciplina, che ci lascia in ricordo una (due?) carriera indimenticabile e irripetibile.
Che la terra ti sia lieve, campione.

Da giovane è stato lo sparring partner di fiducia del fortissimo (e “cattivissimo”) Sonny Liston, scelto appositamente perché uno dei pochi che riusciva a reggere i pesantissimi pugni del “pugile della malavita” (pure Liston meriterebbe un approfondimento a parte).
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Considerato un pugile granitico, un picchiatore dalla tecnica molto limitata (“scarsa” per i suoi detrattori) ma dalla potenza dei colpi inarrestabili, nel giro di 4 anni macina vittorie (tra cui un impressionante TKO contro il “mento migliore di tutti i tempi”, George Chuvalo), e arriva a sfidare il temutissimo e imbattuto campione Smokin’ Joe Frazier, reduce da una recente e convincente vittoria contro Alì.
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Alí parte nettamente sfavorito, ma nel corso dei mesi mette in atto tutte le sue armi di guerra psicologica, insultando il campione, mettendone in dubbio l’abilità e presentandosi ai suoi allenamenti per metterlo a disagio.
Foreman, dal canto suo, ha una personalità abbastanza riservata e non avvezzo a tali scontri psicologici, subendo molto l’atmosfera e la pressione di quei mesi (coadiuvati dalla location del match, visto che a Kinshasa la popolazione locale si schiera quasi totalmente con lo sfidante).
Il giorno del match, di fronte a 60k persone che urlano “Boma Ye” (uccidilo) per Alì e il pubblico televisivo live più grande di sempre, Foreman vive forse la peggiore serata della sua vita. Nonostante attacchi con tutta la sua forza come al solito, Alí riesce a mandare a vuoto la maggior parte dei suoi attaccanti sfruttando l’elasticità delle corde e la propria velocità (é il famoso rope-a-dope), facendolo stancare.
Nell’ottavo round, la controffensiva fulminea e spietata di Alí costringe uno stremato Foreman al tappeto e poi alla resa per la prima volta nella sua carriera, per un risultato inaspettato nel delirio del pubblico.
Spoiler:
Poco dopo l’incontro, Big George grida al complotto, paventando di essere stato “avvelenato” e che le corde fossero state eccessivamente allentate per permettere ad Alí di schivare i suoi colpi, non accettando la sconfitta.
Inizia un periodo di depressione segnato anche da gravi eventi personali (la scoperta che i genitori scommisero contro di lui, e di avere un altro padre), che lo portano ad impiegare il 75 senza avere match e rifugiandosi nel sesso e nella bella vita.
L’anno dopo ritorna sul ring conteo Ron Lyle, un picchiatore con uno stile molto simile al suo che lo costringe a uno scontro a viso aperto senza esclusione di colpi.
Ne consegue probabilmente il miglior slugfest della storia della boxe, pieno di atterramenti da entrambi i lati e di tensione al cardiopalma, ma che si conclude con il ko al 5 round per l’ex campione.
Guardatevelo.
Spoiler:
Alla fine del match, si dice che abbia avuto un colpo di calore nello spogliatoio, da cui racconta di aver avuto una visione di Dio.
Per Foreman, questa è la svolta della sua vita: si ritira dal pugilato e inizia una vita religiosa, dandosi al volontariato e alle opere di bene e rimettendo a posto i cocci della sua vita.
… fino al 1987, quando lo spirito guerriero (e alcun problemi economici) lo spingono a un clamoroso ritorno all’età di 38 anni (!).
Foreman dichiara addirittura di voler tornare campione, ma a tutti pare un’impresa francamente impossibile.
D’altro canto però, Old George appare come un pugile un po’ diverso dal passato. I pugni d’acciaio e il mento granitico sono quelli di un tempo (non verrà mai atterrato nel suo secondo stint), ma ora appare anche più maturo e strategico, capace di analizzare la situazione e difendersi da avversari più giovani e rampanti.
Inizia con avversari di poco conto, ma col tempo inizia ad affrontare anche pugili quotati come Gerry Cooney (il ko di questo match mi fa sbragare):
Spoiler:
Nel 1994, viene scelto da Michael Moorer per la difesa dei titoli WBA e IBF, probabilmente convinto di poter gestire il vecchio pugile. E in effetti il match viene più dominato da Moorer, ma alla decima ripresa avviene l’incredibile: Foreman penetra la difesa avversaria con un uno-due compatto che manda Moorer al conteggio.
