Chiedo la vita al di là della morte.

[Corilo1]

Moriamo, tutti i nostri ricordi, pensieri, le nostre abitudini, vizi e virtù, tutto smette di esistere. Non c'è inferno, non c'è paradiso, non soffriamo e non gioiamo, perchè non esistiamo. La nostra coscienza è nel nostro cervello, non nel cuore, e quando anche quello si spegne, non esistiamo più.

Il mondo va avanti, ma noi non lo sappiamo perchè non ci siamo più. Come se non fossimo mai esistiti.

Questo pensiero è terrificante. Qualcuno può smentirmi?

Per favore.

[AFM2000]

Dovrei fare finta di non averlo letto, ma l'ho letto.

Ma credo sia da ipocriti dire di non aver fatto certi pensieri. E purtroppo se si parla della morte non si può pensare a pensieri positivi. E la cosa più paradossale ma l'unica che puoi accettare è che si va avanti per invecchiare.

L'unica chiave di lettura che ho per farmi passare questi pensieri, è sapere che esistono persone che fanno del male alla società. E sapere che la morte da cosa tragica può diventare una giusta pena per queste persone, mi tira su il morale.

Oppure puoi accettare anche il finto e buonissimo "goditi la vita che è solo una".

[Milf Hunter]

La sola esistenza della morte dovrebbe spingere l'uomo a vivere la vita in maniera edonistica,fregandosene il più possibile e godendosi ciò che gli piace al massimo.Invece sei in un meccanismo che ti blocca le giornate a studiare nei tuoi anni migliori e poi ti scaraventa addosso migliaia di responsabilità e scocciature.Il modo di vivere la vita ed affrontare la morte non può essere universale ma cambia da persona a persona a seconda di carattere,valori e gusti.Puoi essere uno che va in brodo di giuggiole per avere figli e far famiglia e volete una vita lunga,puoi essere uno a cui nn frega na ceppa e che preferirebbe vivere anche fino a 30 anni ma farlo come si deve.Non volendo scadere in inutili campi religiosi che non sono esattamente il mio campo, Personalmente sono convinto dell'esistenza dell'anima che resiste alla morte del corpo.Negli anni si sono avuti anche esperimenti scientifici che suggerivano la cosa.Il dilemma è capire che fine possa fare quest'anima.

[pingumen96]

Morire è come dire "fanculo a voi altri che restate". Il che non è un male.


A parte gli scherzi, su sta cosa potremmo stare a scrivere trattati su trattati senza arrivare a una soluzione.

[christine sixteen]

Moriamo, tutti i nostri ricordi, pensieri, le nostre abitudini, vizi e virtù, tutto smette di esistere. Non c'è inferno, non c'è paradiso, non soffriamo e non gioiamo, perchè non esistiamo. La nostra coscienza è nel nostro cervello, non nel cuore, e quando anche quello si spegne, non esistiamo più.

Il mondo va avanti, ma noi non lo sappiamo perchè non ci siamo più. Come se non fossimo mai esistiti.

Questo pensiero è terrificante. Qualcuno può smentirmi?

Per favore.

Se vuoi ti smentisco dicendoti che "questo pensiero" non è terrificante.
"Il mondo va avanti" (forse), quindi la morte non è tutto sto dramma.
Per il resto la pensiamo in modo simile.

Se invece cerchi una via d'uscita mistica ( ), una strada possibile è questa:
"La nostra coscienza è nel nostro cervello"
"Sicuro? E se fosse il contrario?
Se fosse il nostro cervello (e conseguentemente tutto il resto) a stare dentro alla nostra coscienza?"

[Evoluted]

Moriamo, tutti i nostri ricordi, pensieri, le nostre abitudini, vizi e virtù, tutto smette di esistere. Non c'è inferno, non c'è paradiso, non soffriamo e non gioiamo, perchè non esistiamo. La nostra coscienza è nel nostro cervello, non nel cuore, e quando anche quello si spegne, non esistiamo più.

Il mondo va avanti, ma noi non lo sappiamo perchè non ci siamo più. Come se non fossimo mai esistiti.

Questo pensiero è terrificante. Qualcuno può smentirmi?

Per favore.

Sì, è terrificante.
Sono abbastanza sicuro sia così, ma siccome dentro di me non lo accetto preferisco pensare che appena moriamo fisicamente la nostra anima si trasferisce in un essere umano appena nato proprio in quel momento, mantenendo un collegamento invisibile tra chi eravamo e chi saremo.
Lo so anch'io che è una cazzata, ma ci spero uguale, un po' tipo i sostenitori del turn heel di John Cena.
Eppoi l'idea che io possa aver vissuto in altri corpi dall'inizio dei tempi a oggi è una figata.

[Sacopus]

La morte è uno degli oggetti principali della speculazione dell'uomo , per alcuni quello fondamentale, e rappresenta uno degli elementi fondamentali della sua esistenza.
Non voglio sminuire la tua domanda , ma non credo si possa esaurire in poche righe , a causa della complessità dell'argomento.

