
Ho un lavoro, degli amici che mi cercano quando possibile, una figlia. Se la buttassimo sul banale, questo basterebbe a rendermi utile.
Ma cominciamo a buttarci dentro un po' di realismo, e diciamo pure che se non ci fossi io, tutto quello di cui sopra lo farebbe qualcun altro, meglio e/o peggio. Quindi allo stato attuale, sono onesto nel dire di essere completamente intercambiabile.
Un altro modo di valutare la mia utilità sarebbe quello di mettere sul piatto quello che do al mondo e quello che prendo in termini di efficienza, consumo energetico e simili, e vedere se il risultato finale dà segno + o segno -. Qualcosa di per me assolutamente impossibile.
Poi potremmo metterla così: sono un cittadino italiano, come tale sto finanziando con le mie tasse uno stato disfunzionale destinato alla rovina. Da questo punto di vista sono assolutamente non utile al benessere sociale.
Andiamo oltre. Sono un essere umano nato sano e con un QI nella media, e come tale il mio potenziale poteva essere presumibilmente sconfinato, salvo poi finire a vivere una vita standard.
Credo insomma di avere risposto. Posto che non voglio essere completamente negativo e che ho in fondo sempre un filo di speranza per il cambiamento in positivo, potrei rigirare la domanda per nuovi spunti: se quello che cerchiamo tutti a questo mondo è stare bene con noi stessi, l'utilità sociale è davvero un parametro così impattante? E chi la rifiuta nel bilancio della sua vita è perché è semplicemente stato scottato dalla stessa e ha sviluppato un egoismo dalle sfumature misantrope?