Spoiler:
Continuerà a combattere fino al 1997, anno della sua sconfitta (dubbia) contro il quotato Shannon Briggs.
Oggi se ne va uno dei più grandi della disciplina, che ci lascia in ricordo una (due?) carriera indimenticabile e irripetibile.
Che la terra ti sia lieve, campione.
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Re: BOXE - (topic continuativo)
INOUE NON MOLLA UN CAZZO



Prestazione notevole di Cardenas, ma The Monster la riprende da vero guerriero

- RollinThundr
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Re: BOXE - (topic continuativo)
Si parla di un'altra boxe. Altri tempi, quasi tutto in bianco e nero.
Me ne parlava mio padre, e me ne ha parlato tantissimo anche il mio maestro di thai boxe. Gli ricordavo Jacopucci per movenze e fisicità, capelli, e lui ne era un grande fan.
Un ragazzo italiano, nato a Tarquinia nel 1948. Non aveva l’aria del pugile: biondo, con i capelli lunghi per l’epoca — poco ortodossi per la boxe — snello, agile. Il Clay dei poveri, lo chiamavano. O semplicemente l’Angelo Biondo: Angelo Jacopucci.
Timing e tecnica prima di velocità e potenza.
Molti non lo amavano perché prendeva pochi colpi, sfruttava le leve lunghe e colpiva quasi sempre di rimessa, con un tempismo perfetto.
Debutta tra i professionisti nel 1973. Dopo 19 incontri vinti consecutivamente, nel 1975 conquista il titolo italiano dei pesi medi. Lo difende, poi punta al titolo europeo. Nel 1976 ci riesce: è campione continentale dei medi. Rinuncia al titolo italiano per concentrarsi su quello europeo, ma lo perde. Torna a caccia del titolo italiano — che non aveva mai perso sul ring — e se lo riprende nel giro di un anno.
Ma intanto le critiche non si fermano.
"La sua boxe non è fiera."
"Non prende mai colpi in faccia."
"Non si butta sotto."
"Ha paura, non attacca mai."
"Non ha cuore."
Lui risponde quasi deridendo chi lo critica, ma sempre con rispetto. E in appena cinque anni da professionista ha già due titoli italiani e uno europeo. Ma non si accontenta: vuole di nuovo la cintura europea.
1978 — Jacopucci vs Minter. Italia contro Inghilterra.
Se l’italiano è conosciuto per il tempismo, l’inglese ha mani pesanti.
Parte l’incontro e si nota subito qualcosa di diverso: Jacopucci accetta lo scambio al centro ring. Non gioca il suo solito schivo-colpisco-mi allontano. Parte forte, i colpi pesanti arrivano soprattutto da lui. Alla decima ripresa, quasi a fine round, è proprio l’Angelo Biondo a piazzare un destro tremendo: Minter barcolla. Se ci fosse stato più tempo, forse sarebbe finita lì. Ma il gong salva l’inglese. I due vanno all’angolo. Jacopucci ha il volto pulito, Minter è gonfio. L’Angelo lo guarda: sembra fatta.
Undicesima ripresa.
Jacopucci è stanco. Ha dato tutto. Prova a controllare il match, ma non riesce a chiuderlo. Subisce colpi pesanti, la guardia si abbassa. Sta per finire il round. Minter attacca ancora, ma Jacopucci risponde: sinistro, poi destro — entrambi a segno. L’inglese resta in piedi. Finisce il round. Jacopucci è ancora intatto in volto. Minter è aperto, ha un occhio chiuso.
Dodicesima ripresa.
L’italiano è sfinito. Minter attacca. I colpi arrivano. Un sinistro clamoroso fa calare la guardia dell’Angelo. Arretra. Seguono tredici colpi in combinazione: destri, sinistri, un destro d’incontro. È chiaro che è finita.
Mio padre dice che mio nonno si alzò urlando: “Bastaa! Basta! Lui si sarebbe fermato! Basta!”
Ma niente. Arriva anche un sinistro devastante. Jacopucci si spegne. Cade. Occhi persi. È finita. KO alla dodicesima ripresa.
Angelo si rialza dopo qualche attimo. Rassicura tutti, dice che sta bene. Si scusa per la sconfitta con un sorriso e una smorfia che, ancora oggi, se la rivedo, mi commuove. È sportivo fino alla fine. Va alla cena post-match per festeggiare il vincitore. Ma lì si sente male. Qualcuno pensa abbia bevuto troppo vino. Vomita. Torna in albergo. Va a letto.
