Sabato si è conclusa la carriera di Ozzy.
Non so se definitivamente, di casi di cantanti e gruppi che sono tornati dopo annunci su annunci di ritiro ce ne sono. Però lo zio pare davvero aver appeso il microfono al chiodo, fisicamente è purtroppo messo male e il parkinson lo sta consumando.
Personalmente, è un capitolo importante della mia vita che si chiude. Ozzy e i Black Sabbath sono il principale motivo per cui io e molti altri ascoltiamo quello che ascoltiamo, molti gruppi venuti dopo si sono ispirati a loro, veri e propri pionieri musicali.
Ma soprattutto, per me è importante perché i Black Sabbath erano uno dei gruppi preferiti di mio padre. Quando era giovane, suonava in un gruppo musicale insieme ai mei zii e i Sabbath erano costantemente presenti nelle loro cover. E fu proprio grazie a un vecchio vinile di mio padre che ascoltai per la prima volta "Paranoid", me ne innamorai subito e questo contribuì anche a creare un ulteriore legame con mio padre, con cui non di rado, anche poco prima della sua morte, finivamo per parlare di musica, di rock anni 60/70, dei Sabbath, di quel pazzo di Ozzy.
Ozz non lo saprà mai, ma è stato una delle ancore di salvezza nel mio periodo più nero. Non solo lui e i suoi pezzoni classici, ma anche attraverso tutte quelle band che ha ispirato e che oggi ascolto.
E guarda il destino, Paranoid è stata l'ultima canzone in assoluto, l'ultima performance live con il suo gruppo, là dove tutto è cominciato.
Si è chiuso un cerchio, si è chiuso un capitolo, mio e di tanti altri.
Ozzy è entrato nella leggenda, non più da Principe, ma da Re delle Tenebre.
E io voglio soltanto digli: GRAZIE.
