A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

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GMPunk
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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da GMPunk »

Ma assolutamente, l'ultimo Okada pre-States aveva del gran potenziale!
Il match con Kiyomiya è stato solo un (ottimo) assaggio, ma Okada che gira le varie fed jappe a rastrellare tutti gli altri big names avrebbe dato vita ad uno stint clamoroso.

Okada è stato sempre molto attaccato alla New Japan, più di altri top names giapponesi che non è inosuale facciano comparsate in altre fed. Di match di rilievo fatti da Okada fuori dalla NJPW ricordo solo quello con Kaito in NOAH e uno contro Ibushi in DDT nel 2013 (credo).
Oltre ai nuovi giovani della NJ c'è anche una lunga lista di dream names che purtroppo non ha mai incrociato: HARASHIMA, Takeshita (forse adesso succede), Go Shiozaki, Kento Miyahara, KENOH, Akiyama, Yuki Ueno, ma pure Tanaka, Kaz Hayashi e Shuji Kondo qualche anno fa.



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Marco Frediani
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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da Marco Frediani »

Senza contare che Okada non ha elevato nessuno quando se ne è andato via, è semplicemente sparito e ciao a tutti.
Colpa di Gedo anche questa e direi che le conseguenze si vedono tutte.
Quando lo toglieranno dal booking sarà troppo tardi, direi che il suo lo ha abbondantemente dato.

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GMPunk
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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da GMPunk »

Marco Frediani ha scritto: 02/09/2025, 15:34 Senza contare che Okada non ha elevato nessuno quando se ne è andato via, è semplicemente sparito e ciao a tutti.
Colpa di Gedo anche questa e direi che le conseguenze si vedono tutte.
Quando lo toglieranno dal booking sarà troppo tardi, direi che il suo lo ha abbondantemente dato.
Grande verità. Però apprezzo che questo tema di Okada selfish ogni tanto venga ancora ripreso in New Japan e non nascosto sotto al tappeto, sia Yota Tsuji che Oiwa ci hanno marciato sopra nei promo. Spero che sia un modo per tenersi una porta aperta a un futuro ritorno di Okada in Giappone, almeno come special attraction.

Su Gedo vabbè, please retire.

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Marco Frediani
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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da Marco Frediani »

GMPunk ha scritto: 02/09/2025, 16:20 Grande verità. Però apprezzo che questo tema di Okada selfish ogni tanto venga ancora ripreso in New Japan e non nascosto sotto al tappeto, sia Yota Tsuji che Oiwa ci hanno marciato sopra nei promo. Spero che sia un modo per tenersi una porta aperta a un futuro ritorno di Okada in Giappone, almeno come special attraction.

Su Gedo vabbè, please retire.
L'unica attenuante potrebbe essere che è stato un fulmine a ciel sereno (come Naito che andando via non ha elevato Hiromu) e non c'è stato il tempo materiale di mettere su nulla.
Ho realizzato che però dopo Gedo c'è Dick Togo che ha avuto la pensata dell'HOT .:smile6:.

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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da GMPunk »

Capitolo 8: Styles clash



Convinto di aver finalmente sconfitto Hiroshi Tanahashi, Okada fu certamente irritato nel vedere che il main event del Tokyo Dome gli veniva strappato via proprio dal suo eterno rivale, l’Ace decaduto. A peggiorare la situazione, però, è l’arrivo del nuovo gaijin di punta, nonché la golden goose che Bushiroad sceglie per lanciare l’espansione globale del brand New Japan Pro Wrestling: AJ Styles.

