A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
- Smoker
- Messaggi: 7318
- Iscritto il: 24/11/2014, 23:32
- Città: Milano
- Has thanked: 745 times
- Been thanked: 1229 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Thread magnifico e le spiegazioni minuziose aiutano a seguire al meglio la psicologia dell'incontro e come si sviluppa la rivalità. I match tra i due li avevo già visti tutti ma così me li rivedo volentieri.
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Capitolo 5: parità
NJPW G1 Climax 2013 (10/08/2013)
NJPW G1 Climax 2013 (10/08/2013)
Proseguiamo la grande annata dei due con un incontro spesso trascurato, eppure non meno bello degli altri.
Spoiler:
Proprio come a Invasion Attack, Okada sembra avere tutto sotto controllo, riuscendo con facilità a bloccare ogni tentativo di Tanahashi – a tal punto da riderci addirittura sopra. Okada è un wrestler visibilmente superiore adesso, Tana però è ancora il master strategist: switcha il focus sulle braccia e, quando Kazu inizia a combattere sulla difensiva per proteggerle, Tana lo inganna e torna ad attaccare le ginocchia, stavolta con successo.
A differenza dei precedenti limb work, tecnici e scientifici (sebbene il lato tecnico di Tanahashi sia sempre un po’ grezzotto..), questo attacco all’arto sa di frustrazione e aggressività. Nell’offensiva di Tana il confine fra strategia e disperazione si fa sempre più labile. A quel punto, Okada si ritrova con un braccio e un ginocchio compromessi, ed è costretto a fare i conti con la situazione. Il selling di Okada è fenomenale: di gran lunga superiore rispetto al loro primo match titolato a The New Beginning 2012. Meno drammatico ed epico, più strategico e mentale.
Il lavoro al braccio è un bel diversivo che pesca ampiamente dai loro precedenti scontri e ancora una volta Tana e Kazu offrono materiale che andrebbe insegnato in qualsiasi scuola di wrestling. E non stiamo parlando di una corkscrew shooting star press dalla Torre di Pisa o di 7 canadian destroyer sul cemento, ma di un semplice limb work messo in scena in modo PERFETTO:
- È logico e ingegnoso in termini mark perché Tana, navigato stratega, impara dagli errori del passato e intavola un efficace depistaggio, usando stavolta il braccio solo come mezzo per arrivare alla gamba in modo più efficace.
- È astuto in termini smart, perché in un match in cui la posta in palio è inferiore rispetto a prima, stuzzica comunque il pubblico offrendo stimoli narrativi e spunti di character development, attingendo da quelli che ormai stanno diventando i loro tòpoi.
- È perfettamente calato nella narrazione non solo del match, ma di tutta la loro serie: non solo svolge il ruolo di filo conduttore interno all’incontro (la famosa struttura, che come spesso ripeto manca nei match di Yota Tsuji), ma addirittura lega insieme i vari match della serie, mostrando l’evoluzione dei due protagonisti. È un tassello importante della costruzione di tutti i loro incontri perché, di match in match, offre un appiglio (sia narrativo che tecnico-strutturale) perfettamente logico a cui i due possono sempre tornare quando è il momento di dare un senso a quello che stanno facendo sul ring, quando devono improvvisare o riposarsi, quando devono passare da una fase all’altra e soprattutto un modo per ripetere le loro sequenze più iconiche in ogni match ma dando ogni volta sfumature diverse.
- È eseguito come dio comanda perché i due customizzano il proprio repertorio per rendere più logico il tutto: Tana con la sua offensiva, Okada con un selling che ci fa percepire come il ginocchio dolorante rappresenti un problema nell’eseguire efficacemente tutto il suo parco mosse.
Lo spot del time-limit è fantastico: Okada prova a eseguire il Rainmaker, ma Tanahashi crolla a terra prima che la mossa possa andare a segno, e il match finisce lì. Una trovata geniale e creativa: Tanahashi con la sua strategia, seppur ben eseguita, riesce a non perdere ma non riesce a vincere. Anzi, sul finale lui sta per perdere e ciò che lo salva –paradossalmente- è la sua spossatezza. Okada è diventato troppo forte e Tanahashi inizia a rendersene conto in questo match, tanto che ricorre a tattiche sempre più aggressive e border line pur di tenere il passo. Parallelamente si costruisce l’empatia del neo-campione con il pubblico.
Il risultato basta a Tanahashi per avanzare alla finale, dove però perde contro Tetsuya Naito.
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Capitolo 6: passing of the torch.. forse
NJPW King of Pro-Wrestling (14/10/2013)
NJPW King of Pro-Wrestling (14/10/2013)
Spoiler:
La serie è in parità: 2-2-1 e il pareggio di agosto fornisce a Tanahashi un motivo valido per chiedere una nuova title shot. È il momento del tiebreak.
Tanahashi è reduce da due vittorie consecutive a Dominion 2012 e Wrestle Kingdom 7, ma è a secco dopo la sconfitta a Invasion Attack 2013 e il pareggio nel G1 Climax 23. A pari merito con Tatsumi Fujinami – il secondo Ace della storia di NJPW – per il maggior numero di regni da campione IWGP (6), Tanahashi è anche pronto a scrivere un nuovo record.
Ma, un po’ borioso, un po’ disperato e un po’ consapevole che la richiesta non arrivasse da una vittoria, dichiara pubblicamente che in caso di sconfitta sarebbe rimasto a tempo indefinito lontano dal titolo IWGP. Okada vuole consacrarsi definitivamente come nuovo Ace, quindi accetta e il match viene fissato per ottobre, a King of Pro Wrestling, nomen omen.
Il volto storico della compagnia mette tutto on the line: i main event al Tokyo Dome, l’air guitar in mezzo ai fan, gli “I love you” delle groupies, il titolo di Mr. WrestleKingdom. Anticipo che questo match, lato tecnico, non è il mio preferito fra i due, ma ha indubbiamente ha un’aura stratosferica ed è uno degli incontri più importanti nella storia della New Japan. Ha il sapore di end of an era, del tempo che passa, affascinante e implacabile.
Il Tanahashi che si presenta a KOPW è lo stesso che aveva iniziato ad emergere durante il G1 Climax: brutale, disperato, quasi stronzo. Nella sua disperata volontà di dimostrare di essere ancora l’Ace, Hiroshi Tanahashi aveva abbandonato il lato morale, gentile e solare che lo aveva reso tanto amato dai fan. Che, però, era parte di ciò che lo aveva consacrato Ace.