Se ti può consolare la morte e ciò che c'è dopo (questo è il grande dubbio che l'uomo ha) è stato affrontato da talmente tanti pensatori , filosofi , autori , artisti , in tantissime civiltà diverse , con tantissime chiavi di lettura differenti che dovresti avere materiale praticamente illimitato.

La mia personale opinione è che la morte rappresenti la fine di tutto per ogni singolo individuo. Non credo nella reincarnaizone , non credo in una vità celeste , non credo negli Inferi.
Credo nella nostra fine all'arrivo della morte. Totale , definitiva , incontestabile. Motivo per il quale credo che la vita debba essere vissuta in ogni suo aspetto e , citando Russell, credo che "la vita retta è ispirata dall'amore e guidata dalla conoscenza".

[BomberDede]

sulla morte penso che non siano diversi da un cane/elefante/squale: il nostro corpo si decomporrà e di noi non rimarrà niente.

diverse il discorso quando la scienza arriverà a fare un trapianto di cervello oppure a riuscire a ricreare una intelligenza artificiale basata sulla persona.
però ci vorrà ancora un pochetto penso

[Greg Valentine]

tralascio il fatto che per me questo genere di thread dovrebbero essere gli ultimi da postare in forum di cazzeggio come questo.

Per risponderti, innanzitutto parliamo sempre di un qualcosa che non ci è dato conoscere. Ma anche da come hai delineato tu la cosa, se tutto ciò che siamo è la nostra coscienza, tolta quella si annulla tutto, anche la sofferenza che esiste solo e soltanto in relazione alla nostra esistenza.

Il piano quindi (o l'augurio che possiamo farci) è fare tutto ciò che possiamo per goderci al meglio questa permanenza o tutto ciò che insomma potrebbe distoglierti da pensieri come questi. Ciò che trovo davvero insopportabile è la perdita di chi ci è accanto.

[Karl Gotch]

Sono pensieri importanti ma troppo astratti, e in genere i problemi quotidiani e i vari impegni ce li fanno dimenticare del tutto, anche se andrebbero fatti più spesso

Al massimo puoi convertirti a qualche religione anche se non ci credi, un sacco di scrittori/filosofi hanno risolto così

[chrisy2j]

Basta che non ci sia la Juve dopo la morte.

Comunque concordo con Greg.

[Milkit]

Assolutamente terrificante, in assenza della cura ideologica chiamata fede s'intende, ma chi non è naturalmente votato alla fede non se la può inventare.

Talmente terrificante che mi chiedo quanto senso abbia e quanto sia eticamente corretto mettere al mondo un'altra persona, e costringerla a passare attraverso la trafila dell'esistenza compreso il suo carico inevitabile di sofferenza (esistenziale e non).

Dice, ma si perderebbe anche le cose belle della vita! No, chi non viene al mondo non può soffrire proprio della mancanza di niente.

Insomma, non esistente batte esistente 2 a 0.

Estremo sicuramente come concetto, ma profondamente sensato, a mio modo di vedere.

[Commander Cool]

Di morire sinceramente me ne fotte assai poco, tanto prima o poi tocca a tutti, comunque sempre meglio poi che prima, anche se col mio stile di vita la vedo grigissima.

Quello che mi fa cagare addosso è il dolore che potrei provare prima di morire, o peggio ancora anni di sofferenza per me e chi mi sta vicino, motivo per cui sono strafavorevole all'eutanasia.

Comunque se esiste un Dio o qualcosa del genere sono sicuro che vuole che passiamo la nostra vita a trombare, mangiare, bere e sfruttare al 100% il tempo che ci è dato, se non esiste un cazzo in punto di morte saremo soddisfatti di aver vissuto una gran bella vita.

[The Rookie]

Qualcuno qui è proprio un corvaccio eh...

[Milkit]

Sempre detto io che la vita è una malattia trasmissibile mortale al 100%

Fermo restando che le cose belle nella vita son comunque di solito più effimere delle cose brutte. Una cosa bella può finire facilmente, una cosa brutta tipo una malattia se debilitante te la devi portare appresso e sopportare per sempre se non muori.

Indubbiamente.

E senza contare che volendo spingersi un altro po' in là, quelli che chiamiamo "piaceri" sono a ben vedere soddisfazioni di bisogni, soddisfazioni per l'appunto estemporanee e peraltro non sempre raggiungibili, piuttosto che piaceri in quanto tali.

Ma anche senza bisogno di sviscerare la questione "piacere", rimane il fatto che eventi indiscutibilmente tragici come la propria morte, o ancora prima, come faceva notare già qualcuno, la morte dei propri cari, sono realtà ineluttabili alle quali tutti saremo sottoposti.

Se per assurdo si potesse dire a un nascituro, prima della sua venuta al mondo, "guarda, l'esistenza è così e cosà, ti sta bene?" allora il problema etico sarebbe risolto. Ma nell'ovvia assenza di questa possibilita la procreazione diventa un forzatura nei confronti nel futuro esistente.

D'altra parte, al di là delle nostre pretese di essere "speciali" e "qualcosa di più" rispetto alle altre specie viventi, in realtà il basico e universale istinto di procreazione (arricchito da ulteriori componenti prettamente umane) continuerà a farla da padrone.