Il 3 maggio 2014 a Wrestling Dontaku, AJ Styles debutta (in realtà ritorna, ma sshh..) in NJPW sconfiggendo Kazuchika Okada e vincendo l’oro massimo nel suo primo match. Non solo: nel mese a seguire difende il titolo con successo durante un TT contro Okada e Elgin, pinnando il canadese, e poi ancora nel rematch contro Okada, a NJPW Back To Yokohama Arena.
Spoiler:
Sul momento molti accolsero la scelta con scetticismo, ma in realtà fu una decisione di booking azzeccatissima per diversi motivi:
  • In primo luogo AJ Styles nel 2014 era il free agent più caldo e chiacchierato del mondo. Il suo arrivo in NJPW portò con sé un’ondata di buzz mediatico e uno sciame di nuovi fan occidentali che erano curiosi di seguire la carriera nipponica del P1. Per una New Japan in procinto di internazionalizzarsi era l’occasione perfetta per attrarre e far affezionare un pubblico nuovo. E avevano ragione: oggi magari vediamo il Bullet Club come una fazione mezza decaduta che sta galleggiando ben oltre la sua data di scadenza, che ha inglobato gente a caso e distrutto la ROH. Ma in realtà, per quanto stucchevole potesse a volte risultare l’interpretazione nipponica della figura dell’heel nel wrestling occidentale, il BC del 2014 era un brand fighissimo, ancora esclusivo e sulla bocca di tutti. Ci sta che la NJPW avesse deciso di fare all in con loro in vista dell’espansione.
  • In secondo luogo, per imporre in modo convincente Kazuchika Okada come Ace e top babyface c’era bisogno di una nuova nemesi, ma i principali nomi a disposizione nel roster non erano ritenuti un catalizzatore sufficiente (Naito, Goto, Shibata) oppure erano talmente popolari da rischiare di offuscare Okada (Tanahashi e Nakamura). Da qui il titolo ad un outsider che fosse sufficientemente villain da rendere Okada l’eroe di casa. L’idea, poi, era che, mentre i fan americani si gustavano le performance di Styles, si accorgessero anche di quanto Okada fosse un fenomeno, abbastanza da volerlo seguire anche nell’era post-Styles (cosa che effettivamente è successa).
  • Terzo, ma non per importanza: ragazzi non dimentichiamoci che AJ era un fenomeno, tra il 2005 e il 2015 sempre e indiscutibilmente fra i migliori al mondo (al massimo si può questionare sul booking TNA, ma non sulle sue qualità). Aveva inoltre la reputazione di gran lavoratore, di persona umile e sui cui poter fare sempre affidamento. Insomma, aveva tutte le carte in regola per essere l’uomo giusto per portare la New Japan agli occhi di un pubblico più ampio. Quanto sia bravo è talmente lampante che già durante il Climax del 2014 il pubblico giapponese inizia in parte a tifarlo. Se avete conosciuto AJ solo in WWE, consiglio caldamente il recupero dei suoi match nipponici; il meglio l'ha dato contro Okada, Tana, Suzuki, Ibushi e Nakamura.
E arriviamo al Climax, durante il quale un Okada frustrato si fa strada con determinazione spianandosi la strada per conquistare la sua rivincita sull’ousider. E ci riesce, vincendo il G1 per la seconda volta. Nel farlo si riprende anche una piccola rivincita su AJ Styles, riuscendo finalmente a batterlo nel match di girone dopo ben 3 sconfitte consecutive, ma ovviamente senza titolo in palio. E adesso è tutto pronto per il prossimo scontro fra i due, a WK, stavolta per l'oro.

Ma poi succede che la ghiotta occasione di riabilitarsi agli occhi del pubblico sconfiggendo uno dei wrestler più popolari al mondo gli viene soffiata da… Hiroshi Tanahashi. Il vero Ace, forte anch’egli di una vittoria sul campione durante il G1, sfida Styles a KOPW e rivince il titolo, esattamente un anno dopo il match che, per sue stesse parole, sembrava dovesse sancire la fine della sua permanenza nel giro titolato for good. Sbam.

Forse Tanahashi era davvero preoccupato che il Bullet Club prendesse il controllo della NJPW. O forse aveva semplicemente fiutato l’occasione per tornare in cima alla vetta, sfidando qualcuno che non fosse Okada. Out of kayfabe, probabilmente la federazione non ha voluto affidare ad un gaijin il main event dell’evento di punta e, anzi, ha colto l’occasione per servire al mondo i suoi due purosangue migliori. Sta di fatto che Tanahashi viene meno alla sua promessa di non lottare più per il titolo e torna a essere campione, proprio mentre Okada aspettava il suo momento per riscuotere la title shot. Ci vediamo a Wrestle Kingdom, e questa volta sarà, for the first time ever, in diretta PPV negli Stati Uniti.