L’entrata di Tanahashi è un capolavoro. A rimarkare il suo status da eroe disilluso, fa il suo ingresso in una pioggia di cuori di carta, apparentemente sbeffeggiando la pioggia di banconote del rivale, inconsciamente cercando l’approvazione del pubblico con gli stessi (moderni, fighi) mezzi di Okada. Il campione sceglie invece di entrare con la versione della sua theme utilizzata al Dome a inizio anno, come a voler rimarcare che questa è la sua Wrestle Kingdom.
Pronti via e Tana si fionda subito sulla gamba di Okada, che però scampa all’attacco prova un inizio più classico. Tanahashi è arrivato pronto: sa bene che se Okada inizia ad impostare la sua strategia del collo è finita, quindi è deciso a fare in modo che il campione non prenda mai il controllo del match. Ed in effetti è così: inizia una fase di headlock in cui Okada non riesce mai a ribaltare il fronte, per diversi minuti. Okada torna in vantaggio solo quando i due si distanziano, permettendogli di reagire con esplosività. Tornato sul sedile del conducente, Okada sta iniziando ad impostare il suo lavoro al collo quando succede una cosa inaudita.. Tanahashi atterra male dopo un salto e lamenta un infortunio al ginocchio, ma è tutta una finta dell’Ace, che se ne serve per sorprendere il rivale con un roll up improvviso! Quando Tana si rialza baldanzoso e saltellante e prova la sua air guitar il pubblico lo accoglie con stupore e disgusto: di certo non si aspettava questo comportamento dall’eroe di casa. Giunti a questo punto, Tanahashi sorprende ancora e inizia un intenso e sadico limb work sul braccio destro di Okada, la Rainmaker arm.
Se negli incontri precedenti il focus era tutto su Okada, qui invece è tutto su Tanahashi e il fascino di questo match sta nella doppia chiave di lettura del suo character. È Tana a condurre e nel suo operato compaiono elementi nuovi e solo vagamente accennati durante il match del Climax: una partenza avventata, un limb work eccezionalmente aggressivo al braccio di Okada e, addirittura, un finto un infortunio. C’è chi vede in questa struttura del match (nuova rispetto ai precedenti) un sintomo della disperazione di Tana, consapevole che una sconfitta lo taglierebbe fuori per chissà quanto. La pressione del tempo lo schiaccia e lo spinge a prendere decisioni diverse e frutto della disperazione. E c’è invece che lo vede ancora mastermind lucidissimo: Tana sa che Okada ha imparato a non cadere nei suoi vecchi tranelli, e allora si spinge oltre i limiti, cercando di destabilizzarlo con nuovi mind games e provando con ostinazione a colpire il braccio invece delle gambe. C’è chi vede Tanahashi come un eroe distrutto e disperato che usa ogni scorciatoia pur di resistere, e chi invece come un campione senza corona che vuole dimostrare di poter vincere anche stravolgendo le regole del wrestling che lui stesso ha inventato. Entrambe le chiavi di lettura hanno il loro fascino, io personalmente ci ho sempre visto più consona la prima.
Ancora una volta il limb work torna centrale e aiuta a raccontarci la storia. Se ad Invasion Attack il lavoro al braccio era un piano di riserva last minute, nel G1 un depistaggio per arrivare al ginocchio, qui diventa il piano principale: total commitment. Addirittura le parti si invertono e sono gli attacchi alla gamba che servono come diversivo per arrivare al braccio. Grazie a questa strategia Tanahashi è in controllo per buona parte dell’incontro e, sebbene gli si presentino varie occasioni per tornare alle gambe, lui resta committed sul braccio. Una scelta che (come visto in precedenza) riduce le sue possibilità di vittoria, ma ha valore simbolico: questa rivalità ormai è diventata personale e non basta più vincere, conta il come. Vuole dimostrare di essere il miglior lottatore anche su un terreno inesplorato, punto. Ma l’orgoglio gli annebbia la lucidità.
Okada resiste stringendo i denti, prova a tornare al suo gameplan in diverse occasioni, ma non riesce mai a farlo funzionare. Le fiammate improvvise gli riportano qualche momento di respiro, ma mai una reale superiorità. Questo dettaglio sottolinea come questo match incarni anche lo scorrere inesorabile del tempo per Tanahashi: deve faticare il doppio per ottenere la metà dei risultati rispetto a quando Okada lavora sul collo del rivale. Non si può sconfiggere il tempo che passa: Tana si avvicina ai 40, ha superato il suo picco atletico, il corpo mostra i primi segni di cedimento; Kazu è all’apice della forma fisica, nel pieno della propria maturità agonistica.
Ma anche per Okada ha i suoi limiti: la sua testardaggine nell’usare l’arto infortunato, nel fingere che tutto vada bene, sta lasciando segni che a lungo termine non può più ignorare. Rispetto al match del Climax, qui il campione accusa il dolore all’arto molto di più e il controllo del match gli scivola via ogni volta che lo sfiora con le dita. Connette per due volte la Red Ink, ma entrambe le volte deve mollare perché il braccio non regge la pressione – un vero peccato, perché Tanahashi era bloccato e ben lontano dalle corde. Poi tenta la Tombstone, ma non riesce a sostenere il peso del corpo. Questi contrattempi rincuorano Tanahashi e mandano Okada fuori fase. Perde la calma: corre per un lariat e si prende un Dragon suplex; tenta un no-sell e si becca una Sling Blade; Okada addirittura si prende un cut-off dropkick– il suo cut-off dropkick!! In un’esplosione di hybris Tahanashi prova addirittura a vincere con la Gedo Clutch fissando Gedo dritto negli occhi. Outrageous.
Lo scambio di momentum culmina quando Tanahashi dà inizio alla sua sequenza finale: connette l’High Fly Flow cross body, ma Okada, con uno straordinario colpo di maturità (e non atletismo!), rotola fuori dal ring e si salva. Fuori dal ring connette finalmente la Tombstone, bloccando l’emorragia e riprendendo fiato.
Tanahashi, di solito razionale e calcolatore, qui è un uomo diverso che lotta come un inseguitore, come un campione privato del trono. Okada ne esce incredibilmente elevato: è il primo wrestler che riesce a piegare stravolgere lo schema dell’Ace, a costringerlo al cambiamento. Tanahashi è obbligato ad evolversi e reinventarsi per restare al passo del nuovo campione, e nel farlo incappa in errori basilari. Okada, invece, non ha più bisogno di attenersi pedissequamente ad un piano specifico come all’inizio: adesso gli basta evitare le trappole note, sfruttare giovinezza, atletismo, confidence. Resta fedele al lavoro sul collo e cambia quel tanto che basta per sorprendere l’avversario, come nello splendido balletto finale quando –dopo due tentativi andati a vuoto- connette la Rainmaker da un’angolazione inedita, garantendosi lo schienamento decisivo.