Non si sveglierà mai più. Entra in coma. Muore tre giorni dopo. A 29 anni.
Ogni volta mi piace ricordarlo
Il Clay dei Poveri.
Me ne parlava mio padre, e me ne ha parlato tantissimo anche il mio maestro di thai boxe. Gli ricordavo Jacopucci per movenze e fisicità, capelli, e lui ne era un grande fan.
Un ragazzo italiano, nato a Tarquinia nel 1948. Non aveva l’aria del pugile: biondo, con i capelli lunghi per l’epoca — poco ortodossi per la boxe — snello, agile. Il Clay dei poveri, lo chiamavano. O semplicemente l’Angelo Biondo: Angelo Jacopucci.
Timing e tecnica prima di velocità e potenza.
Molti non lo amavano perché prendeva pochi colpi, sfruttava le leve lunghe e colpiva quasi sempre di rimessa, con un tempismo perfetto.
Debutta tra i professionisti nel 1973. Dopo 19 incontri vinti consecutivamente, nel 1975 conquista il titolo italiano dei pesi medi. Lo difende, poi punta al titolo europeo. Nel 1976 ci riesce: è campione continentale dei medi. Rinuncia al titolo italiano per concentrarsi su quello europeo, ma lo perde. Torna a caccia del titolo italiano — che non aveva mai perso sul ring — e se lo riprende nel giro di un anno.
Ma intanto le critiche non si fermano.
"La sua boxe non è fiera."
"Non prende mai colpi in faccia."
"Non si butta sotto."
"Ha paura, non attacca mai."
"Non ha cuore."
Lui risponde quasi deridendo chi lo critica, ma sempre con rispetto. E in appena cinque anni da professionista ha già due titoli italiani e uno europeo. Ma non si accontenta: vuole di nuovo la cintura europea.
1978 — Jacopucci vs Minter. Italia contro Inghilterra.
Se l’italiano è conosciuto per il tempismo, l’inglese ha mani pesanti.
Parte l’incontro e si nota subito qualcosa di diverso: Jacopucci accetta lo scambio al centro ring. Non gioca il suo solito schivo-colpisco-mi allontano. Parte forte, i colpi pesanti arrivano soprattutto da lui. Alla decima ripresa, quasi a fine round, è proprio l’Angelo Biondo a piazzare un destro tremendo: Minter barcolla. Se ci fosse stato più tempo, forse sarebbe finita lì. Ma il gong salva l’inglese. I due vanno all’angolo. Jacopucci ha il volto pulito, Minter è gonfio. L’Angelo lo guarda: sembra fatta.
Undicesima ripresa.
Jacopucci è stanco. Ha dato tutto. Prova a controllare il match, ma non riesce a chiuderlo. Subisce colpi pesanti, la guardia si abbassa. Sta per finire il round. Minter attacca ancora, ma Jacopucci risponde: sinistro, poi destro — entrambi a segno. L’inglese resta in piedi. Finisce il round. Jacopucci è ancora intatto in volto. Minter è aperto, ha un occhio chiuso.
Dodicesima ripresa.
L’italiano è sfinito. Minter attacca. I colpi arrivano. Un sinistro clamoroso fa calare la guardia dell’Angelo. Arretra. Seguono tredici colpi in combinazione: destri, sinistri, un destro d’incontro. È chiaro che è finita.
Mio padre dice che mio nonno si alzò urlando: “Bastaa! Basta! Lui si sarebbe fermato! Basta!”
Ma niente. Arriva anche un sinistro devastante. Jacopucci si spegne. Cade. Occhi persi. È finita. KO alla dodicesima ripresa.
Angelo si rialza dopo qualche attimo. Rassicura tutti, dice che sta bene. Si scusa per la sconfitta con un sorriso e una smorfia che, ancora oggi, se la rivedo, mi commuove. È sportivo fino alla fine. Va alla cena post-match per festeggiare il vincitore. Ma lì si sente male. Qualcuno pensa abbia bevuto troppo vino. Vomita. Torna in albergo. Va a letto.
Non si sveglierà mai più. Entra in coma. Muore tre giorni dopo. A 29 anni.
Ogni volta mi piace ricordarlo
Il Clay dei Poveri.