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GMPunk
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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da GMPunk »

Capitolo 9: reprise, refresh.. reboot
NJPW Wrestle Kingdom 9 (04/01/2015)

Spoiler:
Come di consueto, per la New Japan il 4 gennaio vuol dire solo una cosa: Tokyo Dome. Tempo di big fights. E il vincitore del G1 Kazuchika Okada che sfida il campione in carica Hiroshi Tanahashi è il miglior main event possibile per inaugurare la nuova annata.

Allora, questo è un match strano rispetto agli altri che abbiamo visto finora, e per capirne il motivo bisogna calare la contesa nella New Japan dell’epoca, anche per questo ho ritenuto importante fare tutta la digressione su Styles. Per la prima volta, uno show NJPW va in diretta pay-per-view negli Stati Uniti. Il prodotto, pertanto, si adatta per cercare (anche) il favore del nuovo pubblico. La sottigliezza e l'intelligenza strategica vengono un po’ messe da parte per sorprenderci con effetti speciali impressionanti. Il risultato è un match decisamente più appariscente, ricco di high spots e condito con una psicologia più semplice proprio affinché tutti lo possano capire. È un match che sa un po’ di best of, quasi uno spotfest per i loro standard.

C’è uno spunto narrativo interessante, però, che guardacaso si fonde benissimo con la necessità di impostare un match più scenografico. I due, giunti a questo punto, si conoscono talmente bene che sono in grado di prevedere ed evitare tutti i trucchi rivali: questo è il match delle counter.

Per Okada questa è l’opportunità di mettere a tacere ogni dubbio e diventare l’Ace direttamente nel main event della kermesse per eccellenza. Eh però questa cosa cazzo se lo agita, lo agita tantissimo: Okada entra al Tokyo Dome un fascio di nervi. Non erano i nervi di due anni prima, certo, ma è comunque profondamente emozionato a causa di tutto ciò che era accaduto nel 2014. È frustrato per il fatto che Tanahashi gli abbia rubato la scena a WK8 e abbia poi battuto AJ Styles per il titolo IWGP. È frustrato perché si rende conto di non essere percepito come il vero Ace della New Japan, e che forse tutta la fatica e il dolore subiti a King of Pro-Wrestling 2013 non erano bastati a renderlo tale.

È proprio Okada stavolta a mandare subito la faccenda sul personale, appena dopo la taunt del pat-pat sul petto di Tanahashi. A rimarcare questo cambio notiamo che nel moveset di Okada le llaves metodiche dei primi match stanno diminuendo (purtroppo le adoravo) per lasciare spazio ad uno stricking più impetuoso, come l’uppercut in corsa con Tana in ginocchio o il running front dropkick, che diventeranno entrambe signatures del Rainmaker.

Il problema, però, è che per Kazu questi sentimenti sono un ostacolo: l’Okada migliore è quello cool, calm and collected, metodico e calcolatore, non certo quello emotivo. E oltretutto qui ci troviamo al Tokyo Dome, casa Tanahashi. Sono sei anni che Tana vince a Wrestle Kingdom e questo è il suo sesto main event consecutivo. Tana è ancora Mr. WK, nessuno può batterlo al Tokyo Dome, specie quando le emozioni offuscano il talento. Okada è aggressivo ma fin troppo impaziente, e un fallimentare tentativo anticipato di Rainmaker spalanca le porte al limb work preferito di Tanahashi, quello sul ginocchio. Okada resiste stoicamente, uscendo addirittura dalla combo doppia High Fly Flow (shiena + pancia), inaugurando un nuovo livello di falsi finali tra i due, subito rimarcato da Tanahashi che kickoutta alla Rainmaker.