Passing of the torch?
Meh, nonostante la grandezza di questo incontro e la vittoria di Okada, non abbiamo proprio proprio la sua consacrazione come Ace. Il tema del match è dominato da una performance ipnotica di Tanahashi, che mostra un livello di profondità e finezza raramente visto nel wrestling. Okada, in confronto, sembra quasi trascinato dagli eventi. E questo ci dice che la storia fra i due non può finire qui. Se Okada prevale sull’uomo più anziano grazie alla pura forza della giovinezza, in realtà non sembra ancora allo stesso livello in termini di creatività, immaginazione e costruzione del match. Col senno di poi, questo passaggio di testimone non rappresenta la conclusione definitiva della storia, ma solo la fine del primo atto.
- Hohesc
- Messaggi: 625
- Iscritto il: 13/01/2015, 20:09
- Città: Forlì
- Località: Arrivederci
- Has thanked: 248 times
- Been thanked: 126 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Purtroppo non sono ancora riuscito a rivedere i match, ma le tue descrizioni me li hanno fatti tornare negli occhi: recuperai la saga ai tempi di Wrestling Dontaku 2018, e da allora King of Pro Wrestling è sempre rimasto il mio preferito, per la climax allucinante che l'ha preceduto (l'altro picco motivo, Wrestle Kingdom 10, arriva con meno consequenzialità, recuperando unicamente la loro serie di match).
Ricordo la sopresa a New Beginning 2012, nonostante conoscessi il risultato, ma proprio per come è impostato il match rispetto ai ruoli e volendo pure perchè la finisher di Okada, all'epoca un mingherlino, alla fine è una clothesline; ma tutte queste cose avevano accentuato il senso di straniamento attorno a quel match (straniamento puramente suggestivo poi, visto che Tanahashi vende il lavoro al collo alla grande e non c'è nessun problema a credere che perda dalla Rainmaker a quel punto).
Ricordo il fomento a Dominion 2012 nel vedere Tanahashi versione ace mattatore assoluto (questa saga era la prima volta che lo vedevo, e nel precedente non aveva fatto una figura particolarmente brillante) e Okada disperato che, pure nella sconfitta, dimostra di non essere un fuoco di paglia.
Poi vabbe' ricordo la profonda delusione di Wrestle Kingdom 7; non so nemmeno se conoscessi il risultato o meno, ma in ogni caso l'effetto era paradossalmente simile a quello di New Beginning: culmine di una trilogia sull'1-1, main event dello show più importante dell'anno, giovane spavaldo che aveva compiuto la propria redemption vincendo il Climax (supponevo), ovviamente doveva concludersi con la vittoria del giovinastro talentuoso al termine di un match al cardiopalma.
Invece il match è metodico, pesante, spossante, vedere Okada incapace di portare a termine l'incontro è deprimente, e alla fine perde miseramente. Per il mio senso narrativo di wrestling occidentale, fu veramente molto strano.
Invasion Attack, che sapevo essere generalmente considerato il capolavoro della saga, e che mi chiedevo come potesse esserlo dopo una disfatta del genere nel match precedente (mi sa che non avevo neppure idea dell'esistenza della New Japan Cup), mi diede immediatamente l'impressione di avere visto un match storico, avulso dal tempo, come all'epoca era già e come immagino abbia provato anche chi l'ha visto in diretta. Era proprio quella consenquenzialità nell'azione, quel crescendo nella suggestione e quella magia nell'atmosfera che mi aspettavo dalla "bella" di Wrestle Kingdom, e che arrivate con un match di ritardo mi gasarono ancora di più. Di nuovo, senza nessun contesto narrativo, per me a questo punto Okada era già face.
Il Climax 23 mi stranì nuovamente, questa volta per il limite dei 30' a cui non ero abituato, ma i due lo resero talmente centrale nella narrazione e nella frenesia dell'azione, che lo accettai immediatamente e ne capì subito il senso. Il pareggio suonava ovviamente più come una sconfitta di Okada e una vittoria di Tanahashi arrivati a questo punto, e questa maniera sempre nuova di spostare il peso del vantaggio nella rivalità iniziava a farmi innamorare.
King of Pro Wrestling, come detto, divenne immediatamente il mio preferito e lo è tuttora, per come l'elemento narrativo sia più preponderante rispetto agli altri scontri, e anche per la meraviglia di vedere un Tanahashi terminator pronto a sventrare vivo l'avversario; l'altra meraviglia era vedere come, a distanza di pochi mesi tra un match e l'altro fossero riusciti a raccontare storie molto diverse l'una dall'altra, e come mi sembrava che tutte convergessero qui; ho ancora stampata a fuoco negli occhi l'ultima Rainmaker di Okada, cattivissima e violentissima, con cui si riprende tutte le umiliazioni subite nel match e in parte nella rivalità, e fa sprofondare Tanahashi sempre più giù.
Sono d'accordo che narrativamente non sia il loro scontro definitivo, visto che Okada era ancora in costruzione e questo comunque era un Tanahashi alternativo, non quello classico con cui si sarebbe dovuto confrontare veramente il nuovo Ace; infatti prima di WK 10, ma in realtà anche dopo, il loro classico è sempre stato considerato Invasion Attack, anche perché rispecchia maggiormente quelle dinamiche occidentali che dicevo. Tuttavia, ho sempre preferito KOPW proprio perché anomalo e shockante nel come svolge la propria storia (Tanahashi diventa stronzo), piuttosto che su cosa svolge (Tanahashi le prova tutte per riprendere il titolo).
Ricordo la sopresa a New Beginning 2012, nonostante conoscessi il risultato, ma proprio per come è impostato il match rispetto ai ruoli e volendo pure perchè la finisher di Okada, all'epoca un mingherlino, alla fine è una clothesline; ma tutte queste cose avevano accentuato il senso di straniamento attorno a quel match (straniamento puramente suggestivo poi, visto che Tanahashi vende il lavoro al collo alla grande e non c'è nessun problema a credere che perda dalla Rainmaker a quel punto).
