Adieu ha scritto: ↑07/12/2025, 20:19
Sì che mancano molti pezzi all'appello riguardo a come funziona la mente alveare (a parte che vorrei capire se il virus alieno è finalizzato a sterminare, visto che si parla di morti ma ancora non si parla di procreazione, ma per questo c'è tempo), mentre giusto arti e letterature in questo specifico contesto di Pluribus sono piuttosto irrilevanti, non è la classica distopia alla Farehneit dove bruciano i libri o Orwell dove l'intera informazione è controllata e distorta ed è fondamentale saperlo. Piuttosto sembra quasi, almeno per ora, una controversa e inquietante (per Carol e il tipo del Paraguay) pseudo-utopia.
I "Noi" sono efficienti a prescindere dalla produzione culturale che credo proprio non gli interessi: una mente unica che produce nuova cultura per sé stessa? Forse potrebbero farlo giusto per fare felici i 12, ma questo non è molto rilevante. Una volta che hanno gli strumenti tecnici per portare avanti il loro "progetto", qualunque esso sia, non dovrebbero avere bisogno di altro
Il mondo di Pluribus in realtà ha alcune somiglianze con quello descritto da Huxley in “Mondo Nuovo” o quello di “Ritorno dall’Universo” di Lem, anche se le premesse e i dettagli sono completamente diverse.
La somiglianza è che si tratta di “società ideali”, mondi percepiti come utopici dalle persone che vivono al loro interno perché offrono agli esseri umani esattamente tutto quello che potrebbero volere e virtualmente non hanno alcun contrasto, conflitto o rivolta interna (se non per il protagonista che si trova in una condizione eccezionale di isolamento e rappresenta chiaramente il lettore/fruitore dell’opera, straniato e incapace di integrarsi nel paradiso distorto che gli viene offerto).
Qua Carol è come il selvaggio John di Brave New World, gli viene proposta la sirena di una vita priva di preoccupazioni e mancanze, un posto in una società efficiente e pienamente funzionale dove chiunque ha quello che vuole e non esiste sofferenza o paura della morte, ma lui rimane fermo e dichiara il suo “diritto ad essere infelice”.
La cosa interessante era che John fosse un amante di Shakespeare e della poesia, e che il culmine della sua “rivolta” arrivasse proprio dalla consapevolezza che il mondo di BNW è un mondo in cui non c’è più spazio per l’arte e la letteratura, non c’è più tensione alla bellezza perché la fonte di tutto questo risiede nel dolore, nel conflitto, nella diversità di prospettive ed esperienze individuali umane.
La società di Pluribus chiaramente non ha più bisogno di questo e probabilmente non più produrlo, perché l’individualità, la diversità di prospettive e il dolore sono stato eliminati e tutto quello che rimane è la progettualità e l’operatività dell’alveare che punta all’efficienza nel raggiungimento di obiettivi comuni e al funzionamento dell’umanità nel suo complesso.
Io da una come Carol, che ci é stata raccontata come scrittrice frustata e depressa perché costretta a scrivere merda commerciale invece di provare a fare un “vero romanzo”, mi aspetto che questa motivazione venga fuori e risulti uno dei motivi fondamentali di conflitto con il mondo operativo e “perfettamente funzionante”, ma freddo e privo di spirito creativo umano, degli Altri.
Invece in 6 episodi l’abbiamo vista contestare cazzate - nel grande schema delle cose, ovviamente il fastidio e disagio individuale è legittimo - tipo non fare la spesa “come vuole fare lei”, la gestione delle luci in città, etc., cose che se lei fosse una donna comune media (come forse il tipo del Paraguay) capirei di più, ma perla caratterizzazione che le hanno dato mboh, per ora lo vedo poco calzante.
A questo va aggiunto il fatto che più passano gli episodi più la mente collettiva degli Altri sembra piena di buchi e difetti di ragionamento e la loro società ideale tutt’altro che funzionale (con l’ultimo episodio in cui addirittura paiono destinati a estinguersi in 10 anni e vanno aiutati dagli 11 rincoglioniti, ma che é?), cosa che mi rende distrugge l’interesse nella contrapposizione perché a sto punto è come se mi avessi dato subito ragione a Carol delegittimando completamente l’altro punto di vista.
Vedremo come va, solo il tempo confermerà se si tratta di un vicolo cieco, se si raddrizzerà il tutto andando avanti o se ci sarà magari qualche plot twist che ci farà cambiare completamente prospettiva al tutto (es. in realtà è tutto un piano alieno per rendere innocui i terrestri e conquistarli. Cosa che mi farebbe cagare, ma vabbè).