Giunti a questo punto della rivalità i kickout alle finisher non mi disturbano eccessivamente e, anzi, apprezzo come abbiano trovato il modo di evitarli per tre anni. Trovo che ancora oggi la New Japan sia la federazione che più di tutte preserva il valore delle finisher in modo intelligente, quasi tutti i kickout sono meaningful. Per esempio, la High Fly Flow decisiva è sempre una frog splash eseguita in modo classico,mentre con la HFF crossbody e con quella sulla schiena l’Ace non conclude mai gli incontri importanti (al massimo lo fa se affronta uno Young Lion); questo aiuta a creare dei false finish intelligenti preservando la “versione finale” della finisher, ma anche a creare un climax di intensità ascendente che porta alla chiusura. Allo stesso modo, la short arm lariat NON è la Rainmaker, così come non lo è quella in versione discus. L’unica vera Rainmaker è la versione in full spin wristlock, e questa differenziazione serve a creare drama e a proteggere la mossa. Nel corso del 2014, Okada aggiunge al volo due importanti nuovi set up alla sua finisher: la transizione dal backslide alla Rainmaker e la sequenza di tre ripcord lariat consecutivi, che assumono proprio il tono e la gravitas di un’esecuzione.

Qualche anno fa, all’epoca di NXT Black & Gold ci si lamentava sul forum dello spam di finisher tra Gargano e Adam Cole, in particolare della Last Shot di Cole. Ma in realtà Adam Cole dal Giappone aveva imparato una cosa importante: la costruzione del climax finale. Nella famosa serie con Gargano, Cole non spammava la finisher, ma usava delle varianti di Last Shot non conclusive per arrivare al finale: la vera Last Shot è sempre stata quella senza ginocchiera e diretta alla nuca dell’avversario; quando la eseguiva al volto e/o con la ginocchiera in realtà non stava facendo altro che pescare dalla scuola New Japan.

Anyway, I digressed, torniamo al finale del match. Il focus della contesa sembra ruotare attorno a Tanahashi che tenta di restare l’Ace e dimostrare che l’arrogante Okada non è ancora al suo livello. Sullo stage, però, Tanahashi commette un errore: si prende un momento per acclamare il pubblico, mancando di rispetto al talento di Okada, e ne paga il prezzo. Solo quando Tanahashi inizia a rispettare davvero Okada, riesce a vincere, dando il suo 110%, come con la splendida HHF fuori dal ring, fatta dal paletto a oltre la barricata, a thing of beauty e spot della serata. L’emotività di Okada consente a Tanahashi di neutralizzare buona parte dell'offensiva rivale, e la volontà dell'Ace di superare sè stesso alla fine risulta decisiva. Sul finire Okada rimane intrappolato nelle corde, esponendosi alla seconda sequenza conclusiva dell’Ace: doppio HFF crossbody + HFF originale. Tanahashi al Dome trionfa ancora una volta e Okada, convinto che quello sarebbe stato il suo momento di gloria, scoppia addirittura in lacrime sulla via verso il backstage, mentre Tanahashi gli dice che lo rispetta ma che ancora non è ancora degno del titolo massimo: un richiamo al loro primo faccia a faccia.

Perché Okada a WK9 perde ancora?

Beh, in keyfabe ci possiamo raccontare che Okada, frustrato dalla pessima annata, non è nel mindset giusto per vincere l’incontro e non è ancora pronto a diventare Ace a WK.

In realtà, out of kayfabe, qui sta succedendo anche un’altra cosa. Gedo si è reso conto che negli ultimi tre anni ha fatto davvero un bel lavoro e che l’interesse dei fan oltreoceano sta crescendo anche verso i wrestler giapponesi. La scelta fatta con Styles stava pagando bene. Decide quindi di rimandare di un ulteriore anno il payoff della faida Tana-Okada per fare in modo che anche i fan neo-acquisiti possano affezionarsi prima e gustarsi poi la storia di Okada che diventa Ace. Okada, a conti fatti, è l’uomo prescelto per portare la bandiera della New Japan in giro per il mondo per prossimi dieci anni, quindi è bene non rushare e dare il tempo a tutti di affezionarsi a lui. Se inizio a seguire la AEW oggi e mi trovo Hangman Page con la cintura alla vita di certo provo meno empatia di quanta ne ho avendolo accompagnato nel percorso per coronare il suo sogno. Questo però significa che, per portare a termine la transizione verso Okada face of the company, si torna indietro al punto della storia in cui ancora non lo era, nonostante tutta la quadrilogia del 2013 servisse proprio a mostrarci che lo stava diventando.

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Marco Frediani
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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da Marco Frediani »

Okada che piange momentone indimenticabile.