Ricordo il fomento a Dominion 2012 nel vedere Tanahashi versione ace mattatore assoluto (questa saga era la prima volta che lo vedevo, e nel precedente non aveva fatto una figura particolarmente brillante) e Okada disperato che, pure nella sconfitta, dimostra di non essere un fuoco di paglia.
Poi vabbe' ricordo la profonda delusione di Wrestle Kingdom 7; non so nemmeno se conoscessi il risultato o meno, ma in ogni caso l'effetto era paradossalmente simile a quello di New Beginning: culmine di una trilogia sull'1-1, main event dello show più importante dell'anno, giovane spavaldo che aveva compiuto la propria redemption vincendo il Climax (supponevo), ovviamente doveva concludersi con la vittoria del giovinastro talentuoso al termine di un match al cardiopalma.
Invece il match è metodico, pesante, spossante, vedere Okada incapace di portare a termine l'incontro è deprimente, e alla fine perde miseramente. Per il mio senso narrativo di wrestling occidentale, fu veramente molto strano.
Invasion Attack, che sapevo essere generalmente considerato il capolavoro della saga, e che mi chiedevo come potesse esserlo dopo una disfatta del genere nel match precedente (mi sa che non avevo neppure idea dell'esistenza della New Japan Cup), mi diede immediatamente l'impressione di avere visto un match storico, avulso dal tempo, come all'epoca era già e come immagino abbia provato anche chi l'ha visto in diretta. Era proprio quella consenquenzialità nell'azione, quel crescendo nella suggestione e quella magia nell'atmosfera che mi aspettavo dalla "bella" di Wrestle Kingdom, e che arrivate con un match di ritardo mi gasarono ancora di più. Di nuovo, senza nessun contesto narrativo, per me a questo punto Okada era già face.
Il Climax 23 mi stranì nuovamente, questa volta per il limite dei 30' a cui non ero abituato, ma i due lo resero talmente centrale nella narrazione e nella frenesia dell'azione, che lo accettai immediatamente e ne capì subito il senso. Il pareggio suonava ovviamente più come una sconfitta di Okada e una vittoria di Tanahashi arrivati a questo punto, e questa maniera sempre nuova di spostare il peso del vantaggio nella rivalità iniziava a farmi innamorare.
King of Pro Wrestling, come detto, divenne immediatamente il mio preferito e lo è tuttora, per come l'elemento narrativo sia più preponderante rispetto agli altri scontri, e anche per la meraviglia di vedere un Tanahashi terminator pronto a sventrare vivo l'avversario; l'altra meraviglia era vedere come, a distanza di pochi mesi tra un match e l'altro fossero riusciti a raccontare storie molto diverse l'una dall'altra, e come mi sembrava che tutte convergessero qui; ho ancora stampata a fuoco negli occhi l'ultima Rainmaker di Okada, cattivissima e violentissima, con cui si riprende tutte le umiliazioni subite nel match e in parte nella rivalità, e fa sprofondare Tanahashi sempre più giù.
Sono d'accordo che narrativamente non sia il loro scontro definitivo, visto che Okada era ancora in costruzione e questo comunque era un Tanahashi alternativo, non quello classico con cui si sarebbe dovuto confrontare veramente il nuovo Ace; infatti prima di WK 10, ma in realtà anche dopo, il loro classico è sempre stato considerato Invasion Attack, anche perché rispecchia maggiormente quelle dinamiche occidentali che dicevo. Tuttavia, ho sempre preferito KOPW proprio perché anomalo e shockante nel come svolge la propria storia (Tanahashi diventa stronzo), piuttosto che su cosa svolge (Tanahashi le prova tutte per riprendere il titolo).
- Smoker
- Messaggi: 7318
- Iscritto il: 24/11/2014, 23:32
- Città: Milano
- Has thanked: 745 times
- Been thanked: 1229 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Sliding door incredibile se non sbaglio. È da qui che la gente rigetta Naito e vota per dare il ME a Tanahashi e Nakamura no?
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Concordo su tutto, hai centrato tutti gli snodi narrativi.
Personalmente, se devo fare l'amante del workrate, Invasion Attak è un match superiore a KOPW e credo il mio preferito; però appunto quest'ultimo è talmente significativo sul profilo narrativo che lo rende imprescindibile.
Però ecco è importante ciò che hai detto alla fine: quello di KOPW non era il vero Tanahashi e quindi non era quello che Okada aveva bisogno di battere per diventare il vero ACE.
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Yess, corretto!
Del main event di WK parlerò in modo più approfondito nel prossimo post, ma visto che mi concentrerò soprattutto su Okada e Tana, ti dico adesso la mia su Naito. Credo che il rigetto di Naito fu un mix di fattori:
- Oggettivamente non era ancora pronto, quantomeno come gravitas. Il pubblico lo percepiva non solo dietro a Tana e Okada, ma anche sotto a Nakamura e forse addirittura Shibata, se poi ci aggiungi un Bullet Club molto "caldo" in cui stava per arrivare AJ beh, Naito ish.
- Era reduce da un infortunio dal quale credo fosse tornato troppo presto, aveva addosso tanta ruggine rispetto al 2012 e su un worker come quel Naito lì la ruggine si vede subito.
- Credo che la sua vittoria al G1 sia stata un po' improvvisa e forzata, un'imporsi poco organico, e lui a fare il babyface ci provava talmente tanto da risultare super costruito; il character era quello di un Tanahashi wannabe, non tanto diverso dall'Umino dell'anno scorso eh. Se poi lo contrasti alla popolaritò di Tana e Okada del 2013 allora Naito impallidisce ancora di più.
- Naito non era esattamente bookato come un main eventer nel 2013: era invischiato nel giro NEVER, in un feud con Yujiro, reduce da qualche sconfitta di peso, nel mentre Tana e Okada sfornavano capolavori e Nakamura era nel pieno del suo essere King of Strong Style.. insomma, in quel periodo i fan volevano altro.
- Marco Frediani
- Messaggi: 10926
- Iscritto il: 22/12/2010, 22:11
- Città: Carrara
- Has thanked: 647 times
- Been thanked: 491 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Tanahashi nel suo libro ha detto che il promo post vittoria del G1 di Naito è stato terribile e ha alienato i fan da lui.GMPunk ha scritto: ↑29/08/2025, 17:22 Yess, corretto!
Del main event di WK parlerò in modo più approfondito nel prossimo post, ma visto che mi concentrerò soprattutto su Okada e Tana, ti dico adesso la mia su Naito. Credo che il rigetto di Naito fu un mix di fattori:
- Oggettivamente non era ancora pronto, quantomeno come gravitas. Il pubblico lo percepiva non solo dietro a Tana e Okada, ma anche sotto a Nakamura e forse addirittura Shibata, se poi ci aggiungi un Bullet Club molto "caldo" in cui stava per arrivare AJ beh, Naito ish.