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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da GMPunk »

Capitolo 10: di nuovo a Wrestle Kingdom



AJ a WrestleKingdom sconfigge Naito, inaugurando il 2015 con la possibilità di sfidare Tana per riprendersi il titolo, cosa che accade un mesetto più tardi a The New Beginning in Osaka.
Spoiler:
Nel frattempo, dopo aver fallito la sfida per il titolo IWGP contro Tanahashi il 4 gennaio 2015 al Wrestle Kingdom 9 al Tokyo Dome, Okada attraversa in un periodo di crisi, durante il quale riprende i suoi attriti inconclusi con il Bullet Club, scontrandosi con Bad Luck Fale ad Invasion Attack. Direi ovviamente di risparmiarci il match, ma a onor del vero tocca dire che Okada è –a memoria- l’unico che è stato capace di tirar fuori qualcosa di guardabile da Fale (soprattutto nel 2017). In ogni caso, quando ti scontri con Fale di sicuro ottieni una cosa: il supporto del pubblico. Ed è proprio ciò che serviva al nostro giovane Ace wannabe che, rinvigorito dalla vittoria sulla montagna tongana, sente che è giunto il momento di saldare i conti in sospeso con il BC, e chiude l’evento con un attacco a sorpresa su Styles, reduce da un’ottima difesa del titolo contro Kota Ibushi.

Il giorno seguente viene ufficializzato il match per il titolo tra Okada e Styles per il Dominion e nel corso dei tre mesi successivi, Bullet Club e Chaos si affrontano ripetutamente nei classici multi man tag, sempre vinti dalla stable di Styles. Da parte sua, Okada rifila al campione la sua Rainmaker in due occasioni e sempre a match già finito: things got personal.
A differenza del primo match titolato tra i due a Wrestling Dontaku 2014, in cui Styles si era sostanzialmente preso gioco di Kazu, in questa seconda reprise gli tocca ammettere che Okada è ormai uno dei migliori wrestler al mondo (ma che il migliore restava chiaramente Styles). A Dominion 7.5 Kazuchika Okada sconfigge finalmente il gaijin numero uno, iniziando il suo terzo regno da campione IWGP e vendicando l’onta subita l’anno precedente: Dopo Dominion, è di nuovo tempo di G1 Climax, una gran bella edizione con la partecipazione di venti lottatori. Entrambi i protagonisti del main event di Dominion, Kazuchika Okada e AJ Styles, arrivano all’ultima giornata del girone con ancora la possibilità di accedere alla finale. Tuttavia, Styles si ferma dopo una sconfitta contro Hiroshi Tanahashi, mentre Okada viene eliminato perdendo contro il suo compagno di stable nei Chaos, Shinsuke Nakamura. E alla fine è proprio Tana a vincere il torneo, battendo Nakamura in finale.
Durante l’ultimo giorno del G1 Climax, Styles riuscì a schienare Okada in un match a sei uomini, fatto che portò alla definizione di una rivincita titolata per l'IWGP Heavyweight Championship tra i due, poi ufficializzata per l’evento King of Pro-Wrestling di ottobre.

Aaaaand off to the Tokyo Dome.
Spoiler:
Ancora una volta un focus sugli ingressi. Tanahashi è in una forma smagliante, la migliore degli ultimi mesi e, come sempre in questa arena, saltella sulla rampa d’ingresso come il padrone di casa e sventolando la sua valigetta dorata. Ma il sorriso svanisce quando vede l’ingresso di Okada: per la prima volta al Tokyo Dome, mentre i dollari piovono dal cielo, Okada entra calmo, concentrato, super confident. Non c’è traccia d’insicurezza sul suo volto, sembra davvero pronto ad affrontare Tanahashi a Wrestle Kingdom. Sa bene che non può assolutamente permettersi di perdere, ma ormai ha l’esperienza necessaria per non lasciarsi sopraffare dalla pressione.

Dopo quattro anni e innumerevoli scontri, Tanahashi e Okada si conoscono forse meglio di quanto conoscano loro stessi. Contromossa dopo contromossa, High Fly Flow contro Rainmaker, nessuno dei due cede, nessuno è superiore all’altro. Tutto si riduce a chi crollerà per primo.

Questo incontro non è solo il culmine dei sette precedenti, ma anche la ricompensa per i fan più accaniti. È una storia scritta per chi ha vissuto ogni passo della rivalità. Giunti a questo punto, infatti, i due uomini si conoscono talmente bene che la prima la prima reversal la troviamo subito dopo il clinch iniziale che da parte di Okada, come ormai abbiamo imparato a conoscere, si risolve sempre nella taunt del pat-pat sul petto dell’avversario. Per settare subito il mood della contesta, quando Okada rompe il clinch, Tana risponde con uno schiaffo, mancando Okada che a sua volta replica con un’elbow. L’aria di superiorità con cui il campione squadra poi lo sfidante non si può descrivere, la si può solo guardare.

Dopo un acceso scambio iniziale i due scelgono di calmare i toni, passando ad una fase di mat che, devo dire, è un po’ sottotono rispetto ai loro standard. Da segnalare che nessuno dei due riesce a prendere davvero un vantaggio lavorando sui fondamentali, e i ribaltamenti di fronte sono continui. L’opening arriva quando Okada abbassa la guardia per una frazione di secondo, dando a Tanahashi le spalle, e la zampata del vecchio leone non si fa attendere: chop block al ginocchio sinistro e il veterano inizia a lavorare sulle gambe. Classic Tanahashi.

Okada tenta di ribaltare la situa con una tombstone, Tana scappa sull’apron e allora il campione azzecca al volo un bellissimo dropkick dalle corde, che manda lo sfidante fuori dal ring facendolo cadere di schiena. Okada followuppa con un bellissimo crossbody oltre le transenne, che diventerà una signature durante il suo regno da campione. Poi riporta Tanahashi sul ring: non vuole vincere per count out, vuole imporsi in modo netto. Okada inizia a lavorare sul collo di Tana con un’espressione da smartass che dimostra tutta la sua confidence. Classic Okada.

Tanahashi per riprendere fiato deve tornare all’unico gameplan che ha avuto successo contro il giovane campione, e attacca le gambe, prima una e poi l’altra, utilizzando in modo ingegnoso e aggressivo anche la struttura del ring. È stato lui a il primo a decifrare Okada, un anno prima. È stato lui a capire come tenerlo giù. In precedenza aveva provato a disinnescare il Rainmaker colpendo il braccio con cui Okada lo eseguiva, ma non aveva funzionato. Alla WK precedente, allora, aveva demolito le gambe di Okada. Privo della base, Okada non riusciva più ad alzarsi.
Durante tutto il tour del 2015, Tanahashi ha chiuso i suoi match con la Cloverleaf, anche contro avversari importanti, pushandola come finisher per aumentarne la credibilità in vista del grande scontro. Sì perché le vittorie con la Cloverleaf degli ultimi mesi non erano casuali, erano un chiaro messaggio: “I’m coming back for your knees, again” In chiave meta, invece, sono un piccolo ma delizioso payoff per i fan più hardcore che hanno avuto la pazienza di guardarsi anche i match più insignificanti nei Road to a Korakuen Hall o durante gli show minori del World Tag League, non solo i grandi eventi. Consapevoli di quanto Tanahashi abbia reso la Cloverleaf un’arma letale negli ultimi mesi, i più attenti vivranno con intensità ancora maggiore i momenti di suspense a Wrestle Kingdom. Un piccolo regalo per premiare i più fedeli. Che professionista.

Il limb work gli consente di preparare una meravigliosa HFF crossbody dal paletto al bordo ring, call back della scorsa WK. E poi perla di storytelling: Okada rientra a fatica sul ring al 18! Tanahashi, non aveva nessuna intenzione di riportarcelo dentro! Non ha nulla da dimostrare lui, deve solo vincere.
Dopo una battaglia di forearms, Okada riacquisisce il controllo con una pioggia di dropkick da mille angolazioni, tra cui il missile dropkick più bello che io abbia mai visto, altra mossa che incorporerà nella sua offensiva dei prossimi due anni.