- Era reduce da un infortunio dal quale credo fosse tornato troppo presto, aveva addosso tanta ruggine rispetto al 2012 e su un worker come quel Naito lì la ruggine si vede subito.
- Credo che la sua vittoria al G1 sia stata un po' improvvisa e forzata, un'imporsi poco organico, e lui a fare il babyface ci provava talmente tanto da risultare super costruito; il character era quello di un Tanahashi wannabe, non tanto diverso dall'Umino dell'anno scorso eh. Se poi lo contrasti alla popolaritò di Tana e Okada del 2013 allora Naito impallidisce ancora di più.
Sulla carriera di Naito, poi, ci sarebbe da aprire un topic a parte perché anche la sua storia con la White Belt, con Tana e con Okada e come è arrivato a unificare IWGP e IC a WK è molto interessante.
- Naito non era esattamente bookato come un main eventer nel 2013: era invischiato nel giro NEVER, in un feud con Yujiro, reduce da qualche sconfitta di peso, nel mentre Tana e Okada sfornavano capolavori e Nakamura era nel pieno del suo essere King of Strong Style.. insomma, in quel periodo i fan volevano altro.
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Come promesso oggi si parla di Wrestle Kingdom 8.
L’incertezza di Kazuchika Okada come Ace fu precisa scelta di booking o imposizione dettata dalle circostanze?
Beh, di sicuro il referendum popolare che la federazione si vede costretta ad indire per scegliere il main event di Wrestle Kingdom 8 ci aiuta molto a capire il sentiment dei fan.
Dopo la sconfitta di KOPW, Tanahashi ripiega sull’Intercontinental Title, sfidando a Wrestle Kingdom 8 il suo eterno rivale Shinsuke Nakamura. Contro Okada invece ci va Tetsuya Naito, vincitore del G1. Sorprendentemente i fan votarono per avere Tanahashi vs Nakamura nel main event, relegando il match per il titolo massimo in una scomoda seconda posizione. Per la prima volta un match per un titolo secondario viene posizionato nel main event di Wrestle Kingdom mentre uno per il titolo IWGP nel semi-Main Event. Cosa vuol dire? Che Tanahashi è ancora troppo popolare, Nakamura troppo ingombrante, Okada forse non ancora pienamente accettato, Naito decisamente non ancora pronto.
Il match tra Okada e Naito a WK8 resta comunque un signor incontro, per molti fan uno dei migliori della loro serie (personalmente preferisco il precedente dell’Anniversario, perché il Naito pre-infortuni era semplicemente meraviglioso e Okada era più affamato) e per diversi critici il MOTN di quell’edizione. Di sicuro è una pietra miliare per la New Japan, poiché quella semplice scelta del pubblico plasmerà sia il futuro di Kazu che –soprattutto, no pun intended- il DESTINOOOOOO di Tetsuya. Il grande redemption arch di Naito, la nascita dei LIJ, il suo amore-odio verso il titolo Intercontinentale e la scelta di fargli unificare la cintura bianca con il titolo IWGP proprio a WK.. tutto nacque appunto dal televoto di Wrestle Kingdom 8. Ma questa è un’altra storia, per adesso il match lo possiamo guardare qui:
Ma perché questa debacle?
Credo che buona parte della vicenda sia da attribuire principalmente agli errori di booking di Gedo, due dei quali coinvolsero direttamente Okada/Tana.
Primo: nel G1 Climax 2013, vinto da Naito, Tanahashi si fa ben sei main event - sette se consideriamo la finale. Nel frattempo Okada, pur essendo lanciato verso un regno da Ace lungo un anno, compare in soli DUE main event, di cui uno è quello contro Tana. Crazy. A mio avviso, questa scelta ha fatto incespicare l’ascesa iniziale di Okada (dopo un primo anno e mezzo stratosferico) e ha pesato sul main event di WK quasi quanto il rifiuto di Naito da parte del pubblico. Il piano era che Okada reggesse da solo il main event di Wrestle Kingdom, senza Tanahashi. Ma la presenza di Tana in così tanti main event durante il G1 ha condizionato il pubblico a non percepire Okada come il big deal e, anzi, a vedere lui e il titolo IWGP al di sotto di Tana, con gravi conseguenze quando si è trattato poi di costruire Okada vs Naito come match di cartello.
Secondo: nel corso del 2013, Okada si trasforma gradualmente in un babyface puro decisamente ispirato a Tanahashi, ed è un peccato, perché in queste vesti lui non rende. Okada non ha quel fuoco interiore che infiamma le folle, non è bravo a “combattere dal basso”, i suoi comeback nel complesso sono smorti se paragonati a quelli di Tanahashi, che invece ne è il maestro.
C’è dissonanza tra la sua gimmick e il modo in cui vengono scritti i suoi match e le sue storie. L’immagine che proietta è quella di un prodigio naturale, un semidio arrogante e superbo e che diventa freddo e calcolatore quando suona la campanella. Okada l’eroe senza macchia non lo sa fare, quella cosa lì è territorio di Tanahashi, e il contrasto diventa ancora più evidente quando si cerca di generare simpatia per il campione proprio a spese dell’Ace. Gedo purtroppo questa cosa la capisce tardi e nel 2013 si intestardisce a voler portare on screen una versione di Okada che non fa il grip sperato. La gente lo segue perché capisce che obiettivamente è il migliore del mondo, ma i cuori battono ancora per Tanahashi (sì, l’ingresso di Tana a KOWP è una furbata pazzesca).
Ecco quindi spiegata la mancanza di una vera risoluzione epica della rivalità e la fine ufficiosa ma non ufficiale del periodo di Tanahashi come volto della compagnia. Eppure, nell'imprevisto, c’è qualcosa di incredibilmente poetico nell’imminente debacle di Wrestle Kingdom 8: Hiroshi Tanahashi, l’eroe in disgrazia caduto in basso anche sul piano morale, è ancora troppo grande e troppo amato per essere relegato a ruolo secondario. Conclude i suoi anni migliori sul ring con quella che potrebbe essere la sua performance più iconica, ma come figura simbolica è ancora troppo avanti rispetto al suo erede ed eliminarlo dalla scena appare innaturale e ingiustificato. Questo episodio, spesso ricordato come un momento chiave nello sviluppo del personaggio di Naito, rappresenta anche un passaggio inequivocabile per la saga tra Tanahashi e Okada: nonostante Okada fosse ormai dominante sul ring, non era ancora l’Ace, almeno non per il pubblico. E finché non avesse sconfitto Tanahashi al Tokyo Dome, non lo sarebbe mai stato.
L’incontro di King of Pro-Wrestling segna per molti la fine della golden age delle performance di Tanahashi, ma a partire da questo match anche Okada, come wrestler, inizia a mostrare lievi segni di involuzione. Dopo un anno e mezzo stellare e unico nella storia del pro wrestling, molte delle qualità che lo hanno reso un fenomeno stanno iniziando ad appiattirsi: la creatività nel selling, l’innovazione del suo repertorio “esotico” e il magnetismo del suo personaggio si stanno smussando. Più la sua carriera progredisce, più Gedo booka un Okada che possa piacere a tutti e che sul ring faccia ricorso ad una formula ripetitiva nel tentativo di emulare lo schema da babyface di Tanahashi. Proponendo, però, una versione meno interessante del primo Okada.
Un po’ per pigrizia, un po’ per testardaggine, un po’ perché ci si attiene a ciò che comunque funziona, un po’ anche perché nel 2012 di match in match Okada ha alzato talmente tanto l’asticella che ad una certa gli incrementi naturalmente si fanno minori.. sta di fatto che dal 2014 le performance in ring di Okada entrano per qualche anno in una sorta di stagnazione, ma una stagnazione ad un livello talmente alto che saranno in pochi a lamentarsene.
A livello di character qualche voglia di sperimentazione la vedremo prima alla perdita del titolo con Omega e poi nei suoi ultimi mesi in NJPW. In termini di moveset, invece, riciclerà sempre più o meno la stessa formula fino al 2020, quando inserirà in repertorio prima la Money Clip e poi nello stretch finale gli omaggi ai grandi classici del Puro (l’enzuiguri di Inoki, l’Emerald Flowsion di Misawa e poi la Cobra Flowsion per richiamare sia Inoki che Misawa).
Don’t get me wrong: Kazuchika Okada rimane uno dei migliori ad essere mai salito su un ring (nella mia classifica personale lo metto secondo solamente a Danielson nell’era moderna) e il suo regno dei record da campione IWGP uno degli all time best. Eppure, un po’ mi resta il cruccio di cosa avremmo potuto vedere se dal 2014 al 2020 Okada-Gedo avessero rischiato un po’ di più invece che rifugiarsi ripetitivamente in ciò che stava comunque funzionando. Alla luce di ciò che Okada sta facendo in AEW, un character development fatto come dio comanda a casa sua in New Japan me lo sarei visto più che volentieri.
Capitolo 7: la debacle di Wrestle Kingdom 8 (e qualche considerazione personale)
L’incertezza di Kazuchika Okada come Ace fu precisa scelta di booking o imposizione dettata dalle circostanze?
Beh, di sicuro il referendum popolare che la federazione si vede costretta ad indire per scegliere il main event di Wrestle Kingdom 8 ci aiuta molto a capire il sentiment dei fan.
Dopo la sconfitta di KOPW, Tanahashi ripiega sull’Intercontinental Title, sfidando a Wrestle Kingdom 8 il suo eterno rivale Shinsuke Nakamura. Contro Okada invece ci va Tetsuya Naito, vincitore del G1. Sorprendentemente i fan votarono per avere Tanahashi vs Nakamura nel main event, relegando il match per il titolo massimo in una scomoda seconda posizione. Per la prima volta un match per un titolo secondario viene posizionato nel main event di Wrestle Kingdom mentre uno per il titolo IWGP nel semi-Main Event. Cosa vuol dire? Che Tanahashi è ancora troppo popolare, Nakamura troppo ingombrante, Okada forse non ancora pienamente accettato, Naito decisamente non ancora pronto.
Il match tra Okada e Naito a WK8 resta comunque un signor incontro, per molti fan uno dei migliori della loro serie (personalmente preferisco il precedente dell’Anniversario, perché il Naito pre-infortuni era semplicemente meraviglioso e Okada era più affamato) e per diversi critici il MOTN di quell’edizione. Di sicuro è una pietra miliare per la New Japan, poiché quella semplice scelta del pubblico plasmerà sia il futuro di Kazu che –soprattutto, no pun intended- il DESTINOOOOOO di Tetsuya. Il grande redemption arch di Naito, la nascita dei LIJ, il suo amore-odio verso il titolo Intercontinentale e la scelta di fargli unificare la cintura bianca con il titolo IWGP proprio a WK.. tutto nacque appunto dal televoto di Wrestle Kingdom 8. Ma questa è un’altra storia, per adesso il match lo possiamo guardare qui:
Spoiler:
Credo che buona parte della vicenda sia da attribuire principalmente agli errori di booking di Gedo, due dei quali coinvolsero direttamente Okada/Tana.
Primo: nel G1 Climax 2013, vinto da Naito, Tanahashi si fa ben sei main event - sette se consideriamo la finale. Nel frattempo Okada, pur essendo lanciato verso un regno da Ace lungo un anno, compare in soli DUE main event, di cui uno è quello contro Tana. Crazy. A mio avviso, questa scelta ha fatto incespicare l’ascesa iniziale di Okada (dopo un primo anno e mezzo stratosferico) e ha pesato sul main event di WK quasi quanto il rifiuto di Naito da parte del pubblico. Il piano era che Okada reggesse da solo il main event di Wrestle Kingdom, senza Tanahashi. Ma la presenza di Tana in così tanti main event durante il G1 ha condizionato il pubblico a non percepire Okada come il big deal e, anzi, a vedere lui e il titolo IWGP al di sotto di Tana, con gravi conseguenze quando si è trattato poi di costruire Okada vs Naito come match di cartello.
Secondo: nel corso del 2013, Okada si trasforma gradualmente in un babyface puro decisamente ispirato a Tanahashi, ed è un peccato, perché in queste vesti lui non rende. Okada non ha quel fuoco interiore che infiamma le folle, non è bravo a “combattere dal basso”, i suoi comeback nel complesso sono smorti se paragonati a quelli di Tanahashi, che invece ne è il maestro.