Di nuovo Tana taglia l’offensiva del campione colpendo le ginocchia e si entra così nello stretch finale, inaugurato da una Cloverleaf lascia il pubblico con il fiato sospeso. È sicuramente una scelta stilistica interessante, per Tana, quella di aprire lo stretch finale con la Cloverleaf, quando di solito l’ha sempre fatto settando l’HFF (via slingblade). Scelta che va a costruire sulla lore degli ultimi mesi e che vuole la cloverleaf nuovamente letale. Okada riesce ad uscirne e ad infilare tombstone e rainmaker, ma Tanahashi esce al 2! Okada scavalca le corde proprio come fa il suo rivale e connette una High Fly Flow su Tanahashi, che ancora esce dal conteggio e risponde rubando a sua volta la finisher del rivale. Tanahashi riesce a connettere la combo dragon suplex + HFF sulla schiena + standard HFF, ma Okada esce ancora!! Tutti i piani falliscono. Ora è una questione di anima, istinto, cuore. Di chi vuole davvero essere l’Ace.

Okada ha lottato tutto l’anno per arrivare qui. Ha affrontato Fale con le costole rotte, e ha imparato il coraggio. Ha battuto AJ Styles, l’uomo che sembrava avere la chiave per batterlo, e ha imparato la tecnica. Ha affrontato Tenryu, il simbolico Ace del passato, che gli ha massacrato il volto e non voleva cedere. L’ha battuto anche lui, imparando la tenacia. Ora, un ultimo ostacolo: l’uomo che un anno prima l’aveva ridicolizzato. “Okada! Okada! Tu non sei pronto per essere l’Ace!” Aveva la cintura… ma il titolo non conta, finché non sei l’Ace. Questo match non è su tecnicismi, selling, mosse o stelle da dare. È la storia di cosa succede quando ogni piano è esaurito. Quando tutto ciò che funzionava in passato non funziona più.
E allora accade uno dei momenti più iconici del wrestling moderno. Dopo un violento schiaffo di Tanahashi per bloccare il Rainmaker, entrambi cadono in ginocchio. Ma Okada non lascia andare il polso di Tanahashi, Okada non molla la presa! Rifiuta di lasciarsi sfuggire la vittoria ancora una volta. Lo tira su con forza. Rainmaker. Lo tiene ancora. Secondo Rainmaker! Due Rainmaker “corte” e poi una RAIINMAAIKAAA completa.

1… 2… 3!

Okada ce l’ha fatta! Ha finalmente battuto Hiroshi Tanahashi nel main event di Wrestle Kingom al Tokyo Dome. Ora, Okada è l’Ace!

Bello? Sì, ovviamente, sono Tana e Okada. Eppure, to be honest, credo che –paradossalmente- sia uno dei loro incontri meno belli. Non solo sotto l’aspetto dell’azione in ring, sicuramente spumeggiante ma meno tecnica rispetto agli scontri precedenti, ma anche e soprattutto in termini di struttura, psicologia e storytelling. Okada finalmente vince ma non domina, e il livello di psicologia dell’incontro è un po’ più superficiale rispetto ai precedenti a cui ci hanno abituato. Okada, devo dire, non fa un grande performance nel sellare il lavoro alle gambe di Tana, e quasi mai sembra messo in difficoltà dalla cosa. Purtroppo, impostando il match così “ad armi pari”, si sono un po’ tirati la zappa sui piedi da soli: Okada dà il meglio di sé quando fa il dominatore arrogante, Tanahashi quando fa il babyface in difficoltà. In questo match entrambi non erano né carne né pesce, e si è visto. Il vero highlight di questo match è il controllo del polso sul finale, che simboleggia la resilienza di Okada che lotta contro la spossatezza per non lasciarsi sfuggire di nuovo la vittoria dalle mani. Stupendamente poetico. Eppure i piccoli difetti di cui sopra hanno contribuito a diminuire il pathos di una scena che comunque è entrata nell’epica del Wrestling con la W maiuscola. Non un brutto incontro eh, però se ad altri loro precedenti darei anche dei 9 o 10, questo secondo me è arriva all’8, con un mezzo punto in più per la genialata del wrist control finale.

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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da Saimas »

Topic alquanto profetico

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Bleak
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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da Bleak »

Più hype per la disamina di GMPunk che per il match

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PuroIndyLove
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Re: A tale of two Aces: the Kazuchika Okada vs Hiroshi Tanahashi saga

Messaggio da PuroIndyLove »

Il match al Dome 10 è per me ancora il miglior match dello scorso decennio.

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