C’è dissonanza tra la sua gimmick e il modo in cui vengono scritti i suoi match e le sue storie. L’immagine che proietta è quella di un prodigio naturale, un semidio arrogante e superbo e che diventa freddo e calcolatore quando suona la campanella. Okada l’eroe senza macchia non lo sa fare, quella cosa lì è territorio di Tanahashi, e il contrasto diventa ancora più evidente quando si cerca di generare simpatia per il campione proprio a spese dell’Ace. Gedo purtroppo questa cosa la capisce tardi e nel 2013 si intestardisce a voler portare on screen una versione di Okada che non fa il grip sperato. La gente lo segue perché capisce che obiettivamente è il migliore del mondo, ma i cuori battono ancora per Tanahashi (sì, l’ingresso di Tana a KOWP è una furbata pazzesca).
Ecco quindi spiegata la mancanza di una vera risoluzione epica della rivalità e la fine ufficiosa ma non ufficiale del periodo di Tanahashi come volto della compagnia. Eppure, nell'imprevisto, c’è qualcosa di incredibilmente poetico nell’imminente debacle di Wrestle Kingdom 8: Hiroshi Tanahashi, l’eroe in disgrazia caduto in basso anche sul piano morale, è ancora troppo grande e troppo amato per essere relegato a ruolo secondario. Conclude i suoi anni migliori sul ring con quella che potrebbe essere la sua performance più iconica, ma come figura simbolica è ancora troppo avanti rispetto al suo erede ed eliminarlo dalla scena appare innaturale e ingiustificato. Questo episodio, spesso ricordato come un momento chiave nello sviluppo del personaggio di Naito, rappresenta anche un passaggio inequivocabile per la saga tra Tanahashi e Okada: nonostante Okada fosse ormai dominante sul ring, non era ancora l’Ace, almeno non per il pubblico. E finché non avesse sconfitto Tanahashi al Tokyo Dome, non lo sarebbe mai stato.
L’incontro di King of Pro-Wrestling segna per molti la fine della golden age delle performance di Tanahashi, ma a partire da questo match anche Okada, come wrestler, inizia a mostrare lievi segni di involuzione. Dopo un anno e mezzo stellare e unico nella storia del pro wrestling, molte delle qualità che lo hanno reso un fenomeno stanno iniziando ad appiattirsi: la creatività nel selling, l’innovazione del suo repertorio “esotico” e il magnetismo del suo personaggio si stanno smussando. Più la sua carriera progredisce, più Gedo booka un Okada che possa piacere a tutti e che sul ring faccia ricorso ad una formula ripetitiva nel tentativo di emulare lo schema da babyface di Tanahashi. Proponendo, però, una versione meno interessante del primo Okada.
Un po’ per pigrizia, un po’ per testardaggine, un po’ perché ci si attiene a ciò che comunque funziona, un po’ anche perché nel 2012 di match in match Okada ha alzato talmente tanto l’asticella che ad una certa gli incrementi naturalmente si fanno minori.. sta di fatto che dal 2014 le performance in ring di Okada entrano per qualche anno in una sorta di stagnazione, ma una stagnazione ad un livello talmente alto che saranno in pochi a lamentarsene.
A livello di character qualche voglia di sperimentazione la vedremo prima alla perdita del titolo con Omega e poi nei suoi ultimi mesi in NJPW. In termini di moveset, invece, riciclerà sempre più o meno la stessa formula fino al 2020, quando inserirà in repertorio prima la Money Clip e poi nello stretch finale gli omaggi ai grandi classici del Puro (l’enzuiguri di Inoki, l’Emerald Flowsion di Misawa e poi la Cobra Flowsion per richiamare sia Inoki che Misawa).
Don’t get me wrong: Kazuchika Okada rimane uno dei migliori ad essere mai salito su un ring (nella mia classifica personale lo metto secondo solamente a Danielson nell’era moderna) e il suo regno dei record da campione IWGP uno degli all time best. Eppure, un po’ mi resta il cruccio di cosa avremmo potuto vedere se dal 2014 al 2020 Okada-Gedo avessero rischiato un po’ di più invece che rifugiarsi ripetitivamente in ciò che stava comunque funzionando. Alla luce di ciò che Okada sta facendo in AEW, un character development fatto come dio comanda a casa sua in New Japan me lo sarei visto più che volentieri.
- Marco Frediani
- Messaggi: 10926
- Iscritto il: 22/12/2010, 22:11
- Città: Carrara
- Has thanked: 647 times
- Been thanked: 491 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Dire che una bella fetta della colpa è da attribuire a Naito (il famoso promo dopo la vittoria del Climax) e al fatto di averlo mandato per il titolo Never, non proprio il massimo per renderlo credibile.
Un po come far vincere la Rumble a Cody e poi non farlo feudare con la Bloodline subito ma con Finn Balor, magari facendolo pure perdere o faticare.
Questo non ha aiutato a renderlo credibile, mentre Nakamura aveva già nome e status.
Per forza il pubblico non voleva vedere Naito nel ME al Dome, almeno non in quel momento.
Poi secondo me hanno fatto un grossissimo errore a non farlo vincere nel 2018 al Dome, era tutto apparecchiato alla perfezione.
Lo hanno fatto nel 2020 quando fregava meno alla gente e si sono visti i risultati.
Un po come far vincere la Rumble a Cody e poi non farlo feudare con la Bloodline subito ma con Finn Balor, magari facendolo pure perdere o faticare.
Questo non ha aiutato a renderlo credibile, mentre Nakamura aveva già nome e status.
Per forza il pubblico non voleva vedere Naito nel ME al Dome, almeno non in quel momento.
Poi secondo me hanno fatto un grossissimo errore a non farlo vincere nel 2018 al Dome, era tutto apparecchiato alla perfezione.
Lo hanno fatto nel 2020 quando fregava meno alla gente e si sono visti i risultati.
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Sì, assolutamente, sono d'accordo!Marco Frediani ha scritto: ↑01/09/2025, 15:32 Dire che una bella fetta della colpa è da attribuire a Naito (il famoso promo dopo la vittoria del Climax) e al fatto di averlo mandato per il titolo Never, non proprio il massimo per renderlo credibile.
Un po come far vincere la Rumble a Cody e poi non farlo feudare con la Bloodline subito ma con Finn Balor, magari facendolo pure perdere o faticare.
Questo non ha aiutato a renderlo credibile, mentre Nakamura aveva già nome e status.
Per forza il pubblico non voleva vedere Naito nel ME al Dome, almeno non in quel momento.
Poi secondo me hanno fatto un grossissimo errore a non farlo vincere nel 2018 al Dome, era tutto apparecchiato alla perfezione.
Lo hanno fatto nel 2020 quando fregava meno alla gente e si sono visti i risultati.
Non ho approfondito più di tanto l'arco di Naito perché comunque il focus qui è su Tana-Okada, però bisogna dire che quando Naito rientrò dall'infortunio a metà 2013, all'inizio del Climax era reduce da un match contro Yujiro Takahashi e una sconfitta contro Masato Tanaka, che era ormai un midcarder. Dopo la vittoria del G1 riprese per i successivi tre mesi il program con Yujiro e Tanaka intorno al titono NEVER, e poi sconfisse Gedo prima del Tokyo Dome, in match carini ma fin troppo combattuti per quella che doveva essere la disparità di status. Insomma.. non certo un booking da sfidante del titolo più importante. Il paragone con Cody ci sta tutto.
Sul 2018 onestamente non so.. concordo che Naito fosse ormai pronto e sarebbe stato logico se fosse stato lui a mettere fine al regno di Okada. D'altra parte, proprio come Nakamura e Tanahashi prima di lui, Omega era un nome troppo pesante in quegli anni e resto convinto che la NJPW fece bene a puntarci. Di sicuro se si guarda solo la storia di Naito il booking troppo diluito ne ha rovinato il momentum. Se però allargo il campo visivo al prodotto in generale, allora Omega che detronizza Okada era la mossa giusta da fare e sono contento sia andata così.
- Marco Frediani
- Messaggi: 10926
- Iscritto il: 22/12/2010, 22:11
- Città: Carrara
- Has thanked: 647 times
- Been thanked: 491 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Per me era la storia perfetta: lui che si vede sfumare il ME del Doma, diventa Tranquilo, brutalizza il titolo Intercontinentale, il match con Tana a Dominion riaccende il fuoco dentro di lui che si riguadagna sul campo il ME del Dome, questa volta con la folla che lo acclama, proprio contro quell'avversario che lo aveva battuto e che nemmeno troppo velatamente gli aveva detto che non valeva il Dome e che era colpa sua se era stato escluso e me lo fai perdere?GMPunk ha scritto: ↑01/09/2025, 16:34 Sì, assolutamente, sono d'accordo!
Non ho approfondito più di tanto l'arco di Naito perché comunque il focus qui è su Tana-Okada, però bisogna dire che quando Naito rientrò dall'infortunio a metà 2013, all'inizio del Climax era reduce da un match contro Yujiro Takahashi e una sconfitta contro Masato Tanaka, che era ormai un midcarder. Dopo la vittoria del G1 riprese per i successivi tre mesi il program con Yujiro e Tanaka intorno al titono NEVER, e poi sconfisse Gedo prima del Tokyo Dome, in match carini ma fin troppo combattuti per quella che doveva essere la disparità di status. Insomma.. non certo un booking da sfidante del titolo più importante. Il paragone con Cody ci sta tutto.
Sul 2018 onestamente non so.. concordo che Naito fosse ormai pronto e sarebbe stato logico se fosse stato lui a mettere fine al regno di Okada. D'altra parte, proprio come Nakamura e Tanahashi prima di lui, Omega era un nome troppo pesante in quegli anni e resto convinto che la NJPW fece bene a puntarci. Di sicuro se si guarda solo la storia di Naito il booking troppo diluito ne ha rovinato il momentum. Se però allargo il campo visivo al prodotto in generale, allora Omega che detronizza Okada era la mossa giusta da fare e sono contento sia andata così.



Anche qui, sarebbe stato come far perdere Cody a Wm 40 senza nessuna "scusa" (interferenze, turn o altro). Era tutto apparecchiato e perfetto.
Per Kenny Omega vero che era esploso l'anno prima ma poi l'anno dopo li avrebbe abbandonati in braghe di tela per andare in AEW. Pensandoci ora non ne era valsa la pena di dargli il titolo (lo volevano usare come testa di ponte per andare negli USA), ma con i se e con i ma non si fa la storia e col senno di poi sono piene le fosse.
Era una decisione difficile, da una parte la storia perfetta, dall'altra "invadere" il mercato USA con lo straniero più over che avevano.
Per me ha vinto la decisione sbagliata.
Per Naito mi ricordo il silenzio imbarazzante che lo accolse quando dopo Power Struggle 2013(mi pare, l'ultimo show grosso prima del Dome) esce a sfidare ufficialmente Okada. Silenzio assordante, ho provato imbarazzo per lui.
- Darth_Dario
- Messaggi: 22460
- Iscritto il: 22/12/2010, 22:19
- Città: Roma
- Has thanked: 2440 times
- Been thanked: 2389 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Direi che gli ultimi due annetti in NJPW ci hanno dato un assaggio, con Okada che torna il dio tracotante e, soprattutto, molto scazzato con il mondo giapponese e che non ha più pazienza con nessuno. L'Era dello Scazzo di Okada è stata troncata troppo presto, io lo avrei voluto tantissimo a massacrare chiunque in su e in giù per le card e, soprattutto, in su e in giù per le altre varie federazioni giappe.
- Saimas
- Messaggi: 13815
- Iscritto il: 22/12/2010, 21:58
- Città: The Devil Town
- Has thanked: 709 times
- Been thanked: 627 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Hai pensato a Kiymoiya?Darth_Dario ha scritto: ↑01/09/2025, 19:38 Direi che gli ultimi due annetti in NJPW ci hanno dato un assaggio, con Okada che torna il dio tracotante e, soprattutto, molto scazzato con il mondo giapponese e che non ha più pazienza con nessuno. L'Era dello Scazzo di Okada è stata troncata troppo presto, io lo avrei voluto tantissimo a massacrare chiunque in su e in giù per le card e, soprattutto, in su e in giù per le altre varie federazioni giappe.
- Darth_Dario
- Messaggi: 22460
- Iscritto il: 22/12/2010, 22:19
- Città: Roma
- Has thanked: 2440 times
- Been thanked: 2389 times
Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga
Si, ma è stato tutto troppo poco. Mesi fa venne fuori che più o meno tutte le federazioni giapponesi ora sono sotto lo stesso ombrello, quindi le possibilità di collaborazione ci sono. Ma in generale poi è sempre stato un mercato molto più aperto (perlomeno negli ultimi bho, 25 anni?) quindi un bel tour da dominatore a spaccare teste ci stava tutto. In alternativa, una bella faida in cui tutti i nuovi giovani (Yota, Uemura, Oiwa e volendo pure, brr, Umino) si mettono insieme per farlo fuori e lui reagisce come Thanos in Infinity War, che ne so. Insomma, le potenzialità c'erano.